Massimiliano De Villa

 La costaltese FEDERICA CASANOVA BORCA
pubblica (aprile 2009) un suo contributo nel volume
"Alexander Dubcek e Jan Palach
protagonisti della storia europea", Rubbettino

COMPLIMENTI, Federica,
dal sito "Costalta" e dai costaltesi!


Francesco Leoncini (a cura di)
Alexander Dubcek e Jan Palach
protagonisti della storia europea

Saggi e testimonianze di: Manfred Alexander, Luciano Antonetti, Enzo Biagi, Federica Casanova Borca, Rocco G. Dibiase, Giuseppe Dierna, Valentina Fava, Gabriella Fusi, Giuseppe Goisis, Bohumil Hrabal, Jan Kavan, Borut Klabjan, Francesco Leoncini, Giuliana Limiti, Valentine Lomellini, Angela Melito, Jaroslava Moserová, Trinidad Noguera Gracia, Milan Otáhal, Davide Zaffi.

Profilo del libro
Il volume si presenta come un contributo fortemente innovativo sulla Primavera di Praga, per organicità d’impostazione e per ricchezza di documentazione. Esso può vantare avvincenti saggi di carattere filosofico, sociologico e storico-culturale e dà conto non solo degli otto mesi in cui quell’esperimento politico si manifestò ma di tutto il dibattito e il travaglio degli anni ’60 che portarono a quella stagione di rinnovamento. Quest’opera collettanea, frutto di un impegno pluriennale, prende inoltre in considerazione il periodo immediatamente successivo all’invasione quando si evidenzia il distacco sempre maggiore tra società civile e dirigenza politica. E’ in questo contesto che matura il rogo di Jan Palach rivolto innanzitutto contro la gestione della crisi da parte di Dubc(ek, ritenuta rinunciataria e arrendevole alle richieste sovietiche, e diretto a scuotere le coscienze dei propri concittadini. Non manca la valutazione del quadro internazionale di allora e in particolare delle posizioni del Partito comunista italiano. Una serie di interviste offre un panorama di autorevoli opinioni riguardo agli eventi del ’68 e agli sviluppi successivi fino alla caduta del muro di Berlino. L’originalità della chiave interpretativa sta nel collocare il movimento riformatore nell’alveo della tradizione culturale del Paese, riferendosi in particolare alla personalità cerniera della storia cecoslovacca, vale a dire Tomáš Garrigue Masaryk. Il profondo disagio sociale che si manifesta nel sistema neocapitalista ai livelli nazionali e nel contesto globale ha indotto infine a recuperare e a rilanciare quel messaggio di umanesimo democratico e socialista che si espresse all’epoca in larga parte dei protagonisti, ai vertici e tra la popolazione. Il volume nel suo complesso costituisce un punto di riferimento essenziale per qualsiasi ulteriore approfondimento. Vi partecipano giovani ricercatori e affermati studiosi italiani e stranieri. Di assoluto rilievo sono alcune preziose testimonianze. Un inserto di immagini completa l’opera.

Profilo del curatore
FRANCESCO LEONCINI (Venezia,1946) è tra i più autorevoli e originali interpreti, in ambito internazionale, della storia ceca, slovacca e dell’Europa centrale. È membro onorario della Masarykova Spolec nost [Società Masaryk] di Praga. Fa parte della dgo (Deutsche Gesellschaft für Osteuropakunde), della redazione estera di «Historický Ca(sopis» [rivista storica dell’Accademia delle Scienze slovacca] e del Consiglio di amministrazione della sec (Société Européenne de Culture), fondata nel 1950 per il dialogo interculturale. Insegna dal 1971 alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il presente lavoro costituisce il terzo volume da lui curato sulla Primavera di Praga.
Notizie tratte dal sito della Casa editrice Rubbettino


 Note di Lucio Eicher Clere

Una giovane costaltese (come Massimiliano De Villa) pubblica un suo contributo sul libro a più mani riguardante la Primavera di Praga.
Sottolineo che tra i 14 autori dei saggi pubblicati, vi sono molti docenti universitari, storici, sia italiani che stranieri, come Giovanni Antonetti, Valentina Fava, Giuseppe Goisi, Manfred Alexander, Milan Otahal. L'iniziativa, tesa a rendere chiaro l'impegno di Alexander Dubcek nella primavera di speranze che scosse la Cecoslovacchia e l'intero mondo comunista occidentale, e a ricordare un martire simbolico di quei mesi, Jan Palach, che si diede fuoco per protesta contro l'invasione sovietica, ospita interessanti interventi che consentono una comprensione degli avvenimenti da vari punti di vista.
Federica Casanova Borca documenta le testimonianze di giornalisti inviati a Praga e Mosca in quel periodo e le opinioni di vari politici italiani del Partito Comunista, il più numeroso tra quelli occidentali. Nelle considerazioni e nell'interloquire delle domande emerge il giudizio critico e di condanna dell'invasione sovietica, ma anche della pusillanimità dei dirigenti comunisti italiani che non vollero rompere con Mosca.
Secondo le testimonianze raccolte da Federica, a Praga nel 1968 iniziò la fine del Comunismo sovietico, che si compirà tra il 1989 ed il 1991.



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