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Comitato Migliaretto Verde 

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"Se essere ecologisti significa essere Verdi, allora ben venga il Verde, di qualsiasi sfumatura cromatica esso sia".

Il Comitato Migliaretto Verde nasce tra il 1997 e il 1998 con lo scopo di difendere il vecchio aeroporto mantovano. Al movimento aderiscono trasversalmente persone di ogni credo politico ed estrazione sociale, accomunate da un unico obiettivo: salvare quei 27,4 ettari di prato dalla cementificazione. L’area del Migliaretto è l’ultimo polmone verde rimasto alle porte della città ed è sopravvissuto all’urbanizzazione perché di proprietà del Demanio dello Stato. La sua vocazione naturale è il trasporto aereo minore e già nel 1910 viene classificato come campo d’aviazione. L’aeroporto viene istituito con una legge nel 1927 e resta attivo fino al 1975, quando viene chiuso “temporaneamente” per mancanza del servizio antincendio. Da allora, l’area resta in abbandono e si trasforma di fatto in una discarica. Solo dai primi anni ’90 il sedime è recintato e grazie ai lavori di bonifica, livellamento e semina oggi si presenta come un enorme prato. Negli anni si fanno le più svariate ipotesi per l’utilizzo del Migliaretto (nonostante il campo abbia una precisa destinazione d’uso e sia in affido all’Aviazione Civile), ma dietro le pressanti richieste del Comune di Mantova ai ministeri competenti per ottenere la cancellazione dell’aeroporto e la sua sdemanializzazione, si profila il rischio di una maxi speculazione da decine di milioni di euro. Eliminato il vincolo aeroportuale, basterebbe infatti una semplice variante al Piano Regolatore per rendere edificabile il terreno. Gran parte dei cittadini mantovani non si sono resi conto di quali reali interessi si muovano nelle stanze segrete dei poteri forti locali intorno alla zona a sud della città. Il Comitato Migliaretto Verde ha più volte sottolineato le continue contraddizioni degli amministratori locali riguardanti un utilizzo alternativo dell’area aeroportuale: si è parlato di ippodromo, piscine con onde oceaniche, parco dell’amore, orti urbani. Ma anche di stadio, stazione ferroviaria e parcheggi da 6000 posti auto. Però il termine più sentito è “verde pubblico attrezzato”, che tecnicamente comprende anche l’edilizia non abitativa. Insomma l’unica cosa certa è l’ostruzionismo degli enti locali al ripristino delle attività aeronautiche e la loro volontà di svincolare l’area. Ai soci del “Miglio-Verde” non interessa tanto che si voli, quanto che quel grande spazio verde possa essere tramandato alle generazioni future. Ma dopo numerosi contatti e discussioni con esperti di volo e di aeroporti, il Comitato ha convenuto che la sola soluzione per salvare il Migliaretto dalla parcellizzazione e dalla cementificazione è quella di conservare l’area integra, così com’è, mantenendola vincolata all’Aviazione Civile e allo stesso tempo restituirne la fruibilità ai cittadini mantovani con la ripresa dei voli. Bisogna ricordare che in caso di riattivazione dell’aeroporto sul Migliaretto non verrebbe realizzata nessuna pista asfaltata e l’impatto ambientale dei piccoli aerei da turismo (4-6 posti) e degli elicotteri sarebbe talmente irrisorio da non incidere sul verde. La struttura sarebbe simile, ad esempio, a quella di Thiene (VI). Inoltre Mantova è una località ad altissimo rischio industriale e il campo d’aviazione costituirebbe un’importante base per la protezione civile e l’elisoccorso (il Migliaretto dista poche centinaia di metri dall’ospedale cittadino, dotato di una piazzola elicotteristica bocciata dagli ispettori della sicurezza del volo). Il Comitato si oppone a oltranza alla sdemanializzazione dell’area, che in questo caso potrebbe essere acquisita a prezzo di alienazione pubblica per essere rivenduta come area lottizzata, con una notevole differenza di prezzo. Nei suoi soci vi è la consapevolezza che una volta perso, quel grande prato verde sarà perso per sempre. La terra, dice un antico proverbio, non la riceviamo in eredità dai genitori, ma ci è concessa in prestito dai nostri figli. Per il Comitato Migliaretto Verde salvare quel prato, al di là di ogni cosa, è soprattutto un fatto di cultura.

(sopra, veduta aerea del Migliaretto)

 

 

La Voce di Mantova del 25/01/98 mette in guardia sugli inquietanti scenari che si potrebbero configurare in caso di rinuncia dei vincoli aeroportuali sul Migliaretto.