Regina Vittoria d'Inghilterra

 

In Inghilterra agli inizi dell’800 si innesta una spirale di trame per la successione. Il re Edoardo, a cinquant'anni, non ha ancora avuto figli quando finalmente nel 1918 la regina Vittoria Maria Luisa annuncia di aspettare un figlio, il futuro re d’Inghilterra. Ma quando avviene la tanto attesa nascita, si scopre che l’erede è una bambina. La notizia colpisce tutti i reali come una fucilata. Il presunto padre non riesce nemmeno a sceglierle un nome, perché muore quando la piccola ha solo 8 mesi. La bambina viene così chiamata dalla madre con il suo stesso nome, Vittoria. La bimba nasce con una malattia genetica, cioè è portatrice sana dalla emofilia, scoperta questa che ha dato adito a numerose ipotesi  riguardo la paternità di Edoardo: metterà al mondo infatti una parte dei suoi 9 figli emofiliaci o portatrici sani di emofilia.  Lo zio, re Guglielmo IV, muore nel 1837 quando Vittoria ha 18 anni: la ragazza mostra da subito di avere una scorza dura e un carattere determinato: prende da subito in mano le redini della situazione dando disposizioni sul funerale dello zio, predisponendo la composizione del corteo e tutto il resto. Quando un anno dopo viene ufficialmente coronata Regina d’Inghilterra dimostra di conoscere a fondo la situazione del suo paese, e da subito riforma la scuola "l’ignoranza non ci farà entrare vincitori nel XX secolo", dice ed impone subito nuove leggi che riducono l’orario di lavoro delle donne e dei bambini, diventando così in poco tempo molto popolare. Decide di sposare il cugino Alberto, che si dimostrerà di grande aiuto e il loro è un vero matrimonio d’amore. In meno di 11 anni Vittoria mette al mondo 9 figli. Alice è la figlia prediletta della regina, ma anche lei, come le altre figlie, porta con sé il gene della emofilia e anche due figli maschi vengono colpiti. Viene colpita così dal dolore della perdita di alcuni dei suoi figli, non solo, ma nel 1861 anche il marito muore a causa della febbre tifoidea. Per la regina è un colpo durissimo. Dopo due anni di lutto e di dolore, instaura una profonda amicizia con John Brown, il suo stalliere, che diventa suo uomo di fiducia e suo consigliere fino alla morte di lui che avviene nel 1883, per i postumi di una aggressione (molti vedevano di cattivo occhio che uno stalliere fosse diventato fiduciario della regina). Vittoria ha 64 anni ed è praticamente sola, con un figlio, Edoardo, l'erede al trono, grasso e abulico, incapace di aiutarla nella conduzione del regno. Alice, la figlia prediletta, è morta giovane e parte degli altri nove figli o sono morti o sono gravemente malati di emofilia, mentre i pochi superstiti sono in giro per l'Europa sistemati con matrimoni di interesse e sono praticamente assenti dalla vita politica internazionale: nessuno dei figli dunque pare all'altezza del carattere della madre. Affettivamente la regina sembra una donna finita, nonostante ciò non si perde d'animo e comincia a viaggiare e a lavorare sodo per fare dell'Inghilterra una potenza internazionale. La piccola regina che era stata messa al mondo quasi per scommessa, diventa così l'imperatrice più potente della terra: vanta possedimenti in India, Oceania, Africa e tutto il mondo guarda all'impero economico del Regno Unito come ad una guida assoluta grazie alla sua lungimiranza e alle sue straordinarie capacità di statista. La sua personalità di sovrana e di donna esemplare aveva conquistato l'ammirazione del popolo; ormai non era più solo una regina, ma un'istituzione; gli inglesi erano giustamente fieri di lei. Era l'eroina di un mito, un mito familiare. Suo padre avrebbe voluto chiamarle Elisabetta, come la sua grande ava, ma non gli fu possibile; come Elisabetta, anche lei seppe ristabilire il prestigio della monarchia inglese. E come Elisabetta era riuscita a dare il proprio nome ad un'epoca.

Il 22 gennaio 1901 Vittoria ha 82 anni, è stanca e malata, ma chiede di fare una gita in carrozza nei boschi di Osborne. Qui chiude gli occhi dolcemente, tanto che la sua dama di compagnia ordina al cocchiere di rientrare in silenzio credendo che la regina stia dormendo. Non si sveglierà più.

 

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