Bambini al servizio del terrorismo

“Dall’Afghanistan al Pakistan, dall’Iraq alla Palestina, le organizzazioni terroristiche stanno reclutando dei ragazzi (anche sotto i 15 anni) e li stanno addestrando a portare a termine attacchi suicidi, che spesso sono realmente eseguiti. Per varie ragioni ed in diverse circostanze, i ragazzi vengono privati della loro innocenza e trasformati in armi mortali. Qualunque siano le ragioni e le circostanze], il risultato è lo stesso: infanzia perduta, un misero futuro ed il diffondersi del terrorismo… “

In questo modo era formulata l’introduzione ad una serie di articoli, messi in rete il 26 e 27 Maggio 2009 sul sito web liberale Elaph, riguardanti il reclutamento di ragazzi da parte di organizzazioni terroristiche, incluso alcune di quelle che avevano portato a termine delle operazioni suicide, ed anche interviste a chierici e ad esperti di affari sociali circa questo fenomeno.

Il corrispondente di Elaph dall’Arabia Saudita ha presentato la storia di un ragazzo saudita che è stato reclutato da un’organizzazione terroristica per condurre un attacco in Iraq:” Abd Al-Rahman aveva 10 anni quando i suoi genitori si sono incaricati della sua educazione religiosa, decidendo di fargli frequentare delle lezioni di Corano e di mandarlo ad uno dei campi estivi informali che sono gestiti da degli sceicchi fondamentalisti… che sono uno dei generatori di estremismo in Arabia Saudita. Dopo un anno e 10 mesi, Abd Al-Rahman è scomparso… i suoi genitori hanno denunciato la sua scomparsa alle autorità, ma senza risultati.

“Un mese dopo ha telefonato dall’Iraq, prima di effettuare un’operazione, che, come gli avevano spiegato le persone che lo controllavano, era un’operazione di martirio la cui destinazione finale era il paradiso. I suoi genitori hanno pianto amaramente per lo stadio a cui era arrivato il loro figlio. Era passato un altro mese e, per il suo compleanno, è apparsa, su un sito web islamista, una registrazione video di Abd Al-Rahman. In questa, egli pronunciava un discorso incoerente che includeva minacce non chiare e dopo pochi secondi si faceva saltare in aria vicino ad un convoglio militare USA.”

L’articolo continuava a descrivere il modus operandi di una delle organizzazioni terroristiche in Iraq - usando una ragazza mentalmente ritardata per operazioni suicide:
“Una mattina, a Baghdad, alcuni anni fa, una donna di 20 anni è uscita da una macchina a noleggio e si è incamminata verso un punto di controllo della polizia irachena all’angolo fra le strade Al-Mesbah e Al-Karada a Baghdad. Mentre passava il punto di controllo, sembrava confusa, sollevando così i sospetti di uno dei poliziotti del blocco stradale. Le ha chiesto di fermarsi ed alzare le braccia. Lei è fuggita da lui, sebbene l’area fosse piena di gente e veicoli, ed è entrata in un negozio - che è subito esploso. La ragazza era vestita di nero dalla testa ai piedi ed un poliziotto aveva notato che aveva la sindrome di Down.

La storia di Muhammad, un allievo dell11mo anno della Striscia di Gaza, dimostra come le organizzazioni terroristiche palestinesi reclutano dei ragazzi; “Nelle interviste di Elaph, alcuni ragazzi minorenni che si addestravano nei campi militari palestinesi hanno confermato di essere là di loro libera volontà. Inoltre hanno detto di amare la resistenza che vedevano come il solo cammino per liberare la loro terra dall’occupazione… e sicuramente erano convinti di questo.

Un’altra testimonianza:

“Muhammad… si sta addestrando a sparare e nell’uso di armi assieme ad altri ragazzi del distretto di Futuh a sud della Striscia di Gaza, all’interno di un’organizzazione che ha rifiutato di rivelare il suo nome.

“Muhammad partecipava a delle lezioni per recitare il Corano e a lezioni per lodare il jihad in una delle moschee, ed è diventato attivo nella rappresentanza dell’organizzazione presso la sua scuola. Ha poi accompagnato il suo referente presso la moschea in un giro per vedere i campi di addestramento dell’organizzazione. Un anno fa, ha ricevuto dell’addestramento per maneggiare armi ed ha ricevuto il permesso per aiutare i combattenti della resistenza per osservazioni notturne sull’avanzata di veicoli militari israeliani; è stato anche addestrato per aiutare a distanza i combattenti nei confronti armati. Muhammad spera di morire nel difendere la sua patria per amore di Allah e per seguire i suoi compagni che hanno già raggiunto il paradiso.”

Secondo l’associazione Defense for Children International, 22 ragazzi palestinesi (di cui 2 ragazze) sono morti in operazioni terroristiche contro Israele.

Da Memri.org del 21/7/2009

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