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 Pomponio
Ritratto dell'Artusi  presso la Galleria nazionale
POMPONIO
L'OTTAVO CONTE
1545 - 1608

Conte Sovrano di Montechiarugolo dal 1545 divenne Conte di metà Coenzo alla morte del cugino Roberto, associandosi nel feudo e nel titolo alla cugina Ippolita, Patrizio Milanese, Patrizio di Mantova, Pavia e Parma, Gentiluomo di Scorta all'Infanta Maria del Portogallo nel 1566, Precettore del Principe Ereditario Ranuccio Farnese dal 1583, Ambasciatore del Duca di Parma in Spagna nel 1584, Ambasciatore del Duca di Parma a Venezia nel 1595, Ambasciatore del Duca di Parma a Firenze, Parigi e Roma, Principe dell'Accademia degli Innominati di Parma dal 1604.
Nel 1545, alla morte del padre, Pomponio ha solo sei anni. L'anno successivo (dicembre 1546) muore anche la madre Beatrice Pico. I figli minorenni vengono messi sotto tutela dal duca di Parma, prima di Angelo Cantelli e Francesco Baratta quindi dello zio Gaspare (figlio naturale di Francesco).
In quegli anni accadono cose importanti a Parma. Il papa Paolo III concesse al figlio Pier Luigi Farnese l'investitura del ducato di Parma e Piacenza. Nasce così (23 settembre 1545) un nuovo stato. I Torelli, da ora in avanti, avranno un potere con cui fare i conti molto più vicino a casa loro; non più quindi Milano, Roma o addirittura Parigi ma Piacenza e poi Parma.
Pomponio aveva un fratello maggiore Francesco, figlio di Paolo e di Isabella Contrari che era morta partorendolo, costui aveva seguito la carriera ecclesiastica diventando abate a Lèzat. Pomponio compie la sua formazione intellettuale a Padova, nel 1561 torna nel suo feudo dove incontra una giovane popolana dalla quale ha un figlio: Pompilio. Inizia in quel periodo a frequentare la corte di Ottavio Farnese, succeduto al padre assassinato nel 1547.
I Farnese affidarono a Pomponio numerosissimi incarichi diplomatici sia in Italia (Venezia, Firenze, Roma) che all'estero (Fiandre, Parigi, Madrid). Fu proprio con Filippo II che concluse positivamente la trattativa per la restituzione della cittadella di Piacenza. Godeva di grande considerazione in tutta Europa; il papa Sisto V gli offrì il governo di Ancona, tuttavia Pomponio preferì rimanere a Parma. Di tutto il lavoro diplomatico compiuto ha lasciato uno sterminato Epistolario. Nel 1583 venne nominato precettore del duca Ranuccio che nel 1586 divenne reggente del ducato per il padre impegnato nelle Fiandre dove era diventato governatore dei Paesi Bassi. Pomponio venne spesso accusato di eccessiva influenza sul nuovo duca. Decise quindi di tornare a Montechiarugolo conservando tuttavia la stima di Ranuccio I.
Decide anche di sposarsi per dare un erede al feudo e la scelta cade su Isabella (figlia di Marco Bonelli, Nobile di Alessandria e di Domininia de Gibertis, pronipote di Papa Pio V), sorella del cardinale Michele Bonelli. Nel 1576 nasce il primogenito legittimo Paolo. Numerose le opere intraprese da Pomponio per ammodernare la propria contea fu sotto la sua amministrazione che Montechiarugolo assunse la sua attuale configurazione urbanistica e la corte ragginse il massimo splendore.
Pomponio è anche conosciuto come letterato compose infatti diverse tragedie: La Merope (l'opera più conosciuta), Il Tancredi, La Galatea, La Vittoria, Il Polidoro.
Il 9 aprile 1608 a Parma muore. Fu sepolto nella cappella di famiglia costruita da qualche tempo nella Chiesa dell'Annunziata, abbellita da un dipinto del Parmigianino.
   

silvano.fusoni@email.it