Storia di Costalta - 1

(a cura di Alessandro Sacco e Giandomenico Zanderigo)

1 - Il buon diritto dei regolieri (1186)

Quale l'origine del patrimonio comune dei regolieri?
Con formula suggestiva oggi i nostri boschi e pascoli si definiscono "appresi per laudo", ma è una formula impropria.
Il regime della proprietà comune, diffuso in tutta Europa e legato ad una primordiale economia agro-pastorale, non era ignoto ai nostri progenitori Paleoveneti, Romani, Longobardi. Questa sopravvivenza nelle regole cadorine del secolo XX è perciò alquanto significativa.

Gli antichi abitanti del centro Cadore si spingevano per il pascolo del loro bestiame nelle valli estreme di Ampezzo e del Comelico. Sembra fondata l'ipotesi che con la dimora, prima temporanea e poi permanente, i pastori abbiano dato origine in queste valli ai villaggi: milleduecento armi fa la situazione del Comelico, rispetto al Cadore, doveva essere analoga a quella odierna di Val Visdende, usata ed abitata per il pascolo nella buona stagione dalle persone e regole di Comelico Inferiore.

Il Comelico Inferiore deriva da Vigo di Cadore: nel documento che riportiamo la vicinia, cioè regola, di Comelico, che comprendeva tutti i villaggi di San Pietro, Santo Stefano e San Nicolò (Nota 1), e la vicinia di Arvaglo (Nota 2) dividono i loro monti conuni, consolidando probabilmente una situazione di fatto: Londo, Dignás ed Ampleto (Val di Carnia) in Visdende rimangono ai Comelicani, mentre Piova, Razzo e Campo ai Vighesi. L'antico legame con Vigo rimase fino al secolo scorso: per la definizione delle controversie la regola di Oltrerino si appellava a quella di Vigo e viceversa.

Il 4 gennaio 1278 (Nota 3) i marighi di Santo Stefano, San Pietro e San Nicolò convennero il rodolo secondo il quale dovevano alternarsi nell'uso dei pascoli di Visdende gli abitanti dei rispettivi villaggi, che val la pena ricordare, e cioè, per Santo Stefano: Casada, Costalissoio, Casafaváio, Ronco, Bedoglédo, Santo Stefano, Padola Inferiore, Calcarola, Trasága di Sopra e di Sotto, Duzón, Sala, Pulédo, Avara, Campolongo, Còstola; per San San Pietro, San Pietro, Mare, Presenaio, Valle, Freine Monti, Colle, Costalta; per San Nicolò: Rio, Gampedello, Gianígo, Anta, Costa Ravagnana, Dosoleria, Fraina, Avára, San Nicolò, Gera, Viale, Dugón (Nota 4). I regolieri di San Nicolò parteciparono alle monti di Visdende fino al secolo scorso; le altre regole sono ancor oggi impegnate nella spinosa divisione di alcuni promiscui.


1186 aprile 20, Vigo di Cadore. Le vicinie di Arvaglo e di Comelico dividono i loro monti (Nota 5).

(S) Anno ab incarnatione Domini M.C.L. XXX.VI. XI die mensis aprilis exeunte, indictione IIII, Permutacio bone fidei nositur esse contractus, ut invicem divisionis et permutationis obtineant firmitatem eodemque nexu obligent contraentes, placuit atque bona voluntate convenit inter vicineam de Arvaglo et vicineam de Comelico ut in Dei nomine debant dare, sicut a presenti die vicissim dederunt unus alteri permutacionis et partis nomine, in primis dederunt Aicardus de Salicona (Nota 6) et Fantinus de Vico consensu vicinee de Arvaglo Johanino Fregna (Nota 7) Commelicanorum (Nota 8) misso montes de Comelico Londum, Degnasum et Ampletum cum suis pertinentiis; equidem sopradicti Arvaglini receperunt a predicto Commelicanorum miso montes Raçum et Plauvam et Campum qualiter fines cernunt a fonte de subtus Campo per terminos fictos et per arborum cruces (Nota 9) usque ad crodam cum omni iure ut habeant et teneant, sicut supra dictum est, permutacionis et partis nomine et stipulacione ad invicem se ratum habere pena. C. librarum per se et per suos heredes in omni tempore promiserunt; unde due cartule uno tenore scripte sunt ad invicem. Actum est hoc ante cortinam Sancti Martini de Vico (Nota 10) feliciter. Signa manibus Enrici presbiteri, Aminadab, Aimi de Ronco, Federici de Pelusio, Artuichi de Laglio, Carbogni, Lipolfi ed aliorum plurium testium rogatorum.
Ego Roço iudex atque notarius sacri palatii interfui et scripsi rogatus.

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NOTE:

1)All'interno della grande vicinia di Comelico si andranno formando le regole di Santo Stefano-Casada, San Nicolò ed Oltrerino (San Pietro) e da queste matrici deriveranno poi, nei secoli XVI-XVII, le attuali 11 regole.
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2)Questo l'antico nome di Oltrerino.
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3)Regesto in G. DE DONA', Cadore, IV, p.60, ms presso la "Biblioteca cadorina" di Vigo.
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4)Alcuni di questi villaggi (o, meglio, gruppi di case) sono stati abbandonati, altri sono fusi negli attuali paesi.
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5)La pergamena originale, cm 10x21 ed abbastanza ben conservata, è presso la "Biblioteca cadorina", pergamene, ARV. R. 1. Pubblicata da A. RONZON, Le più antiche pergamene del Cadore, "Archivio storico cadorino", III (1900), n. 12, p.148.
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6)Salagona era un villaggio, oggi abbandonato, presso Laggio. Vi è rimasta la chiesa di Santa Margherita, forse la più antica oggi esistente in Cadore.
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7)Giovanino Frogna il 30 maggio 1213 (pergamena originale in archivio presso la chiesa di Lorenzago) è fra gli arbitri nella lite per le montagne di Tamarile e Pian de Sire tra le vicinie di Santo Stefano e Lorenzago.
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8)Si noti, in questo che è fra i più antichi documenti del Comelico, il termine "Comelicani".
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9)Le croci segnate sulle piante indicano il confine.
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10)Davanti al cimitero di San Martino di Vigo.
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