2 febbraio 2013

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«Quella fontana non era un monumento»
Costalta di San Pietro. Il sindaco Pontil Scala replica a Michelazzi e spiega perchè l’ha fatta abbattere

COSTALTA DI SAN PIETRO. «La fontana di Costalta non era un monumento storico»: così il sindaco di San Pietro, Silvano Pontil Scala, risponde a Claudio Michelazzi che, nei giorni scorsi, aveva vivacemente contestato l'abbattimento della vecchia fontana di Costalta che si trovava in un piccolo spiazzo del paese addossata accanto all'antico lavatoio. Michelazzi ha segnalato alla Soprintendenza ai beni Architettonici e Paesaggistici quello che, a suo parere, è stato un arbitrio da parte del sindaco e che avrebbe generato anche un disagio per i cittadini di Costalta che si sono ritrovati senza la loro fontana.
«Bene ha fatto Claudio Michelazzi a segnalare lo scempio architettonico alla Soprintendenza», dice Silvano Pontil Scala, «è giusto infatti che i cittadini veglino sull'operato del loro sindaco e dell’amministrazione comunale; la Soprintendenza a Venezia ha certamente i migliori strumenti di giudizio in merito alla scelta dell'Amministrazione comunale stessa. Una scelta che vorrei però motivare, certo che anche la Soprintendenza approverà quanto è stato fatto», spiega il sindaco, «e fiducioso che l'attore e regista, nonché poeta e scrittore e, da quanto mi risulta anche valido elettricista, Claudio Michelazzi, potrà distogliere il suo sguardo dalle abbaglianti luci della ribalta per valutare con maggiore serenità la scelta dell'Amministrazione che guido».
Veniamo alla versione di Silvano Pontil Scala: «La fontana della quale si piangono le sorti non è altro che un manufatto in ghisa senza alcun valore architettonico; questa fontana era attaccata all'antico lavatoio del paese, che invece risulta essere un esempio abbastanza raro, l'unico in Comelico, di questa tipologia. Noi abbiamo riattivato la funzione del lavatoio, nel quale non c'era più acqua corrente, mentre invece ora c'è. Grazie a questa idea», aggiunge il sindaco, « abbiamo valorizzato e sottolineato l'elemento nobile, ovvero il lavatoio, riconsegnando la struttura all'originaria semplicità e bellezza che la fontana in ghisa certamente non aumentava. Non è vero, infine», aggiunge ancora il sindaco, «che l'acqua non c'è; al contrario, anche la funzione del lavatoio è stata ripristinata facendovi scorrere l'acqua che i cittadini possono, se vogliono, utilizzare».
Questa, dunque, la versione del sindaco; ma i maliziosi sostengono che non di recupero conservativo si tratta quanto piuttosto di risolvere un problema di parcheggio e di manovra di residenti che abitano nelle case accanto alla fontana abbattuta e al lavatoio.
« Certo», riconosce il sindaco, «in una frazione come Costalta tentare di rendere per quanto possibile più scorrevole la circolazione ed il parcheggio non può che essere positivo: tanto più se, come nel caso in questione, si ottengono due obiettivi in un solo colpo: il primo, quello di riconsegnare un monumento nella sua antica interezza e funzione; il secondo, perché no, dare anche maggiore possibilità di parcheggio alle persone che abitano intorno alla piazzetta».
Chiusa la polemica? «In parte chiusa», conclude il sindaco, «dato che non trovo pertinenti le allusioni di Michelazzi al fatto che io non abbia la competenza tecnica per assumere una decisione come quella sulla fontana di Costalta. Ovvio che io non possiedo tali competenze», dice il sindaco, «per questo mi avvalgo del personale e degli uffici del Comune».


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"ACCADE A COSTALTA..."

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