Associazione CostaltArte
- Regola di Costalta
LOCALITA' "LA SIEGA"
La "siega" era un edificio in legno, di proprietà
della Regola, posto a Est del paese, poco dopo "Pröda",
dove inizia la salita verso Forcella Zovo, sulla riva del Rio
Rin. La località in cui sorgeva è chiamata ancora
oggi "La Siega".
La "siega" è rimasta in funzione fino al 1966,
quando è crollata a causa dell'alluvione. Funzionava con
la forza dell'acqua.
Alla confluenza di due torrenti, il Rin e il "Gió
d Costalciön", l'acqua veniva incanalata in una roggia
RÖIA in legno, larga circa 80 cm. e profonda 1 m., e scorreva
in piano per circa 40 m. A metà percorso c'era uno sbarramento
in legno PORTAZ, che veniva chiuso perchè il canale si
riempisse.
Alla fine del canale, vicino alla segheria, l'acqua cadeva in
un tubo di ferro del diametro di circa 30 cm., posto in discesa,
per circa 10 m. Qui metteva in azione una turbina, collegata
con una cinghia in cuoio a una ruota in ferro (che veniva lubrificata
con un impasto di resina e grasso).
La ruota trasmetteva un movimento verticale al telaio TLER, su
cui era fissata la lama della sega SlEGA lunga circa m. 1.50
(sega veneziana).
Per fermare la sega, ad esempio per affilarla, veniva azionata
una leva che spostava la cinghia su un'altra ruota del meccanismo
interrompendo il movimento.
Il pavimento dove era posta la sega era formato da una serie
di tronchi lunghi un metro, messi orizzontalmente, uno ogni metro,
che fungevano da rulli su cui scorreva il CER.
Il "cer" era una piattaforma lunga circa 6 m. e larga
m. 1.30 che veniva mossa da un congegno vibrante, CIÖN,
azionato dal movimento stesso della sega e su di esso veniva
messo il tronco da segare, ripulito dalla terra e dai sassi.
Era chiuso su un fianco da una sponda alta circa mezzo metro;
ad essa veniva addossato il tronco con l'aiuto di una leva in
legno, chiuso poi, dalla parte opposta, da una stanga fissata,
a sua volta, al "cer" da cunei COINS in legno e in
ferro. Il tronco, in questo modo, era costretto ad avanzare in
linea retta verso la sega.
La fine del percorso del "cer" veniva segnalata dal
suono di un "campanello" posto in alto; sentendolo,
il segantino SEGAT sapeva che doveva riportarlo indietro e farlo
ripartire.
I tronchi TAl venivano trasformati in assi BRÖI della lunghezza
di 4 m. e di vario spessore: da 10 cm. per la costruzione delle
pareti di case e fienili e per gli infissi, da 4 cm. per le porte
e le finsestre, da 3 cm. per i pavimenti, da 2 cm. per il tavolato
dei tetti, da 1.5 cm. per le cantinelle usate per la costruzione
di soffitti e pareti; in SCÒRZES (parte esterna del tronco),
RIGOGN (stecche di legno), SIATIZE (segatura).
Poichè lo spazio fra la lama della sega e la sponda del
"cer" era di 10 cm., lo spessore massimo che potevano
avere le assi, se si voleva tagliarle di misura inferiore, era
necessario mettere degli spessori (fra la sponda del "cer"
e il tronco) per ridurre la distanza.
Potevano essere segati quattro o cinque tronchi al giorno.
Di fianco alla sega per i tronchi c'era una sega circolare, azionata
anch'essa dalla forza dell'acqua; potevano funzionare entrambe
contemporaneamente solo nel periodo del disgelo, quando l'acqua
era abbondante.
La segheria funzionava dalla primavera all'autunno.
Durante il periodo invernale venivano portati sul posto i tronchi
con i "còces" perchè fossero pronti per
essere segati la primavera successiva. Il segantino lavorava
sia per la Regola che per i privati e rimaneva in segheria tutto
il giorno, poichè era piuttosto lontana dal paese.
È certo, però, che il luogo non era nè solitario
nè triste; era invece un punto d'incontro: per gli adulti
che vi si recavano per motivi di lavoro e per i bambini che si
divertivano sia a fare il bagno FÖI AL PLAF nella roggia,
che a sedersi sui tronchi posti sul "cer" in movimento
fino a quando... suonava il campanello.
(Testimonianza di Antonio Casanova Luzio - Testo redatto
da Lucio Eicher Clere) |