Maria Callas

"La storia dell'opera si divide in due ere: a.C. e d.C., cioè prima della Callas e dopo la Callas", "Non si possono paragonare la Callas e la Tebaldi. Avete presente lo champagne e la gassosa?". Questi non sono i commenti degli ammiratori, ma giudizi espressi dalla stessa Callas che a quanto riferiscono coloro che l'hanno frequentata, aveva il vezzo di parlare di sé in terza persona. Nelle sue biografie si legge che, ormai ritirata dalle scene, amasse ascoltare le proprie registrazioni sospirando trasognata "Ah, come cantava bene la Callas". E pochi personaggi hanno diviso come lei in due schiere nette gli ammiratori e i denigratori. Gli stessi critici parlano di "una voce dal timbro discutibile, con zone opache o gutturali o aspre, una vociaccia, ma singolarissima per la varietà dei colori, la forza della penetrazione, l'estensione, dal la sotto il rigo al fa sopracuto, la duttilità e l'agilità, il soprano specializzato sia nel canto di forza sia nel canto acrobatico. Interprete e attrice tragica di grande talento". Ma, resta il fatto che nelle registrazioni, quando non si "vede" il portamento, la drammaticità fisica dell'interprete, delle espressioni, certe sue interpretazioni sono discutibili, certi acuti decisamente brutti.

La sua vita si può riassumere così: nata in America (circolano tre giorni di nascita poiché non venne mai registrata), a suo dire figlia non voluta in quanto i genitori aspettavano un maschio per rimpiazzare un figliolo morto in tenerissima età. Studia canto all'ombra della sorella Jakinthy, prediletta dai genitori. Quando la madre si accorge delle sue doti, la sprona, la usa, la costringe a cantare in tutti i concorsi, in tutti i concerti di beneficenza, in tutte le trasmissioni radiofoniche dove le è possibile piazzarla. Debutta nel 1938 con "Cavalleria rusticana" all'Opera d'Atene, dove si esibisce fino al 1945. In quell'anno rientra in America, vince una borsa di studio e viene in Italia. Alta più o meno un metro e settantacinque, peso attorno al quintale con due immense gambe, conosce e sposa un impresario di provincia, Giambattista Meneghini che incomincia ad imporla. Nel 1950 debutta alla Scala come seconda della Tebaldi nell'Aida. Con la fama iniziano le critiche. A parte la rivalità fra lei e la Tebaldi, dette rispettivamente "la tigre" e "voce d'angelo", sono il suo fisico e la sua provincialità a far muovere le lingue e i pettegolezzi dei salotti. Per la stazza è chiamata la "Menegona", la "prima primadonna con le gambe d'elefante". Ed eccola dimagrire ventotto chili in un anno, tra il 1952 e il 1953. Il suo idolo era Audrey Hepburn e fece il possibile e l'impossibile per rassomigliarle. C'è chi dice che dimagrì ingerendo un verme solitario con una coppa di champagne, c'è chi dice che dimagrì perché si liberò del verme solitario che la faceva mangiare in modo smodato. Attribuiva la sua voluminosità precedente a una cura di uova sbattute che le avevano procurato una disfunzione ormonale per la quale non era stata curata dai genitori sempre più detestati. Quando debutta al Metropolitan, riceve il compenso più alto della storia del teatro: 1000 dollari. Nel 1957 conosce i miliardario Aristoteles Onassis e da quel momento incomincia il declino come cantante. Già il dimagrimento ha inciso negativamente sulla voce, l'intensa vita mondana alla quale prende parte entusiasticamente fa il resto. Nel 1959 pianta il vecchio marito e vive la sua storia d'amore con l'armatore. Nel 1965 si esibisce a Parigi per la sua ultima volta in teatro, imbottita di tranquillanti. È la donna di Onassis, ma lui non la sposa, lei tenta di trattenerlo con un figlio, lui non vuole e lei interrompe una gravidanza. Nel 1968 Onassis sposa la vedova Kennedy, Jackie, e la Callas si ritira in buon ordine non senza lanciare un'azzeccatissima frecciata: " Jackie ha fatto bene a dare un nonno ai suoi figli!". Insegna canto per due corsi a New York, tiene qualche concerto con Giuseppe di Stefano, ma nel 1973 si ritira definitivamente. Il 16 settembre 1977 muore nella sua casa parigina, chi dirà per attacco cardiaco e chi suicida. Le sue ceneri vengono disperse nel mare Egeo, come da sua richiesta, ma recentemente sembra siano state ritrovate in uno scantinato. Il mistero Callas continua.

Com'era Maria Callas dietro lo specchio? All'insegna delle pie intenzioni che tali restavano se non riguardavano la sua preziosissima persona. Il male della Callas si chiamava narcisismo. Non era una sciocca, ma era inguaribilmente superficiale e avida, ambiziosissima, egoista, egocentrica, perennemente scontenta. Per sua stessa ammissione voleva dare il meglio, ma pretendeva di avere il meglio, anche i suoi abiti dovevano essere il meglio. Non c'è frase che la rispecchi meglio. Era un donna fredda, un'opportunista che strumentalizzava tutto e tutti, voleva emergere, primeggiare e per farlo non aveva scrupoli, era convinta che gli altri non le dessero mai abbastanza. Sessualmente era piuttosto contorta, attirata dagli uomini anziani, anche perché rappresentavano il potere. Una povera donna sola, ma in fondo tanto felice di esserlo per potersi lamentare. Una tigre? Sì, di carta.

 

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