Percorsi di Fede

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  Pensieri del Sacerdote Beato Giacomo Alberione  

 

 

«Diffondete la Parola divina con la stampa: datela con il cuore stesso che ebbe Gesù Maestro nel predicarla; con l’ardore che animò san Paolo nel diffonderla; con la grazia e l’umiltà per cui Maria divenne Madre del Verbo incarnato».

 

«La stampa, il cinema, la radio, la televisione costituiscono oggi le più urgenti, le più rapide e le più efficaci opere dell’apostolato cattolico, per dare con i mezzi moderni, più celeri e più efficaci, tutto ciò che è buono, vero, utile».

 

«La Famiglia Paolina si potrebbe paragonare a un corso d’acqua, che mentre procede si ingrossa per la pioggia, per lo sgelo di ghiacciai, per varie piccole sorgenti. Le acque, così raccolte, vengono poi divise e incanalate per l’irrigazione di fertili pianure e la produzione di energia, calore e luce».

 

«La preghiera prima di tutto, la preghiera soprattutto, la preghiera vita di tutto. La preghiera è come il sangue che parte dal cuore, attraversa tutte le membra, nutrendo e vivificando l’intero organismo».

 

«Quante volte vi proponete il grande problema: dove cammina, come cammina l’umanità, verso quale meta cammina questa umanità che si rinnova sempre sulla faccia della terra? L’umanità è come un grande fiume che va a gettarsi nell’eternità: si salverà o sarà perduta per sempre?».

«Vi ringrazio Signore, di avermi preparato dei buoni genitori, un buon parroco, dei santi superiori. Essi sono l’effetto di anni e anni di grazie, fatte a loro in vista di me indegnissimo».

 

«Sento la gravità, davanti a Dio e agli uomini, della missione affidatami dal Signore, il quale, se avesse trovato una persona più indegna e incapace, l’avrebbe preferita, così come l’artista usa qualsiasi pennello, da pochi soldi, per compiere la sua opera».

 

«Ho portato a compimento qualche parte del volere divino, ma devo scomparire dalla scena e dalla memoria, anche se, perché più anziano, dovetti prendere dal Signore e dare agli altri. Così, finita la Messa, il sacerdote depone la pianeta e rimane quello che è davanti a Dio».

 

«La visita eucaristica è un incontro dell’anima e di tutto il nostro essere con Gesù:

È la creatura che si incontra con il Creatore.

È il discepolo presso il divino Maestro.

È l’infermo con il Medico delle anime.

È il povero che ricorre al Ricco.

È l’assetato che beve alla Fonte.

È il debole che si presenta all’Onnipotente.

È il cieco che cerca la Luce.

È l’amico che va dal vero Amico.

È la pecorella smarrita cercata dal Pastore.

È il cuore disorientato che trova la Via.

È lo stolto che trova la saggezza.

E l’afflitto che trova il Consolatore.

È il nulla che trova il Tutto».

 

Fonte: Domenico Spoletini, Don Alberione comunicatore del Vangelo, Roma 4 Aprile 2003

 

Don Alberione e la Preghiera

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