Canti della Montagna

...E' sorprendente la capacità degli alpigiani, così silenziosi e parchi di parole, di esprimere nei loro canti tradizionali tanta ricchezza e varietà di sentimenti.

Ma ciò che ancor più meraviglia nei canti alpini è la perfetta corrispondenza tra il carattere del canto e quello dell'ambiente dove è nato. Così non potevano non essere maestosi e solenni i canti valdostani e lombardi nati tra le grandi montagne e le cattedrali di ghiaccio del Monte Bianco, del Rosa e del Bemina.

Ma nei canti trentini trovate già una maggiore spigliatezza che pare dettata dall'architettura capricciosa e strana delle Dolomiti, così come nei canti friulani affiorano e si alternano la malinconia e la sfrenata allegria che sono le due corde sempre pronte a vibrare nell'anima del vecchio Friuli.

Questi canti sono le voci stesse della montagna: il leggero gorgogliare dei mille rigagnoli che, svegliati dal sole al mattino, corrono in venature azzurrine sul dorso dei grandi ghiacciai; il dolce rumore dei torrenti che saltano da una cascatella all'altra e vanno frusciando tranquilli nei brevi tratti di piano; e il vento, quel vento teso dell'alta montagna che fa vibrare i rami dei larici e, più su, il manto erboso dei pascoli e ne trae suoni come di violino sulle corde alte.

(Bruno Credaro - Provveditore agli Studi di Sondrio)

 

 

 

 

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