28 aprile 2013 - pagina 26 - sezione: Nazionale

Regole: centrale a biomasse allo studio

SAN PIETRO - Una centrale a biomasse per la produzione di energia elettrica. Se ne discute a San Pietro in occasione delle assemblee delle Regole che sono in corso in questo periodo.
«Un progetto ancora allo stato embrionale», spiega Orazio Cesco Cimavilla, presidente della Regola di San Pietro, «ma senza dubbio interessante sotto vari aspetti: si può produrre energia pulita utilizzando gli scarti del legname che ogni anno viene tagliato secondo la programmazione, usufruendo di finanziamenti ed anche, cosa che non guasta di questi tempi, creando qualche posto di lavoro».
Il progetto insomma è al vaglio: verrà dettagliato prossimamente e poi le Regole decideranno se e come intraprendere e gestire l’iniziativa. Il tutto è nato nell'ultima assemblea delle quattro Regole del Comune (San Pietro, Costalta, Presenaio e Valle), allorché è stato deciso di verificare la possibilità di realizzare appunto una centrale a biomasse alla segheria di Presenaio. «In un incontro recente con una ricercatrice del CNR che si occupa di questi temi», prosegue Cesco, «è emerso che una possibilità in tal senso potrebbe essere concretizzata. L’impianto è formato da un silos, con un nastro trasportatore per i prodotti di legno e una caldaia che produce acqua calda. Il materiale utilizzato è un prodotto non solo secco ma anche e soprattutto umido, che deve essere sminuzzato, ma senza conferirgli una forma particolare. Poi serve una superficie complessiva tutto sommato contenuta, appena 60 mq; e soprattutto l’impianto, che abbiamo visto in funzione a Padova, funziona anche nelle zone dove la temperatura invernale è molto bassa ed in questo caso produce anche energia termica». L’energia termica prodotta dall’impianto a biomasse deve essere dissipata tramite un radiatore, e questo comporta naturalmente un costo. «Ma questa energia può anche essere recuperata e trasportata tramite tubature interrate.
E se il Comune di San Pietro fosse disposto a sostenere le spese delle tubature si potrebbe provvedere al riscaldamento delle vicine scuole di Presenaio». Ma quanto viene a costare il tutto? «Il costo preventivato per l’impianto ammonta a circa 1 milione. Inoltre vanno considerate le spese per il montaggio ed eventualmente per la realizzazione di un capannone dove installarlo. Poi ci sono i costi di gestione». Avete già fatto un piano economico di massima? «Sì, ed abbiamo visto che, anche acquistando il cippato, i costi di gestione dell’impianto potrebbero essere facilmente ammortizzati. Infatti il costo del cippato è di 90 euro alla tonnellata; per acquistare 1.400 tonnellate il prezzo totale ammonterebbe a 126.000 euro. Oltre a questo si devono aggiungere i costi per ammortamenti per 123.000 euro all'anno e spese di gestione per 50.000 euro annui. D'altra parte i ricavi all'anno sarebbero di 464.200 euro con incentivi dello Stato e 22.300 euro per ricavi non incentivati, con un utile previsto annuo di 117.150 euro. Insomma, in 8/9 anni potremmo rientrare dell'investimento, e soprattutto creare un'attività che si alimenta con il taglio dei nostri boschi e che creerebbe posti di lavoro. (Stefano Vietina)



 Pagina
"ACCADE A COSTALTA..."

HOME PAGE DEL SITO