Cosa avete sentito dire sulla "Confraternita"?

Maurits Cornelis EscherA volte parlavano perfino di impegnarsi in una ribellione attiva contro il Partito, ma non sapevano da che parte cominciare. Anche ammettendo che la fantasiosa Confraternita esistesse veramente, restava la difficoltà di trovare il modo di farne parte.

 

“E la cospirazione…l’organizzazione, è una cosa reale, non è una semplice invenzione della Psicopolizia?”
“No, esiste per davvero. La chiamiamo la Confraternita, ma tutto quello che vi è concesso di sapere è che esiste e che voi ne fate parte. Comunque, tornerò fra poco sull’argomento”.

 

Vi assicuro che la Confraternita esiste, ma non posso dirvi se conta un centinaio o dieci milioni di affiliati. Nelle vostre personali esperienze non andrete oltre una dozzina di persone. Avrete tre o quattro contatti che cambieranno di volta in volta e di cui non saprete più nulla.

 

“La Confraternita esiste?”
“Questo, Winston, non lo saprai mai. Se anche dovessimo scegliere, una volta finito con te, di rimetterti in libertà e tu vivessi fino a novant’anni, non saprai mai se la risposta a questa domanda è sì o no. Nella tua mente, finché vivi, resterà un enigma irrisolto.”

 

“Avrete sentito parlare della Confraternita, e certamente ve ne sarete fatta un’idea personale. Vi sarete forse figurati tutto un mondo vasto e sotterraneo di cospiratori che si riuniscono segretamente nelle cantine, che scribacchiano messaggi sui muri, che per riconoscersi usano parole in codice o particolari movimenti delle mani. Non esiste nulla del genere. I membri della Confraternita non hanno alcun modo per riconoscersi reciprocamente e ognuno di loro può essere a conoscenza dell’identità solo di pochissimi altri. Perfino Goldstein, se cadesse nelle mani della Psicopolizia, non potrebbe rivelare un elenco completo dei membri della Confraternita. Un tale elenco non esiste. La Confraternita non può essere spazzata via, perché non si tratta di un’organizzazione nel senso comune del termine. La tiene insieme solo un’idea, indistruttibile, e solo quest’idea vi sosterrà. Non potrete contare né su sentimenti di solidarietà né su incoraggiamenti di alcun genere. Quando, alla fine, vi arresteranno, nessuno vi aiuterà. Non diamo alcun aiuto ai nostri affiliati. Al massimo, quando è proprio necessario garantirci che qualcuno non parli, riusciamo talvolta a far entrare di nascosto una lama di rasoio nella cella di una prigione. Dovrete abituarvi a vivere senza nutrire alcuna speranza e senza vedere alcun risultato concreto. Agirete liberamente per qualche tempo, poi sarete catturati, confesserete e morirete. E’ l’unico esito reale di cui avrete esperienza. E’ impossibile che nel corso delle nostre esistenze si verifichi un qualche mutamento apprezzabile. Noi siamo morti. La nostra vera vita risiede nel futuro. A questo futuro noi prenderemo parte solo come manciate di polvere, come frammenti di ossa, né ci è dato di sapere quando esso verrà. Potrebbero passare mille anni. Al momento non si può fare altro che estendere a poco a poco lo spazio dell’integrità mentale. Non possiamo agire in gruppo, possiamo solo trasmettere la nostra conoscenza da individuo a individuo, generazione dopo generazione. L’esistenza della Psicopolizia non consente altro.”

 

George Orwell
"1984"

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