DIMETILTRIPTAMINA

 

La dimetiltriptamina (DMT) è considerata una delle sostanze psichedeliche più potenti, se non la più potente in assoluto.

Il DMT é presente in alcune varietá di mimosa e acacia, anadenanthera ed altre piante. L'estrazione é possibile con alcuni solventi quali alcool e gasolio oppure per distillazione. Nel bacino amazzonico alcuni popoli tribali hanno una tradizione di uso di piante contenenti DMT (utilizzando la linfa degli alberi Virola, parente della noce moscata, o i semi macinati e tostati di Anadenathera peregrina, un enorme albero della famiglia delle Leguminose).

Si può assurmere fumandone i vapori, inalando direttemente la sostanza per via nasale o ingerirla sotto forma di bevanda ayahuasca dove il DMT diventa attivo oralmente mescolandosi con altre piante. Le differenti modalità di assunzione differiscono per rapidità di effetto e per durata: fumandola e sniffandola l'effetto è molto rapido e breve, mentre per via orale la durata ragiunge svariate ore.

Sono stati fatti degli esperimenti e degli studi sul DMT da parte di un altro importante esponente della rivoluzione psichedelica: Terence McKenna. In molte interviste da lui rilasciate o in conferenze parla di un viaggio breve di 20-30 minuti che porta la mente in una dimensione di trascendenza quasi totale e sembra che esseri provenienti da altri mondi facciano comparsa nella nostra realtà parlando e interagendo con noi. Mc Kenna parla di un suo viaggio ricorrente in cui delle palle da basket ingioiellate si autodribblano parlando in greco demotico. Sostiene inoltre che non sia una droga pericolosa per la salute, a meno che uno non muoia dallo stupore.

Attualmente è un composto classificato schedule 1 negli Stati Uniti. Questa è la classificazione riservata alle sostanze prive di applicazioni mediche note, classificazione alla quale è scampata anche la cocaina. La DMT è stata inserita in questa categoria senza che venisse presentata alcuna prova scientifica pro o contro il suo utilizzo. Nel clima paranoico della fine degli anni Settanta, il semplice fatto che questi composti siano causa di allucinazioni fu motivo sufficiente per giustificare la loro collocazione in una categoria tanto restrittiva da scoraggiare anche le ricerche scientifiche.

 

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