Illustrata ieri la situazione della contaminazione da ammine: il 19 ci sarà un consiglio comunale aperto
Inquinamento, geologi al lavoro
Gli esperti della provincia indagano sul pozzo Monti 1

Come possa essersi inquinato il pozzo Monti 1 lo diranno i geologi della provincia di Milano che stanno valutando la situazione. «Di fatto - ribadisce il sindaco di Melegnano Vito Bellomo, accreditando la posizione espressa dalla Mea nei giorni scorsi - questo pozzo è a nord rispetto all’ex Saronio, quindi non si capisce l’origine della contaminazione. L’acqua non può salire verso l’alto».
Mercoledì, si è svolto, a palazzo Broletto, un incontro a porte chiuse tra sindaco, consiglieri comunali, giunta, Asl, Arpa, Mea e provincia. «Abbiamo definito un consiglio comunale aperto che si svolgerà il 19 novembre alle 21 in municipio - spiega Bellomo -; le analisi della Mea non hanno riscontrato contaminazioni, diversamente da quelle dell’Asl, che si affida ai laboratori Arpa: questi hanno trovato ammine in tracce per una quantità di 0,01 microgrammi litro, a causa della diversità di strumentazione utilizzata. Le sostanze trovate sono al limite della tollerabilità. I tecnici Mea e quelli dell’Asl dovranno trovare una metodologia comune.
Per quanto riguarda le soluzioni, invece, dovranno pervenire dal tavolo tecnico regionale. Perché non siano stati messi i filtri e se questi siano efficaci non lo so. Bisognerebbe fare delle verifiche, saranno Mea e Asl ad occuparsene. Per quanto mi riguarda, insieme al sindaco di Cerro abbiamo chiesto un incontro con la rappresentanza politica della regione, cioè con l’assessore Marco Pagnoncelli, per verificare se c’è la disponibilità reale a finanziare eventuali interventi come quello della barriera idraulica. Questo, infatti, è un sito di interesse regionale: c’è stato un tavolo tecnico con decreto del presidente della regione nel 2003. L’importante adesso è intervenire e salvaguardare le falde acquifere».

Ad essere chiusi attualmente oltre al Monti 1, sono il Cervi e il Giardino, mentre in funzione e a fornire acqua pulita, secondo gli amministratori, sono Monti 2, Lazio e Lombardia. «Asl e Mea - dice Bellomo - sono sui pozzi quotidianamente a monitorare la situazione. Io sono andato anche dal prefetto, per sollecitare un suo intervento. Quest’ultimo si è già fatto mandare la relazione dall’Arpa. Secondo me però, ora, è solo una questione di soldi. Il comune non ha risorse per finanziare un intervento grosso come quello della barriera idraulica, ma se la regione la sostiene, siamo tranquilli».
Soddisfatto dall’esito dell’incontro di mercoledì Tommaso Rossi, capogruppo in consiglio di Rifondazione: «È stato proficuo - dice - sia sul fronte tecnico che su quello politico». Nicola Borzi, invece, esponente del Partito democratico, sta raccogliendo sul suo blog una sfilza di documenti che ricostruiscono, in modo critico, la storia della contaminazione delle acque. C. V.

(tratto da "il Cittadino" del 1 novembre 2007)