Percorsi di Fede

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 Momenti significativi della vita di don Giacomo Alberione 

 Tappe Apostoliche del Fondatore della Famiglia Paolina

 

Don Alberione nel 1955 con le Figlie di San Paolo per l'Apostolato del Cinema

   

Ultimo aggiornamento Mercoledì 14 Marzo 2018 ore 17.24   

1. All’età di 16 anni

     Una particolare luce venne dall’Ostia santa, maggior comprensione dell’invito di Gesù «venite ad me omnes» (Mt 11,28); gli parve di comprendere il cuore del grande Papa, gli inviti della Chiesa, la missione vera del Sacerdote. Gli parve chiaro quanto diceva Giuseppe Toniolo sul dovere di essere gli Apostoli di oggi, adoperando i mezzi sfruttati dagli avversari. Si sentì profondamente obbligato a prepararsi a far qualcosa per il Signore e gli uomini del nuovo secolo con cui sarebbe vissuto (AD 15). “Far qualcosa...” significava già chiaramente animare, ispirare, guidare un’impresa grande e nuova: Pensava dapprima ad un’organizzazione cattolica di scrittori, tecnici, librai, rivenditori cattolici; e dare indirizzo, lavoro, spirito d’apostolato... Verso il 1910 fece un passo definitivo. Vide in una maggior luce: scrittori, tecnici, propagandisti, ma religiosi e religiose. Da una parte portare anime alla più alta perfezione, quella di chi pratica anche i consigli evangelici, e dal merito della vita apostolica. Dall’altra parte dare più unità, più stabilità, più continuità, più soprannaturalità all’apostolato. Formare una organizzazione, ma religiosa (AD 23-24)

    2. All’età di 30 anni

     Ordinato prete a 23 anni, don Alberione impegnò i primi anni di ministero in esperienze pastorali e in numerose mansioni legate alla vita di seminario. Nel frattempo egli pensava al momento più opportuno per dare inizio al progetto di Dio. Il tempo venne il 20 agosto 1914, quando cominciò in Alba la «Scuola Tipografica Piccolo Operaio». I suoi collaboratori furono tutti ragazzi che accorrevano a frotte; erano forze fresche ed inesperte, ma plasmabili e ben disposte. Don Alberione li preparò con tanta fede e pazienza superando difficoltà di ogni genere. Quei ragazzi furono i primi religiosi della Società San Paolo, furono i primi apostoli dei mass media.

“L’istituzione nasceva nel 1914  tra profondi rivolgimenti. Alla fine di luglio, [egli] aveva appena preso l’impegno di acquisto della tipografia, che avvennero le prime dichiarazioni di guerra; cui seguì una conflagrazione mondiale. Francesco Giuseppe non aveva accolto l’invito e la preghiera di Pio X per la pace” (AD 48). A 39 anni compiuti il 4 Aprile 1923 e 9 dalla Fondazione, Don Alberione dovette assistere alla morte della mamma il 13 Giugno e trovarsi ad affrontare la Tubercolosi polmonare che lo costrinse a chiedere asilo al Parroco di Benevello, assistito da una Figlia di San Paolo, suor Teresa Raballo, che lo aiutava con la preghiera e l'assistenza, fino al momento che chiese qualcosa per scrivere: una matita con la quale scrisse le Costituzioni della Pia società San Paolo. Don Giuseppe Barbero informa che in quella circostanza avrebbe avuto un sogno che gli mostrava Gesù come Maestro che indicava il Tabernacolo come punto centrale di riferimento per la Famiglia  paolina, nata dall'Ostia in quella notte di passaggio al XX secolo, ricordando che è nata a servizio della Chiesa con i mezzi della comunicazione, con fondatore l'Apostolo Paolo e che avrebbe avuto gli aiuti necessari per compiere la sua missione nelle certezza di tre frasi riportate in molte cappelle: Non temete Io sono con voi - Da qui, dal Tabernacolo, io voglio illuminare - Vivete in continua conversione, udite in lingua latina (Don Giuseppe Barbero ssp, Il Sacerdote Giacomo Alberione un uomo - un'idea - Società San Paolo Roma Novembre 1991). Suor Teresa fsp scrive: in Settembre tornammo ad Alba.

    3. All’età di 40 anni

     In quel periodo di avvio prese più intima conoscenza di San Basilio, San Benedetto, San Francesco d’Assisi, San Giovanni Battista de La Salle, che avevano moltissime vocazioni maschili di laici. Dunque il Signore ha sparse nel mondo molte anime generose, che chiama a sé, alla perfezione, accanto al sacerdozio. Chi farà la carità di aprire loro la porta ed indirizzarle a speciale santità? Si potrà di questi giovani, figli della divina predilezione, far giardini di gigli, rose e viole? E perché, inoltre, non si potranno ancora associare ad un apostolato? Come un giorno sorsero Istituti in cui il Sacerdote religioso trovava la via aperta alle opere di zelo e cura d’anime, oggi bisogna dare al Fratello laico una partecipazione allo zelo del Sacerdote, dare a lui un quasi sacerdozio! Sacerdote che scrive, lavoro tecnico che fa il Fratello moltiplicatore e diffusore (cfr AD 39-41). All'età di 43 anni emette la sua professione religiosa perpetua nelle mani del Vescovo di Alba, Mons. Giuseppe Francesco Re (1889-1933).

Intanto l’ammirazione e la devozione per San Paolo cominciarono specialmente dallo studio e dalla meditazione della Lettera ai Romani. Da allora la personalità, la santità, il cuore, l’intimità con Gesù, la sua opera nella Dogmatica e nella Morale, l’impronta lasciata nell’organizzazione della Chiesa, il suo zelo per tutti i popoli, furono soggetti di meditazione. Gli parve veramente l’Apostolo: dunque ogni apostolo ed ogni apostolato potevano prendere da Lui. A San Paolo venne consacrata la Famiglia. A San Paolo venne attribuita anche la guarigione di don Alberione.

Questa esperienza lasciò un segno nella sua vita e nel proseguimento della sua opera: da allora — si sentì ispirato (cfr AD 111-113) — occorreva fidarsi unicamente di Dio. Fu su questa poderosa crescita nella fede che don Alberione poggiò, dopo la Società San Paolo, la fondazione di quattro Congrega­zioni femminili e di quattro Istituti aggregati. Egli pose a disposizione della Chiesa una schiera di religiose e religiosi che, animati da uno spirito di fami­glia, collaborassero alla diffusione del Vangelo nel mondo. 

    4. All’età di 65 anni

     Il 27 giugno 1949 venne approvata definitivamente dalla Santa Sede la Pia Società San Paolo. Data importante e commovente che il Fondatore ricorda : «E’ utile ricordare qualche particolarità riguardante la nostra carissima Congregazione... Nell’approvazione, infatti, vi è stata una particolarità, come una eccezione... Considerata la novità particolare ed inconsueta dell’Istituto, della sua natura ed apostolato, la Congregazione dei Religiosi decise di presentare ogni cosa al papa, lasciando a lui ogni responsabilità in cosa di così singolare novità, importanza e conseguenze. Passò del tempo. Perché questa perplessità? Mi fu detto: “Una Congregazione di vita comune che voglia compiere questi apostolati troverebbe tante difficoltà e richiederebbe membri di ottimo spirito e qualità...” Ed il grande Papa Pio XI, aperto a tutti i bisogni del tempo, approvò... Così la Congregazione è nata direttamente dal Papa» (UPS I,13-18). 

    5. All’età di 76 anni

     Nel 1960 il Fondatore fece chiamare da tutto il mondo quelli che avevano vissuto con lui la storia degli inizi, per un mese di Esercizi Spirituali: «La mano di Dio sopra di me, dal 1900 al 1960. La volontà del Signore si è compiuta, nonostante la miseria di chi doveva esserne lo strumento indegno ed inetto... Comunque sia: don Alberione è lo strumento eletto da Dio per questa missione, per cui ha operato per Dio e secondo l’ispirazione ed il volere di Dio... Invece don Giuseppe Giacomo, come individuo, si presenterà al giudizio di Dio con le enormi responsabilità incontrate nella vita. E piaciuto al Signore che ancora mi trovassi nella condizione di salute e possibilità di poter completare la Famiglia Paolina...» (UPS I, 374-375). 

    6. All’età di 79 anni

     Il dicembre 1963 venne approvato con 1960 sì, contro 164 no, il decreto conciliare «Inter mirifica» sugli strumenti della comunicazione sociale e lo stesso giorno solennemente promulgato. Don Alberione lo sentì come avvenimento straordinario. Tale riconoscimento veniva dalla Chiesa, a quasi 50 anni dalla fondazione della Famiglia Paolina. Scrisse in un biglietto alle Figlie di San Paolo: «Che cosa grande è il nostro apostolato: quello che riguarda la tecnica... sta d’accanto alla Parola di Dio predicata... Generalmente le approvazioni vengono dal Papa semplicemente, attraverso l’organo competente che esamina lo spirito e l’apostolato della nuova Istituzione. Ma che in un Concilio ecumenico, in cui era rappresentata tutta la cristianità con più di 2300 padri conciliari e vescovi, lo si approvasse, questo è veramente straordinario! Per cui, appena finita la lettura dell’approvazione, mi hanno fatto sentire: “La Società San Paolo è un miracolo!”. E una grazia che più o meno già apprezzavamo, ma tuttavia questa solennità ci dà il modo di stimarla maggiormente» (18 marzo 1964). 

    7. Meno di 11 anni dopo la sua nascita al cielo

     Il 19 giugno 1982 iniziò nel Tempio San Paolo, in Alba - Casa Madre, il processo di beatificazione del Fondatore. Anche qui le cose non sono state fa­cili. E dovuto intervenire direttamente il Papa per dare il via al processo che sembrava dovesse bloccarsi.

Così ebbe a dire il postulatore don Stefano Lamera: «Certamente questa è un’ora grande di Dio. Non è però arrivata così semplicemente. Tutto quello che prima veniva compiuto con il processo ordinario-diocesano, è stato prima compiuto dalla Santa Sede, la quale ha voluto rendersi conto e conoscenza e delle voci contrarie e poi allargando l’ascolto anche ad alcune voci favorevoli per ridimensionare le difficoltà e le opposizioni. Tutto è stato compiuto con l’assistenza della grazia di Dio e alla fine la Congregazione dei Santi, riunita in congresso e tenendo presente quanto aveva sul tavolo, non si pronunciò: decise di rimettere ogni decisione al Santo Padre. E Giovanni Paolo lI, che aveva già menzionato don Alberione e il canonico Giuseppe Allamano nel discorso rivolto ai vescovi del Piemonte ricordando i grandi santi della chiesa piemontese, disse: “Si vada avanti e si compia tutto quello che è da compiere”».

 

Fonte di riferimento: Catechesi Paolina - Roma 1986

Sigla AD=Abundantes Divitiae gratiae suae: la storia carismatica della Famiglia paolina, scritta nel 1953

Sigla UPS=Ut perfectus sit Homo Dei: testo scritto da Don Giacomo Alberione nel mese di Aprile 1960 per gli Esercizi spirituali

Dall'Opera Omnia

Liturgia della Festa

Biografia in slide pdf

I Genitori del Beato Alberione

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