Riportiamo le "CONSTATAZIONI" di Adelchi Casanova Fuga sull'estate del 1974.
Alcune riflessioni (sull'illuminazione, l'acquedotto, le strade, il cimitero...), rilette quasi 40 anni dopo,
sembrano riguardare... davvero la preistoria di Costalta!

Dal Bollettino Parrocchiale - Anno XXVIII - Ottobre 1974 - N.5 - pag.3

CONSTATAZIONI
Abbiamo avuto modo di rallegrarci per le novità riscontrate durante la breve permanenza di ferragosto in paese. L’illuminazione pubblica realizzata dà certamente un tono di decoro e di evoluzione della borgata, oltre che essere estremamente indispensabile per la popolazione. Anche l'acquedotto nuovo che porta l'acqua da «Melin» è opera saggia ed encomiabile. Perciò vada il nostro plauso a chi se lo merita.
In contrapposto però si sono dovute rilevare le pessime condizioni in cui è tenuta la strada che dal paese di Costalta conduce alla località ex segheria, Forcella Zovo, Val Visdende. Perché chi di competenza (Frazione o Regola o Comune) non provvede almeno per una sia pur minima manutenzione tanto da rendere il transito possibile e non pericoloso? La strada interessa Costalissoio e Costalta e allora se le Amministrazioni non hanno fondi disponibili, chiedano l'intervento dell'Azienda di Turismo o dell'Autorità Militare della zona. Ho visto l'anno scorso un reparto di Alpini che sistemava la strada che da Padola porta al rifugio Lunelli in Val Grande, sotto il Gruppo Popera. Ho visto quest'anno che Sappada ha fatto asfaltare la strada che da Cima Sappada porta alle Sorgenti del Piave, sotto il Peralba.
La strada è indice di civiltà e di progresso e se si vuole fare un po' di turismo anche se è turismo di casa, bisogna rendere le strade percorribili. Si potrebbe chiedere anche all'Autorità Forestale che inserisca i lavori in un piano delle cosiddette migliorie boschive, perché è una strada che valorizza anche i boschi della zona.
Altro punto od argomento sul quale merita richiamare l'attenzione non solo dell'Amministrazione di Costalta (Regola o Frazione) ma di tutti i censiti, è la poca cura con cui sono tenute le tombe dei defunti nel cimitero. Non sembra un camposanto, ma un orto abbandonato o un prato ove crescono le erbe selvagge in mezzo alle lapidi e alle tombe. Basta un po' di buona volontà e con un'ora di lavoro al mese il cimitero potrebbe essere pulito. Basterebbe spargere un po' di diserbante ove crescono le erbe e ciò aiuterebbe a mantenere la pulizia in mezzo alle tombe. Non giovano lacrime e pianti il giorno della sepoltura e poi un triste abbandono per tutto l'anno, salvo una sola giornata di ricordanza, il 2 novembre. Si potrebbe dare incarico e pagare qualcosa in più all'addetto alle sepolture e che curi anche le tombe togliendo le erbe in modo di avere una pulizia regolare anche delle tombe i cui parenti dei defunti siano lontani.
Chi ha motivo di allontanarsi dal paese e vivere in altri luoghi e visitare i cimiteri degli altri centri, specie quelli delle città o borgate anche piccole dell'Alto Adige e del Trentino, vede che i cimiteri sono puliti e sempre pieni di fiori come fossero dei giardini.
Perché qui da noi non si fa altrettanto? Gli ospiti osservano tutto e giudicano e su questo argomento il giudizio non può essere che estremamente negativo. Scusino i miei compaesani la rampogna, ma è la verità.
Adelchi Casanova Fuga


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"ACCADEVA A COSTALTA..."

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