LOPHOPHORA           

 

La Lophophora è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Cactaceae; originaria del Sud America, deriva il nome dal greco lòphos (cresta) e phorèo (porto). La specie L. williamsii viene comunemente chiamata Peyote (= carne degli dei). Nei paesi di origine è conosciuta - oltre che con il nome di Peyote - anche con quelli popolari di Peyotl, Xicori ed altri ancora. Una fra le specie maggiormente apprezzate e coltivate vi è la Lophophora lewinii.

Dotata di radici molto grosse, è caratterizzata da un fusto globulare, con protuberanze arrotondate dotate di areole dall'aspetto di peluria lanosa molto evidente, in special modo nell'areola centrale dalla quale spuntano piccoli fiori di colore rosa contenenti pochi semi neri.

Conosciuta fin dall'epoca preistorica, questa pianta era, ed è tuttora, usata dai nativi americani, in riti religiosi e sciamanici soprattutto in Messico settentrionale e centrale. Queste popolazioni usano mangiarne la polpa, la quale provoca loro effetti sulle percezioni sensoriali e, in alcuni casi, perdita della nozione del tempo, sintomi che vengono attribuiti alla natura sacra che loro attribuiscono alla pianta.

Coltivazione

La coltivazione della Lophophora, come tutti i cactus, necessita di terriccio molto poroso composto da terra concimata, sabbia e pietrisco grossolano. Andrà posta in vasi molto più grandi rispetto alla propria dimensione per garantire una buona adattabilità alle grandi radici.

La posizione dovrà essere in pieno sole e le annaffiature saranno eseguite solo quando il terreno si presenterà asciutto; nel periodo invernale andranno completamente sospese e le piante dovranno essere esposte a una temperatura non inferiore ai 4°C. Durante questo periodo la Lophophora potrà apparire raggrinzita, ma con le prime annaffiature primaverili e una lieve spruzzatura riprenderà il suo vigore.

La riproduzione avviene per semi depositati in sabbia umida ad una temperatura di circa 21°C in posizione ombreggiata: la crescita - tuttavia - sarà lentissima; per taglio dei polloni - che la pianta emette lateralmente - si dovrà solo usare l’accortezza di far asciugare il taglio in modo da evitare che marcisca.

 

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