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Gocce

E' un feltro che ora addensa ora si smaglia a strappi afoni, che pesante si aggroviglia e poi si dilata e si riavvolge ancora. E' vapore e muro di freddo translucido, a strati di piombo e madreperla.
Sotto e intorno e attraverso, una sospensione che romba su una nota sola continua senza requie.
Ci scotoniamo indolori, precipitiamo cieche, ognuna ormai sola e staccata; dal grigio diffuso, una caduta libera dentro fasce di altri grigi che virano all'ardesia poi al blu fosco e infine si segmentano di verdi e marroni, verso una spianata che avvicinandosi assume irregolaritą e materia.
Le prime si scontrano con le tegole di un paese chiuso su se stesso.
Io precipito pił ancora un istante e, acqua nell'acqua, definitiva, in una pozzanghera annego.


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