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Le Atellane erano in dialetto osco, di carattere popolare, grossolane e oscene, in parte improvvisate e recitate da attori che portavano la maschera ed erano tipicizzati in personaggi convenzionali: Macco, il mangione sciocco; Pappo, il vecchio stupido; Bucco, il chiacchierone; Dosseno, il gobbo astuto.
Introdotte a Roma, erano rappresentate come scherzo comico dopo lo spettacolo della tragedia e recitate da giovani di condizione libera e non da attori di professione; al tempo di Silla ricevettero, a opera di Novio e di Pomponio, forma e dignità letterarie e si arricchirono dì nuovi tipi tratti dal mondo della gente umile di città e di campagna. (Rizzoli - Larousse)
Il linguaggio libero e spregiudicato delle Atellane fu detto da osco obscaenus (osceno): tale, da far diventare d'uso comune l'aggettivo anche presso noi moderni. (Vittorio Viviani - Storia del Teatro Napoletano)
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