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CARI AMICI,
IN RELAZIONE A QUANTO SUCCESSO NEI GIORNI SCORSI ALL'AMICO GIORNALISTA LUCIO EICHER CLERE (RIPORTIAMO PIU' IN BASSO LA NOTIZIA TRATTA DA "IL GAZZETTINO" DI BELLUNO), IL GRUPPO DEI RADICALI BELLUNESI
VUOLE ESTERNARE LA PIU' PIENA SOLIDARIETA' A LUCIO, GRANDE AMICO, SOSTENITORE, UNO TRA I POCHI INTELLETTUALI COERENTI, ONESTI, LIBERI DI QUESTA NOSTRA TERRA BELLUNESE.
LA "PESTE ITALIANA" FATTA DI IPOCRISIA, STRAGE DI LEGALITA' E DI DIRITTO,
SERVILISMO E LOTTIZZAZIONE PARTITOCRATICA, PORTERA' ALLA DERIVA ,SEMPRE PIU', NON SOLTANTO L'ITALIA MA SOPRATTUTTO LE PERIFERIE DELL'IMPERO.
LUCIO, TIENI DURO.
LE IDEE, LA GIUSTIZIA E LA LIBERTA' NON MORIRANNO MAI.

CLAUDIO MICHELAZZI
RADICALI BELLUNO


SOLIDARIETA' A LUCIO

I radicali da sempre auspicano che venga creata un'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, che ci sia trasparenza nella gestione della cosa pubblica in tutti i livelli amministrativi.

I Radicali Belluno più volte hanno spinto sulla questione, ad esempio rendendo visibile questo dato già pubblico e che ha suscitato molte polemiche, tanto da spingere uno degli interessati a chiarire la sua posizione, oppure commentando la scritta "vergogna" sulla bacheca della Regola di Costalta di Cadore a proposito del compenso del presidente della Regola.

Ma sembra che chiedere trasparenza e libertà di informazione porti all'effetto opposto: come la perquisizione dell'abitazione di un giornalista e militante radicale bellunese, Lucio Eicher Clere, da parte dei carabinieri su mandato delle procura di Venezia.

Chiedo un piccolo gesto in nome della libertà di informazione, rappresentata al meglio dalla rete, fai giungere la tua solidarietà a Lucio in uno dei seguenti modi:

1- mail: lucioeicher@libero.it

2- commentando la notizia su bellunopress

3- su Facebook: Lucio

GIOVANNI PATRIARCA
RADICALI BELLUNO


Da "Il Gazzettino"

Ore 6.30, carabinieri a casa di un giornalista (Sabato 29 Ottobre 2011)
Perquisita la casa di un giornalista querelato per diffamazione. «Erano le 6.30 quando mia sorella è venuta chiamarmi al forno sotto casa, dove stavo lavorando come tutte le mattine, dicendomi che c’erano cinque carabinieri che mi cercavano». Lucio Eicher Clere, corrispondente dal Comelico del Gazzettino racconta la mattinata trascorsa con i carabinieri. «Ho pensato subito: ok, sarà per la foto. Sapevo - continua Eicher Clere - che il presidente della Regola di Costalta mi ha denunciato per l’articolo che ho scritto, accusandomi di aver taroccato io la foto. Quindi ho chiamato mia figlia, le ho chiesto di anticipare l’arrivo al forno e sono salito in casa con i carabinieri. Appena entrato nel mio studio ho acceso il computer pensando di recuperare la foto da consegnare ai carabinieri».
A questo punto però, racconta il giornalista, i militari lo hanno stoppato, esibendo il decreto di perquisizione dell’abitazione e delle pertinenze firmato dal pm Giorgio Gava.
Fatti i controlli c’è stata la necessità di andare in caserma per stendere il verbale. Intorno alle 10 Eicher Clere è salito in macchina, accompagnato da uno dei carabinieri. Quindi il corteo di tre auto è partito alla volta di Santo Stefano dove il giornalista è rimasto fino a mezzogiorno.
«Per una foto che avrei potuto consegnare in 30 secondi - commenta Eicher Clere - mi hanno fatto perdere 6 ore».
Tre anni fa era successo un fatto simile. «Nell’agosto del 2008 i carabinieri di Santo Stefano mi suonarono alle 8 del mattino - racconta il giornalista - io detti loro le indicazioni precise di quello che cercavano e poi se ne andarono. Pensavo che fosse così anche stavolta».
«Mi è sembrata un’azione sproporzionata rispetto a ciò che ho fatto - conclude Eicher Clere - in fondo ho scritto un articolo da Costalta e sono stato denunciato dal caporegola di Costalta. Che si muovano carabinieri addirittura da Venezia mi pare esagerato. Poi, ovviamente, alle 8 dovevo essere a scuola a Longarone, ma la segreteria apre alle 8.15, quindi ho potuto avvisare solo a turno iniziato, creando disagi all’istituto».


Alla ricerca della foto della bacheca delle Regole imbrattata (Sabato 29 Ottobre 2011)
La questione che ha portato alla perquisizione di ieri nell’abitazione del collaboratore del Gazzettino Lucio Eicher Clere è legata all’articolo, pubblicato non solo dal Gazzettino, il 6 gennaio scorso. Al centro della questione la plateale protesta contro la Regola di Costalta la cui bacheca era stata imbrattata di vernice con la scritta "vergogna". La rabbia dell’ignoto imbrattatore era stata scatenata dall’esposizione della delibera di rimborso spese agli amministratori dove spiccava la voce relativa al compenso ricevuto dal presidente Silvano Eicher Clere, pari a 11054,60 euro l’anno, cioè 920 euro netti al mese.
L’articolo era accompagnato dalla foto della bacheca imbrattata, pubblicata anche da altre testate, quella che i carabinieri su ordine della procura veneziana cercheranno nel computer di Eicher Clere, insieme alle prove di una eventuale contraffazione.


LE REAZIONI Preoccupazione di Ordine dei giornalisti, Sindacato e Gruppo cronisti
«Ci appelliamo alla corte di Strasburgo»
Chiesto un immediato confronto alla Procura generale (Sabato 29 Ottobre 2011)
L'Ordine e il Sindacato dei giornalisti del Veneto, con il Gruppo cronisti veneti esprimono preoccupazione per l’ennesima perquisizione a carico di un collega.
Questa mattina (ieri, ndr), poco prima delle 6.30, cinque carabinieri (due in divisa e tre in borghese) hanno perquisito l'abitazione di Lucio Eicher Clere, corrispondente de Il Gazzettino da Costalta di San Pietro di Cadore.
La procura di Venezia ha ipotizzato il reato di diffamazione (articolo 595 del codice penale) dopo la querela presentata dal presidente delle Regole di Costalta di Cadore, dando mandato ai carabinieri di sequestrare tutti i computer e le chiavette usb in uso al collega quali strumenti necessari per la propria attività, impedendogli di fatto di continuare a lavorare.
Senza entrare nel merito della vicenda, Ordine, Sindacato e Gruppo cronisti si appellano a quanto stabilito dalla Corte di Strasburgo che, più volte, si è pronunciata contro perquisizioni e sequestri ai giornalisti a tutela della libertà e autonomia dell'informazione.
Ordine e Sindacato dei Giornalisti del Veneto e Gruppo cronisti veneti chiederanno alla Procura generale e alla Procura di Venezia un immediato confronto.
Il direttore del Gazzettino, Roberto Papetti, nel ribadire piena fiducia nell'operato della magistratura, ha espresso «sorpresa e preoccupazione» per quanto accaduto, auspicando «che sul caso si faccia al più presto la necessaria chiarezza».


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Claudio Michelazzi

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