Ma Bubè dov’è? E’ più vicino a Bube di Cassola o a Rio Bo di Palazzeschi?
Coloro che entreranno in questo sito con intenzione sapranno sicuramente dove si trova Bubè, ma molti saranno coloro che vi si troveranno per caso, interrogando i motori di ricerca di Internet, ed aprendolo dovranno avere un’idea, se pur generale, di dove si trova Bubè, ma soprattutto di quello che può esserci dietro, oggi, alla parola Comitato.
Bubè non è una città e nemmeno un paese, è semplicemente il rione di un "paesone", posto alle porte del Chianti Fiorentino, di nome Grassina. Questo "paesone" si trova infatti sulla strada statale 222 per Siena, appena usciti da Firenze o meglio a due chilometri dall’Uscita di Firenze Sud della A1. Conta ormai circa 13.000 abitanti, la metà di quanti sono quelli del Comune di Bagno A Ripoli, del quale ne è però una frazione.
Non è ben chiaro da dove derivi il nome Bubè, ma sicuramente sarà stato il soprannome di uno degli abitanti più rappresentativi tra quelli che dettero vita a questo borgo; probabilmente un discendente di qualche famiglia che abita da diverse generazioni nel cuore di questo borgo, individuabile intorno ad una corte, o meglio un "chiasso" come si dice da noi, in particolare si potrebbe pensare ad un Vannini o ad un Andreini. Tuttavia, da piccolo, questo nome l'ho più volte accostato a Rio Bò di scolare memoria, piuttosto che a Bube di Cassola. In effetti, questa zona, è ancora oggi caratterizzata veramente dai Rii, che in toscana però, si chiamano borri. Uno di questi è chiamato Grassina, ma ha tutte le caratteristiche di un fiume, con tanto di pescaia, ed in alcuni punti corre incassato nel terreno. Le sue acque nascono nella valle di Fonte Seconda che porta fino, in località Fabbiolle, alle pendici del colle dell’Impruneta, il paese che ha dato il nome all’unico vero cotto toscano nel mondo, quello di cui è ricoperta la cupola del Brunelleschi.
Un altro borro, da invece a Bubè le caratteristiche di un vero e proprio Rio Bo, mentre scende impetuoso a confluire nello stesso torrente Grassina, dopo aver scolmato le acque della valle della Fattucchia, un vero paradiso naturale dove l'acqua è sempre stata una caratteristica, tanto che un certo signor Vecchietti, mecenate del ‘500, coetaneo ed amico di Cosimo, Francesco e Ferdinando dei Medici, fece costruire, ad un certo Giambologna, una fonte (ninfeo) vicino al suo castello, "Il Riposo". L’artista la dedicò alla
Fata Morgana. Quest’opera, datata intorno al 1572, oggi rivive, grazie all'acquisto da parte del Comune di Bagno a Ripoli ed al restauro curato dalla Soprintendenza ai monumenti di Firenze.Consiglio a tutti di visitarla visto che sembra sia perfino antecedente, anche se di poco, alla grotta di Boboli del Buontalenti! La Fata Morgana non c’è più, insieme a molte altre cose, ma tali e tante sono le bellezze naturali incontaminate di questa valle da renderla ancora oggi "fatata".
Ebbene, con tanta acqua, una delle più fiorenti attività è stata, per almeno un secolo, la lavatura dei panni lino che ha caratterizzato la fama di Grassina, accostandola a quella di Prato per i "cenci". Questa caratteristica è stata riconosciuta in particolare a Bubè tanto che il simbolo del rione rappresenta una mestola, attrezzo in legno usato dai lavandai per strizzare i panni, battendoli, durante il lavaggio. Tuttavia, foto d’epoca, mostrano come anche tutte le colline circostanti Grassina fossero piene di panni tesi, a testimonianza che questa attività dava lavoro e ricchezza un po’ a tutto il paese. Ai numerosi lavandai ed ai barrocciai, si univano gli operai delle locali fornaci di tegoli e della cava di calce che insieme costituirono, già nel 1895, come popolo di Bubè e S. Martino, una delle prime società di mutuo soccorso della zona, che ebbe sede anche nell'attuale scuola di via Tegolaia, dove sono ancora presenti testimonianze. L'affermazione dei valori di solidarietà, di libertà e di uguaglianza erano quindi molto maturi quando si scatenò la follia dell'ultima guerra e molti furono i giovani che lasciarono le famiglie per entrare nella Resistenza. E qui, da più grande, ho preferito avvicinare Bubè, al Bube di Cassola invece che a Rio Bo. Molti personaggi di Bubè furono infatti partigiani, come Bube, e la memoria di quelli che, come Ignesti, pagarono con la vita, trova testimonianze toponomastiche nelle nuove vie di questa zona, che sono state dedicate in gran parte a partigiani: da Ferrero Ferruzzi, Pietro Calamandrei, Tina Lorenzoni, Piero Gobetti, Gaetano Salvemini, Italo Piccagli ecc.
Dal punto di vista urbanistico Bubè, oggi, è il risultato di un incontrollato sviluppo abitativo che ha interessato tutta Grassina, verificatosi dai primi anni ’60 e continuato ininterrottamente fino a tutti gli anni ’80, che ha sostituito completamente le tese dei pannilino con le nuove costruzioni. Chi conosce la zona, vedendo la cartolina del 1965, potrà rendersi conto di quanto si è costruito in questa valle. Tuttavia, pensiamo più per fortuna che per calcolo, tre delle quattro colline, che sovrastano questo rione, sono state risparmiate dall’aggressione edilizia e fanno bella mostra, sulle loro sommità, rispettivamente della Villa Mascagnola e del castello di Monte Acuto, mentre la terza, mirabile esempio di terrazzamenti agricoli, ospita, ogni venerdì Santo, la Rievocazione Storica della Passione; una manifestazione di fama, non solo europea, ma mondiale. Questa fama gli deriva dalla sua tradizione che fa risalirne le origini al 1633, quando si tenne per la prima volta, come ringraziamento dei grassinesi per essere stati risparmiati da una pestilenza che invece si diffuse in Firenze e dintorni. Per quanto riguarda invece la quarta collina, quella della Villa Medici Tornaquinci, lo scempio edilizio è stato massimo, anzi nel segno del "tanto male tanto meglio", si continua tutt’oggi a costruire in via delle Fonti. Avete capito bene, quella via che porta alla Fonte della Fata Morgana!!!!
Oggi Bubè cerca, anche con la nascita di questo Comitato, di difendere il difendibile, quello che resta di bello, cerca quantomeno di bloccare lo stato attuale, ma senza "imbalsamarlo" ma proponendo all'Amministrazione soluzioni per valorizzare queste aree, che non siano altre costruzioni, ma che servano a creare le strutture per incontrarsi, al di fuori dagli schemi precostituiti, per dare qualità di vita ed identità non solo a questo rione, che conta non meno di 3000 abitanti, ma a tutta Grassina, considerato che le previsioni realizzative della Variante alla S.S.222 in superficie chiuderanno al paese qualunque facile sbocco verso le campagne a sud.
Cliccate le nostre proposte e magari scoprirete qualche nostra idea di qualità che è bella perché tiene conto dei bisogni della gente.
26/9/03 Mosè del Comitato di Bubè
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