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Oggi parliamo di...Figurine Liebig
di
Patrizia Roca
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Addentrarsi nel mondo della Liebig è davvero
un'impresa titanica perchè ci si trova dinnanzi uno scenario davvero
eterogeneo, che non si ferma alle sole figurine - collezione più famosa - ma
investe anche la reclamistica, le cartoline, i manifesti, i menu, i segnaposti,
i calendari, e rappresenta - per la varietà dei temi trattati, la ricchezza
numerica dei pezzi esistenti, e la varietà delle edizioni emesse per ogni Paese
- un capitolo a parte nell'universo del collezionismo.
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Tutto iniziò dopo la metà del XIX secolo, nel
1860 circa, quando sulla clientela dei Grandi Magazzini francesi si riversarono
un'infinità di piccoli oggetti propagandistici che avevano lo scopo di
incrementare le vendite. Tra questi, grazie soprattutto all'utilizzo della
stampa a colori che ne permetteva la produzione di migliaia di copie, si diffuse
l'uso di regalare delle figurine pubblicitarie - cromo da ritagliare o
rettangolini a colori con scene varie, spesso ordinati in serie - che,
ovviamente, reclamizzavano una vasta gamma di articoli o di ditte.
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La prima figurina francese conosciuta è una Bon
Marché 1866. La sua datazione proviene dal calendario stampato sul retro.
Esistono infatti ricercatissime figurine-calendari che è facile datare, ma ve
ne sono altre la cui anzianità va ricercata in altre tracce. Bisogna poi
stabilire se si tratta di figurine o di che altro...Generalmente si parla di
figurine quando c'è anche della pubblicità.
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Il loro mercato comincia con le mitiche
"sedie" o "poltrone" - parole stampate sul retro della
cromolitografia o sotto la figura pubblicitaria a colori - che fanno la gioia
dei più sfegatati collezionisti. Di esse, però, non si sa molto: sembra che
nella Parigi dell'Ottocento vi fossero sedie e poltroncine disposte all'aperto,
in molte parti della città, in posizioni piacevoli, e per stare seduti a
guardare il passeggio bastava acquistare e consegnare all'addetto un talloncino
figurato e numerato, che lo stesso obliterava.
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Tuttavia, se ne trovano altri, di
produzione francese, soprattutto legati a servizi pubblici, come quello dei
tram, quello dei battelli fluviali, ecc. Anche in Italia, intorno al 1865, la
Società Romana dei Tramways emetteva tagliandi da 15 centesimi con sopra le
vedute di Roma. Insomma, invece che figurine bisognerebbe
chiamarli biglietti, ma i collezionisti li definiscono normalmente figurine. E'
difficile infatti mettere dei limiti o stabilire confini o classificazioni
rigide.
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Alcuni sono solamente biglietti commerciali strettamente legati
all'attività di una determinata azienda e alle volte uno stesso soggetto era
stampato per ditte diverse, ma una parte della tiratura era anonima e si poteva
acquistare presso i mercanti di immagini. E' il caso del Bon Marché di prima
del 1866 e anche delle Liebig (16 pezzi) della serie numero uno, con le immagini
in varie tonalità di verde degli stabilimenti uruguayani.
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Per tutto l'Ottocento furono poche le aziende che
poterono permettersi una tiratura personalizzata. Nel 1872 circa, il Barone
Justus von Liebig adotto tale forma di pubblicità per i suoi famosi prodotti,
introducendone la distribuzione gratuita ai consumatori o dandole in cambio di
"punti": dapprima regalando le figurine nei tipi "sedia",
anche senza scritte promozionali e, solo successivamente, nel Novecento,
facendone stampare di specifiche per la sua ditta e successivamente introducendo
i primi oggetti di alta reclamistica.
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Le figurine Liebig si distinguono da ogni altra
per la qualità della stampa in cromolitografia fino a 12 colori e la perfezione
delle immagini, in molti casi realizzate da artisti di notevole livello, che
documentano perfettamente il soggetto. Inoltre si tratta di serie di 6/12/18
esemplari, con una spiegazione/commento stampata sul retro. Quelle di fine
'800 inizi '900, presentano la pubblicità del prodotto sul davanti, arricchita
dalle volute e dai ghirigori del Liberty. Quelle del '900 sono più pulite, più
semplici, e la pubblicità è limitata ad una scritta sulla cornica con la firma
di Justus in un angolo; la stampa è sempre molto accurata.
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Esistono più serie dedicate ad uno stesso tema e
variano in ogni campo. Storia sacra e profana, Musica, Vita di illustri
personaggi, Regno della natura (con una varietà incredibile di fiori e
animali), Scienza, ecc. Le figurine più apprezzate sono quelle olandesi
o tedesche. Quelle italiane, sotto il marchio Compagnia Italiana Liebig -creata
appositamente per il nostro mercato- iniziano dalla serie n.1280 del catalogo
Sanguineti, il più famoso estimatore e collezionista dell'universo
Liebig.
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Durante la I Guerra, la distribuzione venne
effettuata tramite la Svizzera che era neutrale, mentre, durante la II Guerra
Mondiale, la produzione e la distribuzione continuarono ininterrottamente sino
al 1972, anno in cui la pubblicazione cessò, con la serie n.1866, dedicata al Regno
Animale. In totale vennero emesse 1900 serie circa, nell'arco di un secolo
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Collezionare Liebig
Si tratta di una collezione varia e istruttiva, da
fare con pazienza e tenacia frequentando i venditori specializzati o i
mercatini, aggiornando ogni volta una mancolista.
Per la reclamistica il panorama è molto vasto perchè, nella maggior parte dei casi, ogni filiale nazionale della Compagnia
faceva per proprio conto, dando luogo a una larga gamma di oggetti, di idee e di
forme, quali:
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- Cartoncini da tavola: ne
furono emesse 19 serie di 6 pezzi ciascuna, dal 1885 al 1903, in edizione
francese e tedesca, per la maggior parte, e 4 serie anche in spagnolo.
- Menu: 73 serie
emesse dal 1884 al 1911; due sono di tre pezzi, una di 4, una di 8, una di 12,
le altre di 6 pezzi, la maggioranza in inglese.
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- Cartoline: dal 1900
al 1950 circa; solo una serie di 6 è monocromatica, la serie per
l'incoronazione di Edoardo VII; altre, in b/n parlano di football. In Italia le
più note risalgono al 1950, una serie di 12 disegnate da Gustavino, che
rivisita le favole in maniera particolare ed una singola di Dudovich.
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- Calendari:
realizzati fra il 1879 e il 1950; sono di varie edizioni e di vari formati.
L'unica serie internazionale è composta di due esemplari da tavolo, detti
perpetui: un disco imperniato e sporgente da una finestrella in modo da
consentire di spostare le date rispetto ai giorni della settimana. Il calendario
coi suoi foglietti è molto piccolo e intercambiabile, incollato in basso.
E poi, tutta una serie di Cataloghi, Arredi da
negozio e vetrina, "Teatrini" con la pubblicità dell'estratto, Carte
assorbenti, Chiudilettera, Etichette da vasetto, Ricettari, Matite, ecc.
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Come collezionarle
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Per la raccolta delle Figurine Liebig, esistono
degli appositi album ideati su misura dalla ditta di Anversa, in varie vesti
grafiche ormai difficilmente reperibili - ma non introvabili - come le figurine,
nei mercatini. In alternativa, per conservarle si possono utilizzare delle buste
di plastica oggi disponibili in commercio per il collezionismo, in qualunque
misura e per ogni tipo di collezione.
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A Milano, presso la libreria "La
Tramite" c'è un reparto dedicato a tutto quanto è illustrazione e
pubblicità, con particolare riguardo alla collezione delle Liebig.
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Ringraziamo vivamente l'amica
Patrizia Roca, autrice dell'articolo, per la preziosa collaborazione.
Se a qualcuno interessa questo o altri simili settori
di collezionismo può rivolgersi a Lei, tramite e-mail.
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