ENZO MARI, GRUPPO N, GRUPPO T
Dichiarazione al convegno di Verrucchio, 1963
"Il Verri", 12, 1963, pp. 133-136

Non si può pensare, in qualsiasi settore, ad un mutamento di orientamenti, disgiunto dalla conoscenza di quanto si è fatto prima e altrove, e soprattutto di quanto si sta facendo. Anche nell'ambito delle correnti artistiche la necessità di informazione e documentazione sul lavoro degli altri si è fatta sempre più urgente, arrivando a determinare, in alcuni individui, il bisogno di lavorare insieme fino ad elaborare un programma di lavoro comune. [...]
Nelle correnti di pensiero, sia filosofiche, sia scientifiche, che sono venute a determinarsi assieme alla realtà odierna, si è fatta sempre più evidente nella condizione di indagine, di esperienza, di formazione, la prevalenza dell'aspetto dinamico. Ciò vuol dire anche riconoscere l'elasticità degli schemi di pensiero, la mobilità dei punti di vista, vuol dire vedere le cose come processi e non come gerarchie, in definitiva vuol dire approfondire e quindi affermare il concetto di libertà. [...]
La ricerca, concretata attraverso tutte le possibilità della comunicazione visiva (oggetti, films, opere grafiche ecc.) deve essere proposta attraverso i mezzi specifici (percezione visiva) usati con la massima economia (regole gestalt-psicologiche) per stabilire con lo spettatore un contatto, che sia il meno possibile affidato ad ambiguità interpretative individuali (cultura, umore, contingenze geografiche, gusti).
Per la stessa necessità di precisione dovrebbero anche trovare canali di diffusione che non ne alterassero il senso. Peraltro i canali che si offrono appartengono ad una società, nel nostro caso quella capitalistica, che ha della cultura un'idea perlomeno superata.
Superata perché ne sostituisce la finalità originaria limitandola ad essere strumento di evasione, divertimento, decorazione.
D'altra parte qualsiasi attività creativa che venga subordinata alle finalità immediate di determinati gruppi di potere, diventandone esaltazione, divulgazione, apparato pubblicitario, diventa strumento di potere, ed in tal caso manca ai suoi compiti principali di attivazione della coscienza, di critica dall'interno, e non può diventare azione innovatrice, o meglio contributo alla azione rivoluzionaria.
Una strumentalizzazione delle ricerche visive avviene quando si utilizzano nell'ambito dei mass-media i risultati delle tecniche di comunicazione visiva e della psicologia, avulse dalla loro metodologia. Vengono così costituiti quei mezzi di ottundimento e di persuasione della coscienza collettiva che più o meno tutti conosciamo.

indice