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BLOCCHIAMO L' "AUTONOMIA DIDATTICA"
DEL MINISTRO ZECCHINO!
Dopo anni di slittamento, l'autonomia didattica degli atenei
sta per entrare definitivamente in vigore. E' in via di approvazione un
regolamento (trasmesso il 6 settembre ai Presidenti dei due rami del Parlamento)
[oramai definitivamente approvato] che sancisce il passaggio all'autonomia
didattica di tutti gli atenei entro diciotto mesi dalla sua entrata in
vigore. Questo regolamento, assieme ai cosiddetti "decreti d'area"
attuativi della "Bozza Martinotti", conclude il processo di
privatizzazione dell'università, avviato con l'autonomia finanziaria
(legge Ruberti del '90).
Nel quadro di una compartimentazione in cinque "macro-aree disciplinari"
si prevede una netta gerarchizzazione dei titoli di studio: Laurea di
base (tre anni), Laurea specialistica (ulteriori due anni) ed eventuali
master, Diploma di specializzazione e Dottorato di ricerca. Per accedere
ad ogni livello gli studenti dovranno superare una prova di ammissione
e per conseguire ciascun titolo di studio dovranno accumulare il numero
di crediti corrispondenti (primo livello = 180 crediti, secondo livello
= 300, master = circa 60). Ciò significa innanzitutto che la laurea
attuale sarà necessariamente una laurea dequalificata e nei fatti
equiparata al livello più basso del nuovo ordinamento (laurea di
base). La valutazione degli studenti si basa sui crediti formativi. Per
credito formativo si intende "la misura standard del lavoro di apprendimento
richiesto nelle attività formative previste" dalla programmazione
didattica. Ad un credito corrispondono 25 ore di lavoro per studente,
la quantità media di lavoro annuo è fissata in 60 crediti:
il che significa che ogni studente sarà costretto a 1500 ore di
lavoro annue. I crediti possono essere acquisiti attraverso la "frequentazione
dei corsi, le prove d'esame, seminari, esercitazioni pratiche o di laboratorio,
attività didattiche a piccoli gruppi, tutorati, orientamenti, tirocini,
progetti, tesi, attività di studio individuale e di autoapprendimento"
(?!?), il tutto a discrezione delle singole facoltà e dei singoli
atenei.
In questo modo si istituzionalizza la discriminazione tra studenti frequentanti
e non, classificati come "full-time" e "part-time".
Inoltre un numero significativo di crediti può essere acquisito
attraverso attività formative certificabili, svolte all'esterno
dell'università: tirocini presso aziende, stages, masters e corsi
di lingua per chi può permetterseli.
La selezione non passa quindi esclusivamente per il numero chiuso o come
si dice "programmato": chi dispone di ingenti risorse economiche,
e quindi di tempo, può dedicarsi alle numerose attività
riconosciute e convertibili in crediti e raggiungere così i gradini
più alti della formazione.
Con la cosiddetta laurea a punti viene soddisfatta una rivendicazione
storica del padronato e i titoli di studio così ristrutturati non
faranno che certificare il marchio della "differenziazione competitiva"
fra i vari atenei e le varie facoltà creando studenti di serie
A,B,C e ampliando le discriminazioni per le università del Sud
e per quelle delle zone "depresse". L'autonomia nella pratica
corrisponde alla svendita dell'università ai privati, anche perché
legandola sempre di più al "territorio" finisce col costringere
le singole università a cercarsi finanziamenti dalle aziende private
che certo non fanno beneficenza ma pretenderanno la formazione di personale
qualificato e programmi didattici funzionali alle loro esigenze di profitto
e competizione: quello che serve è la piena disponibilità
di soggetti pronti - anche attraverso l'aggiornamento continuo (long life
learning) - all'inserimento in un'organizzazione produttiva sempre più
flessibile e parcellizzata, e in un mondo del lavoro sempre più
precario.
E' lampante che attraverso l'autonomia non si migliora l'università
come strombazza il ministro Zecchino ma la si sovverte da destra per mano
di un governo nominalmente di "centro-sinistra" che sta per
arrivare laddove la mobilitazione studentesca impedì di arrivare
ai vari Craxi, Andreotti e Berlusconi. Per questi motivi è necessario
e urgente lavorare per costruire una mobilitazione studentesca che sia
più forte della determinazione neoliberista del governo antistudentesco
di D'Alema!
"COORDINAMENTO
DEI COLLETTIVI UNIVERSITARI NAPOLETANI"
Il Coordinamento si riunisce tutti i mercoledì alle ore 16,00
nellaula R5 di Palazzo Giusso, sede Istituto Universitario Orientale.
Per contatti, e-mail: giap@ecn.org
Cicl. in prop.
Napoli,
6/10/99
COLLETTIVO “STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA”
Per partecipare,
o chiedere informazioni:
tel. 328.3863982
e-mail: collettivo@collettivo.cjb.net
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