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Mia cara Costalta...
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Mia cara Costalta
se dovessi cantarti in poesia
mi sentirei imbrigliato con le sillabe
tra le rime e la metrica
in una sorta di sterile esercizio
ed allora scelgo di ‘dirti’ ciò che
il cuore
mi ha suggerito tra sorpresa incanto e meraviglia
al nostro primo incontro anni fa
in un giornata di sole
quando dopo l’ultimo tornante mi sei apparsa
con le tue antiche case di legno
linde e adornate di fiori
che si affacciano sulle stradine strette
lungo le quali trovi le fontanelle per dissetarti
e goderti lo scroscio dei ruscelli
che scendono dalla montagna
poi ho imparato a scoprirti
accostandoti con discrezione e paziente umiltà
con passo lento e rispettoso
immergendomi nel profumo del tuo essere
quieto, respirando quella silente poesia
che sai donare a chi ti viene a visitare
dimèntico dell’affannoso vivere tormentato d’oggidì
e dove è quasi spontaneo intessere amicizia
per l’ospitalità e la cortesia
perché ogni persona che incontri
ti saluta apertamente
e ti senti subito come a casa tua
e commuove e incanta la pioggia di fiori
dalle finestre e sulle facciate delle case le sculture
che ti accolgono e par ti salùtino
pur nella loro artistica immobilità
e lungo le anguste viuzze
nel loro simpatico sali-scendi
incontri negozi artigianali e d’arte
in mostra quasi museo all’aperto
che rendon la passeggiata ancor più saporita e gustosa
mentre assapori quell’aria fresca e salùbre
che ti avvolge sottile nell’intenso e penetrante
profumo primaverile ed estivo
anche dei funghi che fan capolino nel sottobosco
ai piedi di alberi altissimi
e poi le molte varietà di fiori e di variopinte
farfalle
che danzano sui prati
e sul fieno steso al sole appena falciato
che inebria anche gli uccelli
che qui vivono in una sorta di vero paradiso
ti ho fotografata spesso, all’alba e al tramonto
sotto la pioggia che picchietta sui tetti
e con il sole che fa scricchiolare i sottotetti di legno
e quando dal basso la nebbia salendo
poi si dissolve al sole che splende
in tutta la sua forza e maestà
scoprendo agli occhi del cuore
questo piccolo paese, incantato presepe
sulla verde costa della montagna
luogo di fiaba che invita a sognare
e che ogni volta sorprende e meraviglia
così ti ho vista e così ti rivedo ogni
volta
antica e laboriosa Costauta
dolce e straordinaria
ed è così che ti porta nel cuore
questo turista innamorato di te
(come qualcuno - su internet - ha scritto di me)
per il tuo fascino di un tempo
per quello che c’era una volta e che anche oggi
io vedo e sento pulsare ancora vivo in te
e nei tuoi paesaggi inconsueti e sempre nuovi
Costauta - fiabesca realtà tra monti e boschi
con le tue antiche case di legno
e poi ricordo la processione festosa e corale
che si snoda per Sant’Anna
lungo le stradine cosparse di verde e di fiori
cantando e salmodiando al suono continuo
e gioioso delle campane a festa
con profondi richiami e risonanze
poetiche e spirituali
Costauta : ieri e oggi
immagine di un tempo lontano
comunità unita
e ben ‘regolata’ dall’antica Regola
dove si arriva ‘par carì padìme’
(per trovare)
quella sola beatitudo dell’anima e nel cuore
con un silente accorato desiderio d’infinito:
da te piccola Costauta
appartata e discreta
antica di storia e di religiosa sapienza
simbolo e respiro autentico di un vivere antico
sobrio e forte che rivive ogni giorno
nella sua vetusta eppur salda dignità
Come sempre al calar della sera
ti addormenterai mentre si accendono
le piccole tremule stelle
per risvegliarti domani nel profumo
del tuo mondo di fiaba e di legno
e qui termina per il momento
il mio canto per te, mia cara Costauta
in una sorta di dialogo intenso
e profondo : ‘io e te’
così ti ho incontrata e così ti porto nel cuore.
sani sani,
e mandi mandi
SERGIO GENTILINI