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Tarocchi taroccati

Il Principe Ignoto (Arcano Maggiore)

Vi è, inquietante, il contrasto fra il gaio impennarsi di un destriero con gualdrappa a stelle e mezzelune e il fare assorto, per non dire restio, del suo cavaliere dalle lunghe maniche fluttuanti, bizzarramente incongrue nei confronti di un destino di duelli o virili imprese, caratterizzato per di più dalla sorprendente fanciullaggine del viso glabro e delle mani paffute che reggono le redini; la direzione si suppone sia quella di un castello impavesato e dai molti balconi, che appare nella lunetta superiore erto su un lieto colle, appetibile alquanto ma verosimilmente assai più lontano di quel che non sembri.
Indica l'eterna gioventù della fantasia che sempre aspira ad annullare le distanze e spesso fallisce.

L'Alchimista (Arcano Maggiore)

Nasconde il volto nelle pieghe ricadenti di un cappuccio la figura dal sesso imprecisabile china su un piatto di rimasugli ferrosi dai quali con un cucchiaio tenta separazioni degne di fama; di fianco sul tavolaccio di una cella (forse un convento, meglio una segreta) un atanor annerito e rovesciato parla di esperimenti in corso o parzialmente rinnegati, come a indicare la stolida testardaggine di chi, umano e accecato da diabolica presunzione, ambisce al prodigio che è degli dei.

La Venditrice di Erbe (Arcano maggiore)

Non inganni la giocondità dello sguardo, che è pur sempre mercantile, e la danza delle pieghe della sua veste, né l'opulenza della cornucopia che trabocca: il personaggio è malvisto dai cultori della divinazione in quanto rappresenta il miraggio, la truffa e la bancarotta. Chi scopre questa carta, tosto è colto da rovente imbarazzo, e si indebita di sfrontate menzogne oppure conia monete false pur di cederla in baratto.


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