Pianificazione

Ho venticinque anni e ho un fisico niente male. Lavoro come segretaria in una agenzia di viaggi. Quando non lavoro sto col mio ragazzo. Quando non sto col mio ragazzo sto con le mie amiche. Non mi piace rimanere sola. E’ troppo squallido. E poi il tempo sembra un’eternità quando non ho nessuno intorno a me. Da tre anni convivo col mio carattere. Non ho ancora capito se è uomo oppure donna. Comunque sia siamo scesi a patti. Nessuno si azzarda ad intralciare la vita dell’altro. E’ una vera lotta. A volte non sono chi di noi due sia più insopportabile, io o lui. Una mattina il mio carattere ha messo tutte le sue cose in una valigia e se ne è andato. L’ho lasciato fare. Fine della storia. Ora, se devo dare la colpa a qualcuno, nessuno fa al caso mio quanto mia madre. Quella donna non so da dove sia saltata fuori talmente è stramba. Non siamo due gocce d’acqua anche se molti continuano a dirlo. Quando resto a casa non ci parliamo. Lei se ne sta seduta sul divano a vedersi il suo programma preferito, ogni tanto la sento ridere. E’ una combattiva lei. Di morire non se lo sogna, ha problemi di insonnia. Io intanto aspetto il mio turno in cucina. Una volta l’attesa si stava facendo più lunga del previsto. Non potevo vederla dalla cucina così le urlai, come al solito, di muovere il culo dal divano. Alla fine dovetti alzarmi per vedere cosa stesse combinando. La trovai riversa sul tappeto. Era morta sul serio.
Oggi che mia madre non c’è più è un bel problema. La sera, sempre alla stessa ora, ricevo delle telefonate anonime. E’ il mio carattere. Lo so perché l’ha già fatto in passato. Lo lascio fare. Quando resto sola mi si gonfia la gola. Mi prende un ansia incontrollabile. Devo trovarmi qualcosa da fare. Il mio ragazzo è diventato mio marito. La casa è diventata un inferno. Ora sono nella situazione di potermi lamentare. Mio marito mi ascolta, almeno credo. Lui non si è fatto un’idea sulla casa e tanto meno sull’inferno. Resto a casa da sola. Mio marito ha portato la macchina dal meccanico. Non posso uscire finché non torna. Vado in cucina e tiro fuori le fette biscottate. Trovo il barattolo della marmellata e mi do da fare. Mangio e intanto penso che è arrivato il momento di avere un bambino. Telefono a mio marito per dirglielo. Risponde la segreteria telefonica. Riattacco. Non ho fretta. Ne riparleremo stasera prima che cominci il telegiornale.

 

paolo

 

 

 

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