Wu Ming

 

 

Havana glam
(Wu Ming 5)

2000 - Fanucci, pag.410

Anno 2045. Dopo la guerra totale del 2021, un semi-clandestino governo degli Stati Uniti esercita il proprio futile dominio su un pianeta quasi completamente devastato, il cui emisfero boreale è immerso nell'inverno atomico e quello australe scosso da conflitti regionali (come quello tra India e Pakistan).

La tecnologia del 2045 - supportata dalla mobilitazione degli "empati" già comparsi in Libera Baku ora – rende tecnicamente possibili i viaggi nel tempo, anche se sono accessibili solo date relativamente recenti, c'è un margine d'errore di almeno dieci anni, e non sono prevedibili le conseguenze sul continuum temporale, quindi sul presente da cui partono i "temponauti". A dispetto di tali incertezze, il governo Usa decide di avviare una missione temponautica, per cercare di influenzare in positivo gli eventi degli ultimi cento anni, e scongiurare il declino degli Usa come superpotenza. La follia suicida del capitale è disposta persino all'autoannihilimento in questo continuum pur di realizzare un predominio perfetto in qualche altra dimensione.
Nella prima parte del romanzo (intitolata “Nightway”) un temponauta viene spedito nel 1944, col compito di far scattare il piano Totality (bombardamento atomico delle principali città sovietiche, ipotesi all'epoca scartata per motivi tecnici). Con l'URSS messa in ginocchio assieme a Germania e Giappone, niente guerra fredda, niente guerre in Corea e Vietnam, niente controculture, niente movimenti antisistemici che all'inizio del XXI secolo mettano in crisi l'egemonia yankee.
Il governo del 2045 scopre che il lancio del primo temponauta ha avuto un esito disastroso. Viene spedito un secondo agente, che per motivi oscuri ritroveremo nella Londra del 1971, in piena isteria glam-rock, nel periodo "Ziggy Stardust" di David Bowie.
La seconda parte (intitolata “Ectopistes Migratorium”) si svolge nel 1972 (ma di quale continuum?). Gli agenti dei servizi segreti cubani Rosendo Martinez e Diego Dieguez Torres detto "DDT" (già apparso ne Il rimedio universale di Daniel Chavarria) devono sventare un complotto CIA per assassinare il premier giamaicano Michael Manley. La loro indagine li porta nel mondo dei rasta, dove incrociano celebri personaggi della storia del reggae.
Nella terza parte (che dà il titolo al romanzo) l’azione si sposta a Cuba. Tornati dalla Giamaica, Martinez e DDT indagano sulle connessioni tra la CIA e i cosiddetti “marziani”, i glam rockers cubani influenzati da David Bowie.
Questo continuum si è formato grazie alle attività di Temponauta 2 nella Londra di tre anni prima. Bowie non attraversa il famoso "periodo berlinese", bensì un "periodo caraibico" che sconvolge la vita sull’isola e semina zizzania tra i dirigenti del Partito Comunista.
In che modo Temponauta 2 incrocierà la strada di Martinez e DDT?
Cos'ha a che fare il "periodo caraibico" di Bowie con i piani dei due governi americani (quello del 1974 e quello del 2045)?
Come si difenderà la rivoluzione cubana da un'aggressione che proviene contemporaneamente dal presente, dal futuro e da un'altra dimensione?

(tratto da www.wumingfoundation.com)

***


l'inizio...


1

Ho una missione da compiere.
Mettere in campo l'Arma Suprema.
Annientare l'Avversario.
Quelli a casa, il mondo triste che ho lasciato alle spalle.
Miliardi d'esseri senzienti prossimi al nulla: ho lasciato solo volti.
Urne a metà riempite della cenere dei ricordi.

Il Passaggio, come uno squarcio in un velo.
Un taglio di luce in un fondale di teatro.
Ho percepito il travaglio di chi allargava lo squarcio perché il Viaggiatore e l'Attrezzatura potessero passare.
Ho udito il fischio del vento che passa una gola montana, come un bordone incessante, implacabile.
Pedali bassi di un organo a canne, suoni armonici percepiti con il corpo, più che uditi.
Il Primo a Passare.

Nel Tunnel Superluminale, una vibrazione simile all'ansia o all'eccitazione, unica sensazione a mantenere contorni riconoscibili. Farmaci empatogeni, lunghi mesi d'addestramento permettevano di riconoscere le sensazioni e isolarle. Chiuderle in una bolla di cristallo, girarle e rigirarle nella coscienza, valutarle, soppesarle.
Nessun pericolo. Di questo ero certo.
La mole del reattore a tachioni occupava tutto il campo visivo e diveniva sempre più opprimente.
Mi avvicinavo alla capsula da viaggio sulla piattaforma d'ingresso del tunnel. Nebbia chimica filtrava dal terreno nascondendo i confini dello smisurato macchinario.
La Mole era lì per contraddire la smaterializzazione cui ogni altro manufatto umano era andato incontro nel corso dell'ultimo secolo.
Solo le installazioni militari erano ormai di proporzioni imponenti.
Il reattore a tachioni e il Tunnel Superluminale di Grabowski-Goldbaum. L’arma più importante di cui il Governo, e quindi l'umanità, avesse mai potuto disporre.
La funzione: allontanare un corpo e una coscienza individuale dal presente.
La monumentalità era ineluttabile.
Come il conto alla rovescia.
Mi scoprii a pensare al reattore come all'affusto, al tunnel come alla canna.
Io, uomo proiettile.


2

Paglia prossima a fiamma: Incendio.
Fiamma prossima a polveri: detonazione.
Agente infiltrato prossimo a disagio & ingiustizia: divertimento assicurato. I Buoni e Bravi avranno un bel da fare.
Primo luglio 1944. Un locale di camionisti & contadini. La strada nei pressi di Madison, Wisconsin, è uno Scenario Provvisorio. L’uomo posa un giornale illustrato. Una lunga tirata sull'"Eroico Alleato". I baffi di Stalin sono imponenti. Gli occhi del georgiano guardano obliqui la camera. Lo sguardo tagliente arriva a dispetto della scarsa qualità della stampa.
Stalin, Hitler. Baffi orientali, satrapici vs. baffi militaristi, minimi.

Il locale sta diventando troppo affollato.
Qualche contadino potrebbe avere voglia di far quattro chiacchiere con una faccia nuova, uno straniero di passaggio. Orecchie tese, occhi acuti e cuori freddi: solo così è possibile sopravvivere.
Meglio uscire. Il camioncino impolverato arde nella canicola. L'uomo lega un fazzoletto al collo. Il cuore rurale dell'America è una scatola di aria bollente. Piena di esseri umani.
Fino alla California: duemila miglia e più.
F.K. non va a prendere il sole. Ha un piano. Agisce per conto del nemico. Incarna il nemico.
Avvia il camioncino arroventato dai raggi perpendicolari del sole di luglio.
Ognuno ha qualcuno a combattere, in Europa, o nel Pacifico. Accettando il destino.
Nel juke box, Ike Quebec.
Qualcuno si lamenta di quella musica da negri.
Zittito.
A F.K. piace il jazz.
In compenso, detesta i contadini.

***

la fine...

GHOST TRACK


Non esiste alcun eterno ritorno dell'uguale -non ci si è mai mossi davvero, in realtà.
Totale assenza significa che quello che è presente all'anima è la più cruda mancanza, la più vuota delle solitudini, e che non si abita che spazio, mera apertura, l'unica che la densità media dell'universo ci consente -oggetti su oggetti. Nulla non-esiste.

 

 

 

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