E-MAIL PERVENUTE da dic.
2007 ad aprile 2008 |
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: salvate costalta
Ricevuto il: 10/12/07 - 08:21
Partecipo di vero cuore all'iniziativa per salvare la
Ceda dal Comitato, dove dal 1986 mi reco quasi annualmente per
partecipare alle varie manifestazioni che hanno fatto di
Costalta uno dei paesi più culturalmente fertili dell'intera
Provincia di Belluno e della Ladinia.
Sarebbe un vero peccato assistere a questa ennesima chiusura,
che va a danno della comunità di Costalta, di San Pietro,
del Comelico, delle persone che hanno qualcosa da dire.
Dott. Ernesto Majoni
Cortina d'Ampezzo
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: adesione all'appello
Ricevuto il: 10/12/07 - 22:24
La religione è una cosa, la chiesa un'altra cosa.
La parrocchia ha ricevuto senza guardare in faccia al donatore.
Ora la curia seleziona con attenzione l'utilizzo dei propri beni
non rendendosi conto che spesso chi dona alla chiesa lo fa per
altruismo verso la propria comunità, ...non verso una
sola parte della propria comunità.
Dal donatore la chiesa è chiamata a gestire un bene (1
euro o 1 milione di euri) per interesse sociale e non per il
proprio interesse specifico.
Non conosco la reale situazione di Costalta, ma, in generale
credo che una chiesa che discrimini non serva proprio a nessuno,
se non a far del male a se stessa.
Paolo Bampo
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: appello
Ricevuto il: 10/12/07 - 22:26
Tenete duro!
Brugio
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: APPELLO
Ricevuto il: 11/12/07 - 10:58
Caro Claudio,
sono anch'io una "costaltese" quasi D.O.C. (a parte
il mio 1/4 d'Comelgo d'Sora) tanto che a quanto mi risulta la
tua casa è ora dove una volta stava la casa dei miei nonni.
Ringrazio te e tutti quelli che in questi anni si sono impegnati
per portare la cultura a Costalta, quella Costalta che è
sempre stata ricca di "Intelligenze" vive e attive
e che ora sembra precipitare, come tutto il resto della società
italiana, nel buio dell'ignoranza, spinta in questo da un potere
che ci preferisce più ignoranti e quindi sudditi.
Avete tutto l'appoggio mio e della mia famiglia in questa iniziativa,
nel mio piccolo cercherò di divulgare a più contatti
possibile il vostro messaggio.
'na buseda.
Anna Zannantonio Martin
Ezio Lise
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: APPELLO
Ricevuto il: 11/12/07 13:28
Carissimi Lucio e Claudio,
l' A.C.S. Catubrium di Lozzo (ZELOZ) non può che esservi
vicina apprendendo dai giornali quello che sta avvenendo lassù.
Non sono affatto sorpreso di tutto ciò, visto che noi
a Lozzo da tre anni chiediamo una stanza, ma la nostra amministrazione
non crede che la cultura reciti un ruolo importante; e vi dirò
che talvolta veniamo persino osteggiati. Se come ho letto, verrà
realizzata una forma di protesta del tipo culturale, saremo in
prima fila, ricordando con assoluto piacere la collaborazione
avuta con Lucio all'epoca delle fiabe in palestra a Lozzo e quella
più recente con Claudio alla serata di poesia a Lorenzago.
Resistere perchè il domani non sia più buio dell'oggi
è la nostra prerogativa assoluta...
Attilio Bianchi
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Supporto
Ricevuto il: 11/12/07 - 15:12
Le Wongole, in partenza per la tournee in Messico, esternano
un assoluto supporto alla vostra causa.
Que viva Costauta!!!
Y que viva Uaadio!!!
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: solidarietà
Ricevuto il: 11/12/07 - 16:11
La presente per esternare la mia solidarietà agli
Amici del Gruppo Musicale di Costalta,con l'augurio di veder
trionfare la Giustizia ed il Merito, grato per l'alto valore
Culturale del Vostro operato.
Un abbraccio fraterno.
Mauro Lampo
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: appoggio
Ricevuto il: 11/12/07 - 18:48
Avendo avuto il piacere di conoscere i vostri luoghi
anche partecipando ad alle vostre attività, una delle
serate della rassegna "paesi di confine, paesi di confino",
vengo a conoscenza con dispiacere dello sfratto subito dai locali
che costituiscono la base del vostro lavoro e della vostra disponibilità
verso gli altri. Le modalità dell'operazione sono le stesse
che negli ultimi anni sono sempre più frequenti da parte
di chi riconosce come unici valori quelli della prevaricazione
e del profitto a tutti i costi. Appoggio quindi qualunque azione
pensiate di mettere in atto contro questa situazione e vi chiedo
di tenermi al corrente...
Un Saluto,
Roberto Silvestri
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: che dire.......
Ricevuto il: 11/12/07 - 19:33
Sono Patrizia Meloni, presidente del comitato Arci di Belluno
e vengo a
conoscenza della tua lettera e della situazione che si è
venuta a creare
a Costalta con molto ......disappunto,.....dispiacere,..... ma
in realtà
queste parole sono solo metafore di una sensazione di impotenza
che
oramai ci pervade da molti anni. Soprattutto chi ha fatto parte
e fa
parte di quella cosiddetta società civile che si batte
per i diritti
umani, di cittadinanza, di cultura e che in questi ultimi anni,
malgrado
le tante e grandi mobilitazioni ha visto sempre disattese le
proprie
aspettative. Sono però anche convinta che questa guerra
psicologica che
il potere fa nei nostri confronti sia da combateere, malgrado
la
stanchezza ed a volte il senso di inutilità. Nulla è
più inutile dello
stare zitti e fare finta di niente, nulla è più
pericoloso del far
credere che oramai non ci sia più dialogo, scambio e mutuo
soccorso tra
cittadini indipendenti e non legati a credi in modo komeinista.
Essere liberi in questa nostra "democrazia"diventa
sempre più difficile, ma a noi piacciono le sfide da portare
avnti civilmente e con intelligenza. Non so come potrei aiutarvi,
ma
sono convinta che in particolare in questo momento, cioè
sotto le feste,
dobbiate se dovete organizzare delle manifestazioni-eventi alternativi
a
quelli ufficiali. Vi consiglio inoltre di tempestare con domande
di
concessione spazi (tramite raccomandata AR) gli Enti che secondo
voi
potrebbero avere qualcosa che potrebbe andare bene (fate magari
un breve
studio di fattibilità e di reperimento sul territorio
di strutture
possibili. (La Regola come si comporta in questo frangente???)
Non so, non mi viene in mente null'altro, ma possiamo comunque
sentirci
e vedere cosa fare, intanto tutta la nostra solidarietà
ed il nostro
appoggio.
Se volete sono raggiungiìbile telefonicamente.
Coraggio, non siete soli
Patrizia Meloni
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: vi appoggio!
Ricevuto il: 11/12/07 23:59
Ho appreso oggi dai quotidiani locali la chiusura della "Ceda
dal Comitato".
Pur conoscendo solo in parte questa realtà mi rammarico
della scelta presa.
Sono una studentessa universitaria e vivo nella parte bassa della
provincia di Belluno, ma molti ricordi mi legano al vostro territorio
fra cui quelli del "Gruppo musicale di Costalta".
Credo che togliere,a quanto pare senza possibilità di
replica, un luogo di aggregazione nonchè punto di riferimento
sia esso per bambini,giovani, adulti o anziani sia davvero dannoso
nonchè rischioso per tutta la comunità e oltremodo
incomprensibile poichè non si tratta di una semplice stanza
di passaggio adibita ad incontri occasionali, ma bensì
di un "deposito"di idee,fatiche, storie, racconti,saggezza..
che,data la loro rilevanza socio-culturale, non possono esser
ignorate e gettate alle ortiche attraverso una modalità
così banale quanto preoccupante.
Vi esprimo tutta la mia solidarietà, vi appoggio e son
contenta di poterla esprimere anche personalmente, fra pochi
giorni, a Claudio.
Ciao, vi seguirò con piacere e particolare vicinanza in
questa battaglia!
Laura Cappellari
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Salvare costalta
Ricevuto il: 12/12/07 - 14:24
Chiudere il centro culturale di Costalta, equivale alla morte
di questo
paese.
Un paese senza cultura è un paese che è destinato
a scomparire.
In questo momento di crisi economica e culturale eliminare un
così
importante riferimento che ho ben conosciuto negli anni "come
attore e
anche come pubblico" mi preoccupa molto.
In 20 anni di amministratore comunale ho sempre creduto che il
futuro
sta nel sviluppo della cultura in tutti i sensi.
Quando manca la cultura manca il progresso.
Se non c'è cultura i nostri giovani sono destinati ad
andarsene per non
scomparire.
Spero che l' ipotesi di chiusura non venga attuata ma che sia
un momento
riflessione per rilanciare la nostra cultura, e che Costalta
ritorni la
perla da imitare che nel tempo tanto ci ha dato.
Bonazzola Mario
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 12/12/07 - 16:41
Cari amici,
Ho letto con molta tristezza l'articolo sulla chiusura della
Ceda Dal Comitato.
Le attivita' che si svolgevano al pianoterra della canonica riunivano
una comunita' di persone che andava ben oltre i Costaltesi, ed
esaltavano la ricchiezza culturale, artistica ed intellettuale
della nostra vallata.
La perdita della Ceda colpisce TUTTI e l'ostruzionismo ad uno
sviluppo che vada al di la' dei limiti geografici contribuisce
solamente all'impoverimento sociale.
Quale vanto ci potra' essere ad aggiungere un altro edificio
vuoto dove esiste invece la volonta' di riempire di vita un paese?
Un abbraccio,
Cristina
St. Louis, Missouri
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Adesione all'appello
Ricevuto il: 12/12/07 - 20:44
Caro Claudio,
siamo arrabbiatissimi. Non riusciamo a capire a cosa porti tutto
questo. Abbiamo condiviso nella "Ceda dal Comitato"
tanti momenti di allegria e svago, abbiamo attinto con entusiasmo
alla cultura e all'arte arricchendo il nostro spirito. Crediamo
che non sarà facile spegnere tutto questo, siamo con te,
COSTALTA VIVA ORA E SEMPRE!!!
UAAADIOOO FAN CLUB
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: appello
Ricevuto il: 12/12/07 - 22:23
Non conosco nei dettagli la questione specifica della sala
di Costalta,
ma leggendo quanto inviatomi e sentendo alcune opinioni, mi pare
di assistere ad una forma di censura bieca, ipocrita e pavida,
tipica
delle movenze un pò fuori dal tempo di chi sembra averla
perpretata !
Qui non dovrebbe esserci nessun nesso politico, né religioso.
Sono
solo paraventi per nascondere un fastidio bigotto a anacronistico
nei
confronti di qualcosa che appunto infastidisce perché
non si riesce
a catalogare nell'ambito delle forme di pensiero accondiscendenti
e silenti ! E' ridicolo e lo ripeto, anacronistico !
Chiunque, se uomo vero e profondo, dovrebbe essere invece stimolato
a confrontarsi su qualunque argomento e opinione, anche e soprattutto
se magari l'opinione non coincide con la propria, ma è
proprio dal
confronto che si cresce, tutti assieme, con civiltà e
vero senso democratico !!!
Al di là di ogni considerazione su idee e meriti, ho anch'io
inviduato
in Costalta una vitalità atipica rispetto a diversi nostri
piccoli paesi
di montagna in fase di rassegnato declino e per questo non si
può che plaudire chi
ha innescato e sostenuto iniziative d'ogni genere che indubbiamente
hanno portato un flusso di positività e impegno. Impedire
questo per
qualunque forma di miopia ideologica è da stolti. La vera
risposta è
il confronto, il dialogo, non la censura ! Così ragionano
gli uomini
intelligenti, così non ragionano gli stupidi ... e tali
rimangono a prescindere dal
loro vero o presunto potere politico e/o economico !
Stampa e televisione potrebbero e dovrebbero certamente intervenire
,
compatibilmente con la sensibilità e il senso civico delle
diverse
testate !
Gianni Frescura
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: sostegno
Ricevuto il: 12/12/07 - 22:25
Caro Mario, chiedo il tuo aiuto per diffondere a piu' persone
possibile l'appello per gli amici di Costalta. Credo sia importante
che la notizia venga condivisa il più possibile per creare
una rete di protesta e reclamare il diritto alla liberta' di
espressione, alla cultura, a tenere in vita la mente nei nostri
piccoli paesi di montagna!!
Costalta e' un paese che emana poesia, arte, musica, teatro,
umanita' e l'onda delle emozioni generata in quel piccolo paese
di montagna ha saputo travolgere i cuori di centinaia di persone
nella nostra provincia, facciamo in modo che quell'onda diventi
un uragano capace di travolgere anche il cuore degli amministratori
insensibili alla cultura!!
Grazie per ciò che potrai fare.
Ciao,
Tatiana Pais Becher
Cara Tatiana,
con piacere e convinzione faccio da moltiplicatore per portare
a conoscenza lAppello per salvare Costalta. Un documento
severo, duro con qualche passaggio discutibile, ma ritengo autenticamente
sofferto.
Costalta !
Mi sovvengono gli anni settanta !
Assieme ad altri amici che rappresentavano allora la cosiddetta
sinistra della Democrazia Cristiana e dintesa
con tanti giovani di Costalta (unico paese del Comelico) avevamo
indetto una serie di incontri in loco sui temi della cultura
politica, della presenza dei cattolici democratici in politica,
del terrorismo, dellantifascismo.
Numerosissimi i giovani (ragazzi e ragazze) ai primi due incontri
segnati da un dibattito molto partecipato e di notevole livello
culturale e politico. Al terzo incontro la partecipazione si
era ridotta a pochi astanti. Cera stato lintervento
censorio di una non ben precisata autorità che in particolare
non vedeva di buon occhio la partecipazione delle ragazze a questi
incontri e ne aveva interessato i rispettivi genitori (i motivi
erano altri!).
Al di là di questo passaggio di memoria, frutto della
mia senescenza, ritengo che questa situazione faccia la pari
con tante altre che segnalano la crisi che in questo periodo
caratterizza la nostra comunità provinciale.
Ritengo che tutto questo deve essere valutato in termini positivi
come crisi di crescenza perché tante cose
si stanno muovendo: i nuovi partiti, il dibattito istituzionale,
il sinodo, la fame di politica. Per questo bisogna
tutti impegnarsi per creare le occasioni, i luoghi, i temi di
partecipazione e di confronto. In questo senso il caso
di Costalta deve essere considerato un evento che intessa tutti
e non solo quella comunità.
In ogni caso nessuno ha la bacchetta magica , ma è doveroso
che la politica, le istituzioni, la Chiesa e i vari corpi sociali
si impegnino con coerenza e costanza alla realizzazione del bene
comune.
In questo umilmente confortati dallaffermazione di SantAgostino
: tendere alla santità è già santità.
Con i più cordiali saluti ed auguri in particolare alla
comunità di Costalta.
Mario Svaluto Moreolo.
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: solidarietà
Ricevuto il: 13/12/07 - 15:01
Proprio in questo momento apprendo dell'"Affaraccio
della Ceda del Comitato". Consulto saltuariamente il sito
per essere aggiornata su quello che succede sul "piccolo
paese più bello del mondo" come lo definiscono le
mie bambine Nora e Lisa.
Da quando abbiamo aquistato un piccolissimo appartamento per
trascorrere tutti i momenti liberi che possiamo dedicarci, abbiamo
apprezzato la vera ricchezza di questo paese che sta proprio
nella fervida attività culturale e collettiva dominata
da una freschezza unica e mai uguale a se stessa.
Questo piccolo miracolo è dovuto proprio al dna dei costaltesi.
Le loro doti, i loro valori, la voglia di fare sono come malattie
infettive ormai croniche che non si potranno estirpare togliendo
al corpo qualche arto.
Il Comune di San Pietro di sicuro vede Costalta come un'appendice
da recidere a favore di mete di più ampio prestigio (mi
piacerebbe sapere quali). Ma credo sottovalutino le capacità
degli abitanti stessi, della Regola e di tutti i sostenitori
di una realtà sana e costruttiva.
Io ci sono e, nel mio piccolo, vi sosterrò fin che posso.
Isabella Bedon
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: solidarietà assoluta
Ricevuto il: 13/12/07 - 15:25
Sono rimasta allibita e direi quasi sopraffatta dalla rabbia
quando ho appreso lassurda situazione che il comitato turistico
e il gruppo musicale stanno vivendo.
Mio padre è costaltese, mi sento molto legata a questi
luoghi che purtroppo non posso frequentare quanto vorrei;
ho sempre apprezzato le varie iniziative e manifestazioni portate
avanti con volontà e dedizione per far si che Costalta
viva e resti presente nella memoria.
In questo piccolo paese persone capaci e culturalmente ricche,
con il loro impegno e la loro arte, hanno toccato la sensibilità,attirato
la curiosità e linteresse di chi ha voluto ascoltare
e lhanno fatto con la delicatezza di chi ama il posto in
cui vive e non vuole vederlo morire;
si, perché senza i loro sforzi, dettati dalla passione
e dai sentimenti, Costalta sarebbe uno dei tanti paesi di cui
nessuno sente più parlare.
Mi sorge una domanda, quando ci riempiamo la bocca di: montagna
dimenticata, disagio, valorizzazione della cultura e del territorio,
di cosa stiamo parlando?
Forse ci sono luoghi più interessanti e appetibili di
altri? Dove le persone hanno più diritto di altre di essere
tenute in considerazione?..........
Lascio a voi riflettere sulle mille contraddizioni del nostro
tempo
Vi sono vicina e mi unisco a chi dice tenete duro,
so che siete tenaci.
Monika De Villa
Agordo
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: sostegno ricevuto su altra mail
Ricevuto il: 13/12/07 - 18:22
Sono assolutamente solidale con voi e sottoscrivo quanto
detto da Benvenuta che mi ha fatto pervenire la vostra mail!
Non mollare! Valete troppo!! Per qualsiasi cosa ci sarò
anch'io.
Mariagrazia Petroni, Vigo di Cadore.
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Costalta - appoggio
Ricevuto il: 14/12/07 - 11:07
Non conosco niente del contesto in cui nasce questa vs sentita
e inferocita protesta.
Ma mi fido che che vive in un paese piccolissimo e "vivacizza"
la scena con iniziative e attività sia affidabile quando
protesta contro gli ostacoli che vengono aggiunti al già
difficile compito di rendere anche mentalmente abitabile ed intellettualmente
stimolante un paesetto.
Ci vivo anch'io, in un posto piccolo e lontano (Colle S.L) e
lo so che ...se la "periferia dell'impero" tace, sarà
via via sempre più dimenticata, nel totale disinteresse.
Dopo si lamenteranno che c'è lo spopolamento; ma in ns.figli
debbono pur avere (oltre che servizi ai quali hanno diritto,
come tutti) anche un buon motivo per non lasciare il paesello...e
tra questi che ci sia "vita" in paese.
Perciò avete il mio "tifo".
Se ce la fate, non so come e non so dove, non lasciate cadere
le attività arrendendovi a chi togliendo l'accesso ad
un immobile magari sperava proprio questo; o comunque ha dimostrato
disinteresse e disprezzo agli sforzi fatti.
Probabilmente verranno i tempi di una trattativa.
Ma intanto credo che si possa provare a tenere duro e a fare
quello che si faceva prima, magari in minor stile ma con lo stesso
amore al paese, trovandosi a casa di qualcuno, in una soffitta,
in una taverna o ...'na stua. E' un po' più disagevole,
però può mostrare che non basta "far mancare
il terreno sotto i piedi", per spegnere l'entusiasmo.
Così quelli che non ci credono o che lo vogliono spegnere
dovranno riconoscerne l'esistenza; e magari saranno portati ad
trattare una soluzione concordata.
Per questo però - mio parere - i toni accesi sono giusti;
qualche termine che possa essere scambiato per un insulto può
essere "tradotto". Che nessuno possa dire "fatto
bene" a chi ha chiuso le porte.
Se un dialogo non sarà possibile, almeno le attività
saranno state salvate.
Non mollate.
Grazie.
enrica zanin
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: appello
Ricevuto il: 14/12/07 - 16:16
Caro Lucio, Claudio e tutti gli altri,
a nome mio e dei gruppi "Insieme si può...."
del Comelico che rappresento in qualità di coordinatrice,
condividendo lo spirito e gli ideali che vi muovono; riconoscendo
l'importanza e la validità del lavoro ed iniziative svolte
in tutti questi anni; riconoscente per la vostra totale disponibilità
quando si parla di solidarietà ed attenzione al povero
inteso nel senso ampio del termine voglio esprimervi tutta la
nostra solidarietà e appoggio consapevole che quando il
nostro "essere" ha le fondamenta nel cuore e in un
ideale, nessun ostacolo potrà fermare ed arginare il nostro
cammino.
Ciao a tutti
Alessandra Buzzo
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Solidarietà
Ricevuto il: 14/12/07 - 20:44
Agli spiriti liberi del Comelico, agli amici del Comitato
Turistico, del Gruppo Musicale di Costalta, vada tutta la solidarietà
del Comitato Provinciale dell'ANPI di Belluno.
Vada anche l'invito a RESISTERE a quelle forze che vorrebbero
impedire le aggregazioni sociali: le temono perchè, quando
gli spiriti liberi stanno insieme, comunicano e se comunicano
crescono culturalmente e politicamente.
Questo li terrorizza!
per l'ANPI di Belluno
Luciano Padovani
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Chiusura " Ceda Dal Comitato"
Ricevuto il: 14/12/07 - 21:55
Ho letto la notizia sulla cronaca locale del Gazzettino del
giorno 12/12/2007. Ritengo doveroso far pervenire la mia solidarietà
a quanti contribuisco a far conoscere il paese di COSTALTA, paese
dove sono nato e al quale orgogliosamente sento di appartenere,
anche se le vicende della vita mi hanno costretto ad emigrare.
Aderisco con piacere all'invito fatto da Claudio Michelazzi e
porgo la mia solidarietà a quanti sono amareggiati per
la spiacevole vicenda della chiusura dei locali al piano terra
della canonica di Costalta, locali già in uso alle diverse
associazioni culturali, turistiche, artistiche e di volontariato
del paese.
Sull'argomento avevo già manifestato il mio pensiero con
una lettera pubblicata nel mese di Gennaio 2007 dal Gazzettino
di Belluno.
Vorrei ribadire se mi è consentito, in quanto cittadino
originario di San Pietro, nato a Costata, delle considerazioni
personali su queste vicende che da troppi anni travagliano i
rapporti tra l'amministrazione civica e le associazioni presenti
nel territorio comunale.
- Tutti devono doverosamente riconoscere il grande merito che
ha avuto ed ha il "Gruppo Musicale di Costalta" nel
tramandare alle nuove generazioni il dialetto, le tradizioni
e la cultura della nostra terra, che altrimenti andrebbero perdute.
- Questo gruppo, assieme al Comitato Turistico ed altre associazioni
di volontari attivi in paese hanno contribuito con il loro impegno
e sacrificio personale a far conoscere ed apprezzare la gente
di Costalta, ad invogliare tanti turisti a visitare la frazione
e a divulgarne il dialetto e il modo di vivere di ieri e di oggi.
- Va anche evidenziato che queste attività hanno portato
notorietà e considerazione per tutti i residenti del territorio
comunale e più in generale per tutto il Comelico e i comelicesi
che vivono altrove.
- Si sono stampati dei libri con i modi di dire, raccolte testimonianze
di leggende locali, fatto opuscoli e calendari, organizzato manifestazioni
e serate culturali in loco, in ambito provinciale, regionale
e in tante varie parti d'Italia, promosso servizi giornalistici
su carta stampata, radiofonici e televisivi, inciso cassette
e compact disk, messo in rete un bellissimo sito internet e altro
ancora di cui non sono a conoscenza, tutte cose che i volontari
di Costalta, sono riusciti a realizzare molto ma molto bene.
Mi chiedo quindi, perché non si riesce a ricercare e raggiungere
un minimo di consenso sulle decisioni amministrative da attuare,
ma si tende a mettere in atto dei comportamenti imperativi che
portano fatalmente ad esacerbare gli animi e a dividere la popolazione
mettendo con gli uni contro gli altri.
E' mai possibile che si debba sempre parlare di denunce o fare
delle querele all'autorità giudiziaria per delle cose
che sarebbero risolvibili se solo si applicasse il comune buon
senso?
E' ovvio che i rapporti interpersonali tra alcuni esponenti dei
gruppi e alcuni amministratori comunali sono seriamente incrinati
e di difficile rappacificazione.
In attesa di tempi migliori, non resta che auspicare che alla
necessità di assicurare la sopravvivenza ai vari gruppi
di volontariato si occupi la locale amministrazione Regoliera.
Questa mia breve riflessione vuole unicamente contribuire per
quanto possibile, a creare un clima di maggiore serenità
ed obiettività nei rapporti tra la popolazione di Costalta
e gli amministratori comunali.
Se quanto auspicato prima o poi avverrà, quel giorno,
possiamo esserne certi porterà una ventata di reciproca
collaborazione all'intera comunità di San Pietro e di
Costalta in particolare.
Dialoghiamo, dialoghiamo, dialoghiamo.
Cordiali saluti
Calalzo di Cadore,14/12/2007
Gian Antonio Casanova Fuga
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: appoggio ricevuto su altra mail
Ricevuto il: 14/12/07 - 22:34
Carissimo Claudio,
con sensibile ritardo causato da problemi tecnici del mio P.C.
accolgo e aderisco al tuo accorato appello per salvare Costalta
in seguito allo sfratto della "Ceda dal Comitato".
Da tempo le peculiarità della cultura e delle tradizioni
dei nostri paesi di montagna, si sono adeguati a standard di
vita allineati alle regole della "modernità"
sottraendo valore e significato ad un patrimonio di vita frutto
di fatiche, di miserie ma non privo di ideali che aspiravano
ad una vita concretamente dignitosa e non subordinata a logiche
astratte, inconsistenti e avulse dal buon senso e dal valore
umano.
Ed è grazie a questo profondo e sincero sentire che sono
rimaste vive, preziose voci che, in Cadore hanno saputo riscoprire
e trasmettere il valore dell'aggregazione intesa come momento
di incontro di conoscenza di opportunità di pensiero e
di progettualità in una situazione sempre più aperta
e adescata dalla globalità culturale.
Costalta attraverso i suoi gruppi culturali è stata esemplare
nell'incentivare iniziative il cui messaggio strettamente legato
alla storia e all'uomo, ha saputo toccare la mente e il cuore,
valicando anche le montagne che in questo caso non hanno presentato
un ostacolo bensì un luogo favorevole ad affinare il pensiero,
grazie all'acume e alla sensibilità delle persone che
si sono impegnate.
Alla luce di tutto ciò che è stato costruito, è
pertanto necessario aprire e non chiudere i troppi spazi vuoti
e abbandonati perchè vivano attraverso lo scambio dialettico,
perchè anche nell'animosità, il dialogo trovi il
giusto equilibrio nella valorizzazione di più opinioni,
perchè il giovane, l'adulto e l'anziano possano nell'interscambio
trovare il senso della comunità, dove si impara, si sbaglia
ci si arrabbia, si soffre ma dove si percepisce e si acquisisce
il senso civile che non può prescindere dal ripetto,dalla
tolleranza e dalla considerazione delle idee altrui.
Auspico che la triste situazione che penalizza e mortifica la
sensibilità sociale ed operativa della comunità
di Costalta venga superata e risolta dal dialogo nonchè
dalla responsabilità che ogni realtà istituzionale,
civile e culturale ricopre nel proprio territorio.
Con partecipazione
Claudia De Mario
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: messaggio di solidarietà (inoltrato)
Ricevuto il: 14/12/07 - 22:37
From: Gino On. Sperandio
Sent: Wednesday, December 12, 2007 - 10:44 AM
Cara Anna, naturalmente puoi comunicare la mia adesione all'appello
per la salvaguardia delle aporie culturali e sociali di Costalta
e la mia disponibilità ad un
incontro con il comitato e il coro.
Ciao
Gino Sperandio
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: approvo appello
Ricevuto il: 15/12/07 - 18:04
Approvo appello -"tegneit dur"
De Corti Lucio
Belluno
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: cedacomitato
Ricevuto il: 16/12/07 - 21:07
La notizia dello sfratto operato dal Comune nei vostri confronti
ha fatto bum!. Certamente, come si diceva (e si dice)
nel nostro dialetto, ne n é n café.
Lintervento di Gian Antonio Casanova Fuga, costaltese,
però, mette il dito nella piaga: i problemi si sono creati
fra alcuni esponenti dei gruppi e alcuni amministratori
comunali. Di sicuro non saranno problemi legati allattività
strettamente culturale del Gruppo Musicale, che, credo, non può
essere negata da nessuno, neanche dai nemici amministratori.
Già da diverso tempo è insistente il tentativo,
da parte di poteri amministrativi locali e di poteri religiosi
che utilizzano subdole modalità di azione reazionarie
e neofasciste di voler impedire l'aggregazione sociale, il dibattito
e le proposte culturali ed artistiche, la discussione civile,
che fortemente caratterizzano il tessuto sociale di questo paese
di montagna che non vuole rimanere in silenzio, conscio che la
montagna si può salvare solo in montagna e non nei palazzi
di una città (dalla lettera di Claudio Michelazzi):
più che considerazioni legate alla realtà della
situazione, mi sembrano espressioni di sano esercizio oratorio.
Che ci sia anche un po di fumus persecutionis?
Da più di 30 anni uomo di coro, ho cantato fuori
dal coro. Ciò non toglie che la mia stima verso
la vostra attività culturale resti immutata.
Adriano De Zolt
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: pro Ceda del Comitato
Ricevuto il: 17/12/07 - 16:00
Ragusa, 17 dicembre 2007
Apprendo con stupore delle vicissitudini circa la Ceda del Comitato.
L'attività del gruppo musicale di Costalta, che ho avuto
modo di conoscere partecipando come spettatore a diverse performance
e di cui custodisco gelosamente più d'una incisione, piuttosto
che essere ostacolata per motivi, a quel che leggo, arbitrari
e per questioni diversamente risolvibili, andrebbe piuttosto
incoraggiata: oggi più che mai lo studio di tipiche e
ricercate musicalità, nonché la riscoperta e la
riproposizione di una cultura sempre più minata da una
spesso fagocitante globalizzazione culturale devono essere semmai
presi ad esempio e tutelati in ogni modo.
Con l'augurio che possiate continuare felicemente la vostra attività,
Gianluca Caputo
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 17/12/07 - 16:26
Cari amici ed amiche del Gruppo musicale di Costalta,
voglio esprimere la mia solidarietà a voi in quanto libera
associazione di artisti e autori che conosco impegnati da anni
in attività culturali di grande significato e di alto
profilo.
Con simpatia.
Daniele Busetto
medico ospedaliero, Vicenza
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: lettera di per salvare Costalta
Ricevuto il: 17/12/07 - 18:31
Al gruppo Costalta e a tutte le sue realtà artistiche,
sociali e culturali
Leggendo la lettera del Corriere delle Alpi apprendiamo con stupore
e rammarico cosa sta accadendo al paese di Costalta. E' impensabile
che nel 2007 possano succedere questi fatti incresciosi. Già
noi montanari subiamo molte descriminazioni di vario tipo. La
mancanza di relazioni libere nega a tutti noi di poter crescere
culturalmente, artistiscamente e socialmente. A Costalta si può
e si deve continuare come hanno sempre fatto per la continuità
di chi ha lavorato e tutto ha dato per il bene del suo paese
conosciuto da tutti per le sue doti culturali, artistiche e sociali.
L'impegno è di essere vicino perchè tutto torni
come prima.
Famiglia Ciotti
Maria Teresa, Luigi, Giusj, Jgor
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Salvate la Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 18/12/07 - 15:37
L'Istituto Ladin de la Dolomites, sorto nel 2003 per coordinare
e sviluppare la cultura ladina in Agordino, Cadore, Comelico
e Zoldo, esprime sconcerto, incredulità e dispiacere per
la ventilata chiusura della "Ceda dal Comitato", da
oltre un ventennio autentica fucina di cultura, aggregazione
sociale, divertimento e libero pensiero per Costalta e l'intero
Comelico. E' nostro auspicio che si tratti soltanto di una "boutade"
passeggera, che il 2008 porti consiglio e si possa ritornare
quanto prima nella Ceda per sentire Lucio, Claudio, Federico
e tutti coloro che, insieme a tanti altri, in questi anni hanno
fatto di Costalta un paese vivace, fertile, desideroso di continuare
a vivere e ad esprimersi pur tra le crescenti problematiche,
non solo e non tanto culturali, della nostra montagna.
Istituto Ladin de la Dolomites
Via Frate Tomaso De Luca n. 7
32040 Borca di Cadore (BL)
Dott. Ernesto Majoni, Direttore
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Appello per salvare Costalta
Ricevuto il: 19/12/07 - 14:17
Comprendo perfettamente la situazione di Costalta, bellissimo
paese del legno.
Il suo futuro è comunque legato alla capacità in
sede locale di trovare concordia ed armonia.
Per quanto mi riguarda tutto quello che è nelle mie possibilità
di fare lo farò e resto comunque a vostra disposizione.
Cordiali saluti
Guido Trento
A: costauta@costalta.it
Oggetto: Solidarieta' alla Ceda
Ricevuto il: 19/12/07 - 14:38
Vi esprimo i sensi della mia solidarietà, nella vicenda
che vi contrappone
al comune tenete duro e teneteci al corrente.
Mario Vecellio Salto
ex marigo della Magnifica Regola di Villagrande d'Auronzo
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Proposta
Ricevuto il: 20/12/07 - 17:47
Ciao,
sono Chiara De Villa... Palù, per la precisione.... (sono
figlia di Gianluigi), ho letto la tua lettera.
Tengo molto a Costalta e a tutto il Comelico.
La mia proposta è questa: referendum.
Ne hanno fatto uno ultimamente per Cortina e altri posti.
Non che io pensi che la soluzione sia passare al trentino. Penso
però che se una provincia intera organizza referendum
(con esito positivo) per passare ad un'altra porvincia, prima
o poi la voce arriverà anche a Roma (c'è già
molto fermento, il Comelico però ancora deve far sentire
la sua voce, ed è forse questo il momento)
Conosco chi ha organizzato il referendum per Cortina... se vuoi
mi informo come si fa.
Fammi sapere.
Chiara
Da: Comune di San Pietro di Cadore - Uff. Segreteria
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Risposta ai cittadini di Costalta
Ricevuto il: 21/12/07 - 17:25
Comune di S. Pietro di Cadore - Provincia di Belluno
Ai Cittadini di Costalta
Di solito non rispondo alle lettere ed alle provocazioni. Reputo
la critica legittima ed anche opportuna qualora esprima diverse
valutazioni dell'operato amministrativo o denuncia di atti censurabili.
Questa volta, devo fare un'eccezione perché la lettera
del 1° dicembre, a firma del signor Lucio Eicher Clere, contiene
tanta disinformazione e qualche falsità.
Eccone la sintesi.
Attività del Gruppo Musicale di Costalta.
Come cittadino prima e Sindaco poi, ho sempre apprezzato e riconosciuto
i meriti del Gruppo Musicale nonché di tutti gli altri
cittadini che, in varia forma e misura, hanno dato vita alle
attività culturali e sociali del paese.
Questi meriti non esimono però dal rispetto delle regole
di convivenza e dei diritti di proprietà.
Riguardo alle regole, non tutti sono così convinti che
quel luogo di aggregazione sia stato sempre e solo la fucina
culturale che Eicher dipinge. In paese c'è chi la pensa
diversamente, ritenendo che alcuni comportamenti non fossero
propriamente confacenti con la destinazione del fabbricato, affidato
in uso alla Curia come Canonica fin dal 19.11.1942.
Riguardo alla proprietà, l'occupazione era palesemente
abusiva, perlomeno dal 27.02.1998, in forza della lettera raccomandata
inviata al Comitato Turistico dall'allora segretario comunale
dott. Morgantini,. Con essa, veniva ingiunta la formale restituzione
entro 10 giorni avvisando che, in mancanza, si sarebbe adita
lAutorità Giudiziaria, anche per laspetto
penale di appropriazione indebita.
Da ciò si ricava che l'uso dei locali era illegittimo
ed i lavori eseguiti erano abusivi. Quindi, non si è trattato
di esproprio ma di ripristino della proprietà usurpata
e della legalità.
Se, come l'Autore afferma, il Gruppo Musicale aveva la disponibilità
di altri locali per l'esercizio della sua attività culturale,
perché non ha restituito tutto prima e pacificamente?
Perché ha opposto tanta resistenza fino a costringere
le Autorità all'azione di sgombero? In dieci anni non
poteva ricercare un accordo pacifico e soddisfacente per tutte
le parti?
Rispetto delle Istituzioni.
Ci è stato insegnato che il rispetto delle Istituzioni,
siano esse civili o religiose, è doveroso da parte di
tutti i cittadini, indipendentemente dalle persone che in quel
momento legittimamente le rappresentano.
Può non piacere all'Autore Eicher, ma chi ha firmato l'ordine
di sgombero dei locali lo ha fatto per atto dovuto ed è
stato legittimamente eletto Sindaco dagli elettori del Comune
di San Pietro. Forse è lui che non ha titolo per parlare
in nome e per conto dell'intero paese di Costalta, come è
emerso anche dai risultati dellultima tornata elettorale.
Attività amministrativa.
L'Autore cita alcuni atti negativi che questa amministrazione
avrebbe assunto volutamente in danno di Costalta.
Rispondo sinteticamente:
- ad oggi, nessuna domanda dei signori Luigi e Sonia Eicher Clere
è mai pervenuta agli uffici comunali. Saremmo ben lieti
di poter approvare pratiche riguardanti attività economiche,
tanto più se alberghiere, sia a Costalta che nelle altre
Frazioni del Comune;
- il diritto allo studio è stato sempre garantito a tutti
gli alunni del Comune. Per quanto riguarda gli scolari di Costalta,
oltre al diritto allo studio sono state loro assicurate migliori
condizioni igienico-sanitarie, tecniche e didattiche. Non mi
pare ci sia nostalgia per le precedenti pluriclassi;
- agli agricoltori di Costalta è stata garantita la monticazione
a Londo a titolo gratuito, come risulta da apposita clausola
del contratto stipulato con l'affittuario. Un piccolo appunto
all'Autore: non è vero che la monticazione a Londo fosse
da millenni appannaggio degli agricoltori di Costalta. In realtà,
fino alla fine degli anni settanta, essa era a rotazione fra
le quattro Frazioni;
- per quanto riguarda la Malga Antola, è stato recentemente
raggiunto con il signor Giuliano Casanova Borca l'accordo per
il prosieguo del contratto, con modalità e condizioni
di reciproca soddisfazione. Il tutto in forma pacifica e collaborativa
senza alcun bisogno di ricorrere alla Magistratura, come invece
sostiene l'Autore;
- lascio agli elettori di Costalta il giudizio sui locali del
seggio elettorale al riguardo dei quali è utile ricordare
che sono rimasti colpevolmente abbandonati per quindici anni.
Termino ricordando a coloro che si autodefiniscono uomini
liberi, artisti ed intellettuali, relegando tutti gli altri
nel girone dei sottomessi ed incolti, che la cultura da sola
non basta. Serve anche l'umiltà, il rispetto della verità,
delle Istituzioni e delle persone, della proprietà e delle
regole di convivenza e di tolleranza. Per loro stessi ma ancor
più ad esempio per i giovani dei quali si sono arrogati
il ruolo di Educatori.
Concludo questa nota pacatamente e senza appelli alle guerre
sante. Sono convinto che i cittadini sapranno giudicare
i fatti ed i comportamenti di ciascuno in totale libertà,
così come sapranno valutare moralmente i danneggiamenti,
le spoliazioni, gli sprechi di gasolio e di energia elettrica
da qualcuno ultimamente perpetrati negli stessi locali.
Da parte mia e dell'Amministrazione che rappresento, giunga a
tutti il più cordiale Augurio per un sereno Natale e prospero
Anno Nuovo.
Municipio, 21.12.2007
Il Sindaco pro-tempore
(Pontil Scala Silvano)
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Caro sindaco...
Ricevuto il: 22/12/07 - 15:19
Caro Sindaco di San Pietro di Cadore,
concordo con lei quando scrive, o chi per lei, che la sola cultura
non basta per amministrare, ma spero concorderà con me
che la cultura non è una dote
innata. La cultura è un bene che tutti possono acquisire.
Bastano solo un po di buona volontà, qualche partita
di calcio in meno, qualche battuta di caccia in meno, qualche
pensiero orgoglioso in meno sul funzionamento perfetto della
propria stube. Con un po di cultura si guarisce da quegli
oscuri complessi di inferiorità che attanagliano in maniera
paranoide noi e chi è a noi vicino. Con un po di
cultura smettiamo di utilizzare nelle nostre azioni e nei nostri
pensieri un populismo di poco valore che ci rende simili a tanti
piccoli dolomitici Peron (uomo politico argentino, non il ridente
villaggio del bellunese, n.d.a. ).
Con un po di cultura, visto che sè parlato
tanto di Austria tempo addietro nel Magnifico Comun dOltrerino,
riusciamo forse a capire, evitando le brutte figure, che Schnitzler
non è una cotoletta, Alma Mahler non è uninvocazione
latina e il Dottor Freud non è lequivalente austriaco
del Dottor Gibò.
Penso sia più che sufficiente.
Cordiali saluti.
Claudio Michelazzi
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Grazie a tutti
Ricevuto il: 22/12/07 - 19:16
GRAZIE A TUTTI!!!!!!.........
Mi sembra doveroso, in questo contesto, ringraziare tutti coloro
che hanno inviato il loro pensiero attraverso queste Mail, da
parte mia e del Gruppo Musicale di Costalta...
Grazie per il vostro sostegno morale che ci gratifica e ci dà
la forza per continuare ad andare avanti e proseguire la strada
intrapresa ormai più di vent'anni fa, nonostante quest'ennesima
prevaricazione nei confronti nostri e dell'intera comunità
costaltese.
Grazie a te, Claudio, per questa brillante iniziativa e per l'amicizia
dimostrata.
Continuate a scrivere e far sentire la vostra voce e, con l'occasione,
invito tutti alla nostra ormai tradizionale serata del 26 Dicembre,
presso la Sala della Regola a Costalta, per ripercorrere assieme
questi 25 anni di storia musicale e culturale del nostro gruppo...
CIAOOOOOO... e ancora Grazie a tutti
Daniele De Bettin
per il Gruppo Musicale di Costalta
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Appello
Ricevuto il: 24/12/07 - 13:21
Appartengo al Gr. Folk-Union Ladina Val Biois. L'attività
di questi anni trascorsi nell'associazione mi hanno portato a
conoscere un angolo di ladinia Bellunese stupendo: il Comelico.
Ho avuto modo di conoscere la sua gente .... e spesso la sua
anima. Momenti trascorsi con con il Gruppo folk dei "Legar",
l'assistere agli spettacoli del "Gruppo musicale di Costalta",
l'ascoltare il "coro Comelico", l'allegria e la spontaneità
del carnevale a Dosoledo in occasione di "S. Plonia",
il piacere di gustare una polenta in compagnia in una baita nella
stupenda Val Visdende, ammirare il fondovalle dal Col Curié
in una giornata dell'appena trascorso autunno, ammirare le statue
lignee e le caratteristiche case di legno di Costalta ..., mi
fanno, e ci fanno sentire, questa vallata vicina nell'anima e
nello spirito alla nostra Valle del Biois. Tante similitudini
e soprattutto, in particolare per chi è parte attiva della
vita della comunità, un comune sentire, un orgoglio, un
senso di appartenenza forte.
Costalta è unica nel suo genere; una comunità così
piccola e così vivace. Ci vorrebbero tante Costalte nella
nostra ladinia. Perché privare una comunità viva
di un punto di aggregazione? Perchè piuttosto non incentivare
ed essere riconoscenti verso chi ha qualcosa da dare con vero
altruismo? Perché cercare lo scontro, quando le nostre
piccole comunità avrebbero bisogno di maggior unità
e dialogo? E' forse meglio chiudersi nel proprio individualismo?
E' forse meglio la schiavitù di certi programmi televisivi,
anziché la socializzazione? C'è davvero una sorta
di desiderio di dividere? Non so che dire, mi auguro e ci auguriamo
che prevalga la ragione, la giustizia, la voglia di cooperare
per un quieto vivere comune. Troppo idealismo? Può darsi,
ma nella difficile realtà quotidiana è giusto anche
sognare. E poi ...se il sogno è di una persona soltanto,
rimarrà un sogno, ma se siamo in tanti a sognare... è
il principio di una realtà.
Che sia davvero un Buon Natale ed un anno migliore.
A sarevede,
D. Marmolada
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Parole...
Ricevuto il: 24/12/07 - 19:38
Senza voler replicare approfonditamente alla "Sindacale
lettera"...mi viene spontaneo rispondere brevemente al nostro..."Caro
eletto"... (che ahinoi... non ha niente a che fare col Divin
pargoletto...) citando, da musicista quale sono, una famosa canzone
portata al successo dalla grande Mina:
..."Parole, parole, parole soltanto parole... parole
per noi"....
Daniele De Bettin
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: LA SORIZA DAL COMITATO
Ricevuto il: 24/12/07 - 22:13
VOLAU DI' BON NADA' A LA SORIZA DAL COMITATO E SOSTGNI' LA
SO CAUSA.
LA SORIZA DAL COMITATO
Oramai é tance ane
ch iö söi gnuda a stà cialò,
inze e fora par cusina
apò d corsa su sul palco
dal salon söi la regina.
Su e dù in medo i scaches
dop ze scrin a di a ciatà
s inè algo da tazà.
D panetogn e crostate
inöi piöna la panza
cnöile e i csanzöi
me vögn fora pi vöi.
D istede i scultores,
d otono i poetes,
d inverno la coral
e d insuda l Grup Musical.
Dormau gheta zal mi bus
cuon ch naschì à verto l porte
e dinze é gnuda tanta lus.
Oh, che bel farà na festa
sarà algo da mangé
Vado corögn su la scola
a spié du piöna d gola
cöl ch i é dòi a parcé.
D panetogn e crostate
Inöi piöna la panza
i cnöile e i csanzöi
me vögn fora pi voi.
D istede i scultores,
d otono i poetes,
d inverno la coral
e d insuda l Grup Musical.
Iö söi sconta dòi na tore
a spié duce cöi che core:
beches longe e vöi ch ludìs
mutonöia e böt vi tuai
e strumöinte musicai.
Duto tade e ne n é lus
E iö scogno a panza voita
tornà dröta zal mi bus.
D panetogn e crostate
avau piöna la panza
i cnöile e i csanzöi
me gnee fora pi vöi.
D istede i scultores,
d otono i poetes,
d inverno la coral
e d insuda era l Grup Musical.
Che picé, ne n é pi feste
n é pi nente da mangé
tociarà ch tola l borsito
e s ocore anche emigré.
Stefania Casanova
A: costaltalibera
Oggetto: Lettera di Samuele De Bettin
Ricevuto il: 27/12/07 - 17:39
Costalta, Natale 2007
Ai coristi del coro parrocchiale di Costalta
Come credo sia ormai noto a tutti, le recenti vicende della chiusura
della sede del Comitato Turistico e del Gruppo Musicale di Costalta,
con la conseguente cacciata dei suoi componenti, mi hanno spinto
a dare le dimissioni dalla direzione del coro parrocchiale e
dallattività di organista. Molti si sono chiesti
il perché di questa scelta che penalizza soprattutto chi
non ha alcuna responsabilità in questa vicenda. La risposta
è presto detta: se la Curia Vescovile ritiene che sia
indegno di stare in canonica, a maggior ragione dovrebbe considerare
sgradita la mia presenza in chiesa. La fiducia non può
essermi concessa a rate. Le mie dimissioni pertanto sono state
un atto coerente e dovuto.
Appare evidente che le voci che da anni si scatenano contro il
Comitato turistico, il Gruppo Musicale e contro quanti hanno
collaborato con i sacerdoti che si sono succeduti da Don Sergio
fino a don Maurizio hanno trovato ascolto a Belluno. Complimenti
a chi le ha diffuse. Avranno di che festeggiare il Natale. Del
resto chi ha invidia nei confronti di quelle persone che hanno
idee e capacità, spesso deve accontentarsi di godere della
sconfitta degli altri.
Non ho certo intenzione di tediarvi con lelenco delle attività
di volontariato a cui ho partecipato in più di venti anni
nei vari gruppi del paese, sono sotto gli occhi di tutti quelli
che le vogliono e sanno vederle. Non cerco complimenti o ringraziamenti,
solo rispetto. Nessuno -nemmeno un Vescovo - ha il diritto di
offendere anni di lavoro gratuito e disinteressato fatto unicamente
per la soddisfazione di vivere in una comunità dinamica
e creativa. Le dimissioni dalla direzione della corale sono state
un atto necessario quanto doloroso. Quando io e Stefano, nel
1993, abbiamo deciso di impegnarci nella creazione di un coro
a voci miste, valorizzando in tal modo le tante ricche potenzialità
che il paese offriva, non lo abbiamo certo fatto per ambizione
personale. Ciò che ci ha sempre riempito di soddisfazione
è stato vedere persone che da anni non si parlavano collaborare
insieme per il bene della comunità. Ci eravamo illusi
che il paese potesse finalmente ritrovare lunità
e la coesione che per troppo tempo era andata perduta. E
innegabile che per più di un decennio abbiamo respirato
unaria nuova, una nuova speranza. Chi ha distrutto tutto
questo, quali che siano i motivi, si assume e si è assunto
una responsabilità gravissima di cui credo non sia nemmeno
del tutto consapevole. Per quanto mi riguarda ho agito sempre
in buona fede, anche quando, magari sbagliando, ho assunto delle
posizioni intransigenti. Sono convinto che ci siano dei momenti
in cui non scegliere, non schierarsi, sia di per se stessa una
scelta. Ho preferito scegliere, sempre nel rispetto delle opinioni
altrui, fino quando non risultano distruttive.
In questo difficile momento per il paese di Costalta, dove le
vendette, gli odii, le rivalse e quanto di peggio può
ammorbare la convivenza civile in una piccola comunità
ha preso il sopravvento, credo sia giunto il momento di dire
alcune cose fuori dai denti, con estrema chiarezza. Non sono
più disposto a sentire certe litanie che da più
di ventanni sono costretto a sorbirmi:
- sono stanco di sentir dire che Lucio e i suoi hanno diviso
il paese. È ora di capire chi ha veramente messo la gente
del paese una contro laltra, chi ha fatto della dietrologia
e della malfidenza il proprio pane quotidiano. Del resto San
Pietro ha assistito in questi mesi ad altre penose vicende, come
quella della lotta senza quartiere tra lex sindaco e lattuale
primo cittadino. Uno spettacolo indecoroso di divisioni e di
ripicche reciproche in cui Lucio e Costalta non centravano
nulla. Caliamo poi un velo pietoso sul contenzioso tra comune
e regole, recentemente rilanciato dal Sindaco.
- Non sono più disposto a sentirmi dire che Lucio ha fatto
a me e ai miei amici il lavaggio del cervello. A trentasette
anni, con una laurea in filosofia e con un lavoro intellettuale
trattarmi come una marionetta suona francamente ridicolo, oltre
che offensivo. Piuttosto sono altri, tra cui molti giovani, che
parlano per sentito dire, indottrinati a dovere con frasi fatte,
con luoghi comuni triti e ritriti, senza alcun riscontro oggettivo.
- E finalmente giunto il momento di capire chi in questi
anni ha lavorato per il bene del paese e chi invece ha sempre
cercato di mettere il bastone tra le ruote e cercato di demolire
ciò che veniva fatto.
- E giunto infine il momento di rendersi conto che lunione
delle forze propositive del paese ha fatto paura a molti e molti
hanno cercato di remare contro, perché in un paese che
dialoga e si confronta è difficile trovare spazio se non
si possiedono capacità e argomenti, ma solo ambizione.
Rispondo infine brevemente allapacata e buonista
lettera del Sindaco.
- Con un linguaggio conciliante il Sindaco presenta il provvedimento
come un atto dovuto. Strano che non ci avesse pensato quando
ha avuto bisogno dei nostri voti in uno dei suoi tanti tentativi
di diventare primo cittadino. Strano poi che ci abbia pensato
solo dopo che alcuni di noi hanno osato esporsi contro di lui.
- Per quanto riguarda la legalità, forse è latto
di sgombero a presentare qualche incongruenza, visto che il comune
dispone su una proprietà di cui non può disporre
nulla, essendo in uso perpetuo alla parrocchia. Le questioni
legali sono delicate, non ho né lintenzione né
le competenze per entrare nei dettagli, ma non sono certo chiare
come vuol far credere il Sindaco. Siamo noi i primi a non voler
scatenare lennesimo contenzioso e ce ne siamo andati, come
ordinato, portandoci via quanto era nostro. Lordinanza
del comune crea viceversa confusione tra titolare della proprietà
e titolare del diritto duso (comune e parrocchia). Se la
vedranno tra di loro.
- Riguardo al rispetto delle istituzioni chi le calpesta è
proprio chi utilizza il potere che ha disposizione per le proprie
personali ripicche, per togliersi sassolini dalla scarpa
(parole di Silvano Pontil!). Il Sindaco è Sindaco di tutti,
non solo di chi lo ha votato. Da insegnante so che posso pretendere
il rispetto dei miei allievi solo a patto di essere io il primo
a portare rispetto a loro. Questo vale anche per le autorità
religiose. Una cosa è lautorità, altra lautorevolezza.
- Edoveroso ricordare che il Sindaco è amministratore
pro-tempore della cosa pubblica, non proprietario. Proprietari
sono i cittadini. Lattuale amministrazione come rispetta
i beni che è chiamato a gestire? Lasciando che gli edifici
e le strutture vadano in malora senza un minimo di manutenzione,
come il caso delle ex scuole, dellex asilo e del campo
polisportivo? Noi per anni abbiamo sopperito con il volontariato
alle carenze dellamministrazione pubblica costruendo una
realtà aperta a tutti e usufruibile da tutti, anche da
altri gruppi, nonostante le falsità che su questo punto
cono state dette. E questo il nostro modo di rispettare
la proprietà collettiva. Con i fatti, non con le parole.
Il tutto con il consenso scritto dei sacerdoti da Don Sergio
in poi, ovvero dei titolari del diritto duso.
- Noi del Comitato non avremmo cercato una soluzione pacifica.
Negli anni in cui sono stato presidente il dialogo lho
cercato più volte. In compenso ho dovuto subire denunce
penali, poi risoltesi con un nulla di fatto. Perché avrei
dovuto restituire tutto pacificamente, come sostiene il buon
Sindaco, quando le attività che il comitato faceva erano
ostacolate dal comune e avevano lappoggio del SACERDOTE,
LUNICO CHE PUÒ DISPORRE VERAMENTE DI QUEI LOCALI?
Era un segreto di Pulcinella che lordinanza di sgombero
del 1998 era solo uno dei tanti tentativi per metterci a tacere,
come lo è quella attuale.
- Se il Sindaco riconosce i meriti alle attività del Gruppo
e del Comitato, ma ritiene che la presenza in canonica non sia
legale, perché non ci ha invitato a regolarizzare la situazione?
Così avrebbe messo la carte a posto e avrebbe anche potuto
dire di essere un amministratore che promuove la cultura e le
attività sociali. Ma è evidente che il suo intento
era un altro, come tutti del resto in paese sanno.
- Il Sindaco dice che le attività del Comitato non erano
in linea con la destinazione duso. Come fa a saperlo visto
che quando è stato invitato a vedere cosa facciamo si
è rifiutato? Si è forse limitato ad ascoltare le
varie malelingue che da anni berciano contro il nostro operato?
Infine chi è che deve giudicare se le attività
sono il linea con la destinazione duso, lui o il parroco?
Lo sappiamo che con questa azione ha conquistato un numero rilevante
di consensi. Demagogia da manuale. A scapito dellunità
del paese. Tanto basta dire che la colpa è di Lucio e
tutti saranno daccordo.
- Molti cittadini si lamentano delle nostre attività,
senza peraltro conoscerle. E i tanti che le apprezzano e che
non hanno nulla da ridire? Non sono cittadini loro? Qual è
la loro colpa, quella di aver indicato sulla scheda elettorale
unaltra preferenza? Forse vale la pena di ricordare che
il Sindaco è sì legittimamente eletto, ma le urne
elettorali comunque hanno detto che la maggioranza dei cittadini
non voleva lui come primo cittadino e comunque il rispetto delle
minoranze è uno degli aspetti fondamentali della democrazia.
- Il Sindaco non vuole polemiche e non vuole scontri. Siamo noi
i cattivi, lo sappiamo. Siamo stati denunciati, uno stuolo di
benpensanti lavora da anni contro di noi attribuendoci ogni sorta
di colpe, adesso veniamo cacciati dai locali che abbiamo costruito
negli anni con lautorizzazione dei sacerdoti che si sono
succeduti e dovremmo stare zitti? Per che cosa? per il quieto
vivere? Detesto la polemica, so che con la collaborazione si
possono ottenere grandi risultati, lassociazione CostaltArte
e il nostro coro insegnano. La guerra è scatenata da chi,
protetto dai ruoli istituzionali, da un falso buonismo, da un
sorriso, lavora per mantenere il proprio potere facendo leva
su ciò che la gente vuole sentirsi dire e anche sulla
nausea che tutti abbiamo delle divisioni, respinte a parole e
fomentate nei fatti. Tra le tante provocazioni che abbiamo subito
voglio ricordarne una sola: quando questestate il Pontil
Scala si è presentato alla festa di Ferragosto scortato
dai Carabinieri. Sa benissimo che non siamo dei barbari e che
nessuno oserebbe torcergli un capello. Ma limportante è
che lo creda la gente: "il povero sindaco se vuole venire
a Costalta deve proteggersi dai bruti che gli vogliono male!
Far passare i propri oppositori di Costalta come dei selvaggi
è ciò che lui indente per il rispetto delle regole
democratiche? Lezioni di tolleranza e convivenza civile vada
a darle a qualcun altro.
- Il Comitato Turistico e il Gruppo musicale di Costalta hanno
sempre fatto cultura con la gente e per la gente, non hanno mai
chiesto a nessuno titoli di studio e test dintelligenza.
Nonostante i miei studi sono il primo a riconoscere la mia ignoranza
in tanti settori. So benissimo che la sapienza vera è
quella di chi sa di non sapere. CHI DEVE FARE UN BAGNO DI UMILTÀ
È CHI SI SOBBARCA INCARICHI PER I QUALI NON HA ESPERIENZA
E COMPETENZE E CERCA DI SOPPERIRE A QUESTE MANCANZE NON CON LIMPEGNO
E LA DEDIZIONE, MA CON LA PROPAGANDA E LA DEMAGOGIA. Se è
vero che la cultura non basta, LAMBIZIONE UCCIDE LE COMUNITÀ.
Tengo a precisare che queste parole, per quanto dure possano
sembrare, non sono affatto dettate dallodio e dalla volontà
di rivalsa, sentimenti che per altro mi sono del tutto estranei.
Esse rispondono unicamente alla necessità di fissare alcuni
punti fermi e dalla convinzione di essere nel giusto. Nonostante
tutto confido ancora che le forze positive del paese siano la
maggioranza e che molti che, in buona fede, hanno dato ragione
al sindaco in questa sciagurata vicenda, possano ricredersi.
Voglio ancora sperare che in un futuro prossimo si possa nuovamente
ritrovarci a cantare in sintonia, senza assurde diffidenze. Costalta
ha dimostrato di saper superare molte difficoltà, supererà
anche questa.
Auguro a tutti voi personalmente buon Natale. Per la comunità
parrocchiale sarà inevitabilmente una festa triste, dimessa.
Del resto Cristo è nato nel buio di una stalla, in totale
solitudine, rifiutato da tutti. La chiesa di Costalta sarà
forse più in linea con quel lontano primo Natale, e forse,
chissà, questo darà modo a tutti noi di riflettere
seriamente su noi stessi e sulla nostra piccola comunità,
e magari il solitario vagito del bambinello sarà lintonazione
di una nuova, gioiosa e lieta armonia.
Samuele De Bettin
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Concerto 26/12
Ricevuto il: 27/12/07 - 18:31
Ho assistito ieri sera con immenso piacere al concerto natalizio
proposto dal Gruppo musicale di Costalta per festeggiare i 25
anni di attività. La Ceda della Regola era, come al solito,
gremita di gente ma il clima che si respirava era molto particolare,
il pubblico interveniva con un livello di partecipazione che
raramente ho visto in vita mia. Lemozione di chi cantava
era facilmente percepibile e denotava un profondo senso di appartenenza
e lamore verso la propria terra e la propria cultura.
Guardando le persone che seguivano lo spettacolo ho visto che
la maggior parte canticchiava sottovoce i testi che ormai conosceva
a memoria, che forse facevano parte del loro quotidiano ma sicuramente
della loro storia. Insomma, quella di ieri sera è stata
sicuramente unesperienza di forte condivisione.
Ho visto con piacere che cerano anche il Sindaco e le Forze
dellordine. Normalmente apprezzo la presenza di chi garantisce
la sicurezza e lincolumità del singolo nelle situazioni
di rischio ma capisco che è Natale per tutti . Siccome
gruppi sovversivi non ne ho visti, dal momento che non era prevista
la distribuzione di alcolici o luso di sostanze né,
dati i temi trattati, potevano insorgere problemi di ordine pubblico,
sono allora propensa a credere che i Carabinieri fossero stati
invitati per assistere ad un concerto di buona musica ed il sindaco
fosse giustamente presente non come atto dovuto o come una insensata
forma di provocazione dopo i recenti avvenimenti, ma semplicemente
perché a Natale
siamo tutti più buoni!!!
O no?!
Raffaella Giacobbi
Tai di Cadore
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Rammarico...
Ricevuto il: 29/12/07 - 16:00
Come genitori vogliamo esprimere il nostro rammarico per
la chiusura della "Ceda dal Comitato".
In questi anni i ragazzi hanno avuto l'opportunità di
incontrarsi e trascorrere lì molto del loro tempo libero.
Un luogo sereno, sicuramente protetto da molti punti di vista,stimolante
per l'attività culturale, fondamentale come luogo di socializzazione.
Ed è proprio stando insieme, condividendo esperienze,
confrontandosi, divertendosi, a volte anche esagerando che si
diventa grandi, si percorrono gli anni inquieti dell'adolescenza,si
approda alla maturità. Avere la possibilità di
fare questo percorso qui e non in altri contesti, ci è
parso da sempre importante e rassicurante.
Temiamo che questa chiusura sia dettata da squallidi interessi
economici, conditi dall'invidia per l'allegria dei corpi e delle
menti, che tanto infastidisce chi vive la propria esistenza digrignando
i denti dietro le tende delle proprie cucine...
Sosteniamo il Gruppo Musicale e l'iniziativa di Claudio e ringraziamo
tutti coloro che in questi anni si sono impegnati per rendere
più vivibile, interessante e bella la vita nel nostro
paese.
Nicola Casanova De Marco
M.Giuseppina Casanova Borca
A: costaltalibera@libero.it e costauta@costalta.it
Oggetto: W costalta
Ricevuto il: 30/12/07 - 29:29
Caro Claudio,
a bella posta ho lasciato passare qualche settimana dal giorno
del tuo Appello per salvare Costalta, nella considerazione
che il tempo avrebbe smussato le punte ispide della rabbia, per
lasciare posto a una più pacata analisi dell'evento (lo
"sfratto" dalla Canonica di ogni seria attività
di studio, di lavoro, di intervento culturale e sociale).
Devo dirti che, nonostante la valenza ammorbidente del Natale
e la funzione sedativa dei giorni trascorsi in attesa di maggior
lucidità e freddezza critica, il senso di stordimento
- prodotto da un fatto in cui è impossibile rinvenire
tracce pur minime di quell'ingrediente necessario che è
l'intelligenza - è aumentato a dismisura, convincendomi,
tra l'altro, che il nostro è davvero il Paese del grottesco
e del paradossale.
Ma consentimi di andare con ordine, cercando di focalizzare i
tratti essenziali della questione:
1. la "Casa Canonica" - a lungo sottoutilizzata e,
quindi, destinata alla fatiscenza - è stata restaurata
e resa vivibile per esclusivo merito (leggi: fatica fisica ed
energie individuali) delle persone del "Comitato Turistico"
e del "Gruppo Musicale di Costalta", operanti in forma
del tutto volontaria;
2. la "Casa Canonica", dopo questi lavori che l'hanno
trasformata in una sede accogliente (senza nessuna spesa per
l'ente pubblico e per quello ecclesiastico), è divenuto
l'unico punto di reale aggregazione sociale, dove occasioni di
incontro autenticamente culturale hanno dato vita e senso a una
comunità (quella di Costalta) altrimenti abbarbicata al
silenzio inquietante della sua obiettiva marginalità geografica;
3. l'Amministrazione Comunale, per sua finalità
istituzionale, e la Parrocchia, per vocazione e ragione
pastorale, avrebbero dovuto non solo favorire e promuovere le
attività (concerti, conferenze, dibattiti, incontri e
spettacoli) del centro, ma sostenerle fattivamente con il loro
patrocinio, e non solo virtuale (è mancato invero anche
questo!); ebbene proprio queste due Istituzioni hanno la responsabilità
della chiusura!
4. A questo punto manca solo che arrivi un'ordinanza per la sospensione
del riscaldamento nelle case (i pretesti, come sai, si possono
inventare e poi argomentare perché appaiano giustificati
sul serio). E magari potrebbero proporre agli abitanti di trasferirsi
a valle, in due o tre bei grattacieli!
Per questi gravi motivi, ritengo doverosa la tua chiamata
a raccolta di tutti coloro che hanno a cuore le sorti di Costalta,
le condizioni di vita delle genti ladine del Comelico e, più
in generale, le prospettive di crescita di una società
- quella radicata in montagna - che non può essere soffocata
con provvedimenti come quello che ha chiuso praticamente la Canonica.
Da parte mia, io proporrei di sensibilizzare gli artisti del
Veneto e delle altre Regioni Italiane alla donazione di un'opera
al "Comitato per la difesa di Costalta", da inserire
poi in una mostra d'arte da allestire nella Casa della Regola
ed, eventualmente, a un'asta con la vendita di quadri e sculture
(il ricavato servirebbe a finanziare le iniziative del "Comitato").
Caro Claudio, hai la mia solidarietà piena e auspico che
la gente di ogni dove manifesti fattivamente la sua vicinanza
a quelle persone di Costalta - le conosco e so che sono molte
- che si danno da fare per ESISTERE.
CHIEDO IN PARTICOLARE CHE GLI INTELLETTUALI - POETI, SCRITTORI,
ARTISTI, ATTORI, MUSICISTI - DIANO IL LORO APPOGGIO A UNA RICHIESTA
CORALE: CHE VENGA RIPRISTINATA LA FUNZIONE DELLA CASA CANONICA,
PRIVILEGIANDO L'INTERESSE DELLA COLLETTIVITA' DI COSTALTA.
Esprimo l'augurio che l'Anno Nuovo faccia vedere cose assolutamente
migliori di quello passato; con l'occasione, un cordialissimo
saluto.
Trieste, 30 dicembre 2007
Enzo Santese, critico d'arte
A: costauta@costalta.it
Oggetto: adesione alla civile e culturale protesta per salvare
Costalta
Ricevuto il: 02/01/07 - 16:14
Da qualche tempo conosco la situazione di Costalta attraverso
gente che mi ha informato dei maldestri interventi per cassare
la vivacità culturale della piccola, ma tanto affascinate
frazione del comune di S. Pietro di Cadore.
Ho parlato della faccenda anche con il sindaco non tirando fuori
quasi nulla, se non che ero poco informato e che lui era stato
eletto mentre io chi ero che mi permettevo d'intervenire ...
Personalmente sono, e non da oggi, molto preoccupato perchè
bloccare l'attività creativa nei nostri piccoli e piccolissimi
centri di montagna significa minarne l'esistenza. Tutto quanto
si è visto nascere e crescere tra quelle case tipiche
di Costalta, aggrappate alle pendici della montagna, sotto forma
di musica e arte ne ha consentito, forse incentivato, la vita
quotidiana, il resistere anche dei giovani.
Insomma è da considerarsi un autentico miracolo da salvare.
Di questi tempi, allorquando l'attenzione è appuntata
sulla montagna e sull'autonomia e autogoverno, è strano
che si cerchi di marciare nella direzione opposta ad iniziare
dalle autorità municipali che dovrebbero, al contrario,
essere le prime a sostenere tutto quanto permette e sostiene
la qualità della vita in montagna e nel bellissimo Comelico.
Monti, vallate che mi hanno sempre attratto per il loro essere
estremi e cerniera verso altre realtà della montagna,
nostro elemento naturale passato presente e futuro
Lunga vita quindi alla creatività culturale dei "costautini".
P.S.: L'intervento, col titolo "SALVIAMO LA CREATIVITA'
E LA CULTURA A COSTALTA DI COMELICO", è stato pubblicato
anche nel mio blog http://jeniopa.blog.com/
Eugenio Padovan
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: APPELLO PER SALVARE COSTALTA
Ricevuto il: 03/01/08 - 18:31
Egr. Sig. Michelazzi,
in riferimento alla Sua lettera relativa all'oggetto, Le chiedo
gentilmente se può mettersi in contatto con me...
RingraziandoLa per la cortese attenzione, porgo i più
cordiali saluti
Sergio Reolon (Presidente Provincia Belluno)
A: costaltalibera@libero.it e costauta@costalta.it
Oggetto: Appello per salvare Costalta
Ricevuto il: 05/01/08 - 15:16
Caro Claudio,
sono la ritardataria di turno! Non a caso.
Mi sono presa il tempo per riflettere e per trovare le parole
adatte. Le avrei volute simpatiche come quelle di Stefania, brillanti
come le tue o quelle di Enzo, sarcastiche come quelle di Daniele
o semplicemente solidali come tutte quelle degli amici che ci
hanno sostenuto. Ma, forse per questo mio carattere battagliero,
le uniche parole che mi tuonano in mente sono di profondo disprezzo
per quegli uomini, o presunti tali, che, con leggerezza e cattiveria,
hanno preso certe decisioni. Lo stesso sentimento lo provo per
le persone che li sostengono, mosse dall'invidia e dai complessi
si inferiorità e ancor peggio per tutti coloro che non
hanno mai mosso un solo dito per la società costaltese
e ora, d'improvviso, per rivalsa e vendetta, si prodigano per
sostituire le persone volenterose che per anni si sono sacrificate
per rendere piacevolmente vivibile il nostro amato paese. Ho
letto la sofferenza negli occhi di queste persone, sempre ingiustamente
attaccate! Così vorrei esprimere pubblicamente il mio
affetto e la mia grande stima per gli amici del Gruppo musicale
e dire alle persone che vorrebbero vederci divisi, che invece
siamo sempre più uniti e affiatati! Ringrazio di cuore
te, Claudio e tutte, proprio tutte, le persone che ci amano!
Buon 2008!
Elena Pomarè
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Risposta all'Appello
Ricevuto il: 08/01/08 - 21:49
In dicembre ho ricevuto da una "mailing list" bellunese
il vostro appello ed oggi leggo sulla stampa locale che la situazione
per il vostro gruppo civico va peggiorando.
Ritenevo che l'era dei padri-padroni fosse terminata e insieme
fosse terminata pure quella dei sindaci-padroni, ma a quanto
è dato capire, invece, nel vostro paese ne è rimasto
uno!
Con la presente desidero testimoniarvi, per ciò che può
contare, la mia piena solidarietà
Cordialmente
Manlio Da Rold
BELLUNO
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Sarà dura.
Ricevuto il: 09/01/08 - 15:41
Ho appreso durante la mia ultima visita a Costalta che è
stata chiusa la Ceda del Comitato.
Ma come invece di aprire nuovi spazi, non solo fisici, si chiudono
quelli già esistenti?
Là dentro ci stavano gli scacchi di Tita Plin, le proiezioni
di diapositive, le recite, le feste di fine anno, i tornei di
ping pong, gli incontri degli anziani.
E' gravitata ed è cresciuta in quel luogo di incontro
più di una generazione, per non parlare del campetto del
volley, dei sacrifici fatti per dotare Costalta del suo piccolo
stadio e di tutti quelli che hanno potuto così fare dello
sport.
Sarà dura dicono i miei amici Valsusini, perchè
sarà dura arrendersi a quello che non c'è, ma sarà
ancora più dura arginare la voglia di fare e di creare
di tutti gli spiriti liberi.
Saluti
Dide Casanova Crepuz
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Salviamo Costalta
Ricevuto il: 09/01/08 - 17:04
Sono stato per qualche anno ospite di un amico a Costalta.
Ricordo poche persone, ma di più l'emozione delle albe
e dei tramonti.
Corollario di creste montuose baciate da rosati raggi di sole.
BELLO!
Vengo a conoscere, con dispiacere, che oltre all'asilo, la scuola
e alle malghe Londo e Antola, è stata ordinata anche la
chiusura della " Ceda del Comitato".
Una presa di posizione politica. Non mi è dato conoscere
tutte le ragioni di questa decisione. So che fare politica è
soprattutto addivenire a saggi compromessi.
Sempre che ciò serva alla comunità in cui si opera;
è quello che di solito i buoni ammistratori tendono a
fare. Perchè a Costalta invece si disfa?
E' triste, tutto ciò, anche per me lontano, ma comunque
partecipe.
Otello Brunetta
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: solidarietà
Ricevuto il: 09/01/08 - 22:23
Tutti i componenti delle squadre di pallavolo del Comelico
Volley vogliono espirmere la piena solidarietà alla protesta
contro la chiusura della "ceda del comitato", luogo
di importante crescita per la pallavolo giovanile in Comelico
e luogo di ritrovo estivo nel campetto adiacente dove si sono
svolti bellissimi tornei che hanno fatto nascere la passione
per la pallavolo a diversi ragazze e ragazze che ora giocano
nelle nostre squadre. Non vogliamo perdere un luogo che tanto
ci ha dato e tanto può fare ancora. Riapritelo!!!.
Sportivamente un saluto e un augurio che tutto torni come prima
perchè vogliamo tornare a Costalta.
Gli atleti e le atlete con i tecnici e dirigenti
del Comelico Volley
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Campo di pallavolo
Ricevuto il: 11/01/08 - 15:51
Il campo di pallavolo della "Ceda dal Comitato"
Ai giorni nostri lo sport è diventato parte integrante
della società. In pochi decenni questa parola un po'
americana, è diventata così importante da condizionare
la vita di famiglie intere. Certo lo sport è inteso anche
come business, l'èlite a cui tanti puntano, ma che vede
pochi arrivare. Io, lo sport, lo intendo come momento educativo
di aggregazione, di confronto e, perché no, come interscambio
culturale. Sport è anche emozione, gioia, passione
probabilmente proprio quella che permise a Lucio all'inizio degli
anni '80 di dare un input ad un gruppo di amici per la riqualificazione
e la trasformazione dell'area della canonica di Costalta in un
piccolo oratorio. Lui, pioniere della pallavolo bellunese che
veniva dall'esaltante esperienza (titolo CSI, junior '70-'71
e 3° posto ai campionati regionali) con la squadra del seminario,
la Gregoriana, cercava di trasmettere a noi le emozioni che questo
sport sa dare. Quindi voglio esprimere tutta la mia gratitudine
a Lucio ed a tutti coloro che hanno collaborato in maniera attiva
alla "costruzione" del campo di pallavolo nell'area
attigua alla "Ceda dal Comitato" di Costalta, ora assurdamente
chiusa. Un particolare abbraccio a Samuele e Domenico, vittime
di ingiuste cattiverie. Concludo invitando tutti coloro che vogliono
al torneo di pallavolo che ormai da 25 anni riempie l'agosto
costaltese e che quest'anno si chiamerà "ASPETTANDO
COSTALTA 2009". E' bene infine che tutti ricordino che la
storia di oggi non esisterebbe senza quella di ieri.
Sportivamente,
Marco De Villa Tondo
A: costaltalibera, segr.sanpietro, vescovado, magcom, segr.cmcs
Oggetto: solidarietà
Ricevuto il: 14/01/08 - 12:19
Caro Lucio, caro Daniele
e cari amici del Gruppo Musicale di Costalta,
ma non solo
invio questa lettera-riflessione simbolicamente anche
a tutti gli abitanti di Costalta,
al Sindaco del Comune di San Pietro,
al Presidente delle Regola di Costalta,
al Presidente della Comunità Montana Comelico-Sappada,
al Vescovo di Belluno,
al Presidente della Magnifica Comunità di Cadore
ho letto di quanto è avvenuto a Costalta
la chiusura
della Ceda del Comitato, lappello per Salvare Costalta,
la risposta del sindaco di San Pietro. Ho sentito e letto il
parere di molte persone di lì e altre che conoscono e
seguono le molteplici attività del Gruppo Musicale, altre
che apprezzavano le quotidiane azioni svolte per la vita della
comunità
ho sentito esprimere da tutti amarezza,
delusione e anche un po di fatica a guardare avanti, con
fiducia. Ho anche letto le molte lettere di solidarietà
e di vicinanza espresse agli amici di Costalta.
E alla luce di tutto questo mi chiedo perché
Perché si è arrivati a chiudere unesperienza
così bella, così positiva, così importante
per la comunità parrocchiale e civica di Costalta?
Perché chiudere un luogo che era stato curato (molti i
lavori fatti), migliorato e che rappresentava un punto di riferimento
e di incontro, anche inter generazionale, per molte delle persone
che vivevano in Paese?
Perché chiudere un luogo così significativo, dopo
tanti anni di presenza, di iniziative a favore di bambini, giovani
e anziani in un momento in cui è già difficile
tenere le imposte delle case aperte?
Perché?
Perché di fronte a un gruppo di persone che così
tanto si sono spese per animare e sostenere la vita della comunità
di Costalta si è scelto di chiudere, anziché interloquire
e confrontarsi?
Perché non si è tenuto conto di quanto è
stato fatto e di quanto queste persone hanno fatto per il paese,
portandone il nome ovunque, facendo onore al Cadore e in particolare
al Comelico?
Perché non si è valutato quanto sia pericoloso,
anche simbolicamente, chiudere
unesperienza culturale
(deposito di idee, fatiche, storie,
saggezza, racconti,
lha definito Laura Capellari in una delle tante lettere
a voi giunte da tutta Italia), in un piccolo paese di montagna?
Perché non si è tenuto conto di tutto questo? E
di ciò che Costalta, grazie alle persone che hanno gestito
la Ceda del Comitato, ha rappresentato per molti montanari: la
vita possibile, anche in un piccolo e lontano paese, una vita
qualitativamente buona, nonostante le fatiche logistiche
e ambientali, purché vi sono servizi minimi garantiti
(in tal senso la protesta, anni fa, per la chiusura delle scuole),
persone con cui vivere e condividere passioni e interessi e soprattutto
persone che hanno voglia di restare. Costalta ha saputo essere
tutto questo. Il paese del legno, un paese di artisti che ha
saputo dipingere, scolpire e cantare le molte sfumature
della montagna, con amore, intrecciando passato, presente e futuro.
Perché voler soffocare tutto questo? Nessuno è
profeta in patria
purtroppo è proprio vero
Ma vogliamo continuare a perdere esperienze e persone così
importanti, anzi di più, così determinanti per
il nostro Cadore? Lo vogliamo fare specie in un momento così
difficile per la nostra zona? Anni fa, in occasione di un convegno
promosso dalla Magnifica Comunità sulla condizione dei
giovani in Cadore molte le analisi e le riflessioni, a partire
dal disagio crescente del mondo giovanile e non solo. Tra le
piste individuate, elaborate in appositi gruppi di lavoro, al
primo posto cerano proprio luoghi dove ritrovarsi,
luoghi da gestire
luoghi dove stare
Parole rimaste
solo dichiarazioni di intenti come, purtroppo giustamente, molti
giovani temevano
Nonostante tutto questo mi sento di dirvi, cari amici di Costalta:
trovate, troviamo, una strada, un luogo dove stare, dove portare
avanti le vostre idee,.. le vostre modalità di essere
e di fare.
Perché le idee camminano, le persone cambiano e il tempo,
alla fine, dimostra ciò che ha veramente valore
Non
lasciatevi fermare
non siete soli
e rappresentate simbolicamente
troppe cose e troppo importanti per lasciar perdere
La miglior cosa sarebbe, naturalmente, un riavvicinamento, un
incontro, una chiarificazione, un accordo
, ne uscirebbe
rafforzata lintera comunità
Se non sarà possibile andate avanti,
ci saremo
e saremo tanti a partecipare
Chiudo ricordando due persone che secondo me dovete sentire idealmente
vicine in questa vicenda anche se non ci sono più. Uno
è un prete che per me e per molti di voi è stato
un riferimento per le sue modalità e le sue parole: don
Lorenzo Milani: un prete burbero, a volte scontroso ma grande
nel suo esserci, sempre, con tutti, un prete un po
fuori dagli schemi, che ha saputo stare con la gente e che in
un piccolo paese di montagna, a Barbiana, ha ideato una delle
scuole di vita e di pedagogia della comunità
tra le più significative degli ultimi anni. Lì
è nata Lettera a una professoressa
che dovremmo,
tutti, periodicamente rileggere.
Laltra persona che sento vicina in questa vicenda è
Alexander Langer
il viaggiatore leggero
il costruttore
di ponti
.Alex sarebbe stato li con voi
vi avrebbe
aiutato e sostenuto. Lui amava ricordare sempre uno slogan importante
per tutti noi: agire localmente, pensare globalmente.
Ecco. Credo sia questo il modo per guardare avanti: intrecciare
idee e relazioni e insieme saprete, sapremo, trovare le soluzioni
per non tradire gli ideali e non vanificare il lavoro
tanto - di questi anni.
Ciao a tutti, un arrivederci a presto, con amicizia,
da una mezza comeliana.
Mirta Da Pra Pocchiesa
Caselette (TO)
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: salvare costalta
Ricevuto il: 15/01/08 - 14:24
Vi invio la mia solidarietà in quanto amante della
montagna, di un tipo particolare di montagna : non quella dei
caroselli sciistici , delle seconde case, dei condomini che anche
li da voi stanno inevitabilmente mangiandosi la vostra più
grande risorsa che è l'ambiente, ma la montagne delle
tradizioni popolari, le sole che attraverso la cultura sono in
grado di fermare uno sviluppo distorto...
Rossato
A: costaltalibera@libero.it e costauta@costalta.it
Oggetto: Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 15/01/08 - 19:25
Ancora una storia di divisioni e contrasti affligge la nostra
valle togliendole energie utili ad affrontare il futuro dei nostri
giovani.
A Costalta ci sentiamo tutti legati da sentimenti di ammirazione
e gratitudine per aver rappresentato ovunque per decenni il meglio
della Cultura del Comelico. Quella casa, legata così intimamente
alla Chiesa è stata vissuta intensamente da generazioni
di ogni età, ha ospitato gente ed eventi importanti. Speriamo
che questo temporale sfoghi velocemente i suoi rumori e bagliori
per lasciare posto ad una nuova stagione di concordia che spalanchi
quelle persiane, riapra quel portone alla sua gente.
Non si affievolisca, nel frattempo, la volontà di creare
propria del Gruppo musicale di Costalta e di Costaltarte. Con
loro abbiamo collaborato e continueremo a farlo.
A loro ed al paese intero esprimiamo affetto.
Il Gruppo di ricerche Culturali di Comelico Superiore
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: è una vergogna
Ricevuto il: 16/01/08 -12:27
Ciao a tutti,
io ho fatto la tesi di laurea su Costalta: ho creato la guida
turistica del paese, orgogliosa di poter sottolineare ad amici
e prof la "specialità" di questo paese... e
ora?
si chiudono i battenti così? di tutto?
ma è una vergogna!
Amici di Costalta, avete tutto il mio appoggio.
Francesca Bartolini
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Appello
Ricevuto il: 21/01/08 - 19:37
Son veramente dispiaciuto e ritengo che sia veramente a dir
poco incomprensibile tutto ciò.
Dirvi che son dalla vostra parte mi sembra ben poca cosa, ma
vivendo così lontano... per il momento non posso far altro.
A presto
Silvano Borzacchiello Musicista (Lugano - Svizzera)
A: costaltalibera@libero.it e costauta@costalta.it
Oggetto: Squatter alla Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 22/01/08 - 16:27
Mii, ma che avete combinato alla ceda dal comitato? Fino a
Torino è arrivata sta notizia. Altro che la caduta del
governo... Avete fatto talmente incazzare il prete che ha detto
al sindaco di chiuderla... dite la verità, che combinavate
là dentro, eh? ahh, questi intellettuali artistoidi, tutti
pazzi sono! E poi facevate pure occupazione!!!Squatter!!!! Per
giunta dal 1998! E già che vi sbattono fuori... dopo 10
anni magari avevate pure pretese di proprietà legittime...
e il prete come glielo dice al vescovo? e per giunta che è
stata occupata da un gruppo culturale non espressamente cattolico...
quello lo manda in Africa con la guerra
civile...
Ma la domanda che sorge spontanea è: ma è stata
assegnata un'altra struttura che può in qualche modo ospitare
le varie iniziative culturali e sociali che avevano luogo alla
ceda?
Se questo luogo esiste ed è parimenti bello e "familiare",
ma soprattutto utilizzabile per le stesse attività del
precedente penso che non si possa eccepire le decisioni prese
da sindaco e parroco (o curia). Rimane certo l'amarezza del cambiamento
non voluto e lo spreco di lavoro e soldi per mettere in ordine
e mantenere negli anni un luogo come la ceda dal comitato. Il
sindaco nella sua lettera sostiene che tale posto sostitutivo
esista: ebbene, se c'è, com'è? Vi prego ditemelo...
Un gran saluto a tutti.
Bernardo "Berny" Scursatone (Torino)
A: costauta@costalta.it
Oggetto: [Nessun oggetto]
Ricevuto il: 23/01/08 - 16:35
Credo che, dopo i ben noti fatti accaduti alla Sapienza di
Roma, in seguito ai quali il mondo cattolico si è eretto
a paladino della democrazia e del confronto tra le diversità,
ora più che mai, sarebbe opportuno dimostrare di essere
all'altezza delle proprie dichiarazioni, fornendo tutte le opportunità
di confronto, logistiche e intellettuali, soprattutto alle voci
fuori dal coro. Vivo in una città, da questo punto di
vista blindata, dove la cultura sta morendo e l'unico dibattito
ufficiale é autoreferenziale.
Silvia Valenti
Treviso
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Lettera alla Curia Vescovile
Ricevuto il: 25/01/08 - 21:34
Caro Claudio,
allego una lettera, partita oggi con destinazione Curia Vescovile.
Un abbraccio a te e a tutti,
Massimiliano
Eccellenza,
Costalta è un paese al margine. Al margine delle grosse
correnti, dei principali centri di aggregazione, dei flussi turistici
massicci. Anche, se vogliamo, della storia. Non costituisce passaggio
obbligato; la sua posizione geografica non ne fa punto di confluenza
o snodo. Poche centinaia gli abitanti, i collegamenti scarsi
e inadeguati, insufficienti le strutture. La ricerca spontanea
di spazi aggregativi si giustifica nel disagio quotidiano, nel
bisogno di colmare un vuoto persistente. Vuoto infrastrutturale,
amministrativo, pastorale. È naturale che in una situazione
come questa gli individui cerchino di compensare la mancanza,
elaborando soluzioni alternative che consentano uno stile di
vita dignitoso e socialmente qualificante. La comunità
di Costalta ha reagito alla marginalità proprio perché
alcune persone si sono rimboccate le maniche e, ispirate dal
principio della totale gratuità, hanno organizzato - di
anno in anno, per più di tre decenni - la vita comunitaria,
hanno contrastato uno "scivolamento a valle", che molti
ritenevano e tuttora ritengono l'unica via percorribile. La loro
opera si è definita a sostegno e più spesso in
completa sostituzione dell'attività pastorale, rappresentata
- soprattutto negli ultimi anni - da figure pallide e prive di
consistenza. Queste persone hanno reso vivibile il margine, vi
hanno aggiunto valore. Ne hanno cambiato il segno. Animazione,
canto, musica, istruzione, assistenza, volontariato sociale:
questi i tratti del loro operato. Grazie allo sforzo, all'energia,
alla resistenza di queste persone, si è definita quella
spiccata dimensione sociale e comunitaria - tipica del paese
di Costalta - di cui molti, a cose fatte, si riempiono la bocca.
È proprio attorno alla "Ceda dal Comitato" che
nel corso degli anni queste attività si sono coagulate.
In questo spazio centinaia di persone, in continuo scambio generazionale,
hanno condiviso momenti autentici di socialità, contrastando
la tendenza all'isolamento che ci vorrebbe ripiegati su noi stessi
ed egoisticamente confinati nello spazio ristretto del nucleo
familiare. La chiusura della "Ceda dal Comitato" è
ormai alle spalle. Nonostante siano passati molti giorni, lo
stupore per ciò che è successo non accenna a diminuire.
Lo sbalordimento per una vicenda dai contorni paradossali, che
ha dell'inverosimile. Che disorienta. La scelta di allontanare
da sé chi si dedica all'Altro, è un vero e proprio
sfregio al concetto di gratuità e di volontariato; è
un'azione irragionevole, insensata, assurda. Una decisione autoritaria
che rafforza l'immagine di una Chiesa assorta in sé, incurante
della marginalità, priva di spessore umano. Che drammaticamente
perde di vista il suo compito primo: parlare all'uomo. Ogni volta
che racconto questa vicenda a chi ancora non la conosce, creo
sconcerto, confusione. L'interlocutore rimane attonito. Spiazzato
da una situazione ai limiti del grottesco, non ne comprende il
motivo. Riandando con la mente alle varie attività che
dentro la "Ceda dal Comitato" si sono svolte, mi chiedo:
forse che laboratori teatrali per bambini, feste per gli anziani,
pomeriggi musicali, letture poetiche, cineforum, concerti sono
eventi ad alta pericolosità sociale? Vi si possono forse
intravedere i tratti cupi dell'eversione? O non si tratta, invece,
di tentativi di coesione? A glossa di questa riflessione, cito
il contenuto di una lettera.
Il 20 di ottobre del 1963, don Lorenzo Milani scrive a Mons.
Giovanni Bianchi, Vicario generale della Curia arcivescovile
di Firenze. Rispondendo al prelato che lo accusa di non aver
mantenuto un impegno, don Lorenzo dice: "È ben umiliante
per noi sentirci chiamare in basso al livello puerile, dispettosetto,
irreligioso delle gelosie e delle invidiuzze locali. Ma è
ancora più umiliante che coloro che mostrano di vivere
a quel livello trovino subito ascolto in Curia. Che la Curia
si presti a far loro da portavoce, che la Curia non domandi loro
"Perché non andate a dirlo all'interessato come prescrive
il Vangelo?". Più avanti, si rammarica di "veder
la Curia assurdamente contraria a una semplice opera di bene
e solidale ancora una volta con le spie, gli invidiosi, i cercatori
di male nel bene
". E chiude con accenti accorati,
esprimendo al presule tutto il suo stupore: "mi meraviglio
che lei dopo la sua visita qui non abbia ancora capito che [
]
ci sforziamo quotidianamente di vivere in una elevata atmosfera
di dedizione al prossimo, di problematica religiosa, morale,
politica, culturale ad alto livello" .
Con le parole del priore di Barbiana La lascio e, augurandoLe
che l'anno nuovo possa portare consiglio e ravvedimento, La saluto.
Massimiliano De Villa
Venezia, 25.01.2008
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: appello
Ricevuto il: 29/01/08 - 18:39
Non c'è futuro per le nostre terre senza cultura,
idee, valorizzazione dei talenti locali, spazi per i giovani,
creatività.
Gli uomini hanno bisogno di parole, suoni, immagini, sogni.
Plaudo all'iniziativa per la cultura in montagna e auspico che
con il dialogo si possa trovare una soluzione al problema degli
spazi.
I migliori saluti
Maurizio Fistarol
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Manifesto SALVIAMO GLI SPAZI PER
LA CULTURA IN MONTAGNA
Ricevuto il: 31/01/08 - 16:21
Invio il manifesto del pomeriggio di protesta per gli spazi
per la cultura...
Un abbraccio
CLAUDIO MICHELAZZI
Il testo del... manifesto
SALVIAMO GLI SPAZI PER LA CULTURA IN MONTAGNA
DA COSTALTA AGLI ALTRI LUOGHI IN PERICOLO
AURONZO
DOMENICA 10 FEBBRAIO DALLE ORE 16.OO
CINEMA TEATRO KURSAAL
Pomeriggio di musica, teatro, poesia con
ANDREA DA CORTA E AL TEI
LE WONGOLE
I FIORI BLU
ILLOGICAL SNAILS
GRUPPO MUSICALE DI COSTALTA
GUALTIERO GASPERINI
PAOLA BROLATI E CHARLY GAMBA
LAVORI IN CORSO
ALCUNI ARTISTI DI ZELOZ
Interventi di
un sindaco del Cadore, un sindacalista,
presidenti di associazioni culturali e di volontariato,
artisti ed intellettuali
Presentazione del libro sulla vicenda di Costalta
RACCOLTA FIRME PER IL MANIFESTO
SALVIAMO GLI SPAZI PER LA CULTURA IN MONTAGNA |
Il manifesto, in formato .pdf, si puo' visualizzare (e ingrandire)
cliccando sulla seguente immagine
|
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: A proposito del pomeriggio di protesta...
Ricevuto il: 31/01/08 - 17:20
Cittadini, amici,
abbiamo deciso di organizzare il pomeriggio di protesta civile
del 10 febbraio 2008 che si terrà al Teatro Kursaal di
Auronzo dalle 16 per vari motivi...
- perchè quello che è accaduto a Costalta con
la chiusura della "Ceda dal Comitato", chiusura che
ha privato un tessuto sociale particolare di un importantissimo
centro di aggregazione, non possa avvenire più in nessun
angolo del nostro territorio, territorio che sta vivendo un momento
di fervido impegno da parte di tutti, artisti, amministratori,
intellettuali, per lo sviluppo sociale e culturale;
- perchè la protesta è un diritto ma anche un
dovere: un diritto, perchè distruggere uno spazio per
la cultura che uomini, donne e ragazzi hanno costruito in anni
di lavoro è una ferita mortale, un colpo al cuore pulsante
di una terra che tenta di rinascere; un dovere morale, perchè
non deve più regnare il silenzio sull'operato di amministratori
civili o religiosi che lavorano per scopi politici od economici
lontani dal bene della collettività andando a ledere iniziative
culturali, sportive, associative, volontaristiche che sono lo
scheletro di una società.
Noi il 10 febbraio 2008 ad Auronzo dalle ore 16 presso il
Teatro kursaal ci saremo.
E con noi tantissimi artisti, poeti, musicisti, attori, intellettuali,
organizzatori di eventi provenienti da tutto il Cadore ed anche
i pochi amministratori illuminati del nostro territorio, tutti
giovani, che cominciano piano piano a sostituirsi alla vecchia
guardia, aprendo alle possibilità dello sviluppo e del
futuro, amministratori intraprendenti che non si accontentano
di trascinare il loro presente fermo e malato, e nemmeno di piangere
su un glorioso passato, ma che vogliono produrre azioni concrete
e nuovi progetti per una società e per un territorio che
da poco ha acquisito la consapevolezza del proprio valore e che
cerca di crescere per un domani migliore.
CLAUDIO MICHELAZZI
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Costalta vive
Ricevuto il: 02/02/08 - 08:54
Cari amici, è difficile aggiungere qualcosa a quanto
scritto da molte persone. Credo che questa continua manifestazione
di affetto e di solidarietà sia la medicina migliore per
alleviare questo momento difficile e pieno di amarezza. Da parte
mia posso solo ringraziare Lucio, Claudio, e tutti gli amici
di Costalta che grazie al loro impegno e al loro amore per il
paese hanno realizzato qualcosa che resterà nel tempo.
Quella Ceda era ed è anche la mia Ceda, è stato
un luogo di divertimenti e di amori (lì ho conosciuto
la mia futura moglie Mariangela), di preghiera e di cultura.
Non provo rancore per quelli che hanno cancellato una parte importante
del mio e del vostro passato, ma solo compassione perché
loro NON HANNO CREATO NULLA ed è per il nulla che saranno
ricordati.
Il tempo, che è sempre galantuomo, ricorderà invece
le serate culturali, gli eventi sportivi, gli incontri di preghiera
e tutto quello che avete creato in questi anni. Questo sì
sarà ricordato!!
Vi esorto pertanto con tutto il cuore ad andare avanti, a superare
anche questo momento perché siete davvero lorgoglio
di Costalta.
Un abbraccio fraterno
Michele Casanova De Marco (Porcia-Pn / Kostauta)
A: costauta@costalta.it
Oggetto: Io C'ho suonato a ottobre...
Ricevuto il: 04/02/08 7:18:26
Ciao, mi chiamo Alberto De Rossi e son rattristato dalla
notizia della chiusura del Ceda dal comitato e mi sembra impossibile
che l'unico posto di ritrovo per i giovani del paese abbia chiuso!!!
Io ci ho suonato il 20 ottobre del 2007 con il mio progetto,
anzi, precisamente è stata la prima serata in assoluto.
E parlando con Lucio ci siamo ripromessi di ripetere l'evento
per l'estate o quanto meno per l'anno successivo, ma dove lo
potrò fare????
Io non so cosa si possa fare, abito a Padova, ma credo che anche
con una semplice mail si possa far qcs.
Alberto De Rossi
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: [Nessun oggetto]
Ricevuto il: 06/02/08 - 17:51
Caro Lucio, ti scrivo per esprimere piena solidarietà
a te ed agli amici del gruppo musicale di Costalta, in relazione
alla vicenda della sede, che ho potuto mettere a fuoco solo di
recente nei suoi risvolti problematici.
Naturalmente non mi soffermo sugli aspetti formali che
non conosco- di un intervento autoritativo legato alla proprietà
dellimmobile, sede storica del Gruppo. Quello che mi sembra
assolutamente inaccettabile è lesito sostanziale
di questo intervento, ossia la privazione della sede sociale
senza adeguate soluzioni alternative- per una compagine
sicuramente benemerita sul piano sociale, riconosciuta (non solo
localmente, ma soprattutto localmente) come espressione autentica
della vita culturale e artistica di Costalta.
Sarebbe stato doveroso, specie per chi esercita responsabilità
pubbliche, cercare tempestivamente attraverso il dialogo-
una soluzione in grado di assicurare una serena prosecuzione
dellattività per un Gruppo che ha mostrato, in un
quarto di secolo, sicure capacità artistiche e disinteresse
sul piano economico.
La povertà culturale ed i problemi di marginalità
dei nostri paesi dipendono purtroppo anche dal modo con cui spesso
si affrontano le questioni, radicalizzando contrasti e conflitti
e non ricercando soluzioni appropriate, spesso semplici e a portata
di dialogo.
Al di là della vostra apprezzabile determinazione a proseguire,
resta il rammarico (per me profondo) per il modo assai
poco esemplare- con cui si è creato un caso
che non doveva nascere.
Buon lavoro, comunque, guardando avanti e mantenendo intatta
la stima per le attività del gruppo e la disponibilità
dei suoi componenti.
Giancandido De Martin, docente allUniversità Luiss
di Roma
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: SALVIAMO GLI SPAZI PER LA CULTURA
Ricevuto il: 13/02/08 - 14:32
Mi permetto inviare l'allegato.
Mario Svaluto Moreolo.
Belluno, 11 febbraio 2008
Pregiatissimi
TATIANA PAIS BECHER
CLAUDIO MICHELAZZI
LUCIO EICHER CLERE
Sento il dovere ed il piacere di ringraziarvi per il bellissimo
pomeriggio che avete offerto in quel di Auronzo.
Oltre all'apprezzamento per i tanti e piacevoli "stacchi"
di notevole livello artistico per di più percorsi da una
sana ed intelligente ironia ed autoironia, mi ha favorevolmente
colpito il clima di grande serietà e serenità che
ha caratterizzato l'insieme degli interventi di introduzione
e di commento. Poteva essere diverso !
Credo che la manifestazione e la presentazione dell'opuscolo
(rosso!) possano e debbano rappresentare un punto di arrivo e
di sedimentazione della "crisi" partita a Costalta.
Non credo si possa raccogliere il grido disperato e disperante
dei braccianti di Avola, poi uccisi da servitori dello stato,
per aver rivendicato il diritto alla sopravvivenza.
Ricordate ?
"
.prendete la vostra rabbia, chiudetela nel
pugno e
.".
No, non è più così !
Assorbite la vostra "rabbia", mettetela assieme
alla scarsa preveggenza dei vostri interlocutori e trasformatela
in ulteriore azione culturale attraverso il "confronto",
il "dialogo", la "proposta".
Sentiti gli amici del Consiglio di Presidenza sono autorizzato
ad offrire la disponibilità dell' ISBREC" (Istituto
Storico Bellunese della Resistenza e della Età Contemporanea)
ad affiancare ed allargare lo spettro dell'azione culturale comunque
sempre a favore della nostra comunità provinciale.
Chiosa personale.
Vi domanderete: chi sei tu per ammannirci questo "pistolotto"
fra il moralistico ed il politico ?
Io sono un "minus" qualsiasi che osa dire delle cose
ovvie, frutto della propria formazione cristiana (sempre in itinere!)
che ha assunto lievemente nel corso della propria esistenza,
per ciò stesso libera e laica, e che è patrimonio
comune: di cattolici e laici, di istituzioni e gerarchia, ma
che è poco praticata.
Sempre con i più cordiali saluti e rinnovati ringraziamenti.
Mario Svaluto Moreolo |
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 18/02/08 - 23:30
Cari amici,
ho letto con molta tristezza l'articolo sulla chiusura della
Ceda Dal Comitato.
Le attivita' che si svolgevano al pianoterra della canonica riunivano
una
comunita' di persone che andava ben oltre i Costaltesi, ed esaltavano
la ricchezza culturale, artistica ed intellettuale della nostra
vallata.
La perdita della Ceda colpisce TUTTI e l'ostruzionismo ad uno
sviluppo che vada al di la' dei limiti geografici contribuisce
solamente all'impoverimento sociale.
Quale vanto ci potra' essere ad aggiungere un altro edificio
vuoto dove esiste invece la volonta' di riempire di vita un paese?
Un abbraccio,
Cristina
St. Louis, Missouri
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Ceda Comitato
Ricevuto il: 19/02/08 - 07:11
Più che al latino, per titolare l'appello bisognerebbe
ricorre all'idioma vandalico, penso che un posto in corsa per
il premio Attila al sindaco di S. Pietro non dovrebbe mancare.
Piccolo suggerimento: visto lo spirito secessionista austriacante??
di questo raffinato amministratore, perchè non migrare
verso comuni vicini, che magari considerino la cultura una risorsa
e non un campo demolizioni, in cui esercitarsi come sfascia carrozze?
un saluto
(purtroppo sono a Roma ma in ispirito sono con voi)
a presto
Gianni
A:costaltalibera@libero.it
Oggetto: Presentazione del libro Questa diocesi ci ha abbandonato
Ricevuto il:19/02/08- 18:08
Invito alla presentazione del libro
Questa diocesi ci ha abbandonato
lettere senza risposta di cristiani ai margini
al vescovo di Belluno Giuseppe Andrich
Le recenti vicende che hanno interessato il paese di Costalta,
cioè la chiusura del piano terra della canonica, dove
da una trentina danni si riunivano liberamente ragazzi
e giovani e dove esercitava la sua attività di formazione
corale e culturale il Gruppo musicale di Costalta, sono state
una chiara esemplificazione dellindifferenza e dellabbandono
in cui sono lasciate le comunità marginali dai poteri
centrali.
In questo caso il potere in questione è quello della diocesi
di Belluno, che si è accordata con il sindaco di San Pietro
di Cadore per ordinare lo sgombero di persone e cose
dagli spazi che i volontari avevano costruito ed attrezzato a
spese proprie in favore dei ragazzi e dei giovani del paese.
Un nucleo di cristiani, che si riconoscono nella Comunità
di base formatasi negli anni del dopo Concilio, non ha voluto
accettare la logica del silenzio e della rassegnazione verso
questo sopruso gerarchico, ha scritto al vescovo e si è
opposta a lui a viso aperto, perché evidentemente aveva
torto (Galati, 2,11).
La corrispondenza unilaterale con il vescovo Giuseppe Andrich,
che non ha risposto a nessuna delle lettere inviategli, è
stata raccolta in un libretto, insieme ai documenti relativi
allo sfratto dalla canonica ed alle testimonianze di solidarietà
di tanti amici di Costalta.
Una presentazione alla stampa ed al pubblico di questo libretto
verrà fatta
Martedì 26 febbraio p.v., alle ore 16.00
nella sala degli affreschi del palazzo della Provincia
in piazza Duomo a Belluno
Lincontro sarà anche unoccasione per firmare
lappello Salviamo gli spazi per la cultura in montagna.
Costalta 17 febbraio 2008
La Comunità di base di Costalta
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: richiesta pubblicazione
Ricevuto il: 21/02/08 - 01:42
Mi sono permesso di inviare queste quattro righe al Corriere
delle Alpi nella speranza di divulgare la notizia di questa ingiustizia.
EMERGENZA DEMOCRATICA A COSTALTA
Di Fidel Castro e Ernesto Guevara io, comunista, invidio la
rivoluzione, il credo in un ideale,la voglia di lottare per la
libertà di Cuba e dei cubani. Che poi questo sogno si
sia via via dissolto, e Cuba si sia trasformata in una dittatura
repressiva è evidente agli occhi di tutti. In Italia,
i nostri nonni, i nostri partigiani, ci hanno consegnato uno
stato libero e democratico.
Ottenuto ciò ci siamo un po' seduti sugli allori, dando
la possibilità a qualche piccolo "tiranno di quartiere"
di alzare le testa.
Un esempio di "degrado democratico" lo abbiamo a Costalta
piccola frazione del piccolo comune di S.Pietro. Qui il "tiranno",
salito al potere qualche anno fa, si diletta da temponel sopprimere,
nel limite della legalità, questa frazione a lui avversa.
Tra le sue opere può vantare la chiusura dell'asilo, delle
scuole elementari, del centro sportivo, ed ora, per finire, la
ceda del comitato, pericoloso luogo di aggregazione di oppositori
politici. Insomma se una volta gli oppositori venivano mandati
al confino, ora, togliendogli il poco che hanno, un po' alla
volta, e senza violenza, si riesce ad ottenere una migrazione
spontanea di esseri indesiderati.
La ceda del comitato si trova (o trovava) al piano terra della
canonica, e lo sfratto è stato possibile grazie all'assenso
della curia bellunese, il cui capo, Giuseppe Andrich, forse troppo
preso dall'agiata vita che il potere garantisce, non si è
nemmeno degnato di rispondere alle numerose lettere dei parrocchiani,
evidentemente utili solo nel momento in cui elargiscono offerte,
necessarie al mantenimento dell'oneroso stile di vita dei rappresentanti
ecclesiastici.
Per sostenere la "rivoluzione costaltese", all'indirizzo
e-mail costaltalibera@libero.it sono ormai decine i messaggi
di solidarietà giunti da tutta Italia, e da esponenti
politici di idee trasversali, come dimostrano le lettere del
compagno Ezio Lise e di Paolo Bampo che comunista sicuramente
non lo è. Tutti uniti quindi perche la libertà
non ha colori politici, ed è un diritto. Anche per Costalta.
Zandonella Daniele
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: [Nessun oggetto]
Ricevuto il: 22/02/08 - 12:34
Il presidente della Provincia Sergio Reolon, su ordine del
vescovo Giuseppe Andrich, impedisce la presentazione del libro
Questa diocesi ci ha abbandonato
La vicenda della chiusura della canonica di Costalta alla
libera aggregazione giovanile si arricchisce di un nuovo capitolo.
Anche questo amaro e penalizzante per Costalta.
Come era stato annunciato alla stampa ed agli amici delle mail
listing, martedì 26 febbraio, alle ore 16.00, avrebbe
dovuto esserci la presentazione del libro Questa diocesi
ci ha abbandonato, lettere senza risposta di cristiani ai margini
al vescovo di Belluno Giuseppe Andrich, nella sala degli
Affreschi della Provincia. Era stata fatta regolare domanda ed
ottenuta risposta favorevole.
Una copia del libro viene consegnata nelle mani del presidente
Sergio Reolon lunedì 11 febbraio, insieme alle firme raccolte
ad Auronzo per Salvare gli spazi per la cultura in montagna,
da Claudio Michelazzi e Lucio Eicher Clere.
Ma mercoledì 20 febbraio lo stesso presidente Reolon telefona
al responsabile della presentazione del libro dicendo: Mi
ha contattato il vescovo irritato ed offeso perché ho
concesso uno spazio istituzionale del palazzo della provincia
per la presentazione di un libro polemico nei suoi confronti.
Mi dispiace ma sono costretto a revocare lautorizzazione
a presentare il vostro libro nella sala degli Affreschi.
Palazzo Piloni come dependance della Curia?
Tra la piccola comunità di Costalta, umiliata e offesa,
che racconta in un libro la sua vicenda, ed il vescovo Andrich,
il presidente non ha avuto dubbi per chi parteggiare.
Belluno val bene qualche messa. Alla faccia della laicità
e della noncredenza di cui lex comunista Reolon si è
fatto vanto nello sfogliare il libro il giorno in cui gli è
stato dato in omaggio.
Pur delusi per lulteriore affronto alla democrazia ed
alla libertà di pensiero e di scrittura, la Comunità
di Base di Costalta non si rassegna e presenterà comunque
il libro a Belluno in unaltra sede. Sarà nostro
impegno comunicare giorno, luogo e ora, non appena avremo trovato
qualche persona disponibile ad ospitare nei suoi spazi, senza
censura preventiva, la voce degli umiliati e offesi
di un piccolo paese di montagna.
Costalta 21 febbraio 2008 - La Comunità di base
di Costalta
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: vi appoggio!
Ricevuto il: 22/02/08- 14:46
Sono davvero senza parole, per non dir amareggiata!
Tutto ciò è davvero deludente, ma dove stiamo andando
a finire?!
Continuo a segurivi ed esservi vicina!
Complimenti per la manifestazione di Auronzo e non vedo l'ora
di aver il libro "polemico" fra le mani !
Laura
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Re: adesione all'appello
Ricevuto il: 22/02/08 - 15:58
Ho ricevuto la disdetta dell'appuntamento.
Resto in attesa di nuove comunicazioni, auspicando di poter essere
presente all'evento e confermando la mia adesione e posizione.
Paolo Bampo
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Lettera aperta
Ricevuto il: 24/02/08 - 17:21
Caro Cittadino Sergio Reolon, Presidente della Provincia di Belluno,
consentimi di fare alcune considerazioni in merito alle polemiche
dei giorni scorsi rispetto al caso di Costalta ma non solo.
A mio parere, da un punto di vista formale, potresti aver avuto
piena ragione nellopporti, anche se tardivamente, alla
presentazione del libro sulle vicende di Costalta dal titolo
significativo Questa diocesi ci ha abbandonato lettere
senza risposta di cristiani ai margini al Vescovo di Belluno
Giuseppe Andrich, libro che non appare ai miei occhi così
scandaloso come viene giudicato da te ma che è semplicemente
una raccolta oggettiva di documenti e sensazioni a caldo raccolte
in una comunità abbandonata, per conoscere e non dimenticare.
Potresti aver avuto piena ragione per alcuni motivi che sono
indiscutibili ed intangibili quali lessere listituzione
provinciale super partes e tutelatrice di tutta la comunità,
anche se risulta ben chiaro che chi gestisce listituzione
grazie ad elezioni
democratiche dovrebbe essere, già nel periodo di campagna
elettorale precedente allinsediamento, dichiaratamente
appartenente a una precisa linea politica, programmatica e finanche
ideologica, ma questo ormai in Italia può essere diventato
un optional.
Potresti aver avuto ragione, non concedendo gli spazi per la
presentazione del famigerato libro, cercando di tutelare il Vescovo
di Belluno, che io, laico, considero alla stregua di un dirigente
della collettività cattolica e che resta comunque sempre
solo un rappresentante di una parte della comunità provinciale,
anche se di quella più cospicua.
Potresti aver avuto ragione con la tua scelta se questo libro
contenesse delle accuse verso la persona del Vescovo ma visto
che le accuse, fatte in modo civile e con profondità di
riflessione, sono verso un operato ingiusto, la cosa mi spinge
a meditare.
Dal momento che io, a differenza di diversi partiti politici
italiani, non ho bisogno dei voti dei cattolici, coccolati e
tutelati da sempre forse per interessi politici, mi permetto
di riflettere e dibattere su questioni scottanti, relative al
rapporto problematico tra chiesa e società civile, altrove
rimossi.
Vorrei discutere però con te, se permetti, su temi più
ampi rispetto alle formalità di palazzo e a quello che
è accaduto a Costalta, caso ormai diventato di pubblico
dominio e in qualche modo irreversibile.
Vorrei parlare di temi che travagliano questi nostri tempi e
che fanno, di Costalta, solo la punta di un Iceberg rispetto
ai processi sociali e culturali che si stanno sviluppando in
questo nostro mondo.
Dato per certo che ormai, ad un livello di agire ecclesiastico,
livello che utilizzando continue ingerenze rispetto ad un tessuto
sociale purtroppo sta diventando come una radice di cipresso
(albero cimiteriale infestante) che attorciglia e soffoca, i
principi del Vaticano II sono diventati scomodi e pesanti e che
vi è una regressione ed una mitizzazione dei principi
del Vaticano I (è di poco tempo per esempio fa la notizia
che il Ratzinger voleva riabilitare, oltre a cinquecento martiri
franchisti anche una figura come Pio IX
) mi piacerebbe
sapere da quando, in campo religioso, è stato ribadito
il dogma dellinfallibilità vescovile?
Da quando è ritornato in auge lo scaffale denominato indice
dei libri proibiti? Scaffale che, questo sì, puzza di
zolfo e di stantio.
Io credo fermamente che la laicità, oltre a essere di
parte e non super partes come sostieni tu (vorrei richiamare
allattenzione il fatto che anche Gesù Cristo era
un laico e non storicamente e neppure ideologicamente super partes
)
sbandierata a più non posso forse anche per motivi di
comodo, altro non sia che un corretto utilizzo della ragione,
non sistema ma strumento per denunciare e portare alla luce,
per smitizzare e demistificare le varie chiese, quelle di destra
di centro ed anche quelle che, purtroppo, ci sono pure a sinistra.
Io credo che fino a quando la religione non diventerà
realmente solo fatto privato, essenzialmente vero ed intimo,
vivremo sempre di questi problemi.
Io, seppur aconfessionale, con spirito laico mi sono messo al
fianco di chi, credente e praticante, ha avuto il coraggio di
denunciare un operato ingiusto avvenuto allinterno di quella
parte di comunità provinciale che tu hai voluto tutelare
e che è rappresentata dal Vescovo di Belluno. Molti lhanno
fatto. Altri non lhanno fatto.
Vorrei finire con un pensiero, non rivolto a te, che considero
con stima, non vorrei toccare la tua acuta sensibilità
irritata e già provata dal caso Costalta, ma se in Italia
ci fossero a tutti i livelli più Zapatero e meno zapatera
le cose andrebbero certamente meglio.
Cordiali saluti.
CLAUDIO MICHELAZZI
A: costaltalibera@libero.it e costauta@costalta.it
Oggetto: FINALMENTE LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO!!!
Ricevuto il: 29/02/08 - 13:17
Presentazione del libro
Questa diocesi ci ha abbandonato
Lettere senza risposta di cristiani ai margini
al vescovo di Belluno Giuseppe Andrich
Dopo lincrescioso imprevisto, che ci ha costretti a
non presentare il libretto Questa diocesi ci ha abbandonato
nella sala pubblica degli Affreschi della Provincia di Belluno,
che avevamo chiesto ed ottenuto come spazio laico e aconfessionale
per far conoscere la vicende di una realtà marginale,
maltrattata ed offesa come Costalta, e che il presidente super
partes Sergio Reolon ha negato, scegliendo quindi la parte
del vescovo Andrich, che gli aveva fatto presente la sua sofferenza
e irritazione perché uno spazio istituzionale veniva offerto
per presentare un libro contro di lui, abbiamo perseverato
nella ricerca di uno spazio libero, senza censure preventive,
per poter presentare questo libretto rosso a Belluno.
Esso documenta le recenti vicende che hanno interessato il paese
di Costalta, cioè la chiusura del piano terra della canonica,
dove da una trentina danni si riunivano liberamente ragazzi
e giovani e dove esercitava la sua attività di formazione
corale e culturale il Gruppo musicale di Costalta, e si propone
a quanti vogliono leggerlo, oltre lo specifico di Costalta, come
esemplificazione dellindifferenza e dellabbandono
in cui sono lasciate le comunità marginali dai poteri
centrali.
In questo caso il potere in questione è quello della diocesi
di Belluno, che si è accordata con il sindaco di San Pietro
di Cadore per ordinare lo sgombero di persone e cose
dagli spazi che i volontari avevano costruito ed attrezzato a
spese proprie in favore dei ragazzi e dei giovani del paese.
Un nucleo di cristiani, che si riconoscono nella Comunità
di base formatasi negli anni del dopo Concilio, non ha voluto
accettare la logica del silenzio e della rassegnazione verso
questo sopruso gerarchico, ha scritto al vescovo e si è
opposta a lui a viso aperto, perché evidentemente aveva
torto (Galati, 2,11). La corrispondenza unilaterale con
il vescovo Giuseppe Andrich, che non ha risposto a nessuna delle
lettere inviategli, è stata raccolta in un libretto, insieme
ai documenti relativi allo sfratto dalla canonica ed alle testimonianze
di solidarietà di tanti amici di Costalta.
Una presentazione alla stampa ed al pubblico di questo libretto
verrà fatta
Venerdì 7 marzo p.v., alle ore 20.00,
nella sala di Cultura De Luca
di Borgo Pra a Belluno
Lincontro sarà occasione per un dibattito libero
su tematiche quali:
Labbandono delle realtà marginali in una provincia
dalle cento Costalte, dove il disagio delle persone dimenticate
dai poteri centrali, Valbellunese, Veneziano, Romano, si esprime
con proteste quali i referendum secessionisti, punta delliceberg
di una latente diffusa sfiducia verso le istituzioni di tutta
larea dolomitica della provincia di Belluno.
Il dissenso nella Chiesa in una diocesi dove non si sente mai
levarsi una voce critica nei confronti della gerarchia; dove
la gran parte dei mezzi di informazione è in mano al potere
diocesano; dove la libertà di movimento laicale è
praticamente nulla.
La laicità della politica e delle pubbliche istituzioni
in una provincia ed in una Italia dove lingerenza delle
gerarchie cattoliche e del Vaticano è sempre più
vivace, anche in prossimità del voto di aprile, e dove
i cosiddetti laici non credenti, anziché battersi
per la laicità delle istituzioni, vogliono apparire più
fedeli ai Vescovi ed al Papa degli stessi credenti critici.
Costalta 28 febbraio 2008
La Comunità di Base di Costalta |
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Tenete duro..
Ricevuto il: 29/02/08 - 18:23
Solo un pensiero di sostegno a tutti voi che vi state battendo
per questa causa..pensare a Costalta senza la Ceda dal Comitato
è talmente assurdo che non sembra nemmeno vero.. Anche
per chi, come me, il paese dei nonni lo frequenta ormai troppo
poco, la ceda dal comitato è stata e rimane negli anni
il cuore del paese, un crocevia di interessi e persone diverse,
che avevano in quel lugo la possibiltà di condividere
spazi ed esperienze altrimenti impossibili. Dove, se non lì,
potevano incrociarsi gli sportivissimi e i fannulloni, i cherichetti
e gli scapestrati, i secchioni e gli alternativi? Dove se non
lì, incrociandosi quasi per sbaglio, potevano magari scoprire
di avere cose in comune, avere la possibilità di confrontarsi,
conoscersi, fare della strada assieme? Lì sono cresciuta
con gli amici di ogni estate, come ha detto Nicola "stando
insieme, condividendo esperienze, divertendosi, a volte anche
esagerando.." e fino all'ultimo agosto, non importa in quale
angolo di mondo ci avessero disperso le nostre vite..non importa
quanto tempo fosse trascorso..tornare alla ceda del comitato
era ritrovare ogni volta l'atmosfera perfetta del paese, gli
amici mai dimenticati, le bellissime risate. Quante serate, quanti
pomeriggi trascorsi dentro e fuori la ceda..penso a come sarebbe
stata la mia adolescenza se quel posto non ci fosse stato..penso
alle persone che proprio lì ho conosciuto, con le quali
sono diventata grande, anno dopo anno..penso a come sarei diversa
adesso.. Molti cari ricordi sono legati a quel luogo, perderlo
è un po' come perdere un pezzetto di cuore.. e sono solo
una qualunquissima "quasi-turista"..ecco perchè
faccio a tutti voi del paese un grande in bocca al lupo per la
vostra battaglia..e cercherò di diffondere il più
possibile le vostre ragioni..
Un abbraccio di cuore
Martina (di Wilma e Oscar)
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: mario svaluto moreolo
Ricevuto il: 01/03/08 - 22:44
Sui "fatti di Costalta" io mi sono già espresso
proponendo l'opportunità di "togliere la crisi"
dal suo contesto locale e, con la disponibilità e buona
volontà di tutti, aprire in sede più ampia un dibattito
sulla difficoltà della vita in montagna superabile anche
e soprattutto percorrendo il terreno della cultura in generale
e più in particolare della cultura politica.
La vischiosità e la pigrizia che caratterizzano i rapporti
interpersonali ed i rapporti
fra l'organizzazione laica, l'autorità civile e religiosa
hanno impedito sinora ogni soluzione alta e dignitosa.
Io credo che le Autorità, proprio perchè Autorità,
per cui destinate ad essere più avvertite, più
sapienti per ciò stesso più credibili ed autorevoli,
possano e debbano fare un "passo più lungo"
per dare sbocco positivo alla "crisi".
Non sono in una situazione che richiede pronunciamenti o decisioni
"ex cattedra",
ma più modestamente atti saggi per regolare diritti o
doveri e forse sciogliere reciproci pregiudizi.
Togliere la disponibilità di una sede, concedere e poi
revocare l'utilizzo di sale pubbliche è un esercizio che
umilia sì i destinatari, ma umilia anche la funzione e
l' autorevolezza dell'Istituzione che si rappresenta.
Altresì non credo che questa "ventata" moralizzatrice
porti ad esiti "salvifici" nè per gli uomini
nè, tanto meno, per le istituzioni.
Questa nostra comunità provinciale sta attraversando un
momento di trasformazione per cui di oggettiva difficoltà,
ma ha anche tutte le potenzialità per aggredire positivamente
il proprio futuro.
Ma lo sforzo deve essere corale perchè nessun "deus
ex machina" presente o futuro potrà trarci d'impiccio.
Con i più cordiali saluti.
Mario Svaluto Moreolo
A: costauta@costalta.it
Oggetto: La voce (scritta) nel deserto
Ricevuto il: 03/03/08 - 11:04
Alla fine cosa rimane. Cosa resta della canonica, di Lucio,
del sindaco, del vescovo?
Il libro rosso, l' "erosione di un paese", la voglia
di giustizia?
Polvere, siamo polvere e polvere ritorneremo.
Ma da qui, da questo luogo dove mi ha posto e riportato il destino
guardo il cielo, il profilo delle cime il cui nome ancora oggi
non conosco.
Vado oltre, fuori da queste mura, rompo le catene che fanno parte
di me, di noi attaccati a questa terra.
Cosa resta di tutto questo se non lo spirito? Quello rimane.
Solo l'Anima.
Con simpatia sempre
Franco Casanova Fuga
A: costauta@costalta.it
Oggetto: W la cultura
Ricevuto il: 19/03/08 - 18:19
Avendo visto, in questi mesi, un vile attacco verso un piccolo
paese di montagna da parte di stato e chiesa, e avendo un figlio
di 16 anni che passava le sue ore di svago nella sola e unica
sede sociale del paese di Costalta, esprimo tutta la mia contrarietà
alla chiusura della "Ceda del Comitato".
Ho letto una recente apertura da parte vescovile, mi auguro la
stessa cosa da parte di Lucio e il Sindaco.
Sicuramente ha ragione Claudio quando dice che ci vorrebbero
piu ZAPATERO e meno "ZAPATERA".
Tenete duro.
De Bernardin Valentino
A: costauta@costalta.it
Oggetto: Perchè tutto ciò?
Ricevuto il: 02/04/08 - 15:01
Miei carissimi, preziosi Amici di Costalta, non ci posso credere
!!!
Sono triste ed anche un bel pò, diciamo, esacerbato per
quanto apprendo solo ora, riguardo la chiusura della "Ceda
del Comitato".
Non sono un attivo "socio" (perdonate il termine, forse,
poco adatto) di tale encomiabile iniziativa, che pure ho vissuto,
anche se solo per poche preziosissime, indimenticabili giornate
e serate.
Ritengo encomiabile ogni attività legata alla Ceda del
Comitato per tanti motivi; uno, forse il più importante,
è l'unione che la Ceda assicura ai giovani di Costalta,
mantenendo integri nel tempo (e nelle generazioni che via via
si susseguono in quel luogo di allegria e di
costruttivo confronto) quei valori sociali e culturali che di
ogni Paese fanno la Storia.
Tutto ciò non deve assolutamente essere lasciato alla
deriva, correndo il rischio di vedere sciolti quei legami fra
le persone, che fanno di un mero gruppo di individui una Comunità
attiva e dinamica.
Vivo in città e vi assicuro che qui l'indifferenza la
fa da padrona....che tristezza !!!
Ho letto da qualche parte, scorrendo le emails pervenute al sito,
che "la cultura non basta", e voi sapete a quale email
mi riferisco.
Ebbene, chi scrive ciò dovrebbe far proprio il concetto
secondo cui è proprio la cultura che mantiene le menti
sempre attive, ed una mente attiva ha sempre fame; di cosa ?
Ma di cultura, è ovvio. E così via per chiudere
il cerchio.
Morale: cultura chiama cultura, cultura alimenta la mente e lo
spirito.
Tenete duro, noi siamo con voi.
Grazie a tutti voi per l' affetto e la spensieratezza che avete
saputo regalare a chi vive nel caos e nell'indifferenza cittadina.
Un abbraccio.
Pierpaolo
Ingegnere
(Roma)
A: costauta@costalta.it
Oggetto: Viva la Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 04/04/08 - 15:09
Conosco e frequento Costalta da sempre perchè traggo
le mie origini per parte materna da questo piccolo paese di montagna.
E' qui, infatti, che ho respirato sin da bambina valori quali
l'attaccamento alle tradizioni, la solidarietà ma è
soprattutto qui che ho imparato ad apprezzare le cose semplici
e vere.
Purtroppo questi principi stanno rapidamente scomparendo, lasciando
il posto ad una sempre più preoccupante grettezza d'animo.
MADRE TERESA DI CALCUTTA diceva: "Non permettere che quando
qualcuno viene da te se ne vada non migliore e senza il sorriso
sulle labbra".
Allora mi domando perchè la Curia di Belluno e tutti coloro
che vi gravitano intorno non si siano fatti potavoce di questo
messaggio?
Mi rendo tristemente conto che la risposta è solamente
una: "MESCHINITA' e GRETTEZZA D'ANIMO", per non parlare
del bigottismo...
La Ceda DEVE vivere !!! Viva la Ceda dal Comitato !!!!
Simonetta Liguori
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