Addio a Luigi Regianini il Comelico piange l’artista
29 marzo 2013 - pagina 27 sezione: Nazionale
SANTO STEFANO. È morto mercoledì
sera a Milano, all'ospedale San Paolo dove era ricoverato dal
pomeriggio, il pittore Luigi Regianini. Milanese, ma legato
alle montagne del Cadore dalle radici materne. Lascia la moglie
Angela De Villa, nativa di Costalta di Cadore, e la figlia Ludovica.
A lui è intitolato il Museo del Surrealismo di Costalissoio
e proprio questa estate tutto il Comelico lo aveva festeggiato
nella piazzetta dell'Emigrante, dietro il municipio di Santo
Stefano di Cadore, su iniziativa del Comune e della Regola di
Costalissoio, conferendogli un riconoscimento che lo aveva commosso:
«Al maestro Luigi Regianini, pittore surrealista, per
l'amicizia sempre dimostrata con le sue opere al territorio».
«Lo ricordo», dice il sindaco Alessandra Buzzo,
«come una persona particolarmente arguta, attiva, vivace,
intensamente legata alle nostre montagne ed anche all'amministrazione
comunale. Ci aveva donato anche alcune sue opere che custodiamo
con grande affetto. Con la sua arte ha portato lustro alla nostra
terra e sono vicina, in questo momento di dolore, alla moglie
ed alla figlia». Milanese, classe 1930, alle spalle trentasette
anni di insegnamento nelle scuole, almeno 1.500 quadri prodotti,
molti dei quali di grandi dimensioni, oltre 300 mostre, una
passione per la montagna che gli derivava dalla madre cadorina
(Florinda Casanova Municchia, nativa di Costalta) e dai periodi
estivi trascorsi su questi monti, Luigi Regianini era il pittore
surrealista delle Dolomiti. Amava definirsi «un monaco
che dipinge con le ciglia dei pipistrelli» e di sé
diceva ancora: «Indago l'assurdo della vita con la mia
personale religione, il surrealismo». Negli ultimi anni
la sua attività artistica era stata fortemente impregnata
di un surrealismo macabro e pessimista, alla ricerca spasmodica
di immagini forti e dense («pugni allo stomaco e al cuore
di chi guarda») finalizzate a scuotere le coscienze, in
cui la morte ed il ridicolo della vita si rincorrono in una
danza macabra, non senza le indispensabili venature dell'ironia.
A lui è stato dedicato il Museo del Surrealismo di Costalissoio.
«Una nicchia di originalità», come è
solito definirlo il suo amico giornalista Guido Buzzo, con dipinti
sulla storia, le leggende ed i personaggi del paese; opere contraddistinte
da un surrealismo più dolce e romantico; ed altre con
tematiche filosofiche ed esistenziali più audaci, con
una serrata indagine sull'esistenza, sul tema della morte e
anche sull'orrido (si veda il sito www.regianini.it). E sono
davvero molti ed assai significativi i dipinti che Regianini
ha realizzato proprio sul Comelico, sovente su ispirazione dello
stesso Guido Buzzo, e poi donato al territorio. Si ricordano,
ad esempio, quelli dedicati a Giovanni Paolo I ed a Giovanni
Paolo II, quello sul raid Pechino-Parigi, quello creato in occasione
del Meeting delle Regole del 2010, quello che si trova in municipio
e rappresenta il Comelico come parte delle Dolomiti Unesco.
Un’intensa attività che gli ha meritato l’affetto
e l’ammirazione della gente del Comelico e dei turisti
che salivano a Costalissoio anche perché incuriositi
dal suo singolare museo. Stefano Vietina
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