Home --> Racconti Pagina 1--> Racconti Pagina 2--> Racconti Pagina 3 --> Racconti Pagina 4 --> Racconti Pag.5

Racconti ed esperienze (Pag. 4)

In questa pagina desidero raccogliere i racconti, le esperienze di vita o anche le semplici fantasie che ogni appassionato nasconde nel proprio cassetto, spedite tutto quello che volete far leggere, contribuite a rendere gradevole questo sito per la gioia di uomini e donne che già sanno quanto sia erotica una bella sottoveste e per farlo capire a chi non lo pensa.

Spedisci i tuoi racconti a:
sottoveste@virgilio.it






Send me your slip tales with the photos of your meeting, i'll insert them in the site with your URL and/or your e-mail.

sottoveste@virgilio.it





ALLA FINESTRA

Quel Venerdi dello scorso Luglio era stata una giornata molto calda, tornato a casa spalanco le finestre, la sensazione e' quella di rianimarmi, la corrente avvolge con mio grande piacere il mio corpo sudato ed entro breve una doccia sara' un piacevolissimo toccasana.
Mentre sono ancora nei pressi della finestra godo della brezza, con le braccia tese ed appoggiate sul davanzale, il mio sguardo spazia nel paesaggio e si rivolge infine ad un palazzo vicino.
Molte sono le tapparelle abbassate, qualcuna aperta, una finestra attira la mia attenzione, sono un po' stanco è l'imbrunire e la luce viene sempre meno.
Sollevo le braccia, mi stiracchio e stropiccio gli occhi, all'interno di quella finestra spalancata, come ovunque altrove, la vita segue il suo corso, ma non riesco a distogliere lo sguardo.
Non riesco a vedere nitidamente cosa accade ma ne sono incuriosito, mi allontano per prendere il binocolo che tengo a portata di mano per curiosare dalla finestra, il quel momento il senso di privacy altrui viene meno, non faccio nulla di male penso e poi se qualcuno a qualcosa da "nascondere" non tiene le finestre spalancate.
Convinto di questa cosa mi autorizzo senza troppi scrupoli.
Scorgo all'interno una figura che cammina nell'appartamento, mi sfugge, si sposta da una stanza all'altra velocemente senza darmi il tempo di metterla bene a fuoco. Si ferma in cucina, e' una donna e deve avere la mia stessa esigenza a causa del caldo.
La osservo bene .............. NUDA !?!?!?!?!?!?!?
Penso in rapida sequenza .................... e' indecente, e i dirimpettai, chissa' chi altro come me ???????
Non capisco se lo fa' apposta, se faccia parte di un piano strategico ............................ comunque ne avevo una splendida visione, e' tendenzialmente una depravata, un'esibizionista .............. pensavo, d'accordo il gran caldo ma era un po' eccessivo forse, in ogni caso non distoglievo lo sguardo ero ammirato da quella esibizione, si muoveva in casa naturalmente come se niente fosse.
Cerco di cogliere i momenti in cui per qualche secondo riesco a vederla in viso, questo accade permettendomi di non scorgere in lei un volto conosciuto, familiare.
Indossa in realta' un paio di culotte chiare, quasi color carne che mi hanno tratto in inganno, i miei occhi sorpresi misti all'eccitazione iniziale l'avevano mostrata nuda.
Non riuscivo a rimanere lucido, nella mia mente una infinita' di pensieri, ragionamenti e fantasie, si rincorrevano non lasciando spazio alla razionalita' degli attimi cha stavo vivendo, dei fotogrammi che scorrevano davanti alle lenti del binocolo.
Era li', davanti a me, non avevo la benche' minima sensazione che lei sospetasse che qualcuno stesse assistendo in diretta alla sua vita, una real TV domestica solo per i miei occhi.
Nel frattempo era intenta davanti ai fornelli ed aveva indossato un grembiule, questo l'aveva resa ancora piu' sensuale, quel piccolo indumento di stoffa creava un'effetto vedo non vedo di grande impatto visivo ed emotivo, raramente mi ero sentito cosi' rapito, abbandonato e man mano il mio desiderio aumentava.
Quasi senza rendermi conto la mano aveva gia' esplorato nei pantaloni, era un pezzo di marmo, quasi indolenzito per la posa obbligata assunta nei jeans stretti che faticavo ad abbassare, goccioline di piacere avevano macchiato gli slip.
Ero sempre li' con lo sguardo, ipnotizzato non riuscivo a distogliermi, mi sembrava di essere la' con lei nella sua cucina talmente ero coinvolto dalla situazione, talmente ero preso.
Mi ero a fatica tolto i pantaloni e avevo impugnato il mio uccello che come non mai desiderava essere al centro delle attenzioni della mia mano che cominciava a muoversi in maniera oscena, senza rendermi conto o preoccuparmi a mia volta di essere visto ero davanti alla finestra praticamente nudo con i pantaloni completamente abbassati che stringevo l'uccello masturbandomi energicamente, ero in estasi alla vista di quella donna.
La seguivo con lo sguardo e mi veniva da gridare mentre partivano uno, due, tre sprizzi che lanciano lontano sul muro un'onda di sperma caldo, schizzi ricchi densi e generosi di latte cremoso colavano sul pavimento ................... il mio respiro si era fatto affannoso e gemevo per l'intenso orgasmo.
Ero distrutto, nel mentre andai in bagno a farmi una doccia, dopo aver vissuto cosi' intensamente ogni momento della sua vita per venti minuti almeno, d'un tratto mi sono ritrovato svuotato, privo di ogni interesse per quello spettacolo che fino ad un'attimo prima mi aveva catalizzato davanti a quella finestra, pensando " non sara' altro che la preparazione per quello che vedro' nei giorni a venire ...................... "

Timido



UNA SCOMMESSA INTRIGANTE…..

Incontrai Loredana per caso, tanti anni fa, durante una vacanza a Stoccolma. Viaggiava insieme a sua sorella e al di lei fidanzato. Diventammo subito amici. Ero sono, ancora oggi, un grande appassionato di fotografia e la vista della mia attrezzatura suscitò in lei una forte curiosità, di solito amo fotografare oggetti, e siccome adoro il mare, il mio soggetto preferito sono le barche o le navi. La sua forte curiosità mi spinse a cimentarmi in un campo nel quale le mie incursioni erano state assai poco frequenti: quello del ritratto e delle foto in posa plastica di soggetti femminili. Iniziai a riprenderla in tutte le pose e quando tornai a casa e feci sviluppare le foto , mi accorsi con sorpresa, di aver fatto un buon lavoro. Le spedii a Loredana che le apprezzò. Rincuorato da questo successo riguardai spesso e volentieri le immagini di quella bella vacanza e la mia mente tornò a lei e ai momenti trascorsi in simpatica compagnia. In particolare mi colpì una foto scattata nel parco del Municipio, dove Loredana era in posa, sdraiata sul tappeto d’erba appena rasata del prato, col corpo leggermente inarcato che metteva in risalto i seni evidenziati dall’attillata magliettina di cotone. Il viso sorridente era rivolto verso l’obiettivo della mia reflex. Più la guardavo e più la mia mente pensava a come mi sarebbe apparsa se avesse indossato un’intrigante sottoveste. Ogni volta che osservavo quell’immagine il pensiero si fissava su Loredana in sottoveste. Guardando e riguardando il seno, arrivai addirittura a calcolare mentalmente che potesse indossare una terza, stima che in seguito si rivelò esattissima. Ormai era divenuta un’ossessione. Durante uno dei nostri frequenti colloqui telefonici, dove si parlava del più e del meno, provai a gettare l’argomento sul discorso biancheria, Loredana dapprima ne fu sorpresa ma poi con piacere mi rispose che amava le cose intriganti da mettere in occasioni particolari, non parlò esplicitamente di sottoveste, ma lo fece intendere. Quella conversazione fu il la che mi fece vincere ulteriori resistenze. Debbo confessare che non fu impresa facile entrare in merceria ed acquistare una sottoveste per lei, mi vergognavo come un ladro, mi sentivo come una sorta di feticista o peggio. Comunque superai brillantemente tutte le masturbazioni mentali del periodo (da una parte me la immaginavo in sottoveste e dall’altra temevo eventuali sue reazioni negative) e alla fine feci l’acquisto. Affrontare il negozio di biancheria intima femminile non fu impresa da poco e vale la pena di spendere alcune righe per raccontarvi che cosa combinai. M’inventai una storia di comodo e raccontai alla ragazza del negozio che la sottoveste era per la mia compagna (anche se Loredana ed io eravamo e siamo tutt’ora rimasti soltanto amici) e, la donna ammicandomi con fare complice mi chiese se dietro quell’acquisto c’era qualche peccatuccio da farmi perdonare. Risposi di si. Di peccatucci da farmi perdonare ne avevo e inventandomi una rapporto fedifrago, restai in negozio a parlare del più e del meno. La proprietaria mi confessò di amare la sottoveste e di apprezzare molto gli uomini che si azzardano a fare regali del genere, decisamente fuori dall’ordinario rispetto ai soliti reggiseno e micro slip dove si perde la magia del vedo non vedo. Quella conversazione piacevole con la ragazza, mi fece capire di non essere affatto una mosca bianca ma, di appartenere piuttosto ad una eterogenea galassia maschile propensa ad apprezzare un certo tipo di abbigliamento femminile che valorizza non poco le donne che lo indossano. Finalmente affrancato da tutti i dubbi che avevo, preparai un biglietto intrigante per Loredana e poi partii per raggiungerla. L’apertura del regalo non avvenne come potreste esser portati a pensare, in un luogo romantico davanti a un lume di candela, ma nel posto meno probabile che ci sia: il marciapiede del binario 14 della stazione di Roma Termini, davanti alle sue due amiche che insieme a lei erano venute a prendermi. L’interessata e le sue amiche restarono di sasso nel vedere una sottoveste nera di media lunghezza con bordi inferiori e superiori di intrigante pizzo nero ed io, rosso di vergogna pregai Loredana di riporre la sottoveste nella scatola per vederla poi a casa sua in tutta calma. Ma si sa, la curiosità e femmina!! In auto le tre ragazze si lanciarono in entusiastici commenti e audaci confessioni sull’uso della sottoveste per arricchire con una sana dose di sano erotismo i loro personali incontri sessuali. Loredana all’inizio rimasta di sasso si lanciò in una serie di apprezzamenti spinti dal piacere di aver ricevuto un tale regalo che a suo parere esaltava e non poco la sua femminilità. Anche se, da un amico si sarebbe aspettata di tutto ma non certo quel genere di presente, mi propose di farsi fotografare in sottoveste per fare degli scatti sexy da mostrare successivamente al suo boyfriend. Risposi di si. In fondo, aldilà di tutte le mie paure, avevo ottenuto ciò che veramente volevo realizzare mentre a casa mia fantasticavo lungamente e pigramente davanti a quella foto scattata in un parco di Stoccolma. Cari lettori, la storia ha un seguito, per ora gustatevi la prima parte, quando gli impegni di lavoro me lo permetteranno, continuerò il viaggio nella carrellata dei miei ricordi personali e vi racconterò il seguito di questa curiosa e divertente vicenda…..
Saluti
ALAN68


Un angelo in sottoveste.

Stamane ho visto un angelo in sottoveste.
Se ne stava li, in mezzo alla folla e dalla sua gonna nera con lo spacco che lasciava vedere la gamba destra, campeggiava assolutamente in modo non vistoso, una normalissima sottoveste nera col pizzo, lunga un po’ più su del ginocchio e non troppo esagerata.
L’unica cosa vistosa di Lei erano i collant arancioni.
Era li al bar di fronte a me, i capelli castani ricci che le ricadevano sulle spalle, gli occhi chiari e lo sguardo serio perso nel vuoto.
L’ho seguita da lontano per sbirciare l’ondulare della sottoveste attraverso lo spacco della gonna, avrei voluto fermarla per farle un complimento, avrei voluto dirle quanto trovo eccitante e femminile una sottoveste e quanto sia raro oggi come oggi, in tempi dove le donne cercano disperatamente di assomigliare in tutto e per tutto agli uomini, rinunciando al loro sex appeal, vedere qualcosa di così bello e appagante per l’occhio maschile.
Purtroppo il timore di essere deriso, oppure accusato di essere un volgare molestatore da strada, mi ha trattenuto dal dirle ciò che avevo in testa.
L’ho persa mentre saliva tra la folla che prendeva d’assalto il tram 27 in una delle solite fredde mattinate milanesi.
Ma quella visione del mio angelo in sottoveste ha riscaldato la mia giornata.
Alan68


Prima Media.

1961 circa; prima media: sono seduto in uno dei primi banchi, accanto a Roberto, un ragazzo alto ed esuberante. Alla mia sinistra noto che Daniele, dopo aver fatto cadere la penna, ci dice di guardare, diversi banchi dietro di noi, la sottoveste di Daniela. Chi è Daniela? Oltre che la prima della classe, la ragazzina più intelligente e forse la più matura della classe. Certamente la più bella e attraente. Mi volto indietro e, nell'ultima banco, c'è lei, ed effettivamente si vede l'orlo della sua sottoveste.
Accanto a me Roberto non nasconde la propria eccitazione. Secondo un'abitudine che noi maschietti avevamo allora, comincia a fare la parodia di una radiocronaca sportiva. "Spettacolo..." (cercava l'aggettivo adatto) "... entusiasmante!".
Tutto questo mi lascia allibito. Come, dunque qualcun altro è attratto dalle sottovesti? Credevo di essere il solo. Il solo che sbircia fugacemente, con timidezza mista a paura, sotto le gonne. Il solo che aveva immaginato di indurre Daniela, con un pretesto, a fermarsi sulle scale, poco sopra di me, per guardarla sotto la gonna, sperando di poter intravvedere quell'oggetto che tanto accendeva le mie fantasie vergognose. Invece no, improvvisamente apprendo di non essere il solo? Sono sconcertato; quasi non ci credo ancora oggi.
Daniela sposò il fratello di un mio successivo compagno di classe, e morì di parto.
Roberto andò a cercare fortuna in America. Credo che abbia pubblicato alcuni libri di fotografia architettonica; poi un giorno appresi che era immaturamente morto di qualche grave malattia.
Daniele aveva moglie e figli. Un giorno andai a fargli visita al suo negozio di tappeti. Mi spiegò che era un mestiere appassionante, ma che anche in vacanza bisogna guardarsi in giro, curiosare tra i tappeti in vendita.
Quanto a me, sto abbastanza bene, grazie.
In questi anni non ho avuto il coraggio di rivelare la mia passione per le sottovesti nemmeno allo psicanalista. In compenso piano piano ne ho parlato agli amori della mia vita, scoprendo con enorme stupore e gioia che anziché esserne turbate ne sono molto interessate.
Qualche volta mi fanno la sorpresa di infilarsi nel letto in sottoveste, provocando l'effetto che immaginate.
Cerco sempre di sbirciare sotto le gonne, e malgrado la sparizione delle sottovesti (in quanto tali, cioè indossate appunto sotto) forse riesco a vederne ancora quasi una all'anno.
E dopo tanti anni ho ripreso a frequentare i miei compagni di classe di allora.
Bene, a questo punto è consuetudine terminare con qualche morale sulla vita, sull'amicizia, sull'amore... Vediamo se me ne vengono in mente un paio. - Le cose più attraenti non sono quelle esibite, ma quelle da scoprire.
- La sottoveste è come l'anima di una donna. Vederla normalmente è impossibile, ma qualche volta se ne può sbirciare un lembo.

Pantagru