Giacomo Meyerbeer

(1791 - 1864)

 

Giacomo Meyerbeer

Meyerbeer, di famiglia facoltosa, studiò pianoforte – anche con Clementi – e composizione con Zelter a Berlino e con l’abate Vogler a Darmstadt. Dopo aver visto alcune sue felici rappresentazioni teatrali a Berlino e in altre città tedesche, nel 1815 si recò in Italia dove rimase sino al 1824. Le sue opere del periodo italiano rivelano l’influsso determinante di Rossini; nel 1827 si stabilì a Parigi, dove, nel 1831, ebbe un enorme successo con “Robert le diable”. Iniziò così una fortunata produzione di opere nello stile del grand-opèra, un genere che prediligeva il dramma in ambiente storico, con forti situazioni teatrali e grande fasto di scene. Questo gusto – che rappresentò la fortuna di Meyerbeer – fu aspramente criticato da musicisti come Schumann e Wagner; tuttavia, a questo genere furono successivamente debitori quasi tutti i compositori di melodramma negli anni successivi, sino allo stesso Verdi. Altre opere fortunate del Meyerbeer furono “Les Huguenots” del 1836, forse il suo capolavoro, “Le prophète” del 1849 e “L’Africaine” del 1865. Meyerbeer ci ha lasciato anche una ridotta produzione di lavori orchestrali e strumentali.