Joan Sutherland

 

Se la Callas era la Divina, termine abusato visto che era già di Greta Garbo, Joan Sutherland era la Stupenda. Finita attorno alla fine degli anni cinquanta la rivalità tra Callas e Tebaldi, nasce quella con la Sutherland. L'accostamento prende il via dal clamore suscitato dalle prime esibizioni londinesi di quest'ultima come primadonna. Le due cantanti si erano esibite insieme, sempre a Londra, nel 1953 ma la Sutherland, più giovane di tre anni, aveva ruoli di secondo piano. Conquistato quello principale, se ne va per la sua strada e a distanza di quarant'anni il suo mito non si è ancora spento. Sposata con il direttore d'orchestra Richard Bonynge, che secondo alcuni la chiuse in casa per tre anni, costringendola a studiare fino allo sfinimento per raggiungere la perfezione tecnica di cui può menare giusto vanto, ha sempre condotto una vita privata tranquilla ed è forse per questo che il suo nome non è "pubblico" come quello della Callas. Secondo la Joan, la Callas con lei fu "gentilissima e incoraggiante". Sempre a suo dire, la Callas è stata la più "seducente artista della voce", purtroppo aveva cantato troppi ruoli agli inizi della carriera, aveva puntato troppo sulla drammatizzazione della voce e con i chili persi, aveva perso anche il potere della voce. La Sutherland è, secondo i critici, una "cantante di eccezionale statura, dalla voce estesissima, penetrante e limpida, capace di eseguire il repertorio d'agilità con il timbro e il volume di soprano lirico, sfoggiando un virtuosismo trascendentale e probabilmente inedito per il nostro secolo. Sopraffina l'eleganza del canto e acutissimo il senso dell'espressione sia elegiaca sia briosa. Con la Callas e la Horne può essere considerata l'artefice principale della Belcanto-renaissance".

Alta, imponente ma non grassa, il volto spigoloso dal grande mento, un critico maligno la paragonò a Totò, le sue interpretazioni hanno fatto storia per la perfezione dell'emissione, la naturalezza con la quale le note le fluiscono dalla bocca anche nei più spericolati vocalizzi. E, ancora, voce liquida, lucente, lunare, strepitosa. Grandiosa come Norma, Lucia, Traviata, Adriana Lecouvreur, Lucrezia Borgia, nelle arie di fine ottocento. La sua interpretazione de il Bacio dell'Arditi è inarrivabile.

Com'è Joan Sutherland dietro lo specchio? Una forza, una potenza, una donna con gli attributi che ha messo tutta se stessa al servizio dell'ambizione, senza trascurare la femminilità. Una persona normale, anche con un brutto carattere, ma dotata di senso dell'opportunità, di quel tanto di diplomazia necessaria per non crearsi inutili complicazioni. Certo, se contraddetta, contrastata è un'autentica tigre ma…all'insegna del buon senso. La sua qualità maggiore, al di là delle doti canore, è la possibilità di evolvere armoniosamente, di ammorbidire gli spigoli, ritagliandosi spazi personali, familiari appaganti. L'ambizione l'ha portata a migliorare lo strumento, la voce, avuto a disposizione, infischiandosene dell'apparenza.

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