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Colori

Devo essere stata altrove un bel po'. L'ultima cosa che mi ricordo a colori di me è una serie di blu e azzurri sfaldati in degradare. Fasce di toni in scala. Il più nitido era così intenso da stagliarsi viola e affilato, poi da quella riga - o ferita di confine - sfumavano gli intermedi attraverso la nebbia azzurra di un'isola fino al bianco del cielo alto che svaporava nel sole, e di sotto tutti i blu e i verdi e l'acqua marina incrociavano le rotte fino a sfinirsi nell'ultima trasparenza sotto riva, e contro le mie caviglie.
Sabbia in onde morbide e conchiglie vuote in risacca mi inghiottivano i piedi nudi. Li ho guardati a lungo farsi alghe e pesci in pigro moto dentro un mondo altro da me. Alzando gli occhi, incontravo uno splendore crescente, ed era il fuoco fisso del sole, ed erano i suoi riverberi di metallo al calor bianco che schiacciavano la terra emersa.

E' l'ultimo ricordo, l'ultimo a colori, che ho.
Sulla strada del ritorno, si affollarono i grigi, e all'uscita da una galleria lunga quanto una vita dimenticata cominciava a piovigginare.

Sono stata via, sì, per un po'.
Abbastanza perché l'incendio si facesse brace e consumasse tutto il suo oro in terra di Siena e ocra, e gli aloni di una quiete indolore spegnessero l'estate, e i ricordi.


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