INQUINAMENTO DA PETROLIO

 

 

 

 


 

In questi ultimi anni non è raro che una  grande quantità di petrolio finisca in mare.  Il petrolio greggio spesso viene trasportato dai luoghi dove viene estratto ai luoghi  dove si consuma con le navi-petroliere  e questo può comportare fuoriuscite in mare di petrolio greggio causate da incendi, esplosioni  o qualche altro incidente.  A tutto questo si aggiungono le perdite  da lavaggio quando  si lavano le cisterne in mare.  Durante la Guerra del Golfo nel 1991 finirono in mare centinaia di migliaia di tonnellate di petrolio. Quando grandi quantità di petrolio finiscono negli ecosistemi  acquatici gli effetti  sono disastrosi.  Il petrolio, che è più leggero dell’ acqua, galleggia sulla superficie dell'acqua, impedendo ai raggi solari di raggiungere il fitoplancton  sottostante che non può più realizzare la fotosintesi clorofilliana.  In  questo modo viene interrotta  la catena alimentare al primo anello, facendo morire così uova e larve di organismi marini.  Il petrolio,inoltre, occlude le branchie dei pesci che muoiono  soffocati ; gli uccelli,  invece, muoiono perché le ali  imbrattate di petrolio, diventano pesanti e quindi   incapaci di volare e di galleggiare.  Riguardo gli effetti a lungo termine ricordiamo che essendo petrolio greggio una miscela di sostanze,  quando le parti più leggere evaporano , quelle più pesanti scivolano piano piano  sul fondo.  Le carni dei molluschi e dei pesci sopravvissuti  restano impregnate  e diventano immangiabili per l'accumulo di sostanze tossiche derivate dal petrolio .  Le piante e gli animali   che vivono nei fondali vengono danneggiati gravemente e uccisi dai residui di greggio che si depositano sul fondo.  Questi due effetti causano spesso l’estinzione di alcune specie.  Gli interventi contro il greggio sono inefficaci.  Di solito si usano sostanze assorbenti, disperdenti o barriere meccaniche.  Per pulire le coste si usano getti di acqua calda ad alta pressione: ma in questo modo si uccide ogni forma di vita animale e vegetale l’acqua calda, che però uccide vita animale e vegetale  interrompendo qualsiasi  catena alimentare.  Si salva l'estetica ma si resta con un ambiente sterilizzato privo di vita. Come alternativa si potrebbero usare  i batteri "mangiatori di petrolio",  ma non si sa ancora gli effetti globali che essi potrebbero avere sull'ecosistema.

Andrea Puggioni e Alessio Fois

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