I mansardati


TRENTUNO

Andiamo a prendere il sushi.
E’ per il compleanno di un mio amico.
Ne fa trentuno.
Dovevamo essere in quattro, poi se n’è aggiunto un altro.
Sapete chi intendo.
E’ sabato sera e la gente scalpita.
Nessuno ha voglia di mettersi dietro i fornelli.
Paghiamo per farci servire.
Una piccola rivincita dopo una settimana di lavoro.
Ordina il mio amico. Tre portate di sushi misto per cinque persone.
Uno di noi commenta le lampade del ristorante.
Un altro fa il finto tonto
e gli atri si guardano in giro.
Una bionda arcigna
poco vestita
si dà delle arie davanti alla cassa.
Usciamo col sushi e andiamo in pizzeria.
Qualcuno dichiara di avere una fame da lupi.
Qualcun altro continua a fare il finto tonto
e gli altri si guardano in giro.
Bionde arcigne poco vestite,
anche in pizzeria.
Le situazioni si ripetono.
Usciamo con le nostre pizze.
Quello con la vescica debole
fa una scappata a casa a prendere le birre
Forster,
qualcun altro fa il finto tonto
e gli altri si guardano in giro.
Ascoltiamo Dylan in macchina. Fuori piove.
Altre sorprese non ce ne sono.
Dritti in mansarda del mio amico.
Arriva quello con le Forster.
Da cosa si comincia? Pizza o sushi?
Due teorie. Paralisi.
Siamo gente modesta,
la serata non decolla.
C’è chi bada solo alla pizza,
chi si prende troppo seriamente
e gli altri continuano a guardarsi in giro.
Si scherza.
Il senso dell’umorismo o ce l’hai o sei fregato.
Ci sono i corti. Due crollano dal sonno,
gli altri tirano avanti.
Fine della serata.
“E’ stato bello”,
considerazione affrettata.
Dritti in macchina.
Uno tira su col naso, l’altro ci ricorda che domani è
domenica ventuno.
Niente da dire.
E’ tutto troppo realistico,
spero di non vomitare.
Minacce di visita:
Magari ci vediamo domani?
A questo punto vomito.

 


DOMENICHE SENZA AUTO

Andiamo a trovare il mio amico
quello che vive in mansarda.
Se piove non ci muoviamo,
se c’è il sole
glielo dico ai miei amici.
Loro prendono tempo,
si fa tardi
e si finisce a vedere un film.
Ecco come ci bruciamo gli anni migliori
della nostra vita.
In quella buia mansarda
mentre fuori c’è il sole.
Io un rimedio lo trovo
vado in chat.
Quelli intanto si guardano
i gol della domenica.
Devo trovare qualcosa di divertente da dire.
Ci metto troppo.
Gli altri hanno la risposta pronta.
Picchio sulla tastiera del mio amico,
ma non mi diverto.
Si è fatto tardi
È ora di andare.

Che poi
Domani è lunedì.

LO SCARICABARILE

Se lui chiama io dico che non ci sono
poi sono cazzi tuoi.
E no, se lui viene da me io lo porto da te.
E io non rispondo.
Bastardo! E tu invece?
Io niente, lui non verrebbe mai da me
senza di voi.
E perché?
Lo ha detto lui.

 

ZAMORANO

Al bar
con un mio vecchio amico.
Paga lui il conto.
Temporeggiamo.
Eccolo che
tira fuori ancora
quella vecchia storia di
Zamorano.
Guarda caso
Zamorano
se ne sta
seduto al bancone
davanti a noi.
Non glielo dico.
Confesso di aver avuto torto
all’epoca. Era rigore!
Basta coi tormenti.
Zamorano può
starsene tranquillo.
Non sono uno scocciatore.
Saluto il mio amico
per l’ultima volta.
Siamo quello che siamo
Due vecchi rimbambiti
con la morte sulle spalle.

 

ELEZIONI

PRIMO ATTO
Al seggio.
Ciao, voi a che percentuale siete?
………….
Magari, passo dopo.

SECONDO ATTO
Al seggio.
Noi siamo al dodici per cento.

TERZO ATTO
A fine elezioni.
Cazzo dovevo farmi dare il numero di telefono!

QUARTO ATTO
La sera dopo dall’amico, in sala.
Che poi c’era quella col vestito verde. Hai visto il tatuaggio sul fondo schiena?

QUINTO ATTO
La sera dopo dall’amico, in mansarda.
Cazzone, dovevi venire anche tu. Vero?

SESTO ATTO
La sera dopo dall’amico, in sala.
Sai qual è stato il mio giorno più bello?

Ti prego non dirlo..


IL PADRE,
IL FIGLIO
E L’AMICO

Buonasera.
Questa volta
siete in due?
Mi chiedo
a cosa alluda.
Poi se ne esce
con quella seconda
scomoda
domanda.
Piove?
Mio fratello
mi trasmette
un pensiero
che io traduco in
Calmati!
E io faccio quello
calmo.
Ma lui
non ci risparmia
quella
terza domanda.
Tutto bene?
A quel punto
confesso tutto.
Ho lo
stomaco
in disordine.
Lui non fa
una piega.
Ha il controllo
della situazione.
Non lo fermerà di certo
l’amico di suo figlio con la dissenteria.
Se hai bisogno del bagno
non esitare a chiederlo.
Ringrazio
e mi concedo una
libertà,
in casa d’altri.


DALLA A ALLA AB

A casa ho un sacco di
enciclopedie.
Quando mi va
tiro fuori uno di quei volumi
e mi maledico
quando,
cercando un termine che non cominci con la A,
scopro di avere solo
libri dalla A alla AB.
Gli unici
volumi
usciti gratis
con i quotidiani.

 

PIANIFICAZIONE

Davo tutte le colpe
al mio carattere.
Poi un bel giorno
il mio carattere
ha fatto le valigie
e se ne è andato.
Ho cominciato a dare
tutte le colpe
a mia madre.
Lei non aveva saputo
educarmi bene
quando ero giovane.
Oggi che
mia madre non c’è più
è un bel problema.
Così,
chiamo mio marito
e gli dico che
è il momento
di avere
un bambino.

 

 

I MANSARDATI.
SI COMINCIA COL PIEDE SBAGLIATO

Chi siete voi
per trattarmi
in questo modo
orribile?
Il problema non
è chi siamo noi.
Il problema è
piuttosto
chi ti credi di essere tu?
Io sono la più
celebre delle unità di misura.
E sai a noi che ce ne fotte
Lo credo bene,
stolti che non siete altro.
Se qualcuno
ti domanda chi ti ha
torturato in quel modo
tu fagli il nostro nome.
E sarebbe?
I mansardati.
Siete proprio conciati
voi quattro.
Tu dici?
Se volete ve lo ripeto.
Te l’avevo detto di trovarci
un altro nome.
Non abbiamo più tempo,
non lo vedi come l’abbiamo ridotto.
Sapete una cosa ragazzi?
No.
Domani è Lunedì.


 

paolo

 

 

 

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