La chiusura della "Ceda dal Comitato":
risposte all'APPELLO PER SALVARE COSTALTA
e al MANIFESTO "Salviamo gli spazi per la cultura in montagna"

E-MAIL SPEDITE
a "costaltalibera@libero.it" e a "costauta@costalta.it"

E-MAIL PERVENUTE da dic. 2007 ad aprile 2008

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: salvate costalta
Ricevuto il: 10/12/07 - 08:21

Partecipo di vero cuore all'iniziativa per salvare la Ceda dal Comitato, dove dal 1986 mi reco quasi annualmente per partecipare alle varie manifestazioni che hanno fatto di
Costalta uno dei paesi più culturalmente fertili dell'intera Provincia di Belluno e della Ladinia.
Sarebbe un vero peccato assistere a questa ennesima chiusura, che va a danno della comunità di Costalta, di San Pietro, del Comelico, delle persone che hanno qualcosa da dire.
Dott. Ernesto Majoni
Cortina d'Ampezzo



A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: adesione all'appello
Ricevuto il: 10/12/07 - 22:24

La religione è una cosa, la chiesa un'altra cosa.
La parrocchia ha ricevuto senza guardare in faccia al donatore.
Ora la curia seleziona con attenzione l'utilizzo dei propri beni non rendendosi conto che spesso chi dona alla chiesa lo fa per altruismo verso la propria comunità, ...non verso una sola parte della propria comunità.
Dal donatore la chiesa è chiamata a gestire un bene (1 euro o 1 milione di euri) per interesse sociale e non per il proprio interesse specifico.
Non conosco la reale situazione di Costalta, ma, in generale credo che una chiesa che discrimini non serva proprio a nessuno, se non a far del male a se stessa.
Paolo Bampo



A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: appello
Ricevuto il: 10/12/07 - 22:26


Tenete duro!
Brugio

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: APPELLO
Ricevuto il: 11/12/07 - 10:58

Caro Claudio,
sono anch'io una "costaltese" quasi D.O.C. (a parte il mio 1/4 d'Comelgo d'Sora) tanto che a quanto mi risulta la tua casa è ora dove una volta stava la casa dei miei nonni.
Ringrazio te e tutti quelli che in questi anni si sono impegnati per portare la cultura a Costalta, quella Costalta che è sempre stata ricca di "Intelligenze" vive e attive e che ora sembra precipitare, come tutto il resto della società italiana, nel buio dell'ignoranza, spinta in questo da un potere che ci preferisce più ignoranti e quindi sudditi.
Avete tutto l'appoggio mio e della mia famiglia in questa iniziativa, nel mio piccolo cercherò di divulgare a più contatti possibile il vostro messaggio.
'na buseda.
Anna Zannantonio Martin
Ezio Lise

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: APPELLO
Ricevuto il: 11/12/07 13:28

Carissimi Lucio e Claudio,
l' A.C.S. Catubrium di Lozzo (ZELOZ) non può che esservi vicina apprendendo dai giornali quello che sta avvenendo lassù. Non sono affatto sorpreso di tutto ciò, visto che noi a Lozzo da tre anni chiediamo una stanza, ma la nostra amministrazione non crede che la cultura reciti un ruolo importante; e vi dirò che talvolta veniamo persino osteggiati. Se come ho letto, verrà realizzata una forma di protesta del tipo culturale, saremo in prima fila, ricordando con assoluto piacere la collaborazione avuta con Lucio all'epoca delle fiabe in palestra a Lozzo e quella più recente con Claudio alla serata di poesia a Lorenzago.
Resistere perchè il domani non sia più buio dell'oggi è la nostra prerogativa assoluta...
Attilio Bianchi

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Supporto
Ricevuto il: 11/12/07 - 15:12

Le Wongole, in partenza per la tournee in Messico, esternano un assoluto supporto alla vostra causa.
Que viva Costauta!!!
Y que viva Uaadio!!!

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: solidarietà
Ricevuto il: 11/12/07 - 16:11

La presente per esternare la mia solidarietà agli Amici del Gruppo Musicale di Costalta,con l'augurio di veder trionfare la Giustizia ed il Merito, grato per l'alto valore Culturale del Vostro operato.
Un abbraccio fraterno.
Mauro Lampo

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: appoggio
Ricevuto il: 11/12/07 - 18:48

Avendo avuto il piacere di conoscere i vostri luoghi anche partecipando ad alle vostre attività, una delle serate della rassegna "paesi di confine, paesi di confino", vengo a conoscenza con dispiacere dello sfratto subito dai locali che costituiscono la base del vostro lavoro e della vostra disponibilità verso gli altri. Le modalità dell'operazione sono le stesse che negli ultimi anni sono sempre più frequenti da parte di chi riconosce come unici valori quelli della prevaricazione e del profitto a tutti i costi. Appoggio quindi qualunque azione pensiate di mettere in atto contro questa situazione e vi chiedo di tenermi al corrente...
Un Saluto,
Roberto Silvestri

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: che dire.......
Ricevuto il: 11/12/07 - 19:33


S
ono Patrizia Meloni, presidente del comitato Arci di Belluno e vengo a
conoscenza della tua lettera e della situazione che si è venuta a creare
a Costalta con molto ......disappunto,.....dispiacere,..... ma in realtà
queste parole sono solo metafore di una sensazione di impotenza che
oramai ci pervade da molti anni. Soprattutto chi ha fatto parte e fa
parte di quella cosiddetta società civile che si batte per i diritti
umani, di cittadinanza, di cultura e che in questi ultimi anni, malgrado
le tante e grandi mobilitazioni ha visto sempre disattese le proprie
aspettative. Sono però anche convinta che questa guerra psicologica che
il potere fa nei nostri confronti sia da combateere, malgrado la
stanchezza ed a volte il senso di inutilità. Nulla è più inutile dello
stare zitti e fare finta di niente, nulla è più pericoloso del far
credere che oramai non ci sia più dialogo, scambio e mutuo soccorso tra
cittadini indipendenti e non legati a credi in modo komeinista. Essere liberi in questa nostra "democrazia"diventa sempre più difficile, ma a noi piacciono le sfide da portare
avnti civilmente e con intelligenza. Non so come potrei aiutarvi, ma
sono convinta che in particolare in questo momento, cioè sotto le feste,
dobbiate se dovete organizzare delle manifestazioni-eventi alternativi a
quelli ufficiali. Vi consiglio inoltre di tempestare con domande di
concessione spazi (tramite raccomandata AR) gli Enti che secondo voi
potrebbero avere qualcosa che potrebbe andare bene (fate magari un breve
studio di fattibilità e di reperimento sul territorio di strutture
possibili. (La Regola come si comporta in questo frangente???)
Non so, non mi viene in mente null'altro, ma possiamo comunque sentirci
e vedere cosa fare, intanto tutta la nostra solidarietà ed il nostro
appoggio.
Se volete sono raggiungiìbile telefonicamente.
Coraggio, non siete soli
Patrizia Meloni

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: vi appoggio!
Ricevuto il: 11/12/07 23:59


Ho appreso oggi dai quotidiani locali la chiusura della "Ceda dal Comitato".
Pur conoscendo solo in parte questa realtà mi rammarico della scelta presa.
Sono una studentessa universitaria e vivo nella parte bassa della provincia di Belluno, ma molti ricordi mi legano al vostro territorio fra cui quelli del "Gruppo musicale di Costalta".
Credo che togliere,a quanto pare senza possibilità di replica, un luogo di aggregazione nonchè punto di riferimento sia esso per bambini,giovani, adulti o anziani sia davvero dannoso nonchè rischioso per tutta la comunità e oltremodo incomprensibile poichè non si tratta di una semplice stanza di passaggio adibita ad incontri occasionali, ma bensì di un "deposito"di idee,fatiche, storie, racconti,saggezza.. che,data la loro rilevanza socio-culturale, non possono esser ignorate e gettate alle ortiche attraverso una modalità così banale quanto preoccupante.
Vi esprimo tutta la mia solidarietà, vi appoggio e son contenta di poterla esprimere anche personalmente, fra pochi giorni, a Claudio.
Ciao, vi seguirò con piacere e particolare vicinanza in questa battaglia!
Laura Cappellari

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Salvare costalta
Ricevuto il: 12/12/07 - 14:24

Chiudere il centro culturale di Costalta, equivale alla morte di questo
paese.
Un paese senza cultura è un paese che è destinato a scomparire.
In questo momento di crisi economica e culturale eliminare un così
importante riferimento che ho ben conosciuto negli anni "come attore e
anche come pubblico" mi preoccupa molto.
In 20 anni di amministratore comunale ho sempre creduto che il futuro
sta nel sviluppo della cultura in tutti i sensi.
Quando manca la cultura manca il progresso.
Se non c'è cultura i nostri giovani sono destinati ad andarsene per non
scomparire.
Spero che l' ipotesi di chiusura non venga attuata ma che sia un momento
riflessione per rilanciare la nostra cultura, e che Costalta ritorni la
perla da imitare che nel tempo tanto ci ha dato.
Bonazzola Mario

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 12/12/07 - 16:41

Cari amici,
Ho letto con molta tristezza l'articolo sulla chiusura della Ceda Dal Comitato.
Le attivita' che si svolgevano al pianoterra della canonica riunivano una comunita' di persone che andava ben oltre i Costaltesi, ed esaltavano la ricchiezza culturale, artistica ed intellettuale della nostra vallata.
La perdita della Ceda colpisce TUTTI e l'ostruzionismo ad uno sviluppo che vada al di la' dei limiti geografici contribuisce solamente all'impoverimento sociale.
Quale vanto ci potra' essere ad aggiungere un altro edificio vuoto dove esiste invece la volonta' di riempire di vita un paese?
Un abbraccio,
Cristina
St. Louis, Missouri

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Adesione all'appello
Ricevuto il: 12/12/07 - 20:44

Caro Claudio,
siamo arrabbiatissimi. Non riusciamo a capire a cosa porti tutto questo. Abbiamo condiviso nella "Ceda dal Comitato" tanti momenti di allegria e svago, abbiamo attinto con entusiasmo alla cultura e all'arte arricchendo il nostro spirito. Crediamo che non sarà facile spegnere tutto questo, siamo con te, COSTALTA VIVA ORA E SEMPRE!!!
UAAADIOOO FAN CLUB

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: appello
Ricevuto il: 12/12/07 - 22:23

Non conosco nei dettagli la questione specifica della sala di Costalta,
ma leggendo quanto inviatomi e sentendo alcune opinioni, mi pare
di assistere ad una forma di censura bieca, ipocrita e pavida, tipica
delle movenze un pò fuori dal tempo di chi sembra averla perpretata !
Qui non dovrebbe esserci nessun nesso politico, né religioso. Sono
solo paraventi per nascondere un fastidio bigotto a anacronistico nei
confronti di qualcosa che appunto infastidisce perché non si riesce
a catalogare nell'ambito delle forme di pensiero accondiscendenti
e silenti ! E' ridicolo e lo ripeto, anacronistico !
Chiunque, se uomo vero e profondo, dovrebbe essere invece stimolato
a confrontarsi su qualunque argomento e opinione, anche e soprattutto
se magari l'opinione non coincide con la propria, ma è proprio dal
confronto che si cresce, tutti assieme, con civiltà e vero senso democratico !!!
Al di là di ogni considerazione su idee e meriti, ho anch'io inviduato
in Costalta una vitalità atipica rispetto a diversi nostri piccoli paesi
di montagna in fase di rassegnato declino e per questo non si può che plaudire chi
ha innescato e sostenuto iniziative d'ogni genere che indubbiamente
hanno portato un flusso di positività e impegno. Impedire questo per
qualunque forma di miopia ideologica è da stolti. La vera risposta è
il confronto, il dialogo, non la censura ! Così ragionano gli uomini
intelligenti, così non ragionano gli stupidi ... e tali rimangono a prescindere dal
loro vero o presunto potere politico e/o economico !
Stampa e televisione potrebbero e dovrebbero certamente intervenire ,
compatibilmente con la sensibilità e il senso civico delle diverse
testate !
Gianni Frescura

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: sostegno
Ricevuto il: 12/12/07 - 22:25

Caro Mario, chiedo il tuo aiuto per diffondere a piu' persone possibile l'appello per gli amici di Costalta. Credo sia importante che la notizia venga condivisa il più possibile per creare una rete di protesta e reclamare il diritto alla liberta' di espressione, alla cultura, a tenere in vita la mente nei nostri piccoli paesi di montagna!!
Costalta e' un paese che emana poesia, arte, musica, teatro, umanita' e l'onda delle emozioni generata in quel piccolo paese di montagna ha saputo travolgere i cuori di centinaia di persone nella nostra provincia, facciamo in modo che quell'onda diventi un uragano capace di travolgere anche il cuore degli amministratori insensibili alla cultura!!
Grazie per ciò che potrai fare.
Ciao,
Tatiana Pais Becher
……………………………………………………………………………………………………
Cara Tatiana,
con piacere e convinzione faccio da moltiplicatore per portare a conoscenza l’Appello per salvare Costalta. Un documento severo, duro con qualche passaggio discutibile, ma ritengo autenticamente sofferto.
Costalta !
Mi sovvengono gli anni settanta !
Assieme ad altri amici che rappresentavano allora la cosiddetta “sinistra della Democrazia Cristiana” e d’intesa con tanti giovani di Costalta (unico paese del Comelico) avevamo indetto una serie di incontri in loco sui temi della cultura politica, della presenza dei cattolici democratici in politica, del terrorismo, dell’antifascismo.
Numerosissimi i giovani (ragazzi e ragazze) ai primi due incontri segnati da un dibattito molto partecipato e di notevole livello culturale e politico. Al terzo incontro la partecipazione si era ridotta a pochi astanti. C’era stato l’intervento censorio di una non ben precisata autorità che in particolare non vedeva di buon occhio la partecipazione delle ragazze a questi incontri e ne aveva interessato i rispettivi genitori (i motivi erano altri!).
Al di là di questo passaggio di memoria, frutto della mia senescenza, ritengo che questa situazione faccia la pari con tante altre che segnalano la crisi che in questo periodo caratterizza la nostra comunità provinciale.
Ritengo che tutto questo deve essere valutato in termini positivi come “crisi di crescenza” perché tante cose si stanno muovendo: i nuovi partiti, il dibattito istituzionale, il sinodo, la “fame” di politica. Per questo bisogna tutti impegnarsi per creare le occasioni, i luoghi, i temi di partecipazione e di confronto. In questo senso il “caso” di Costalta deve essere considerato un evento che intessa tutti e non solo quella comunità.
In ogni caso nessuno ha la bacchetta magica , ma è doveroso che la politica, le istituzioni, la Chiesa e i vari corpi sociali si impegnino con coerenza e costanza alla realizzazione del “bene comune”.
In questo umilmente confortati dall’affermazione di Sant’Agostino : “tendere alla santità è già santità”.
Con i più cordiali saluti ed auguri in particolare alla comunità di Costalta.
Mario Svaluto Moreolo.

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: solidarietà
Ricevuto il: 13/12/07 - 15:01

Proprio in questo momento apprendo dell'"Affaraccio della Ceda del Comitato". Consulto saltuariamente il sito per essere aggiornata su quello che succede sul "piccolo paese più bello del mondo" come lo definiscono le mie bambine Nora e Lisa.
Da quando abbiamo aquistato un piccolissimo appartamento per trascorrere tutti i momenti liberi che possiamo dedicarci, abbiamo apprezzato la vera ricchezza di questo paese che sta proprio nella fervida attività culturale e collettiva dominata da una freschezza unica e mai uguale a se stessa.
Questo piccolo miracolo è dovuto proprio al dna dei costaltesi. Le loro doti, i loro valori, la voglia di fare sono come malattie infettive ormai croniche che non si potranno estirpare togliendo al corpo qualche arto.
Il Comune di San Pietro di sicuro vede Costalta come un'appendice da recidere a favore di mete di più ampio prestigio (mi piacerebbe sapere quali). Ma credo sottovalutino le capacità degli abitanti stessi, della Regola e di tutti i sostenitori di una realtà sana e costruttiva.
Io ci sono e, nel mio piccolo, vi sosterrò fin che posso.
Isabella Bedon

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: solidarietà assoluta
Ricevuto il: 13/12/07 - 15:25

Sono rimasta allibita e direi quasi sopraffatta dalla rabbia quando ho appreso l’assurda situazione che il comitato turistico e il gruppo musicale stanno vivendo.
Mio padre è costaltese, mi sento molto legata a questi luoghi che purtroppo non posso frequentare quanto vorrei;
ho sempre apprezzato le varie iniziative e manifestazioni portate avanti con volontà e dedizione per far si che Costalta viva e resti presente nella memoria.
In questo piccolo paese persone capaci e culturalmente ricche, con il loro impegno e la loro arte, hanno toccato la sensibilità,attirato la curiosità e l’interesse di chi ha voluto ascoltare e l’hanno fatto con la delicatezza di chi ama il posto in cui vive e non vuole vederlo morire;
si, perché senza i loro sforzi, dettati dalla passione e dai sentimenti, Costalta sarebbe uno dei tanti paesi di cui nessuno sente più parlare.
Mi sorge una domanda, quando ci riempiamo la bocca di: montagna dimenticata, disagio, valorizzazione della cultura e del territorio, di cosa stiamo parlando?
Forse ci sono luoghi più interessanti e appetibili di altri? Dove le persone hanno più diritto di altre di essere tenute in considerazione?..........
Lascio a voi riflettere sulle mille contraddizioni del nostro tempo………
Vi sono vicina e mi unisco a chi dice “tenete duro”, so che siete tenaci.
Monika De Villa
Agordo

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: sostegno ricevuto su altra mail
Ricevuto il: 13/12/07 - 18:22

Sono assolutamente solidale con voi e sottoscrivo quanto detto da Benvenuta che mi ha fatto pervenire la vostra mail! Non mollare! Valete troppo!! Per qualsiasi cosa ci sarò anch'io.
Mariagrazia Petroni, Vigo di Cadore.

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Costalta - appoggio
Ricevuto il: 14/12/07 - 11:07

Non conosco niente del contesto in cui nasce questa vs sentita e inferocita protesta.
Ma mi fido che che vive in un paese piccolissimo e "vivacizza" la scena con iniziative e attività sia affidabile quando protesta contro gli ostacoli che vengono aggiunti al già difficile compito di rendere anche mentalmente abitabile ed intellettualmente stimolante un paesetto.
Ci vivo anch'io, in un posto piccolo e lontano (Colle S.L) e lo so che ...se la "periferia dell'impero" tace, sarà via via sempre più dimenticata, nel totale disinteresse.
Dopo si lamenteranno che c'è lo spopolamento; ma in ns.figli debbono pur avere (oltre che servizi ai quali hanno diritto, come tutti) anche un buon motivo per non lasciare il paesello...e tra questi che ci sia "vita" in paese.
Perciò avete il mio "tifo".
Se ce la fate, non so come e non so dove, non lasciate cadere le attività arrendendovi a chi togliendo l'accesso ad un immobile magari sperava proprio questo; o comunque ha dimostrato disinteresse e disprezzo agli sforzi fatti.
Probabilmente verranno i tempi di una trattativa.
Ma intanto credo che si possa provare a tenere duro e a fare quello che si faceva prima, magari in minor stile ma con lo stesso amore al paese, trovandosi a casa di qualcuno, in una soffitta, in una taverna o ...'na stua. E' un po' più disagevole, però può mostrare che non basta "far mancare il terreno sotto i piedi", per spegnere l'entusiasmo.
Così quelli che non ci credono o che lo vogliono spegnere dovranno riconoscerne l'esistenza; e magari saranno portati ad trattare una soluzione concordata.
Per questo però - mio parere - i toni accesi sono giusti; qualche termine che possa essere scambiato per un insulto può essere "tradotto". Che nessuno possa dire "fatto bene" a chi ha chiuso le porte.
Se un dialogo non sarà possibile, almeno le attività saranno state salvate.
Non mollate.
Grazie.
enrica zanin

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: appello
Ricevuto il: 14/12/07 - 16:16

Caro Lucio, Claudio e tutti gli altri,
a nome mio e dei gruppi "Insieme si può...." del Comelico che rappresento in qualità di coordinatrice, condividendo lo spirito e gli ideali che vi muovono; riconoscendo l'importanza e la validità del lavoro ed iniziative svolte in tutti questi anni; riconoscente per la vostra totale disponibilità quando si parla di solidarietà ed attenzione al povero inteso nel senso ampio del termine voglio esprimervi tutta la nostra solidarietà e appoggio consapevole che quando il nostro "essere" ha le fondamenta nel cuore e in un ideale, nessun ostacolo potrà fermare ed arginare il nostro cammino.
Ciao a tutti
Alessandra Buzzo

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Solidarietà
Ricevuto il: 14/12/07 - 20:44

Agli spiriti liberi del Comelico, agli amici del Comitato Turistico, del Gruppo Musicale di Costalta, vada tutta la solidarietà del Comitato Provinciale dell'ANPI di Belluno.
Vada anche l'invito a RESISTERE a quelle forze che vorrebbero impedire le aggregazioni sociali: le temono perchè, quando gli spiriti liberi stanno insieme, comunicano e se comunicano crescono culturalmente e politicamente.
Questo li terrorizza!
per l'ANPI di Belluno
Luciano Padovani

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Chiusura " Ceda Dal Comitato"
Ricevuto il: 14/12/07 - 21:55

Ho letto la notizia sulla cronaca locale del Gazzettino del giorno 12/12/2007. Ritengo doveroso far pervenire la mia solidarietà a quanti contribuisco a far conoscere il paese di COSTALTA, paese dove sono nato e al quale orgogliosamente sento di appartenere, anche se le vicende della vita mi hanno costretto ad emigrare.
Aderisco con piacere all'invito fatto da Claudio Michelazzi e porgo la mia solidarietà a quanti sono amareggiati per la spiacevole vicenda della chiusura dei locali al piano terra della canonica di Costalta, locali già in uso alle diverse associazioni culturali, turistiche, artistiche e di volontariato del paese.
Sull'argomento avevo già manifestato il mio pensiero con una lettera pubblicata nel mese di Gennaio 2007 dal Gazzettino di Belluno.
Vorrei ribadire se mi è consentito, in quanto cittadino originario di San Pietro, nato a Costata, delle considerazioni personali su queste vicende che da troppi anni travagliano i rapporti tra l'amministrazione civica e le associazioni presenti nel territorio comunale.
- Tutti devono doverosamente riconoscere il grande merito che ha avuto ed ha il "Gruppo Musicale di Costalta" nel tramandare alle nuove generazioni il dialetto, le tradizioni e la cultura della nostra terra, che altrimenti andrebbero perdute.
- Questo gruppo, assieme al Comitato Turistico ed altre associazioni di volontari attivi in paese hanno contribuito con il loro impegno e sacrificio personale a far conoscere ed apprezzare la gente di Costalta, ad invogliare tanti turisti a visitare la frazione e a divulgarne il dialetto e il modo di vivere di ieri e di oggi.
- Va anche evidenziato che queste attività hanno portato notorietà e considerazione per tutti i residenti del territorio comunale e più in generale per tutto il Comelico e i comelicesi che vivono altrove.
- Si sono stampati dei libri con i modi di dire, raccolte testimonianze di leggende locali, fatto opuscoli e calendari, organizzato manifestazioni e serate culturali in loco, in ambito provinciale, regionale e in tante varie parti d'Italia, promosso servizi giornalistici su carta stampata, radiofonici e televisivi, inciso cassette e compact disk, messo in rete un bellissimo sito internet e altro ancora di cui non sono a conoscenza, tutte cose che i volontari di Costalta, sono riusciti a realizzare molto ma molto bene.
Mi chiedo quindi, perché non si riesce a ricercare e raggiungere un minimo di consenso sulle decisioni amministrative da attuare, ma si tende a mettere in atto dei comportamenti imperativi che portano fatalmente ad esacerbare gli animi e a dividere la popolazione mettendo con gli uni contro gli altri.
E' mai possibile che si debba sempre parlare di denunce o fare delle querele all'autorità giudiziaria per delle cose che sarebbero risolvibili se solo si applicasse il comune buon senso?
E' ovvio che i rapporti interpersonali tra alcuni esponenti dei gruppi e alcuni amministratori comunali sono seriamente incrinati e di difficile rappacificazione.
In attesa di tempi migliori, non resta che auspicare che alla necessità di assicurare la sopravvivenza ai vari gruppi di volontariato si occupi la locale amministrazione Regoliera. Questa mia breve riflessione vuole unicamente contribuire per quanto possibile, a creare un clima di maggiore serenità ed obiettività nei rapporti tra la popolazione di Costalta e gli amministratori comunali.
Se quanto auspicato prima o poi avverrà, quel giorno, possiamo esserne certi porterà una ventata di reciproca collaborazione all'intera comunità di San Pietro e di Costalta in particolare.
Dialoghiamo, dialoghiamo, dialoghiamo.
Cordiali saluti
Calalzo di Cadore,14/12/2007
Gian Antonio Casanova Fuga

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: appoggio ricevuto su altra mail
Ricevuto il: 14/12/07 - 22:34

Carissimo Claudio,
con sensibile ritardo causato da problemi tecnici del mio P.C. accolgo e aderisco al tuo accorato appello per salvare Costalta in seguito allo sfratto della "Ceda dal Comitato".
Da tempo le peculiarità della cultura e delle tradizioni dei nostri paesi di montagna, si sono adeguati a standard di vita allineati alle regole della "modernità" sottraendo valore e significato ad un patrimonio di vita frutto di fatiche, di miserie ma non privo di ideali che aspiravano ad una vita concretamente dignitosa e non subordinata a logiche astratte, inconsistenti e avulse dal buon senso e dal valore umano.
Ed è grazie a questo profondo e sincero sentire che sono rimaste vive, preziose voci che, in Cadore hanno saputo riscoprire e trasmettere il valore dell'aggregazione intesa come momento di incontro di conoscenza di opportunità di pensiero e di progettualità in una situazione sempre più aperta e adescata dalla globalità culturale.
Costalta attraverso i suoi gruppi culturali è stata esemplare nell'incentivare iniziative il cui messaggio strettamente legato alla storia e all'uomo, ha saputo toccare la mente e il cuore, valicando anche le montagne che in questo caso non hanno presentato un ostacolo bensì un luogo favorevole ad affinare il pensiero, grazie all'acume e alla sensibilità delle persone che si sono impegnate.
Alla luce di tutto ciò che è stato costruito, è pertanto necessario aprire e non chiudere i troppi spazi vuoti e abbandonati perchè vivano attraverso lo scambio dialettico, perchè anche nell'animosità, il dialogo trovi il giusto equilibrio nella valorizzazione di più opinioni, perchè il giovane, l'adulto e l'anziano possano nell'interscambio trovare il senso della comunità, dove si impara, si sbaglia ci si arrabbia, si soffre ma dove si percepisce e si acquisisce il senso civile che non può prescindere dal ripetto,dalla tolleranza e dalla considerazione delle idee altrui.
Auspico che la triste situazione che penalizza e mortifica la sensibilità sociale ed operativa della comunità di Costalta venga superata e risolta dal dialogo nonchè dalla responsabilità che ogni realtà istituzionale, civile e culturale ricopre nel proprio territorio.
Con partecipazione
Claudia De Mario

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: messaggio di solidarietà (inoltrato)
Ricevuto il: 14/12/07 - 22:37
From: Gino On. Sperandio
Sent: Wednesday, December 12, 2007 - 10:44 AM

Cara Anna, naturalmente puoi comunicare la mia adesione all'appello per la salvaguardia delle aporie culturali e sociali di Costalta e la mia disponibilità ad un
incontro con il comitato e il coro.
Ciao
Gino Sperandio

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: approvo appello
Ricevuto il: 15/12/07 - 18:04

Approvo appello -"tegneit dur"
De Corti Lucio
Belluno

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: cedacomitato
Ricevuto il: 16/12/07 - 21:07

La notizia dello sfratto operato dal Comune nei vostri confronti ha fatto “bum!”. Certamente, come si diceva (e si dice) nel nostro dialetto, “ne n é n café”. L’intervento di Gian Antonio Casanova Fuga, costaltese, però, mette il dito nella piaga: i problemi si sono creati fra “alcuni esponenti dei gruppi e alcuni amministratori comunali”. Di sicuro non saranno problemi legati all’attività strettamente culturale del Gruppo Musicale, che, credo, non può essere negata da nessuno, neanche dai “nemici” amministratori.
“Già da diverso tempo è insistente il tentativo, da parte di poteri amministrativi locali e di poteri religiosi che utilizzano subdole modalità di azione reazionarie e neofasciste di voler impedire l'aggregazione sociale, il dibattito e le proposte culturali ed artistiche, la discussione civile, che fortemente caratterizzano il tessuto sociale di questo paese di montagna che non vuole rimanere in silenzio, conscio che la montagna si può salvare solo in montagna e non nei palazzi di una città” (dalla lettera di Claudio Michelazzi): più che considerazioni legate alla realtà della situazione, mi sembrano espressioni di sano esercizio oratorio. Che ci sia anche un po’ di “fumus persecutionis”?
Da più di 30 anni uomo di coro, ho cantato “fuori dal coro”. Ciò non toglie che la mia stima verso la vostra attività culturale resti immutata.
Adriano De Zolt

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: pro Ceda del Comitato
Ricevuto il: 17/12/07 - 16:00


Ragusa, 17 dicembre 2007

Apprendo con stupore delle vicissitudini circa la Ceda del Comitato.
L'attività del gruppo musicale di Costalta, che ho avuto modo di conoscere partecipando come spettatore a diverse performance e di cui custodisco gelosamente più d'una incisione, piuttosto che essere ostacolata per motivi, a quel che leggo, arbitrari e per questioni diversamente risolvibili, andrebbe piuttosto incoraggiata: oggi più che mai lo studio di tipiche e ricercate musicalità, nonché la riscoperta e la riproposizione di una cultura sempre più minata da una spesso fagocitante globalizzazione culturale devono essere semmai presi ad esempio e tutelati in ogni modo.
Con l'augurio che possiate continuare felicemente la vostra attività,
Gianluca Caputo

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 17/12/07 - 16:26

Cari amici ed amiche del Gruppo musicale di Costalta,
voglio esprimere la mia solidarietà a voi in quanto libera associazione di artisti e autori che conosco impegnati da anni in attività culturali di grande significato e di alto profilo.
Con simpatia.
Daniele Busetto
medico ospedaliero, Vicenza

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: lettera di per salvare Costalta
Ricevuto il: 17/12/07 - 18:31

Al gruppo Costalta e a tutte le sue realtà artistiche, sociali e culturali
Leggendo la lettera del Corriere delle Alpi apprendiamo con stupore e rammarico cosa sta accadendo al paese di Costalta. E' impensabile che nel 2007 possano succedere questi fatti incresciosi. Già noi montanari subiamo molte descriminazioni di vario tipo. La mancanza di relazioni libere nega a tutti noi di poter crescere culturalmente, artistiscamente e socialmente. A Costalta si può e si deve continuare come hanno sempre fatto per la continuità di chi ha lavorato e tutto ha dato per il bene del suo paese conosciuto da tutti per le sue doti culturali, artistiche e sociali.
L'impegno è di essere vicino perchè tutto torni come prima.
Famiglia Ciotti
Maria Teresa, Luigi, Giusj, Jgor

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Salvate la Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 18/12/07 - 15:37

L'Istituto Ladin de la Dolomites, sorto nel 2003 per coordinare e sviluppare la cultura ladina in Agordino, Cadore, Comelico e Zoldo, esprime sconcerto, incredulità e dispiacere per la ventilata chiusura della "Ceda dal Comitato", da oltre un ventennio autentica fucina di cultura, aggregazione sociale, divertimento e libero pensiero per Costalta e l'intero Comelico. E' nostro auspicio che si tratti soltanto di una "boutade" passeggera, che il 2008 porti consiglio e si possa ritornare quanto prima nella Ceda per sentire Lucio, Claudio, Federico e tutti coloro che, insieme a tanti altri, in questi anni hanno fatto di Costalta un paese vivace, fertile, desideroso di continuare a vivere e ad esprimersi pur tra le crescenti problematiche, non solo e non tanto culturali, della nostra montagna.
Istituto Ladin de la Dolomites
Via Frate Tomaso De Luca n. 7
32040 Borca di Cadore (BL)
Dott. Ernesto Majoni, Direttore

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Appello per salvare Costalta
Ricevuto il: 19/12/07 - 14:17

Comprendo perfettamente la situazione di Costalta, bellissimo paese del legno.
Il suo futuro è comunque legato alla capacità in sede locale di trovare concordia ed armonia.
Per quanto mi riguarda tutto quello che è nelle mie possibilità di fare lo farò e resto comunque a vostra disposizione.
Cordiali saluti
Guido Trento

A: costauta@costalta.it
Oggetto: Solidarieta' alla Ceda
Ricevuto il: 19/12/07 - 14:38

Vi esprimo i sensi della mia solidarietà, nella vicenda che vi contrappone
al comune tenete duro e teneteci al corrente.
Mario Vecellio Salto
ex marigo della Magnifica Regola di Villagrande d'Auronzo

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Proposta
Ricevuto il: 20/12/07 - 17:47

Ciao,
sono Chiara De Villa... Palù, per la precisione.... (sono figlia di Gianluigi), ho letto la tua lettera.
Tengo molto a Costalta e a tutto il Comelico.
La mia proposta è questa: referendum.
Ne hanno fatto uno ultimamente per Cortina e altri posti.
Non che io pensi che la soluzione sia passare al trentino. Penso però che se una provincia intera organizza referendum (con esito positivo) per passare ad un'altra porvincia, prima o poi la voce arriverà anche a Roma (c'è già molto fermento, il Comelico però ancora deve far sentire la sua voce, ed è forse questo il momento)
Conosco chi ha organizzato il referendum per Cortina... se vuoi mi informo come si fa.
Fammi sapere.
Chiara

Da: Comune di San Pietro di Cadore - Uff. Segreteria
A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Risposta ai cittadini di Costalta
Ricevuto il: 21/12/07 - 17:25

Comune di S. Pietro di Cadore - Provincia di Belluno
Ai Cittadini di Costalta
Di solito non rispondo alle lettere ed alle provocazioni. Reputo la critica legittima ed anche opportuna qualora esprima diverse valutazioni dell'operato amministrativo o denuncia di atti censurabili.
Questa volta, devo fare un'eccezione perché la lettera del 1° dicembre, a firma del signor Lucio Eicher Clere, contiene tanta disinformazione e qualche falsità.
Eccone la sintesi.
Attività del Gruppo Musicale di Costalta.
Come cittadino prima e Sindaco poi, ho sempre apprezzato e riconosciuto i meriti del Gruppo Musicale nonché di tutti gli altri cittadini che, in varia forma e misura, hanno dato vita alle attività culturali e sociali del paese.
Questi meriti non esimono però dal rispetto delle regole di convivenza e dei diritti di proprietà.
Riguardo alle regole, non tutti sono così convinti che quel luogo di aggregazione sia stato sempre e solo la fucina culturale che Eicher dipinge. In paese c'è chi la pensa diversamente, ritenendo che alcuni comportamenti non fossero propriamente confacenti con la destinazione del fabbricato, affidato in uso alla Curia come Canonica fin dal 19.11.1942.
Riguardo alla proprietà, l'occupazione era palesemente abusiva, perlomeno dal 27.02.1998, in forza della lettera raccomandata inviata al Comitato Turistico dall'allora segretario comunale dott. Morgantini,. Con essa, veniva ingiunta la formale restituzione entro 10 giorni avvisando che, in mancanza, si sarebbe adita l’Autorità Giudiziaria, anche per l’aspetto penale di appropriazione indebita.
Da ciò si ricava che l'uso dei locali era illegittimo ed i lavori eseguiti erano abusivi. Quindi, non si è trattato di esproprio ma di ripristino della proprietà usurpata e della legalità.
Se, come l'Autore afferma, il Gruppo Musicale aveva la disponibilità di altri locali per l'esercizio della sua attività culturale, perché non ha restituito tutto prima e pacificamente? Perché ha opposto tanta resistenza fino a costringere le Autorità all'azione di sgombero? In dieci anni non poteva ricercare un accordo pacifico e soddisfacente per tutte le parti?
Rispetto delle Istituzioni.
Ci è stato insegnato che il rispetto delle Istituzioni, siano esse civili o religiose, è doveroso da parte di tutti i cittadini, indipendentemente dalle persone che in quel momento legittimamente le rappresentano.
Può non piacere all'Autore Eicher, ma chi ha firmato l'ordine di sgombero dei locali lo ha fatto per atto dovuto ed è stato legittimamente eletto Sindaco dagli elettori del Comune di San Pietro. Forse è lui che non ha titolo per parlare in nome e per conto dell'intero paese di Costalta, come è emerso anche dai risultati dell’ultima tornata elettorale.
Attività amministrativa.
L'Autore cita alcuni atti negativi che questa amministrazione avrebbe assunto volutamente in danno di Costalta.
Rispondo sinteticamente:
- ad oggi, nessuna domanda dei signori Luigi e Sonia Eicher Clere è mai pervenuta agli uffici comunali. Saremmo ben lieti di poter approvare pratiche riguardanti attività economiche, tanto più se alberghiere, sia a Costalta che nelle altre Frazioni del Comune;
- il diritto allo studio è stato sempre garantito a tutti gli alunni del Comune. Per quanto riguarda gli scolari di Costalta, oltre al diritto allo studio sono state loro assicurate migliori condizioni igienico-sanitarie, tecniche e didattiche. Non mi pare ci sia nostalgia per le precedenti pluriclassi;
- agli agricoltori di Costalta è stata garantita la monticazione a Londo a titolo gratuito, come risulta da apposita clausola del contratto stipulato con l'affittuario. Un piccolo appunto all'Autore: non è vero che la monticazione a Londo fosse da millenni appannaggio degli agricoltori di Costalta. In realtà, fino alla fine degli anni settanta, essa era a rotazione fra le quattro Frazioni;
- per quanto riguarda la Malga Antola, è stato recentemente raggiunto con il signor Giuliano Casanova Borca l'accordo per il prosieguo del contratto, con modalità e condizioni di reciproca soddisfazione. Il tutto in forma pacifica e collaborativa senza alcun bisogno di ricorrere alla Magistratura, come invece sostiene l'Autore;
- lascio agli elettori di Costalta il giudizio sui locali del seggio elettorale al riguardo dei quali è utile ricordare che sono rimasti colpevolmente abbandonati per quindici anni.
Termino ricordando a coloro che si autodefiniscono “uomini liberi, artisti ed intellettuali”, relegando tutti gli altri nel girone dei sottomessi ed incolti, che la cultura da sola non basta. Serve anche l'umiltà, il rispetto della verità, delle Istituzioni e delle persone, della proprietà e delle regole di convivenza e di tolleranza. Per loro stessi ma ancor più ad esempio per i giovani dei quali si sono arrogati il ruolo di Educatori.
Concludo questa nota pacatamente e senza appelli alle “guerre sante”. Sono convinto che i cittadini sapranno giudicare i fatti ed i comportamenti di ciascuno in totale libertà, così come sapranno valutare moralmente i danneggiamenti, le spoliazioni, gli sprechi di gasolio e di energia elettrica da qualcuno ultimamente perpetrati negli stessi locali.
Da parte mia e dell'Amministrazione che rappresento, giunga a tutti il più cordiale Augurio per un sereno Natale e prospero Anno Nuovo.
Municipio, 21.12.2007
Il Sindaco pro-tempore
(Pontil Scala Silvano)

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Caro sindaco...
Ricevuto il: 22/12/07 - 15:19

Caro Sindaco di San Pietro di Cadore,
concordo con lei quando scrive, o chi per lei, che la sola cultura non basta per amministrare, ma spero concorderà con me che la cultura non è una dote
innata. La cultura è un bene che tutti possono acquisire.
Bastano solo un po’ di buona volontà, qualche partita di calcio in meno, qualche battuta di caccia in meno, qualche pensiero orgoglioso in meno sul funzionamento perfetto della propria stube. Con un po’ di cultura si guarisce da quegli oscuri complessi di inferiorità che attanagliano in maniera paranoide noi e chi è a noi vicino. Con un po’ di cultura smettiamo di utilizzare nelle nostre azioni e nei nostri pensieri un populismo di poco valore che ci rende simili a tanti piccoli dolomitici Peron (uomo politico argentino, non il ridente villaggio del bellunese, n.d.a. ).
Con un po’ di cultura, visto che s’è parlato tanto di Austria tempo addietro nel Magnifico Comun d’Oltrerino, riusciamo forse a capire, evitando le brutte figure, che Schnitzler non è una cotoletta, Alma Mahler non è un’invocazione latina e il Dottor Freud non è l’equivalente austriaco del “Dottor Gibò”.
Penso sia più che sufficiente.
Cordiali saluti.
Claudio Michelazzi

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Grazie a tutti
Ricevuto il: 22/12/07 - 19:16

GRAZIE A TUTTI!!!!!!.........
Mi sembra doveroso, in questo contesto, ringraziare tutti coloro che hanno inviato il loro pensiero attraverso queste Mail, da parte mia e del Gruppo Musicale di Costalta...
Grazie per il vostro sostegno morale che ci gratifica e ci dà la forza per continuare ad andare avanti e proseguire la strada intrapresa ormai più di vent'anni fa, nonostante quest'ennesima prevaricazione nei confronti nostri e dell'intera comunità costaltese.
Grazie a te, Claudio, per questa brillante iniziativa e per l'amicizia dimostrata.
Continuate a scrivere e far sentire la vostra voce e, con l'occasione, invito tutti alla nostra ormai tradizionale serata del 26 Dicembre, presso la Sala della Regola a Costalta, per ripercorrere assieme questi 25 anni di storia musicale e culturale del nostro gruppo...
CIAOOOOOO... e ancora Grazie a tutti
Daniele De Bettin
per il Gruppo Musicale di Costalta

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Appello
Ricevuto il: 24/12/07 - 13:21

Appartengo al Gr. Folk-Union Ladina Val Biois. L'attività di questi anni trascorsi nell'associazione mi hanno portato a conoscere un angolo di ladinia Bellunese stupendo: il Comelico. Ho avuto modo di conoscere la sua gente .... e spesso la sua anima. Momenti trascorsi con con il Gruppo folk dei "Legar", l'assistere agli spettacoli del "Gruppo musicale di Costalta", l'ascoltare il "coro Comelico", l'allegria e la spontaneità del carnevale a Dosoledo in occasione di "S. Plonia", il piacere di gustare una polenta in compagnia in una baita nella stupenda Val Visdende, ammirare il fondovalle dal Col Curié in una giornata dell'appena trascorso autunno, ammirare le statue lignee e le caratteristiche case di legno di Costalta ..., mi fanno, e ci fanno sentire, questa vallata vicina nell'anima e nello spirito alla nostra Valle del Biois. Tante similitudini e soprattutto, in particolare per chi è parte attiva della vita della comunità, un comune sentire, un orgoglio, un senso di appartenenza forte.
Costalta è unica nel suo genere; una comunità così piccola e così vivace. Ci vorrebbero tante Costalte nella nostra ladinia. Perché privare una comunità viva di un punto di aggregazione? Perchè piuttosto non incentivare ed essere riconoscenti verso chi ha qualcosa da dare con vero altruismo? Perché cercare lo scontro, quando le nostre piccole comunità avrebbero bisogno di maggior unità e dialogo? E' forse meglio chiudersi nel proprio individualismo? E' forse meglio la schiavitù di certi programmi televisivi, anziché la socializzazione? C'è davvero una sorta di desiderio di dividere? Non so che dire, mi auguro e ci auguriamo che prevalga la ragione, la giustizia, la voglia di cooperare per un quieto vivere comune. Troppo idealismo? Può darsi, ma nella difficile realtà quotidiana è giusto anche sognare. E poi ...se il sogno è di una persona soltanto, rimarrà un sogno, ma se siamo in tanti a sognare... è il principio di una realtà.
Che sia davvero un Buon Natale ed un anno migliore.
A sarevede,
D. Marmolada

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Parole...
Ricevuto il: 24/12/07 - 19:38

Senza voler replicare approfonditamente alla "Sindacale lettera"...mi viene spontaneo rispondere brevemente al nostro..."Caro eletto"... (che ahinoi... non ha niente a che fare col Divin pargoletto...) citando, da musicista quale sono, una famosa canzone portata al successo dalla grande Mina:
..."Parole, parole, parole soltanto parole... parole per noi"....
Daniele De Bettin

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: LA SORIZA DAL COMITATO
Ricevuto il: 24/12/07 - 22:13

VOLAU DI' BON NADA' A LA SORIZA DAL COMITATO E SOSTGNI' LA SO CAUSA.

LA SORIZA DAL COMITATO
Oramai é tance ane
ch iö söi gnuda a stà cialò,
inze e fora par cusina
apò d corsa su sul palco
dal salon söi la regina.
Su e dù in medo i scaches
dop ze scrin a di a ciatà
s inè algo da tazà.

D panetogn e crostate
inöi piöna la panza
cnöile e i csanzöi
me vögn fora pi vöi.
D istede i scultores,
d otono i poetes,
d inverno la coral
e d insuda l Grup Musical.

Dormau gheta zal mi bus
cuon ch naschì à verto l porte
e dinze é gnuda tanta lus.
Oh, che bel farà na festa
sarà algo da mangé
Vado corögn su la scola
a spié du piöna d gola
cöl ch i é dòi a parcé.

D panetogn e crostate
Inöi piöna la panza
i cnöile e i csanzöi
me vögn fora pi voi.
D istede i scultores,
d otono i poetes,
d inverno la coral
e d insuda l Grup Musical.

Iö söi sconta dòi na tore
a spié duce cöi che core:
beches longe e vöi ch ludìs
mutonöia e böt vi tuai
e strumöinte musicai.
Duto tade e ne n é lus
E iö scogno a panza voita
tornà dröta zal mi bus.

D panetogn e crostate
avau piöna la panza
i cnöile e i csanzöi
me gnee fora pi vöi.
D istede i scultores,
d otono i poetes,
d inverno la coral
e d insuda era l Grup Musical.

Che picé, ne n é pi feste
n é pi nente da mangé
tociarà ch tola l borsito
e s ocore anche emigré.

Stefania Casanova

A: costaltalibera
Oggetto: Lettera di Samuele De Bettin
Ricevuto il: 27/12/07 - 17:39

Costalta, Natale 2007
Ai coristi del coro parrocchiale di Costalta
Come credo sia ormai noto a tutti, le recenti vicende della chiusura della sede del Comitato Turistico e del Gruppo Musicale di Costalta, con la conseguente cacciata dei suoi componenti, mi hanno spinto a dare le dimissioni dalla direzione del coro parrocchiale e dall’attività di organista. Molti si sono chiesti il perché di questa scelta che penalizza soprattutto chi non ha alcuna responsabilità in questa vicenda. La risposta è presto detta: se la Curia Vescovile ritiene che sia indegno di stare in canonica, a maggior ragione dovrebbe considerare sgradita la mia presenza in chiesa. La fiducia non può essermi concessa a rate. Le mie dimissioni pertanto sono state un atto coerente e dovuto.
Appare evidente che le voci che da anni si scatenano contro il Comitato turistico, il Gruppo Musicale e contro quanti hanno collaborato con i sacerdoti che si sono succeduti da Don Sergio fino a don Maurizio hanno trovato ascolto a Belluno. Complimenti a chi le ha diffuse. Avranno di che festeggiare il Natale. Del resto chi ha invidia nei confronti di quelle persone che hanno idee e capacità, spesso deve accontentarsi di godere della sconfitta degli altri.
Non ho certo intenzione di tediarvi con l’elenco delle attività di volontariato a cui ho partecipato in più di venti anni nei vari gruppi del paese, sono sotto gli occhi di tutti quelli che le vogliono e sanno vederle. Non cerco complimenti o ringraziamenti, solo rispetto. Nessuno -nemmeno un Vescovo - ha il diritto di offendere anni di lavoro gratuito e disinteressato fatto unicamente per la soddisfazione di vivere in una comunità dinamica e creativa. Le dimissioni dalla direzione della corale sono state un atto necessario quanto doloroso. Quando io e Stefano, nel 1993, abbiamo deciso di impegnarci nella creazione di un coro a voci miste, valorizzando in tal modo le tante ricche potenzialità che il paese offriva, non lo abbiamo certo fatto per ambizione personale. Ciò che ci ha sempre riempito di soddisfazione è stato vedere persone che da anni non si parlavano collaborare insieme per il bene della comunità. Ci eravamo illusi che il paese potesse finalmente ritrovare l’unità e la coesione che per troppo tempo era andata perduta. E’ innegabile che per più di un decennio abbiamo respirato un’aria nuova, una nuova speranza. Chi ha distrutto tutto questo, quali che siano i motivi, si assume e si è assunto una responsabilità gravissima di cui credo non sia nemmeno del tutto consapevole. Per quanto mi riguarda ho agito sempre in buona fede, anche quando, magari sbagliando, ho assunto delle posizioni intransigenti. Sono convinto che ci siano dei momenti in cui non scegliere, non schierarsi, sia di per se stessa una scelta. Ho preferito scegliere, sempre nel rispetto delle opinioni altrui, fino quando non risultano distruttive.
In questo difficile momento per il paese di Costalta, dove le vendette, gli odii, le rivalse e quanto di peggio può ammorbare la convivenza civile in una piccola comunità ha preso il sopravvento, credo sia giunto il momento di dire alcune cose fuori dai denti, con estrema chiarezza. Non sono più disposto a sentire certe litanie che da più di vent’anni sono costretto a sorbirmi:
- sono stanco di sentir dire che Lucio e i suoi hanno diviso il paese. È ora di capire chi ha veramente messo la gente del paese una contro l’altra, chi ha fatto della dietrologia e della malfidenza il proprio pane quotidiano. Del resto San Pietro ha assistito in questi mesi ad altre penose vicende, come quella della lotta senza quartiere tra l’ex sindaco e l’attuale primo cittadino. Uno spettacolo indecoroso di divisioni e di ripicche reciproche in cui Lucio e Costalta non c’entravano nulla. Caliamo poi un velo pietoso sul contenzioso tra comune e regole, recentemente rilanciato dal Sindaco.
- Non sono più disposto a sentirmi dire che Lucio ha fatto a me e ai miei amici il lavaggio del cervello. A trentasette anni, con una laurea in filosofia e con un lavoro intellettuale trattarmi come una marionetta suona francamente ridicolo, oltre che offensivo. Piuttosto sono altri, tra cui molti giovani, che parlano per sentito dire, indottrinati a dovere con frasi fatte, con luoghi comuni triti e ritriti, senza alcun riscontro oggettivo.
- E’ finalmente giunto il momento di capire chi in questi anni ha lavorato per il bene del paese e chi invece ha sempre cercato di mettere il bastone tra le ruote e cercato di demolire ciò che veniva fatto.
- E’ giunto infine il momento di rendersi conto che l’unione delle forze propositive del paese ha fatto paura a molti e molti hanno cercato di remare contro, perché in un paese che dialoga e si confronta è difficile trovare spazio se non si possiedono capacità e argomenti, ma solo ambizione.
Rispondo infine brevemente alla”pacata” e buonista lettera del Sindaco.
- Con un linguaggio conciliante il Sindaco presenta il provvedimento come un atto dovuto. Strano che non ci avesse pensato quando ha avuto bisogno dei nostri voti in uno dei suoi tanti tentativi di diventare primo cittadino. Strano poi che ci abbia pensato solo dopo che alcuni di noi hanno osato esporsi contro di lui.
- Per quanto riguarda la legalità, forse è l’atto di sgombero a presentare qualche incongruenza, visto che il comune dispone su una proprietà di cui non può disporre nulla, essendo in uso perpetuo alla parrocchia. Le questioni legali sono delicate, non ho né l’intenzione né le competenze per entrare nei dettagli, ma non sono certo chiare come vuol far credere il Sindaco. Siamo noi i primi a non voler scatenare l’ennesimo contenzioso e ce ne siamo andati, come ordinato, portandoci via quanto era nostro. L’ordinanza del comune crea viceversa confusione tra titolare della proprietà e titolare del diritto d’uso (comune e parrocchia). Se la vedranno tra di loro.
- Riguardo al rispetto delle istituzioni chi le calpesta è proprio chi utilizza il potere che ha disposizione per le proprie personali ripicche, per “togliersi sassolini dalla scarpa” (parole di Silvano Pontil!). Il Sindaco è Sindaco di tutti, non solo di chi lo ha votato. Da insegnante so che posso pretendere il rispetto dei miei allievi solo a patto di essere io il primo a portare rispetto a loro. Questo vale anche per le autorità religiose. Una cosa è l’autorità, altra l’autorevolezza.
- E’doveroso ricordare che il Sindaco è amministratore pro-tempore della cosa pubblica, non proprietario. Proprietari sono i cittadini. L’attuale amministrazione come rispetta i beni che è chiamato a gestire? Lasciando che gli edifici e le strutture vadano in malora senza un minimo di manutenzione, come il caso delle ex scuole, dell’ex asilo e del campo polisportivo? Noi per anni abbiamo sopperito con il volontariato alle carenze dell’amministrazione pubblica costruendo una realtà aperta a tutti e usufruibile da tutti, anche da altri gruppi, nonostante le falsità che su questo punto cono state dette. E’ questo il nostro modo di rispettare la proprietà collettiva. Con i fatti, non con le parole. Il tutto con il consenso scritto dei sacerdoti da Don Sergio in poi, ovvero dei titolari del diritto d’uso.
- Noi del Comitato non avremmo cercato una soluzione pacifica. Negli anni in cui sono stato presidente il dialogo l’ho cercato più volte. In compenso ho dovuto subire denunce penali, poi risoltesi con un nulla di fatto. Perché avrei dovuto restituire tutto pacificamente, come sostiene il “buon” Sindaco, quando le attività che il comitato faceva erano ostacolate dal comune e avevano l’appoggio del SACERDOTE, L’UNICO CHE PUÒ DISPORRE VERAMENTE DI QUEI LOCALI? Era un segreto di Pulcinella che l’ordinanza di sgombero del 1998 era solo uno dei tanti tentativi per metterci a tacere, come lo è quella attuale.
- Se il Sindaco riconosce i meriti alle attività del Gruppo e del Comitato, ma ritiene che la presenza in canonica non sia legale, perché non ci ha invitato a regolarizzare la situazione? Così avrebbe messo la carte a posto e avrebbe anche potuto dire di essere un amministratore che promuove la cultura e le attività sociali. Ma è evidente che il suo intento era un altro, come tutti del resto in paese sanno.
- Il Sindaco dice che le attività del Comitato non erano in linea con la destinazione d’uso. Come fa a saperlo visto che quando è stato invitato a vedere cosa facciamo si è rifiutato? Si è forse limitato ad ascoltare le varie malelingue che da anni berciano contro il nostro operato? Infine chi è che deve giudicare se le attività sono il linea con la destinazione d’uso, lui o il parroco? Lo sappiamo che con questa azione ha conquistato un numero rilevante di consensi. Demagogia da manuale. A scapito dell’unità del paese. Tanto basta dire che la colpa è di Lucio e tutti saranno d’accordo.
- Molti cittadini si lamentano delle nostre attività, senza peraltro conoscerle. E i tanti che le apprezzano e che non hanno nulla da ridire? Non sono cittadini loro? Qual è la loro colpa, quella di aver indicato sulla scheda elettorale un’altra preferenza? Forse vale la pena di ricordare che il Sindaco è sì legittimamente eletto, ma le urne elettorali comunque hanno detto che la maggioranza dei cittadini non voleva lui come primo cittadino e comunque il rispetto delle minoranze è uno degli aspetti fondamentali della democrazia.
- Il Sindaco non vuole polemiche e non vuole scontri. Siamo noi i cattivi, lo sappiamo. Siamo stati denunciati, uno stuolo di benpensanti lavora da anni contro di noi attribuendoci ogni sorta di colpe, adesso veniamo cacciati dai locali che abbiamo costruito negli anni con l’autorizzazione dei sacerdoti che si sono succeduti e dovremmo stare zitti? Per che cosa? per il quieto vivere? Detesto la polemica, so che con la collaborazione si possono ottenere grandi risultati, l’associazione CostaltArte e il nostro coro insegnano. La guerra è scatenata da chi, protetto dai ruoli istituzionali, da un falso buonismo, da un sorriso, lavora per mantenere il proprio potere facendo leva su ciò che la gente vuole sentirsi dire e anche sulla nausea che tutti abbiamo delle divisioni, respinte a parole e fomentate nei fatti. Tra le tante provocazioni che abbiamo subito voglio ricordarne una sola: quando quest’estate il Pontil Scala si è presentato alla festa di Ferragosto scortato dai Carabinieri. Sa benissimo che non siamo dei barbari e che nessuno oserebbe torcergli un capello. Ma l’importante è che lo creda la gente: "il povero sindaco se vuole venire a Costalta deve proteggersi dai bruti che gli vogliono male!” Far passare i propri oppositori di Costalta come dei selvaggi è ciò che lui indente per il rispetto delle regole democratiche? Lezioni di tolleranza e convivenza civile vada a darle a qualcun altro.
- Il Comitato Turistico e il Gruppo musicale di Costalta hanno sempre fatto cultura con la gente e per la gente, non hanno mai chiesto a nessuno titoli di studio e test d’intelligenza. Nonostante i miei studi sono il primo a riconoscere la mia ignoranza in tanti settori. So benissimo che la sapienza vera è quella di chi sa di non sapere. CHI DEVE FARE UN BAGNO DI UMILTÀ È CHI SI SOBBARCA INCARICHI PER I QUALI NON HA ESPERIENZA E COMPETENZE E CERCA DI SOPPERIRE A QUESTE MANCANZE NON CON L’IMPEGNO E LA DEDIZIONE, MA CON LA PROPAGANDA E LA DEMAGOGIA. Se è vero che la cultura non basta, L’AMBIZIONE UCCIDE LE COMUNITÀ.
Tengo a precisare che queste parole, per quanto dure possano sembrare, non sono affatto dettate dall’odio e dalla volontà di rivalsa, sentimenti che per altro mi sono del tutto estranei. Esse rispondono unicamente alla necessità di fissare alcuni punti fermi e dalla convinzione di essere nel giusto. Nonostante tutto confido ancora che le forze positive del paese siano la maggioranza e che molti che, in buona fede, hanno dato ragione al sindaco in questa sciagurata vicenda, possano ricredersi. Voglio ancora sperare che in un futuro prossimo si possa nuovamente ritrovarci a cantare in sintonia, senza assurde diffidenze. Costalta ha dimostrato di saper superare molte difficoltà, supererà anche questa.
Auguro a tutti voi personalmente buon Natale. Per la comunità parrocchiale sarà inevitabilmente una festa triste, dimessa. Del resto Cristo è nato nel buio di una stalla, in totale solitudine, rifiutato da tutti. La chiesa di Costalta sarà forse più in linea con quel lontano primo Natale, e forse, chissà, questo darà modo a tutti noi di riflettere seriamente su noi stessi e sulla nostra piccola comunità, e magari il solitario vagito del bambinello sarà l’intonazione di una nuova, gioiosa e lieta armonia.
Samuele De Bettin

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Concerto 26/12
Ricevuto il: 27/12/07 - 18:31

Ho assistito ieri sera con immenso piacere al concerto natalizio proposto dal Gruppo musicale di Costalta per festeggiare i 25 anni di attività. La Ceda della Regola era, come al solito, gremita di gente ma il clima che si respirava era molto particolare, il pubblico interveniva con un livello di partecipazione che raramente ho visto in vita mia. L’emozione di chi cantava era facilmente percepibile e denotava un profondo senso di appartenenza e l’amore verso la propria terra e la propria cultura.
Guardando le persone che seguivano lo spettacolo ho visto che la maggior parte canticchiava sottovoce i testi che ormai conosceva a memoria, che forse facevano parte del loro quotidiano ma sicuramente della loro storia. Insomma, quella di ieri sera è stata sicuramente un’esperienza di forte condivisione.
Ho visto con piacere che c’erano anche il Sindaco e le Forze dell’ordine. Normalmente apprezzo la presenza di chi garantisce la sicurezza e l’incolumità del singolo nelle situazioni di rischio ma capisco che è Natale per tutti . Siccome gruppi sovversivi non ne ho visti, dal momento che non era prevista la distribuzione di alcolici o l’uso di sostanze né, dati i temi trattati, potevano insorgere problemi di ordine pubblico, sono allora propensa a credere che i Carabinieri fossero stati invitati per assistere ad un concerto di buona musica ed il sindaco fosse giustamente presente non come atto dovuto o come una insensata forma di provocazione dopo i recenti avvenimenti, ma semplicemente perché a Natale …siamo tutti più buoni!!! O no?!
Raffaella Giacobbi
Tai di Cadore

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Rammarico...
Ricevuto il: 29/12/07 - 16:00

Come genitori vogliamo esprimere il nostro rammarico per la chiusura della "Ceda dal Comitato".
In questi anni i ragazzi hanno avuto l'opportunità di incontrarsi e trascorrere lì molto del loro tempo libero. Un luogo sereno, sicuramente protetto da molti punti di vista,stimolante per l'attività culturale, fondamentale come luogo di socializzazione. Ed è proprio stando insieme, condividendo esperienze, confrontandosi, divertendosi, a volte anche esagerando che si diventa grandi, si percorrono gli anni inquieti dell'adolescenza,si approda alla maturità. Avere la possibilità di fare questo percorso qui e non in altri contesti, ci è parso da sempre importante e rassicurante.
Temiamo che questa chiusura sia dettata da squallidi interessi economici, conditi dall'invidia per l'allegria dei corpi e delle menti, che tanto infastidisce chi vive la propria esistenza digrignando i denti dietro le tende delle proprie cucine...
Sosteniamo il Gruppo Musicale e l'iniziativa di Claudio e ringraziamo tutti coloro che in questi anni si sono impegnati per rendere più vivibile, interessante e bella la vita nel nostro paese.
Nicola Casanova De Marco
M.Giuseppina Casanova Borca

A: costaltalibera@libero.it e costauta@costalta.it
Oggetto: W costalta
Ricevuto il: 30/12/07 - 29:29

Caro Claudio,
a bella posta ho lasciato passare qualche settimana dal giorno del tuo Appello per salvare Costalta, nella considerazione che il tempo avrebbe smussato le punte ispide della rabbia, per lasciare posto a una più pacata analisi dell'evento (lo "sfratto" dalla Canonica di ogni seria attività di studio, di lavoro, di intervento culturale e sociale).
Devo dirti che, nonostante la valenza ammorbidente del Natale e la funzione sedativa dei giorni trascorsi in attesa di maggior lucidità e freddezza critica, il senso di stordimento - prodotto da un fatto in cui è impossibile rinvenire tracce pur minime di quell'ingrediente necessario che è l'intelligenza - è aumentato a dismisura, convincendomi, tra l'altro, che il nostro è davvero il Paese del grottesco e del paradossale.
Ma consentimi di andare con ordine, cercando di focalizzare i tratti essenziali della questione:
1. la "Casa Canonica" - a lungo sottoutilizzata e, quindi, destinata alla fatiscenza - è stata restaurata e resa vivibile per esclusivo merito (leggi: fatica fisica ed energie individuali) delle persone del "Comitato Turistico" e del "Gruppo Musicale di Costalta", operanti in forma del tutto volontaria;
2. la "Casa Canonica", dopo questi lavori che l'hanno trasformata in una sede accogliente (senza nessuna spesa per l'ente pubblico e per quello ecclesiastico), è divenuto l'unico punto di reale aggregazione sociale, dove occasioni di incontro autenticamente culturale hanno dato vita e senso a una comunità (quella di Costalta) altrimenti abbarbicata al silenzio inquietante della sua obiettiva marginalità geografica;
3. l'Amministrazione Comunale, per sua finalità istituzionale, e la Parrocchia, per vocazione e ragione pastorale, avrebbero dovuto non solo favorire e promuovere le attività (concerti, conferenze, dibattiti, incontri e spettacoli) del centro, ma sostenerle fattivamente con il loro patrocinio, e non solo virtuale (è mancato invero anche questo!); ebbene proprio queste due Istituzioni hanno la responsabilità della chiusura!
4. A questo punto manca solo che arrivi un'ordinanza per la sospensione del riscaldamento nelle case (i pretesti, come sai, si possono inventare e poi argomentare perché appaiano giustificati sul serio). E magari potrebbero proporre agli abitanti di trasferirsi a valle, in due o tre bei grattacieli!

Per questi gravi motivi, ritengo doverosa la tua chiamata a raccolta di tutti coloro che hanno a cuore le sorti di Costalta, le condizioni di vita delle genti ladine del Comelico e, più in generale, le prospettive di crescita di una società - quella radicata in montagna - che non può essere soffocata con provvedimenti come quello che ha chiuso praticamente la Canonica.
Da parte mia, io proporrei di sensibilizzare gli artisti del Veneto e delle altre Regioni Italiane alla donazione di un'opera al "Comitato per la difesa di Costalta", da inserire poi in una mostra d'arte da allestire nella Casa della Regola ed, eventualmente, a un'asta con la vendita di quadri e sculture (il ricavato servirebbe a finanziare le iniziative del "Comitato").
Caro Claudio, hai la mia solidarietà piena e auspico che la gente di ogni dove manifesti fattivamente la sua vicinanza a quelle persone di Costalta - le conosco e so che sono molte - che si danno da fare per ESISTERE.
CHIEDO IN PARTICOLARE CHE GLI INTELLETTUALI - POETI, SCRITTORI, ARTISTI, ATTORI, MUSICISTI - DIANO IL LORO APPOGGIO A UNA RICHIESTA CORALE: CHE VENGA RIPRISTINATA LA FUNZIONE DELLA CASA CANONICA, PRIVILEGIANDO L'INTERESSE DELLA COLLETTIVITA' DI COSTALTA.
Esprimo l'augurio che l'Anno Nuovo faccia vedere cose assolutamente migliori di quello passato; con l'occasione, un cordialissimo saluto.
Trieste, 30 dicembre 2007
Enzo Santese, critico d'arte

A: costauta@costalta.it
Oggetto: adesione alla civile e culturale protesta per salvare Costalta
Ricevuto il: 02/01/07 - 16:14

Da qualche tempo conosco la situazione di Costalta attraverso gente che mi ha informato dei maldestri interventi per cassare la vivacità culturale della piccola, ma tanto affascinate frazione del comune di S. Pietro di Cadore.
Ho parlato della faccenda anche con il sindaco non tirando fuori quasi nulla, se non che ero poco informato e che lui era stato eletto mentre io chi ero che mi permettevo d'intervenire ...
Personalmente sono, e non da oggi, molto preoccupato perchè bloccare l'attività creativa nei nostri piccoli e piccolissimi centri di montagna significa minarne l'esistenza. Tutto quanto si è visto nascere e crescere tra quelle case tipiche di Costalta, aggrappate alle pendici della montagna, sotto forma di musica e arte ne ha consentito, forse incentivato, la vita quotidiana, il resistere anche dei giovani.
Insomma è da considerarsi un autentico miracolo da salvare.
Di questi tempi, allorquando l'attenzione è appuntata sulla montagna e sull'autonomia e autogoverno, è strano che si cerchi di marciare nella direzione opposta ad iniziare dalle autorità municipali che dovrebbero, al contrario, essere le prime a sostenere tutto quanto permette e sostiene la qualità della vita in montagna e nel bellissimo Comelico.
Monti, vallate che mi hanno sempre attratto per il loro essere estremi e cerniera verso altre realtà della montagna, nostro elemento naturale passato presente e futuro
Lunga vita quindi alla creatività culturale dei "costautini".
P.S.: L'intervento, col titolo "SALVIAMO LA CREATIVITA' E LA CULTURA A COSTALTA DI COMELICO", è stato pubblicato anche nel mio blog http://jeniopa.blog.com/
Eugenio Padovan

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: APPELLO PER SALVARE COSTALTA
Ricevuto il: 03/01/08 - 18:31

Egr. Sig. Michelazzi,
in riferimento alla Sua lettera relativa all'oggetto, Le chiedo gentilmente se può mettersi in contatto con me...
RingraziandoLa per la cortese attenzione, porgo i più cordiali saluti
Sergio Reolon (Presidente Provincia Belluno)

A: costaltalibera@libero.it e costauta@costalta.it
Oggetto: Appello per salvare Costalta
Ricevuto il: 05/01/08 - 15:16

Caro Claudio,
sono la ritardataria di turno! Non a caso.
Mi sono presa il tempo per riflettere e per trovare le parole adatte. Le avrei volute simpatiche come quelle di Stefania, brillanti come le tue o quelle di Enzo, sarcastiche come quelle di Daniele o semplicemente solidali come tutte quelle degli amici che ci hanno sostenuto. Ma, forse per questo mio carattere battagliero, le uniche parole che mi tuonano in mente sono di profondo disprezzo per quegli uomini, o presunti tali, che, con leggerezza e cattiveria, hanno preso certe decisioni. Lo stesso sentimento lo provo per le persone che li sostengono, mosse dall'invidia e dai complessi si inferiorità e ancor peggio per tutti coloro che non hanno mai mosso un solo dito per la società costaltese e ora, d'improvviso, per rivalsa e vendetta, si prodigano per sostituire le persone volenterose che per anni si sono sacrificate per rendere piacevolmente vivibile il nostro amato paese. Ho letto la sofferenza negli occhi di queste persone, sempre ingiustamente attaccate! Così vorrei esprimere pubblicamente il mio affetto e la mia grande stima per gli amici del Gruppo musicale e dire alle persone che vorrebbero vederci divisi, che invece siamo sempre più uniti e affiatati! Ringrazio di cuore te, Claudio e tutte, proprio tutte, le persone che ci amano!
Buon 2008!
Elena Pomarè

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Risposta all'Appello
Ricevuto il: 08/01/08 - 21:49

In dicembre ho ricevuto da una "mailing list" bellunese il vostro appello ed oggi leggo sulla stampa locale che la situazione per il vostro gruppo civico va peggiorando.
Ritenevo che l'era dei padri-padroni fosse terminata e insieme fosse terminata pure quella dei sindaci-padroni, ma a quanto è dato capire, invece, nel vostro paese ne è rimasto uno!
Con la presente desidero testimoniarvi, per ciò che può contare, la mia piena solidarietà
Cordialmente
Manlio Da Rold
BELLUNO

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Sarà dura.
Ricevuto il: 09/01/08 - 15:41

Ho appreso durante la mia ultima visita a Costalta che è stata chiusa la Ceda del Comitato.
Ma come invece di aprire nuovi spazi, non solo fisici, si chiudono quelli già esistenti?
Là dentro ci stavano gli scacchi di Tita Plin, le proiezioni di diapositive, le recite, le feste di fine anno, i tornei di ping pong, gli incontri degli anziani.
E' gravitata ed è cresciuta in quel luogo di incontro più di una generazione, per non parlare del campetto del volley, dei sacrifici fatti per dotare Costalta del suo piccolo stadio e di tutti quelli che hanno potuto così fare dello sport.
Sarà dura dicono i miei amici Valsusini, perchè sarà dura arrendersi a quello che non c'è, ma sarà ancora più dura arginare la voglia di fare e di creare di tutti gli spiriti liberi.
Saluti
Dide Casanova Crepuz

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Salviamo Costalta
Ricevuto il: 09/01/08 - 17:04

Sono stato per qualche anno ospite di un amico a Costalta. Ricordo poche persone, ma di più l'emozione delle albe e dei tramonti.
Corollario di creste montuose baciate da rosati raggi di sole.
BELLO!
Vengo a conoscere, con dispiacere, che oltre all'asilo, la scuola e alle malghe Londo e Antola, è stata ordinata anche la chiusura della " Ceda del Comitato".
Una presa di posizione politica. Non mi è dato conoscere tutte le ragioni di questa decisione. So che fare politica è soprattutto addivenire a saggi compromessi.
Sempre che ciò serva alla comunità in cui si opera; è quello che di solito i buoni ammistratori tendono a fare. Perchè a Costalta invece si disfa?
E' triste, tutto ciò, anche per me lontano, ma comunque partecipe.
Otello Brunetta

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: solidarietà
Ricevuto il: 09/01/08 - 22:23

Tutti i componenti delle squadre di pallavolo del Comelico Volley vogliono espirmere la piena solidarietà alla protesta contro la chiusura della "ceda del comitato", luogo di importante crescita per la pallavolo giovanile in Comelico e luogo di ritrovo estivo nel campetto adiacente dove si sono svolti bellissimi tornei che hanno fatto nascere la passione per la pallavolo a diversi ragazze e ragazze che ora giocano nelle nostre squadre. Non vogliamo perdere un luogo che tanto ci ha dato e tanto può fare ancora. Riapritelo!!!.
Sportivamente un saluto e un augurio che tutto torni come prima perchè vogliamo tornare a Costalta.
Gli atleti e le atlete con i tecnici e dirigenti
del Comelico Volley

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Campo di pallavolo
Ricevuto il: 11/01/08 - 15:51

Il campo di pallavolo della "Ceda dal Comitato"
Ai giorni nostri lo sport è diventato parte integrante della società. In pochi decenni questa parola un po'… americana, è diventata così importante da condizionare la vita di famiglie intere. Certo lo sport è inteso anche come business, l'èlite a cui tanti puntano, ma che vede pochi arrivare. Io, lo sport, lo intendo come momento educativo di aggregazione, di confronto e, perché no, come interscambio culturale. Sport è anche emozione, gioia, passione… probabilmente proprio quella che permise a Lucio all'inizio degli anni '80 di dare un input ad un gruppo di amici per la riqualificazione e la trasformazione dell'area della canonica di Costalta in un piccolo oratorio. Lui, pioniere della pallavolo bellunese che veniva dall'esaltante esperienza (titolo CSI, junior '70-'71 e 3° posto ai campionati regionali) con la squadra del seminario, la Gregoriana, cercava di trasmettere a noi le emozioni che questo sport sa dare. Quindi voglio esprimere tutta la mia gratitudine a Lucio ed a tutti coloro che hanno collaborato in maniera attiva alla "costruzione" del campo di pallavolo nell'area attigua alla "Ceda dal Comitato" di Costalta, ora assurdamente chiusa. Un particolare abbraccio a Samuele e Domenico, vittime di ingiuste cattiverie. Concludo invitando tutti coloro che vogliono al torneo di pallavolo che ormai da 25 anni riempie l'agosto costaltese e che quest'anno si chiamerà "ASPETTANDO COSTALTA 2009". E' bene infine che tutti ricordino che la storia di oggi non esisterebbe senza quella di ieri.
Sportivamente,
Marco De Villa Tondo

A: costaltalibera, segr.sanpietro, vescovado, magcom, segr.cmcs
Oggetto: solidarietà
Ricevuto il: 14/01/08 - 12:19

Caro Lucio, caro Daniele
e cari amici del Gruppo Musicale di Costalta,
ma non solo…
invio questa lettera-riflessione simbolicamente anche
a tutti gli abitanti di Costalta,
al Sindaco del Comune di San Pietro,
al Presidente delle Regola di Costalta,
al Presidente della Comunità Montana Comelico-Sappada,
al Vescovo di Belluno,
al Presidente della Magnifica Comunità di Cadore

ho letto di quanto è avvenuto a Costalta…la chiusura della Ceda del Comitato, l’appello per “Salvare Costalta”, la risposta del sindaco di San Pietro. Ho sentito e letto il parere di molte persone di lì e altre che conoscono e seguono le molteplici attività del Gruppo Musicale, altre che apprezzavano le quotidiane azioni svolte per la vita della comunità…ho sentito esprimere da tutti amarezza, delusione e anche un po’ di fatica a guardare avanti, con fiducia. Ho anche letto le molte lettere di solidarietà e di vicinanza espresse agli amici di Costalta.
E alla luce di tutto questo mi chiedo perché…
Perché si è arrivati a chiudere un’esperienza così bella, così positiva, così importante per la comunità parrocchiale e civica di Costalta?
Perché chiudere un luogo che era stato curato (molti i lavori fatti), migliorato e che rappresentava un punto di riferimento e di incontro, anche inter generazionale, per molte delle persone che vivevano in Paese?
Perché chiudere un luogo così significativo, dopo tanti anni di presenza, di iniziative a favore di bambini, giovani e anziani in un momento in cui è già difficile tenere “le imposte delle case aperte”?
Perché?
Perché di fronte a un gruppo di persone che così tanto si sono spese per animare e sostenere la vita della comunità di Costalta si è scelto di chiudere, anziché interloquire e confrontarsi?
Perché non si è tenuto conto di quanto è stato fatto e di quanto queste persone hanno fatto per il paese, portandone il nome ovunque, facendo onore al Cadore e in particolare al Comelico?
Perché non si è valutato quanto sia pericoloso, anche simbolicamente, chiudere…un’esperienza culturale (deposito di idee, fatiche, storie, …saggezza, racconti, l’ha definito Laura Capellari in una delle tante lettere a voi giunte da tutta Italia), in un piccolo paese di montagna?
Perché non si è tenuto conto di tutto questo? E di ciò che Costalta, grazie alle persone che hanno gestito la Ceda del Comitato, ha rappresentato per molti montanari: la vita possibile, anche in un piccolo e lontano paese, una vita qualitativamente buona, nonostante le “fatiche” logistiche e ambientali, purché vi sono servizi minimi garantiti (in tal senso la protesta, anni fa, per la chiusura delle scuole), persone con cui vivere e condividere passioni e interessi e soprattutto persone che hanno voglia di restare. Costalta ha saputo essere tutto questo. Il paese del legno, un paese di artisti che ha saputo dipingere, scolpire e “cantare” le molte sfumature della montagna, con amore, intrecciando passato, presente e futuro.
Perché voler soffocare tutto questo? Nessuno è profeta in patria…purtroppo è proprio vero… Ma vogliamo continuare a perdere esperienze e persone così importanti, anzi di più, così determinanti per il nostro Cadore? Lo vogliamo fare specie in un momento così difficile per la nostra zona? Anni fa, in occasione di un convegno promosso dalla Magnifica Comunità sulla condizione dei giovani in Cadore molte le analisi e le riflessioni, a partire dal disagio crescente del mondo giovanile e non solo. Tra le piste individuate, elaborate in appositi gruppi di lavoro, al primo posto c’erano proprio “luoghi” dove ritrovarsi, luoghi da gestire…luoghi dove stare…Parole rimaste solo dichiarazioni di intenti come, purtroppo giustamente, molti giovani temevano…
Nonostante tutto questo mi sento di dirvi, cari amici di Costalta: trovate, troviamo, una strada, un luogo dove stare, dove portare avanti le vostre idee,.. le vostre modalità di essere e di fare.
Perché le idee camminano, le persone cambiano e il tempo, alla fine, dimostra ciò che ha veramente valore…Non lasciatevi fermare…non siete soli…e rappresentate simbolicamente troppe cose e troppo importanti per lasciar perdere…
La miglior cosa sarebbe, naturalmente, un riavvicinamento, un incontro, una chiarificazione, un accordo…, ne uscirebbe rafforzata l’intera comunità…
Se non sarà possibile andate avanti,
ci saremo…e saremo tanti a partecipare…
Chiudo ricordando due persone che secondo me dovete sentire idealmente vicine in questa vicenda anche se non ci sono più. Uno è un prete che per me e per molti di voi è stato un riferimento per le sue modalità e le sue parole: don Lorenzo Milani: un prete burbero, a volte scontroso ma “grande” nel suo “esserci”, sempre, con tutti, un prete un po’ fuori dagli schemi, che ha saputo stare con la gente e che in un piccolo paese di montagna, a Barbiana, ha ideato una delle “scuole di vita” e di pedagogia della comunità tra le più significative degli ultimi anni. Lì è nata Lettera a una professoressa…che dovremmo, tutti, periodicamente rileggere.
L’altra persona che sento vicina in questa vicenda è Alexander Langer…il viaggiatore leggero…il costruttore di ponti….Alex sarebbe stato li con voi…vi avrebbe aiutato e sostenuto. Lui amava ricordare sempre uno slogan importante per tutti noi: agire localmente, pensare globalmente.
Ecco. Credo sia questo il modo per guardare avanti: intrecciare idee e relazioni e insieme saprete, sapremo, trovare le soluzioni per non tradire gli ideali e non vanificare il lavoro – tanto - di questi anni.
Ciao a tutti, un arrivederci a presto, con amicizia,
da una mezza comeliana.
Mirta Da Pra Pocchiesa
Caselette (TO)

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: salvare costalta
Ricevuto il: 15/01/08 - 14:24

Vi invio la mia solidarietà in quanto amante della montagna, di un tipo particolare di montagna : non quella dei caroselli sciistici , delle seconde case, dei condomini che anche li da voi stanno inevitabilmente mangiandosi la vostra più grande risorsa che è l'ambiente, ma la montagne delle tradizioni popolari, le sole che attraverso la cultura sono in grado di fermare uno sviluppo distorto...
Rossato

A: costaltalibera@libero.it e costauta@costalta.it
Oggetto: Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 15/01/08 - 19:25

Ancora una storia di divisioni e contrasti affligge la nostra valle togliendole energie utili ad affrontare il futuro dei nostri giovani.
A Costalta ci sentiamo tutti legati da sentimenti di ammirazione e gratitudine per aver rappresentato ovunque per decenni il meglio della Cultura del Comelico. Quella casa, legata così intimamente alla Chiesa è stata vissuta intensamente da generazioni di ogni età, ha ospitato gente ed eventi importanti. Speriamo che questo temporale sfoghi velocemente i suoi rumori e bagliori per lasciare posto ad una nuova stagione di concordia che spalanchi quelle persiane, riapra quel portone alla sua gente.
Non si affievolisca, nel frattempo, la volontà di creare propria del Gruppo musicale di Costalta e di Costaltarte. Con loro abbiamo collaborato e continueremo a farlo.
A loro ed al paese intero esprimiamo affetto.
Il Gruppo di ricerche Culturali di Comelico Superiore

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: è una vergogna
Ricevuto il: 16/01/08 -12:27

Ciao a tutti,
io ho fatto la tesi di laurea su Costalta: ho creato la guida turistica del paese, orgogliosa di poter sottolineare ad amici e prof la "specialità" di questo paese... e ora?
si chiudono i battenti così? di tutto?
ma è una vergogna!
Amici di Costalta, avete tutto il mio appoggio.
Francesca Bartolini

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Appello
Ricevuto il: 21/01/08 - 19:37

Son veramente dispiaciuto e ritengo che sia veramente a dir poco incomprensibile tutto ciò.
Dirvi che son dalla vostra parte mi sembra ben poca cosa, ma vivendo così lontano... per il momento non posso far altro.
A presto
Silvano Borzacchiello Musicista (Lugano - Svizzera)

A: costaltalibera@libero.it e costauta@costalta.it
Oggetto: Squatter alla Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 22/01/08 - 16:27

Mii, ma che avete combinato alla ceda dal comitato? Fino a Torino è arrivata sta notizia. Altro che la caduta del governo... Avete fatto talmente incazzare il prete che ha detto al sindaco di chiuderla... dite la verità, che combinavate là dentro, eh? ahh, questi intellettuali artistoidi, tutti pazzi sono! E poi facevate pure occupazione!!!Squatter!!!! Per giunta dal 1998! E già che vi sbattono fuori... dopo 10 anni magari avevate pure pretese di proprietà legittime... e il prete come glielo dice al vescovo? e per giunta che è stata occupata da un gruppo culturale non espressamente cattolico... quello lo manda in Africa con la guerra
civile...
Ma la domanda che sorge spontanea è: ma è stata assegnata un'altra struttura che può in qualche modo ospitare le varie iniziative culturali e sociali che avevano luogo alla ceda?
Se questo luogo esiste ed è parimenti bello e "familiare", ma soprattutto utilizzabile per le stesse attività del precedente penso che non si possa eccepire le decisioni prese da sindaco e parroco (o curia). Rimane certo l'amarezza del cambiamento non voluto e lo spreco di lavoro e soldi per mettere in ordine e mantenere negli anni un luogo come la ceda dal comitato. Il sindaco nella sua lettera sostiene che tale posto sostitutivo esista: ebbene, se c'è, com'è? Vi prego ditemelo...
Un gran saluto a tutti.
Bernardo "Berny" Scursatone (Torino)

A: costauta@costalta.it
Oggetto: [Nessun oggetto]
Ricevuto il: 23/01/08 - 16:35

Credo che, dopo i ben noti fatti accaduti alla Sapienza di Roma, in seguito ai quali il mondo cattolico si è eretto a paladino della democrazia e del confronto tra le diversità, ora più che mai, sarebbe opportuno dimostrare di essere all'altezza delle proprie dichiarazioni, fornendo tutte le opportunità di confronto, logistiche e intellettuali, soprattutto alle voci fuori dal coro. Vivo in una città, da questo punto di vista blindata, dove la cultura sta morendo e l'unico dibattito ufficiale é autoreferenziale.
Silvia Valenti
Treviso

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Lettera alla Curia Vescovile
Ricevuto il: 25/01/08 - 21:34

Caro Claudio,
allego una lettera, partita oggi con destinazione Curia Vescovile.
Un abbraccio a te e a tutti,
Massimiliano

Eccellenza,
Costalta è un paese al margine. Al margine delle grosse correnti, dei principali centri di aggregazione, dei flussi turistici massicci. Anche, se vogliamo, della storia. Non costituisce passaggio obbligato; la sua posizione geografica non ne fa punto di confluenza o snodo. Poche centinaia gli abitanti, i collegamenti scarsi e inadeguati, insufficienti le strutture. La ricerca spontanea di spazi aggregativi si giustifica nel disagio quotidiano, nel bisogno di colmare un vuoto persistente. Vuoto infrastrutturale, amministrativo, pastorale. È naturale che in una situazione come questa gli individui cerchino di compensare la mancanza, elaborando soluzioni alternative che consentano uno stile di vita dignitoso e socialmente qualificante. La comunità di Costalta ha reagito alla marginalità proprio perché alcune persone si sono rimboccate le maniche e, ispirate dal principio della totale gratuità, hanno organizzato - di anno in anno, per più di tre decenni - la vita comunitaria, hanno contrastato uno "scivolamento a valle", che molti ritenevano e tuttora ritengono l'unica via percorribile. La loro opera si è definita a sostegno e più spesso in completa sostituzione dell'attività pastorale, rappresentata - soprattutto negli ultimi anni - da figure pallide e prive di consistenza. Queste persone hanno reso vivibile il margine, vi hanno aggiunto valore. Ne hanno cambiato il segno. Animazione, canto, musica, istruzione, assistenza, volontariato sociale: questi i tratti del loro operato. Grazie allo sforzo, all'energia, alla resistenza di queste persone, si è definita quella spiccata dimensione sociale e comunitaria - tipica del paese di Costalta - di cui molti, a cose fatte, si riempiono la bocca.
È proprio attorno alla "Ceda dal Comitato" che nel corso degli anni queste attività si sono coagulate. In questo spazio centinaia di persone, in continuo scambio generazionale, hanno condiviso momenti autentici di socialità, contrastando la tendenza all'isolamento che ci vorrebbe ripiegati su noi stessi ed egoisticamente confinati nello spazio ristretto del nucleo familiare. La chiusura della "Ceda dal Comitato" è ormai alle spalle. Nonostante siano passati molti giorni, lo stupore per ciò che è successo non accenna a diminuire. Lo sbalordimento per una vicenda dai contorni paradossali, che ha dell'inverosimile. Che disorienta. La scelta di allontanare da sé chi si dedica all'Altro, è un vero e proprio sfregio al concetto di gratuità e di volontariato; è un'azione irragionevole, insensata, assurda. Una decisione autoritaria che rafforza l'immagine di una Chiesa assorta in sé, incurante della marginalità, priva di spessore umano. Che drammaticamente perde di vista il suo compito primo: parlare all'uomo. Ogni volta che racconto questa vicenda a chi ancora non la conosce, creo sconcerto, confusione. L'interlocutore rimane attonito. Spiazzato da una situazione ai limiti del grottesco, non ne comprende il motivo. Riandando con la mente alle varie attività che dentro la "Ceda dal Comitato" si sono svolte, mi chiedo: forse che laboratori teatrali per bambini, feste per gli anziani, pomeriggi musicali, letture poetiche, cineforum, concerti sono eventi ad alta pericolosità sociale? Vi si possono forse intravedere i tratti cupi dell'eversione? O non si tratta, invece, di tentativi di coesione? A glossa di questa riflessione, cito il contenuto di una lettera.
Il 20 di ottobre del 1963, don Lorenzo Milani scrive a Mons. Giovanni Bianchi, Vicario generale della Curia arcivescovile di Firenze. Rispondendo al prelato che lo accusa di non aver mantenuto un impegno, don Lorenzo dice: "È ben umiliante per noi sentirci chiamare in basso al livello puerile, dispettosetto, irreligioso delle gelosie e delle invidiuzze locali. Ma è ancora più umiliante che coloro che mostrano di vivere a quel livello trovino subito ascolto in Curia. Che la Curia si presti a far loro da portavoce, che la Curia non domandi loro "Perché non andate a dirlo all'interessato come prescrive il Vangelo?". Più avanti, si rammarica di "veder la Curia assurdamente contraria a una semplice opera di bene e solidale ancora una volta con le spie, gli invidiosi, i cercatori di male nel bene…". E chiude con accenti accorati, esprimendo al presule tutto il suo stupore: "mi meraviglio che lei dopo la sua visita qui non abbia ancora capito che […] ci sforziamo quotidianamente di vivere in una elevata atmosfera di dedizione al prossimo, di problematica religiosa, morale, politica, culturale ad alto livello" .
Con le parole del priore di Barbiana La lascio e, augurandoLe che l'anno nuovo possa portare consiglio e ravvedimento, La saluto.
Massimiliano De Villa
Venezia, 25.01.2008

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: appello
Ricevuto il: 29/01/08 - 18:39

Non c'è futuro per le nostre terre senza cultura, idee, valorizzazione dei talenti locali, spazi per i giovani, creatività.
Gli uomini hanno bisogno di parole, suoni, immagini, sogni.
Plaudo all'iniziativa per la cultura in montagna e auspico che con il dialogo si possa trovare una soluzione al problema degli spazi.
I migliori saluti
Maurizio Fistarol

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Manifesto “SALVIAMO GLI SPAZI PER LA CULTURA IN MONTAGNA”
Ricevuto il: 31/01/08 - 16:21

Invio il manifesto del pomeriggio di protesta per gli spazi per la cultura...
Un abbraccio
CLAUDIO MICHELAZZI

 Il testo del... manifesto

SALVIAMO GLI SPAZI PER LA CULTURA IN MONTAGNA

DA COSTALTA AGLI ALTRI LUOGHI IN PERICOLO

AURONZO
DOMENICA 10 FEBBRAIO DALLE ORE 16.OO
CINEMA TEATRO KURSAAL

Pomeriggio di musica, teatro, poesia con

ANDREA DA CORTA’ E AL TEI
LE WONGOLE
I FIORI BLU’
ILLOGICAL SNAILS
GRUPPO MUSICALE DI COSTALTA
GUALTIERO GASPERINI
PAOLA BROLATI E CHARLY GAMBA
LAVORI IN CORSO
ALCUNI ARTISTI DI ZELOZ

Interventi di

un sindaco del Cadore, un sindacalista,
presidenti di associazioni culturali e di volontariato,
artisti ed intellettuali

Presentazione del libro sulla vicenda di Costalta

RACCOLTA FIRME PER IL MANIFESTO
“SALVIAMO GLI SPAZI PER LA CULTURA IN MONTAGNA”



Il manifesto, in formato .pdf, si puo' visualizzare (e ingrandire)
cliccando sulla seguente immagine



A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: A proposito del pomeriggio di protesta...
Ricevuto il: 31/01/08 - 17:20

Cittadini, amici,
abbiamo deciso di organizzare il pomeriggio di protesta civile del 10 febbraio 2008 che si terrà al Teatro Kursaal di Auronzo dalle 16 per vari motivi...

  • perchè quello che è accaduto a Costalta con la chiusura della "Ceda dal Comitato", chiusura che ha privato un tessuto sociale particolare di un importantissimo centro di aggregazione, non possa avvenire più in nessun angolo del nostro territorio, territorio che sta vivendo un momento di fervido impegno da parte di tutti, artisti, amministratori, intellettuali, per lo sviluppo sociale e culturale;
  • perchè la protesta è un diritto ma anche un dovere: un diritto, perchè distruggere uno spazio per la cultura che uomini, donne e ragazzi hanno costruito in anni di lavoro è una ferita mortale, un colpo al cuore pulsante di una terra che tenta di rinascere; un dovere morale, perchè non deve più regnare il silenzio sull'operato di amministratori civili o religiosi che lavorano per scopi politici od economici
    lontani dal bene della collettività andando a ledere iniziative culturali, sportive, associative, volontaristiche che sono lo scheletro di una società.

Noi il 10 febbraio 2008 ad Auronzo dalle ore 16 presso il Teatro kursaal ci saremo.

E con noi tantissimi artisti, poeti, musicisti, attori, intellettuali, organizzatori di eventi provenienti da tutto il Cadore ed anche i pochi amministratori illuminati del nostro territorio, tutti giovani, che cominciano piano piano a sostituirsi alla vecchia guardia, aprendo alle possibilità dello sviluppo e del futuro, amministratori intraprendenti che non si accontentano di trascinare il loro presente fermo e malato, e nemmeno di piangere su un glorioso passato, ma che vogliono produrre azioni concrete e nuovi progetti per una società e per un territorio che da poco ha acquisito la consapevolezza del proprio valore e che cerca di crescere per un domani migliore.
CLAUDIO MICHELAZZI

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Costalta vive
Ricevuto il: 02/02/08 - 08:54

Cari amici, è difficile aggiungere qualcosa a quanto scritto da molte persone. Credo che questa continua manifestazione di affetto e di solidarietà sia la medicina migliore per alleviare questo momento difficile e pieno di amarezza. Da parte mia posso solo ringraziare Lucio, Claudio, e tutti gli amici di Costalta che grazie al loro impegno e al loro amore per il paese hanno realizzato qualcosa che resterà nel tempo.
Quella Ceda era ed è anche la mia Ceda, è stato un luogo di divertimenti e di amori (lì ho conosciuto la mia futura moglie Mariangela), di preghiera e di cultura. Non provo rancore per quelli che hanno cancellato una parte importante del mio e del vostro passato, ma solo compassione perché loro NON HANNO CREATO NULLA ed è per il nulla che saranno ricordati.
Il tempo, che è sempre galantuomo, ricorderà invece le serate culturali, gli eventi sportivi, gli incontri di preghiera e tutto quello che avete creato in questi anni. Questo sì sarà ricordato!!
Vi esorto pertanto con tutto il cuore ad andare avanti, a superare anche questo momento perché siete davvero l’orgoglio di Costalta.
Un abbraccio fraterno
Michele Casanova De Marco (Porcia-Pn / Kostauta)

A: costauta@costalta.it
Oggetto: Io C'ho suonato a ottobre...
Ricevuto il: 04/02/08 7:18:26

Ciao, mi chiamo Alberto De Rossi e son rattristato dalla notizia della chiusura del Ceda dal comitato e mi sembra impossibile che l'unico posto di ritrovo per i giovani del paese abbia chiuso!!!
Io ci ho suonato il 20 ottobre del 2007 con il mio progetto, anzi, precisamente è stata la prima serata in assoluto. E parlando con Lucio ci siamo ripromessi di ripetere l'evento per l'estate o quanto meno per l'anno successivo, ma dove lo potrò fare????
Io non so cosa si possa fare, abito a Padova, ma credo che anche con una semplice mail si possa far qcs.
Alberto De Rossi

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: [Nessun oggetto]
Ricevuto il: 06/02/08 - 17:51

Caro Lucio, ti scrivo per esprimere piena solidarietà a te ed agli amici del gruppo musicale di Costalta, in relazione alla vicenda della sede, che ho potuto mettere a fuoco solo di recente nei suoi risvolti problematici.
Naturalmente non mi soffermo sugli aspetti formali –che non conosco- di un intervento autoritativo legato alla proprietà dell’immobile, sede storica del Gruppo. Quello che mi sembra assolutamente inaccettabile è l’esito sostanziale di questo intervento, ossia la privazione della sede sociale –senza adeguate soluzioni alternative- per una compagine sicuramente benemerita sul piano sociale, riconosciuta (non solo localmente, ma soprattutto localmente) come espressione autentica della vita culturale e artistica di Costalta.
Sarebbe stato doveroso, specie per chi esercita responsabilità pubbliche, cercare tempestivamente –attraverso il dialogo- una soluzione in grado di assicurare una serena prosecuzione dell’attività per un Gruppo che ha mostrato, in un quarto di secolo, sicure capacità artistiche e disinteresse sul piano economico.
La povertà culturale ed i problemi di marginalità dei nostri paesi dipendono purtroppo anche dal modo con cui spesso si affrontano le questioni, radicalizzando contrasti e conflitti e non ricercando soluzioni appropriate, spesso semplici e a portata di dialogo.
Al di là della vostra apprezzabile determinazione a proseguire, resta il rammarico (per me profondo) per il modo –assai poco esemplare- con cui si è creato “un caso” che non doveva nascere.
Buon lavoro, comunque, guardando avanti e mantenendo intatta la stima per le attività del gruppo e la disponibilità dei suoi componenti.
Giancandido De Martin, docente all’Università Luiss di Roma


A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: SALVIAMO GLI SPAZI PER LA CULTURA
Ricevuto il: 13/02/08 - 14:32

Mi permetto inviare l'allegato.
Mario Svaluto Moreolo.

 Belluno, 11 febbraio 2008

Pregiatissimi
TATIANA PAIS BECHER
CLAUDIO MICHELAZZI
LUCIO EICHER CLERE

Sento il dovere ed il piacere di ringraziarvi per il bellissimo pomeriggio che avete offerto in quel di Auronzo.
Oltre all'apprezzamento per i tanti e piacevoli "stacchi" di notevole livello artistico per di più percorsi da una sana ed intelligente ironia ed autoironia, mi ha favorevolmente colpito il clima di grande serietà e serenità che ha caratterizzato l'insieme degli interventi di introduzione e di commento. Poteva essere diverso !
Credo che la manifestazione e la presentazione dell'opuscolo (rosso!) possano e debbano rappresentare un punto di arrivo e di sedimentazione della "crisi" partita a Costalta.
Non credo si possa raccogliere il grido disperato e disperante dei braccianti di Avola, poi uccisi da servitori dello stato, per aver rivendicato il diritto alla sopravvivenza.

Ricordate ?
"…….prendete la vostra rabbia, chiudetela nel pugno e…….".
No, non è più così !

Assorbite la vostra "rabbia", mettetela assieme alla scarsa preveggenza dei vostri interlocutori e trasformatela in ulteriore azione culturale attraverso il "confronto", il "dialogo", la "proposta".
Sentiti gli amici del Consiglio di Presidenza sono autorizzato ad offrire la disponibilità dell' ISBREC" (Istituto Storico Bellunese della Resistenza e della Età Contemporanea) ad affiancare ed allargare lo spettro dell'azione culturale comunque sempre a favore della nostra comunità provinciale.
Chiosa personale.
Vi domanderete: chi sei tu per ammannirci questo "pistolotto" fra il moralistico ed il politico ?
Io sono un "minus" qualsiasi che osa dire delle cose ovvie, frutto della propria formazione cristiana (sempre in itinere!) che ha assunto lievemente nel corso della propria esistenza, per ciò stesso libera e laica, e che è patrimonio comune: di cattolici e laici, di istituzioni e gerarchia, ma che è poco praticata.
Sempre con i più cordiali saluti e rinnovati ringraziamenti.

Mario Svaluto Moreolo

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 18/02/08 - 23:30

Cari amici,
ho letto con molta tristezza l'articolo sulla chiusura della Ceda Dal Comitato.
Le attivita' che si svolgevano al pianoterra della canonica riunivano una
comunita' di persone che andava ben oltre i Costaltesi, ed esaltavano la ricchezza culturale, artistica ed intellettuale della nostra vallata.
La perdita della Ceda colpisce TUTTI e l'ostruzionismo ad uno sviluppo che vada al di la' dei limiti geografici contribuisce solamente all'impoverimento sociale.
Quale vanto ci potra' essere ad aggiungere un altro edificio vuoto dove esiste invece la volonta' di riempire di vita un paese?
Un abbraccio,
Cristina
St. Louis, Missouri

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Ceda Comitato
Ricevuto il: 19/02/08 - 07:11

Più che al latino, per titolare l'appello bisognerebbe ricorre all'idioma vandalico, penso che un posto in corsa per il premio Attila al sindaco di S. Pietro non dovrebbe mancare. Piccolo suggerimento: visto lo spirito secessionista austriacante?? di questo raffinato amministratore, perchè non migrare verso comuni vicini, che magari considerino la cultura una risorsa e non un campo demolizioni, in cui esercitarsi come sfascia carrozze?
un saluto
(purtroppo sono a Roma ma in ispirito sono con voi)
a presto
Gianni

A:costaltalibera@libero.it
Oggetto: Presentazione del libro “Questa diocesi ci ha abbandonato”
Ricevuto il:19/02/08- 18:08

Invito alla presentazione del libro

“Questa diocesi ci ha abbandonato”
lettere senza risposta di cristiani ai margini
al vescovo di Belluno Giuseppe Andrich

Le recenti vicende che hanno interessato il paese di Costalta, cioè la chiusura del piano terra della canonica, dove da una trentina d’anni si riunivano liberamente ragazzi e giovani e dove esercitava la sua attività di formazione corale e culturale il Gruppo musicale di Costalta, sono state una chiara esemplificazione dell’indifferenza e dell’abbandono in cui sono lasciate le comunità marginali dai poteri centrali.
In questo caso il potere in questione è quello della diocesi di Belluno, che si è accordata con il sindaco di San Pietro di Cadore per ordinare “lo sgombero di persone e cose” dagli spazi che i volontari avevano costruito ed attrezzato a spese proprie in favore dei ragazzi e dei giovani del paese.
Un nucleo di cristiani, che si riconoscono nella Comunità di base formatasi negli anni del dopo Concilio, non ha voluto accettare la logica del silenzio e della rassegnazione verso questo sopruso gerarchico, ha scritto al vescovo e “si è opposta a lui a viso aperto, perché evidentemente aveva torto” (Galati, 2,11).
La corrispondenza unilaterale con il vescovo Giuseppe Andrich, che non ha risposto a nessuna delle lettere inviategli, è stata raccolta in un libretto, insieme ai documenti relativi allo sfratto dalla canonica ed alle testimonianze di solidarietà di tanti amici di Costalta.
Una presentazione alla stampa ed al pubblico di questo libretto verrà fatta

Martedì 26 febbraio p.v., alle ore 16.00
nella sala degli affreschi del palazzo della Provincia
in piazza Duomo a Belluno

L’incontro sarà anche un’occasione per firmare l’appello “Salviamo gli spazi per la cultura in montagna”.

Costalta 17 febbraio 2008
La Comunità di base di Costalta

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: richiesta pubblicazione
Ricevuto il: 21/02/08 - 01:42

Mi sono permesso di inviare queste quattro righe al Corriere delle Alpi nella speranza di divulgare la notizia di questa ingiustizia.

EMERGENZA DEMOCRATICA A COSTALTA

Di Fidel Castro e Ernesto Guevara io, comunista, invidio la rivoluzione, il credo in un ideale,la voglia di lottare per la libertà di Cuba e dei cubani. Che poi questo sogno si sia via via dissolto, e Cuba si sia trasformata in una dittatura repressiva è evidente agli occhi di tutti. In Italia, i nostri nonni, i nostri partigiani, ci hanno consegnato uno stato libero e democratico.
Ottenuto ciò ci siamo un po' seduti sugli allori, dando la possibilità a qualche piccolo "tiranno di quartiere" di alzare le testa.
Un esempio di "degrado democratico" lo abbiamo a Costalta piccola frazione del piccolo comune di S.Pietro. Qui il "tiranno", salito al potere qualche anno fa, si diletta da temponel sopprimere, nel limite della legalità, questa frazione a lui avversa. Tra le sue opere può vantare la chiusura dell'asilo, delle scuole elementari, del centro sportivo, ed ora, per finire, la ceda del comitato, pericoloso luogo di aggregazione di oppositori politici. Insomma se una volta gli oppositori venivano mandati al confino, ora, togliendogli il poco che hanno, un po' alla volta, e senza violenza, si riesce ad ottenere una migrazione spontanea di esseri indesiderati.
La ceda del comitato si trova (o trovava) al piano terra della canonica, e lo sfratto è stato possibile grazie all'assenso della curia bellunese, il cui capo, Giuseppe Andrich, forse troppo preso dall'agiata vita che il potere garantisce, non si è nemmeno degnato di rispondere alle numerose lettere dei parrocchiani, evidentemente utili solo nel momento in cui elargiscono offerte, necessarie al mantenimento dell'oneroso stile di vita dei rappresentanti ecclesiastici.
Per sostenere la "rivoluzione costaltese", all'indirizzo e-mail costaltalibera@libero.it sono ormai decine i messaggi di solidarietà giunti da tutta Italia, e da esponenti politici di idee trasversali, come dimostrano le lettere del compagno Ezio Lise e di Paolo Bampo che comunista sicuramente non lo è. Tutti uniti quindi perche la libertà non ha colori politici, ed è un diritto. Anche per Costalta.
Zandonella Daniele

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: [Nessun oggetto]
Ricevuto il: 22/02/08 - 12:34

Il presidente della Provincia Sergio Reolon, su ordine del vescovo Giuseppe Andrich, impedisce la presentazione del libro “Questa diocesi ci ha abbandonato”

La vicenda della chiusura della canonica di Costalta alla libera aggregazione giovanile si arricchisce di un nuovo capitolo. Anche questo amaro e penalizzante per Costalta.
Come era stato annunciato alla stampa ed agli amici delle mail listing, martedì 26 febbraio, alle ore 16.00, avrebbe dovuto esserci la presentazione del libro “Questa diocesi ci ha abbandonato, lettere senza risposta di cristiani ai margini al vescovo di Belluno Giuseppe Andrich”, nella sala degli Affreschi della Provincia. Era stata fatta regolare domanda ed ottenuta risposta favorevole.
Una copia del libro viene consegnata nelle mani del presidente Sergio Reolon lunedì 11 febbraio, insieme alle firme raccolte ad Auronzo per “Salvare gli spazi per la cultura in montagna”, da Claudio Michelazzi e Lucio Eicher Clere.
Ma mercoledì 20 febbraio lo stesso presidente Reolon telefona al responsabile della presentazione del libro dicendo: “Mi ha contattato il vescovo irritato ed offeso perché ho concesso uno spazio istituzionale del palazzo della provincia per la presentazione di un libro polemico nei suoi confronti. Mi dispiace ma sono costretto a revocare l’autorizzazione a presentare il vostro libro nella sala degli Affreschi”.
Palazzo Piloni come dependance della Curia?
Tra la piccola comunità di Costalta, umiliata e offesa, che racconta in un libro la sua vicenda, ed il vescovo Andrich, il presidente non ha avuto dubbi per chi parteggiare.
Belluno val bene qualche messa. Alla faccia della laicità e della noncredenza di cui l’ex comunista Reolon si è fatto vanto nello sfogliare il libro il giorno in cui gli è stato dato in omaggio.

Pur delusi per l’ulteriore affronto alla democrazia ed alla libertà di pensiero e di scrittura, la Comunità di Base di Costalta non si rassegna e presenterà comunque il libro a Belluno in un’altra sede. Sarà nostro impegno comunicare giorno, luogo e ora, non appena avremo trovato qualche persona disponibile ad ospitare nei suoi spazi, senza censura preventiva, la voce degli “umiliati e offesi” di un piccolo paese di montagna.

Costalta 21 febbraio 2008 - La Comunità di base di Costalta

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: vi appoggio!
Ricevuto il: 22/02/08- 14:46

Sono davvero senza parole, per non dir amareggiata!
Tutto ciò è davvero deludente, ma dove stiamo andando a finire?!
Continuo a segurivi ed esservi vicina!
Complimenti per la manifestazione di Auronzo e non vedo l'ora di aver il libro "polemico" fra le mani !
Laura

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Re: adesione all'appello
Ricevuto il: 22/02/08 - 15:58

Ho ricevuto la disdetta dell'appuntamento.
Resto in attesa di nuove comunicazioni, auspicando di poter essere presente all'evento e confermando la mia adesione e posizione.
Paolo Bampo

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Lettera aperta
Ricevuto il: 24/02/08 - 17:21


Caro Cittadino Sergio Reolon, Presidente della Provincia di Belluno,

consentimi di fare alcune considerazioni in merito alle polemiche dei giorni scorsi rispetto al caso di Costalta ma non solo.
A mio parere, da un punto di vista formale, potresti aver avuto piena ragione nell’opporti, anche se tardivamente, alla presentazione del libro sulle vicende di Costalta dal titolo significativo “Questa diocesi ci ha abbandonato – lettere senza risposta di cristiani ai margini al Vescovo di Belluno Giuseppe Andrich”, libro che non appare ai miei occhi così scandaloso come viene giudicato da te ma che è semplicemente una raccolta oggettiva di documenti e sensazioni a caldo raccolte in una comunità abbandonata, per conoscere e non dimenticare. Potresti aver avuto piena ragione per alcuni motivi che sono indiscutibili ed intangibili quali l’essere l’istituzione provinciale super partes e tutelatrice di tutta la comunità, anche se risulta ben chiaro che chi gestisce l’istituzione grazie ad elezioni
democratiche dovrebbe essere, già nel periodo di campagna elettorale precedente all’insediamento, dichiaratamente appartenente a una precisa linea politica, programmatica e finanche ideologica, ma questo ormai in Italia può essere diventato un optional.
Potresti aver avuto ragione, non concedendo gli spazi per la presentazione del famigerato libro, cercando di tutelare il Vescovo di Belluno, che io, laico, considero alla stregua di un dirigente della collettività cattolica e che resta comunque sempre solo un rappresentante di una parte della comunità provinciale, anche se di quella più cospicua.
Potresti aver avuto ragione con la tua scelta se questo libro contenesse delle accuse verso la persona del Vescovo ma visto che le accuse, fatte in modo civile e con profondità di riflessione, sono verso un operato ingiusto, la cosa mi spinge a meditare.
Dal momento che io, a differenza di diversi partiti politici italiani, non ho bisogno dei voti dei cattolici, coccolati e tutelati da sempre forse per interessi politici, mi permetto di riflettere e dibattere su questioni scottanti, relative al rapporto problematico tra chiesa e società civile, altrove rimossi.
Vorrei discutere però con te, se permetti, su temi più ampi rispetto alle formalità di palazzo e a quello che è accaduto a Costalta, caso ormai diventato di pubblico dominio e in qualche modo irreversibile.
Vorrei parlare di temi che travagliano questi nostri tempi e che fanno, di Costalta, solo la punta di un Iceberg rispetto ai processi sociali e culturali che si stanno sviluppando in questo nostro mondo.
Dato per certo che ormai, ad un livello di agire ecclesiastico, livello che utilizzando continue ingerenze rispetto ad un tessuto sociale purtroppo sta diventando come una radice di cipresso (albero cimiteriale infestante) che attorciglia e soffoca, i principi del Vaticano II sono diventati scomodi e pesanti e che vi è una regressione ed una mitizzazione dei principi del Vaticano I (è di poco tempo per esempio fa la notizia che il Ratzinger voleva riabilitare, oltre a cinquecento “martiri” franchisti anche una figura come Pio IX…) mi piacerebbe sapere da quando, in campo religioso, è stato ribadito il dogma dell’infallibilità vescovile?
Da quando è ritornato in auge lo scaffale denominato indice dei libri proibiti? Scaffale che, questo sì, puzza di zolfo e di stantio.
Io credo fermamente che la laicità, oltre a essere di parte e non super partes come sostieni tu (vorrei richiamare all’attenzione il fatto che anche Gesù Cristo era un laico e non storicamente e neppure ideologicamente super partes…) sbandierata a più non posso forse anche per motivi di comodo, altro non sia che un corretto utilizzo della ragione, non sistema ma strumento per denunciare e portare alla luce, per smitizzare e demistificare le varie chiese, quelle di destra di centro ed anche quelle che, purtroppo, ci sono pure a sinistra. Io credo che fino a quando la religione non diventerà realmente solo fatto privato, essenzialmente vero ed intimo, vivremo sempre di questi problemi.
Io, seppur aconfessionale, con spirito laico mi sono messo al fianco di chi, credente e praticante, ha avuto il coraggio di denunciare un operato ingiusto avvenuto all’interno di quella parte di comunità provinciale che tu hai voluto tutelare e che è rappresentata dal Vescovo di Belluno. Molti l’hanno fatto. Altri non l’hanno fatto.
Vorrei finire con un pensiero, non rivolto a te, che considero con stima, non vorrei toccare la tua acuta sensibilità irritata e già provata dal caso Costalta, ma se in Italia ci fossero a tutti i livelli più Zapatero e meno “zapatera” le cose andrebbero certamente meglio.
Cordiali saluti.

CLAUDIO MICHELAZZI

 A: costaltalibera@libero.it e costauta@costalta.it
Oggetto: FINALMENTE LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO!!!
Ricevuto il: 29/02/08 - 13:17

Presentazione del libro
“Questa diocesi ci ha abbandonato”

Lettere senza risposta di cristiani ai margini
al vescovo di Belluno Giuseppe Andrich

Dopo l’increscioso imprevisto, che ci ha costretti a non presentare il libretto “Questa diocesi ci ha abbandonato” nella sala pubblica degli Affreschi della Provincia di Belluno, che avevamo chiesto ed ottenuto come spazio laico e aconfessionale per far conoscere la vicende di una realtà marginale, maltrattata ed offesa come Costalta, e che il presidente “super partes” Sergio Reolon ha negato, scegliendo quindi la parte del vescovo Andrich, che gli aveva fatto presente la sua sofferenza e irritazione perché uno spazio istituzionale veniva offerto per presentare un libro “contro di lui”, abbiamo perseverato nella ricerca di uno spazio libero, senza censure preventive, per poter presentare questo “libretto rosso” a Belluno.
Esso documenta le recenti vicende che hanno interessato il paese di Costalta, cioè la chiusura del piano terra della canonica, dove da una trentina d’anni si riunivano liberamente ragazzi e giovani e dove esercitava la sua attività di formazione corale e culturale il Gruppo musicale di Costalta, e si propone a quanti vogliono leggerlo, oltre lo specifico di Costalta, come esemplificazione dell’indifferenza e dell’abbandono in cui sono lasciate le comunità marginali dai poteri centrali.
In questo caso il potere in questione è quello della diocesi di Belluno, che si è accordata con il sindaco di San Pietro di Cadore per ordinare “lo sgombero di persone e cose” dagli spazi che i volontari avevano costruito ed attrezzato a spese proprie in favore dei ragazzi e dei giovani del paese.
Un nucleo di cristiani, che si riconoscono nella Comunità di base formatasi negli anni del dopo Concilio, non ha voluto accettare la logica del silenzio e della rassegnazione verso questo sopruso gerarchico, ha scritto al vescovo e “si è opposta a lui a viso aperto, perché evidentemente aveva torto” (Galati, 2,11). La corrispondenza unilaterale con il vescovo Giuseppe Andrich, che non ha risposto a nessuna delle lettere inviategli, è stata raccolta in un libretto, insieme ai documenti relativi allo sfratto dalla canonica ed alle testimonianze di solidarietà di tanti amici di Costalta.
Una presentazione alla stampa ed al pubblico di questo libretto verrà fatta

Venerdì 7 marzo p.v., alle ore 20.00,
nella sala di Cultura De Luca
di Borgo Pra a Belluno

L’incontro sarà occasione per un dibattito libero su tematiche quali:
L’abbandono delle realtà marginali in una provincia dalle cento Costalte, dove il disagio delle persone dimenticate dai poteri centrali, Valbellunese, Veneziano, Romano, si esprime con proteste quali i referendum secessionisti, punta dell’iceberg di una latente diffusa sfiducia verso le istituzioni di tutta l’area dolomitica della provincia di Belluno.
Il dissenso nella Chiesa in una diocesi dove non si sente mai levarsi una voce critica nei confronti della gerarchia; dove la gran parte dei mezzi di informazione è in mano al potere diocesano; dove la libertà di movimento laicale è praticamente nulla.
La laicità della politica e delle pubbliche istituzioni in una provincia ed in una Italia dove l’ingerenza delle gerarchie cattoliche e del Vaticano è sempre più vivace, anche in prossimità del voto di aprile, e dove i cosiddetti “laici non credenti”, anziché battersi per la laicità delle istituzioni, vogliono apparire più fedeli ai Vescovi ed al Papa degli stessi credenti critici.

Costalta 28 febbraio 2008
La Comunità di Base di Costalta

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: Tenete duro..
Ricevuto il: 29/02/08 - 18:23

Solo un pensiero di sostegno a tutti voi che vi state battendo per questa causa..pensare a Costalta senza la Ceda dal Comitato è talmente assurdo che non sembra nemmeno vero.. Anche per chi, come me, il paese dei nonni lo frequenta ormai troppo poco, la ceda dal comitato è stata e rimane negli anni il cuore del paese, un crocevia di interessi e persone diverse, che avevano in quel lugo la possibiltà di condividere spazi ed esperienze altrimenti impossibili. Dove, se non lì, potevano incrociarsi gli sportivissimi e i fannulloni, i cherichetti e gli scapestrati, i secchioni e gli alternativi? Dove se non lì, incrociandosi quasi per sbaglio, potevano magari scoprire di avere cose in comune, avere la possibilità di confrontarsi, conoscersi, fare della strada assieme? Lì sono cresciuta con gli amici di ogni estate, come ha detto Nicola "stando insieme, condividendo esperienze, divertendosi, a volte anche esagerando.." e fino all'ultimo agosto, non importa in quale angolo di mondo ci avessero disperso le nostre vite..non importa quanto tempo fosse trascorso..tornare alla ceda del comitato era ritrovare ogni volta l'atmosfera perfetta del paese, gli amici mai dimenticati, le bellissime risate. Quante serate, quanti pomeriggi trascorsi dentro e fuori la ceda..penso a come sarebbe stata la mia adolescenza se quel posto non ci fosse stato..penso alle persone che proprio lì ho conosciuto, con le quali sono diventata grande, anno dopo anno..penso a come sarei diversa adesso.. Molti cari ricordi sono legati a quel luogo, perderlo è un po' come perdere un pezzetto di cuore.. e sono solo una qualunquissima "quasi-turista"..ecco perchè faccio a tutti voi del paese un grande in bocca al lupo per la vostra battaglia..e cercherò di diffondere il più possibile le vostre ragioni..
Un abbraccio di cuore
Martina (di Wilma e Oscar)

A: costaltalibera@libero.it
Oggetto: mario svaluto moreolo
Ricevuto il: 01/03/08 - 22:44


Sui "fatti di Costalta" io mi sono già espresso proponendo l'opportunità di "togliere la crisi" dal suo contesto locale e, con la disponibilità e buona volontà di tutti, aprire in sede più ampia un dibattito sulla difficoltà della vita in montagna superabile anche e soprattutto percorrendo il terreno della cultura in generale e più in particolare della cultura politica.
La vischiosità e la pigrizia che caratterizzano i rapporti interpersonali ed i rapporti
fra l'organizzazione laica, l'autorità civile e religiosa hanno impedito sinora ogni soluzione alta e dignitosa.
Io credo che le Autorità, proprio perchè Autorità, per cui destinate ad essere più avvertite, più sapienti per ciò stesso più credibili ed autorevoli, possano e debbano fare un "passo più lungo" per dare sbocco positivo alla "crisi".
Non sono in una situazione che richiede pronunciamenti o decisioni "ex cattedra",
ma più modestamente atti saggi per regolare diritti o doveri e forse sciogliere reciproci pregiudizi.
Togliere la disponibilità di una sede, concedere e poi revocare l'utilizzo di sale pubbliche è un esercizio che umilia sì i destinatari, ma umilia anche la funzione e l' autorevolezza dell'Istituzione che si rappresenta.
Altresì non credo che questa "ventata" moralizzatrice porti ad esiti "salvifici" nè per gli uomini nè, tanto meno, per le istituzioni.
Questa nostra comunità provinciale sta attraversando un momento di trasformazione per cui di oggettiva difficoltà, ma ha anche tutte le potenzialità per aggredire positivamente il proprio futuro.
Ma lo sforzo deve essere corale perchè nessun "deus ex machina" presente o futuro potrà trarci d'impiccio.
Con i più cordiali saluti.
Mario Svaluto Moreolo

A: costauta@costalta.it
Oggetto: La voce (scritta) nel deserto
Ricevuto il: 03/03/08 - 11:04

Alla fine cosa rimane. Cosa resta della canonica, di Lucio, del sindaco, del vescovo?
Il libro rosso, l' "erosione di un paese", la voglia di giustizia?
Polvere, siamo polvere e polvere ritorneremo.
Ma da qui, da questo luogo dove mi ha posto e riportato il destino guardo il cielo, il profilo delle cime il cui nome ancora oggi non conosco.
Vado oltre, fuori da queste mura, rompo le catene che fanno parte di me, di noi attaccati a questa terra.
Cosa resta di tutto questo se non lo spirito? Quello rimane. Solo l'Anima.
Con simpatia sempre
Franco Casanova Fuga

A: costauta@costalta.it
Oggetto: W la cultura
Ricevuto il: 19/03/08 - 18:19

Avendo visto, in questi mesi, un vile attacco verso un piccolo paese di montagna da parte di stato e chiesa, e avendo un figlio di 16 anni che passava le sue ore di svago nella sola e unica sede sociale del paese di Costalta, esprimo tutta la mia contrarietà alla chiusura della "Ceda del Comitato".
Ho letto una recente apertura da parte vescovile, mi auguro la stessa cosa da parte di Lucio e il Sindaco.
Sicuramente ha ragione Claudio quando dice che ci vorrebbero piu ZAPATERO e meno "ZAPATERA".
Tenete duro.
De Bernardin Valentino

A: costauta@costalta.it
Oggetto: Perchè tutto ciò?
Ricevuto il: 02/04/08 - 15:01

Miei carissimi, preziosi Amici di Costalta, non ci posso credere !!!
Sono triste ed anche un bel pò, diciamo, esacerbato per quanto apprendo solo ora, riguardo la chiusura della "Ceda del Comitato".
Non sono un attivo "socio" (perdonate il termine, forse, poco adatto) di tale encomiabile iniziativa, che pure ho vissuto, anche se solo per poche preziosissime, indimenticabili giornate e serate.
Ritengo encomiabile ogni attività legata alla Ceda del Comitato per tanti motivi; uno, forse il più importante, è l'unione che la Ceda assicura ai giovani di Costalta, mantenendo integri nel tempo (e nelle generazioni che via via si susseguono in quel luogo di allegria e di
costruttivo confronto) quei valori sociali e culturali che di ogni Paese fanno la Storia.
Tutto ciò non deve assolutamente essere lasciato alla deriva, correndo il rischio di vedere sciolti quei legami fra le persone, che fanno di un mero gruppo di individui una Comunità attiva e dinamica.
Vivo in città e vi assicuro che qui l'indifferenza la fa da padrona....che tristezza !!!
Ho letto da qualche parte, scorrendo le emails pervenute al sito, che "la cultura non basta", e voi sapete a quale email mi riferisco.
Ebbene, chi scrive ciò dovrebbe far proprio il concetto secondo cui è proprio la cultura che mantiene le menti sempre attive, ed una mente attiva ha sempre fame; di cosa ? Ma di cultura, è ovvio. E così via per chiudere il cerchio.
Morale: cultura chiama cultura, cultura alimenta la mente e lo spirito.
Tenete duro, noi siamo con voi.
Grazie a tutti voi per l' affetto e la spensieratezza che avete saputo regalare a chi vive nel caos e nell'indifferenza cittadina.
Un abbraccio.
Pierpaolo
Ingegnere
(Roma)

A: costauta@costalta.it
Oggetto: Viva la Ceda dal Comitato
Ricevuto il: 04/04/08 - 15:09

Conosco e frequento Costalta da sempre perchè traggo le mie origini per parte materna da questo piccolo paese di montagna.
E' qui, infatti, che ho respirato sin da bambina valori quali l'attaccamento alle tradizioni, la solidarietà ma è soprattutto qui che ho imparato ad apprezzare le cose semplici e vere.
Purtroppo questi principi stanno rapidamente scomparendo, lasciando il posto ad una sempre più preoccupante grettezza d'animo.
MADRE TERESA DI CALCUTTA diceva: "Non permettere che quando qualcuno viene da te se ne vada non migliore e senza il sorriso sulle labbra".
Allora mi domando perchè la Curia di Belluno e tutti coloro che vi gravitano intorno non si siano fatti potavoce di questo messaggio?
Mi rendo tristemente conto che la risposta è solamente una: "MESCHINITA' e GRETTEZZA D'ANIMO", per non parlare del bigottismo...
La Ceda DEVE vivere !!! Viva la Ceda dal Comitato !!!!
Simonetta Liguori


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