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Etichette
Oggi parliamo di...Etichette di
vini e liquori
di Patrizia Roca
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Si
può dire che la storia delle etichette dei vini vada di pari passo con
la storia dell'uomo. Difatti, già dai tempi dell'antica Roma si è
riscontrata l'abitudine di "etichettare" il vino contenuto
nelle anfore, specificando non solo il contenuto e l'epoca, ma anche il
nome del proprietario della vigna o del commerciante. Difficile, anzi
rara, la precisazione dell'annata.
L'uso delle giare o anfore in terracotta, si
protrasse sino al 1670 circa. In seguito bottiglie in vetro vennero
largamente utilizzate come contenitori per il vino o altre bevande da
conservare nel tempo.
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Non potendosi
incidere il vetro, venne ad essere indispensabile l'uso
di un'etichetta che riportasse
alcune caratteristiche della bevanda imbottigliata.
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Il
"boom" del vino in bottiglia si ebbe con la scoperta da parte
di Dom Perignon del metodo di fermentazione "champenois", che
consentì allo Champagne, e quindi al suo indivisibile contenitore, di
dominare il mondo di vini, liquori e affini, facendo nascere
contemporaneamente anche l'etichettatura con l'indicazione dell'annata,
della provenienza, della qualità.
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L'uso
della stampa a torchio contribuì, ovviamente, alla diffusione delle
etichette, dapprima soprattutto in Francia e Germania, successivamente
in Italia. Quelle nazionali più antiche sono dei produttori piemontesi,
fornitori di casa Savoia, e quelle dei siciliani produttori del Marsala,
divenuto ben presto un valido concorrente del Porto, prediletto dagli
Inglesi.
Le etichette italiane ottocentesche, sia di vini che di liquori, sono
spesso curiose poichè in esse viene dato poco spazio alle
caratteristiche organolettiche del vino. Viene privilegiato invece il
disegno, dai colori vivaci e dagli intenti simbolici.
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Successivamente esse si ispirarono a tutte le
tematiche possibili: moda, costume, eventi sportivi, bellici, politici,
personaggi della storia, gastronomia, ecc., e quindi moltissime sono le
tematiche da seguire in una collezione, tenendo presente che ci si può anche
ispirare ad uno specifico vino, ad una singola regione di produzione, ad una
casa vinicola, e così via. Molte, inoltre, sono le etichette
"inventate" da piccoli produttori che, ovviamente, sfuggono a
qualsiasi tentativo di catalogazione.
Come conservarle
Se si tratta di etichette usate, quindi
provenienti da bottiglie, il problema è staccarle in modo corretto: il sistema
migliore è quello di immergere nell'acqua la bottiglia (riempita per metà per
non farla galleggiare) e attendere che l'etichetta si stacchi. Di seguito andrà
appoggiata dalla parte esterna su un cartone o su una carta assorbente, fino a
completa asciugatura. Si possono conservare in taschine di plastica trasparente.
Si sconsiglia di attaccarle su cartoncini o su album.
Patrizia
Roca
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