La storia di Zacarias Moussaoui, il “ventesimo kamikaze” delle Twin Towers

La seguente testimonianza, resa della madre, racconta dell’evoluzione religiosa di Zacarias Moussaoui, il “ventesimo kamikaze” delle Torri gemelle, condannato all’ergastolo negli USA, e di come il suo integralismo sia fiorito diventando musulmano praticante, da non osservante com’era prima.

tratto da IlVelino.it del 29/09/2008

Roma, 29 set (Velino) - Quando Zacarias Moussaoui, cittadino francese di origine marocchina, viene arrestato e detenuto nel carcere di Minneapolis per infrazione al diritto di soggiorno (il suo visto era scaduto), è il 16 agosto 2001. Il mese successivo, dopo gli attentati dell’11 settembre, Moussaoui diventa per tutti il “ventesimo kamikaze” e il “ventesimo uomo delle Torri”. A raccontarlo, in “Mio figlio perduto” (Piemme), è la madre Aicha El-Wafi. Il primo capitolo si intitola “11 settembre: mi crolla il mondo addosso” e si conclude con questa riflessione: “In pochi istanti rivedo tutta la mia vita. Dopo anni di scontri e di battaglie, credevo di essere finalmente riuscita a mettere la mia famiglia al riparo dall'odio, dalla violenza e dall’oscurantismo. Ma l’incubo, che credevo finito, ricomincia daccapo”. Costretta a sposarsi a 14 anni, subendo dal marito umiliazioni e botte persino mentre era incinta, Aicha racconta di aver trovato il coraggio di lasciare il marito dopo il loro trasferimento in Francia: “Qui ho cercato di allevare i miei figli nella laicità e nel rispetto. Per questo vedere che Zacarias aveva abbracciato proprio quelle idee che avevano rovinato la mia vita e da cui mi ero liberata a caro prezzo, è stato un colpo terribilmente duro”.

Aicha, che non sopporta più le violenze del marito, chiede e ottiene il divorzio e l’affidamento dei figli. Rimasta sola con i figli, Aicha, a 24 anni, musulmana non praticante e ben decisa a integrarsi, decide di vivere lontano dalle altre famiglie arabe e per farlo, sceglie una grande casa in un quartiere residenziale, in collina, con una terrazza che dà sul lago di Bages. Educa i figli, maschi e femmine, nello stesso modo, “alla francese”. Zacarias era nato il 30 maggio 1968 a Saint-Jean-de-Luz, nel sud della Francia. Al liceo professionale Gustave-Eiffel di Narbonne Zacarias riesce a ottenere un diploma professionale in Msma (Manutenzione di sistemi meccanici automatici) e nel 1990, al liceo Arago di Perpignan, consegue un Bts (Brevetto tecnico superiore) come agente tecnico-commerciale. Nel suo libretto scolastico i professori lo descrivono come “un allievo simpatico, tenace, un po’ lento ma pieno di buona volontà”, e parlano di lui come di un ragazzo “molto estroverso, allegro, sempre circondato dai compagni”. L’anno dopo, Zacarias, a Perpignan, s’iscrive a un corso universitario per imparare inglese e spagnolo. Alla sua richiesta d’iscrizione allega le raccomandazioni elogiative delle aziende nelle quali ha effettuato stage d’apprendistato e nella sua lettera di presentazione scrive: “Vorrei acquisire l’inglese commerciale per poter lavorare in un’azienda internazionale, anche in considerazione di un mio prossimo trasferimento in Inghilterra”.

Aicha dice che all’epoca suo figlio “amava il cinema americano, guardava film polizieschi e porno, fumava spinelli, organizzava feste a casa, si divertiva. Perché è cambiato?”. Per Aicha, il fattore determinante fu l’incontro, nel 1990, tra i suoi figli e sua nipote Fusyia, appena arrivata dal Marocco. Secondo il racconto di Aicha, Fusyia se ne sarebbe andata da casa perché suo padre, un militare, non sopportava che lei frequentasse gli islamisti integralisti dell’università di Rabat e Fusyia avrebbe influenzato Zacarias e suo fratello maggiore, Abd Samad, indossando il velo e dicendo ai due fratelli Moussaoui: “Gli uomini non devono lavare i piatti, un arabo può avere più di una moglie, non dovete stringere la mano ai francesi”. Alla fine del 1993 Moussaoui riesce a ottenere un diploma di commercio internazionale all’Institute of Export e il 12 luglio 1995, un “Master of arts in international business” alla londinese South Bank University. Probabilmente è tra il 1993 e il 1995 che Zacarias comincia a interessarsi al radicalismo islamico. Colin Knapp, il direttore dei corsi alla South Bank University, parla di Zacarias come di uno studente tranquillo: “Era un musulmano praticante ma non affermava opinioni estremiste ed era quasi sempre vestito all’occidentale”.

A confortare questa interpretazione giungono le parole di Abd Samad, suo fratello, che Zacarias veniva a trovare in Francia, a Montpellier, una o due volte l’anno fino al 1995, data del loro ultimo contatto. Abd Samad dice: “Era reso fragile dal contesto familiare, dalla lontananza e dalle difficoltà economiche. Ha sempre pensato che le sue capacità non gli fossero riconosciute al loro giusto valore e si diceva vittima di vessazioni razziste. Mio fratello era il terreno ideale per una ideologia di rottura e di odio, non mi ha detto di essere in contatto con i wahabiti (gruppo islamico saudita, ndr), ma ho ben studiato i meccanismi dell’indottrinamento, lo sradicamento familiare e socioculturale. In Inghilterra gli hanno fatto il lavaggio del cervello e ha cominciato a cambiare. È là che si è lasciato coinvolgere in un gruppo terrorista ed è diventato razzista, un razzista nero”. A conferma della strada scelta da Zacarias, Abd Samad ricorda i libri offerti da Zacarias a una delle sorelle perché imparasse la religione: “L’Islam attraverso il martirio” e “Punti fondamentali sulla strada dell’Islam”, libri scritti da Sayyid Qotb, uno degli autori di riferimento del fondamentalismo islamico. Condannato all’ergastolo, di Moussaoui il procuratore Kenneth Karas ha detto: “Le prove sono chiare. Moussaoui era perfettamente al corrente che il suo ruolo era far schiantare un aereo contro la Casa Bianca”.

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