MDMA                              

 

MDMA: 3,4-metilenediossimetamfetamina, conosciuta anche come Ecstasy, XTC, E, Adam.

Meccanismo d'azione

Si tratta di una sostanza a prevalente azione agonista sui siti serotonergici. Similmente a quanto accade nell'azione degli antidepressivi SSRI, essa inibisce la ricaptazione della serotonina (5-idrossitriptamina), neurotrasmettitore coinvolto nell'azione di altre droghe ad azione psichedelica (come l'LSD e la psilocibina), e ne stimola la produzione nel citoplasma neuronale, similmente a quanto accade per le anfetamine nei confronti della dopamina.

Mostra inoltre una spiccata affinità per i siti muscarinici, 5-HT2, adrenergici e istaminici. Causa, infine, il rilascio di dopamina; meccanismo questo ritenuto centrale ai fini della accertata neurotossicità della sostanza.

Effetti indotti

Stimolazione del sistema nervoso, euforia, nistagmo, diminuzione dell'appetito, aumento della temperatura corporea, acidità di stomaco, perdita del controllo muscolare, sovraffaticamento o stress dovuti alla sensazione di euforia. Sono documentati in Inghilterra anche alcuni casi di disidratazione dovuti alla non percezione della stanchezza ed al relativo continuo movimento che hanno causato l'ospedalizzazione o il decesso del soggetto. Altri effetti possibili sono irrequietezza, confusione, iperriflessia, alterazione della coscienza, mioclono, convulsioni, midriasi, piloerezione, secchezza alle fauci, diarrea e nausea. Nei casi più gravi rabdomiolisi con mioglobinuria, coagulazione intravascolare disseminata, ipertermia, insufficienza renale acuta. Possono presentarsi severe aritmie con ipotensione fino allo shock.

Effetti acuti (entro 24 ore)

  • diminuzione rapida dei livelli di 5-idrossitriptamina (5-HT) e di acido 5-idrossiindolacetico (5-HIAA) secondario al rilascio di 5-HT;

  • diminuzione dell'attività della triptofanoidrossilasi (TPH);

  • interazioni micromolari con numerosi recettori per i neurotrasmettitori;

  • ritorno dei normali livelli di idrossindoli entro 24 ore.

  • aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna

  • sono stati documentati alcuni casi di decesso anche in caso di prima assunzione

Effetti a lungo termine (superiori alle 36 ore)

  • diminuzione lenta ma persistente di 5-HT e 5-HIAA dopo il recupero iniziale;

  • persistenza della dimunuzione dell'attività della TPH;

  • diminuzione della densità dei terminali serotoninergici;

  • prevenzione delle variazioni da parte degli inibitori della captazione di 5-HT;

  • recupero lento (anche mesi) di alcuni parametri.

Per molti di questi effetti manca una chiara correlazione con la dose di sostanza assunta. È possibile una intossicazione anche alla prima somministazione. L'assunzione di MDMA può avere inoltre pericolose interazioni farmacologiche quando, in concomitanza all'assuzione, si è sotto terapia medico-farmacologica di qualsiasi tipo. In particolare si sono rilevati vari casi di morte in seguito all'uso combinato con antidepressivi inibitori della monossidasi amminica (MAO), combinazione di conseguenza estremamente sconsigliata. L'uso della MDMA è comunque fortemente sconsigliato a chi è affetto da patologie cardiovascolari, renali, epatiche (anche lievi o, pericolo più subdolo, latenti) e a chi ha problemi di pressione. L'uso cronico intensivo può causare danni neuronali permanenti nausea e leggero stordimento. Gli effetti più marcati si presentano dopo circa un'ora e mezza dall'assunzione. L'MDMA viene assunta comunemente in cristalli o pastiglie.

 

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