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VOGLIAMO IL
RITIRO IMMEDIATO DEL DECRETO DI ATTUAZIONE MORATTI-CASTELLI DELLE SCUOLE
DI SPECIALIZZAZIONE PER LE PROFESSIONI LEGALI
NO ALLE
SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE PER LE PROFESSIONI LEGALI A NUMERO CHIUSO,
OBBLIGATORIE E A PAGAMENTO!
Un vero e proprio decreto-diktat
firmato dal ministro dell'Università Letizia Moratti e dal ministro della
Giustizia Roberto Castelli impone l'avvio il 16 dicembre delle scuole di
specializzazione per le professioni legali, secondo quanto disposto dal
decreto di attuazione firmato il 25 luglio 2001. Un fatto di una gravità
inaudita: queste scuole, come più volte denunciato in passato dal nostro
Collettivo, selezioneranno e discrimineranno ulteriormente i già
tartassati laureati in Giurisprudenza visto che saranno a numero chiuso, a
pagamento e obbligatorie per tutti. Tra l'altro rimane del tutto
controverso il valore della frequentazione alle scuole di formazione: se
da una parte esse rappresenteranno il filtro necessario per l'accesso al
concorso per magistratura, non è stato chiarito ancora il loro peso ai
fini della candidatura per l'accesso all'attività di avvocato o di
notaio. Riguardo queste ultime professioni forensi, Guerzoni, novello
Ponzio Pilato, se ne è lavato le mani, dichiarando: "Su questo il
lavoro passa in eredità al nuovo Governo".
Con questo decreto attuativo di quello ministeriale n.537/99, voluto
fortemente dall'ex viceministro dell'Università Luciano Guerzoni, si
abolirà in pratica il valore legale del titolo di studio in
Giurisprudenza. Difatti è la strutturazione delle scuole che lo conferma:
per accedere bisogna superare un test d'ingresso a numero chiuso (a Napoli
i posti saranno 300 per i laureati della "Federico II"
sull'esiguo numero nazionale di 4620 posti totali!) basato sulla soluzione
di 50 quesiti a risposta multipla su argomenti di diritto già affrontati
e superati dai laureati. Il tempo massimo per la soluzione delle domande
è stato già fissato in 90 minuti e non sarà possibile la consultazione
di testi e codici commentati e annotati con la giurisprudenza. La
graduatoria dei candidati sarà espressa in sessantesimi: 50 verranno
attribuiti sulla base dell'esito delle risposte al test mentre 5
premieranno il curriculum universitario e altrettanti il voto di laurea.
La laurea in Giurisprudenza, quindi, NON sarà più titolo qualificante
per l'accesso alle professioni forensi: il laureato, dopo anni di studi e
il superamento dell'esame di laurea, dovrà ulteriormente dimostrare, col
superamento del test e la frequenza della Scuola, la sua idoneità allo
svolgimento della professione.
Il decreto n.537/99 e quello di attuazione voluto da Guerzoni a tutti i
costi e firmato dal governo di "centro-destra" vanno
immediatamente ritirati. Il Collettivo continuerà la sua lotta
intransigente contro le scuole di specializzazione per le professioni
legali a numero chiuso, a pagamento e obbligatorie per tutti e per la
difesa del valore legale del titolo di studio che rientra nel quadro del
ritiro immediato della controriforma Zecchino e delle sue appendici
legislative.
Napoli, 18 settembre 2001
COLLETTIVO
"STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA"
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