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INTERVENTO ALL’ASSEMBLEA PUBBLICA ORGANIZZATA DALLA ASSOCIAZIONE "1° MAGGIO" SUL TEMA "DIRITTO ALLO STUDIO TRA SELEZIONE DI CLASSE E GARANZIE COSTITUZIONALI" – NAPOLI, GIOVEDI’ 6 APRILE AULA 7, FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA.

Studenti e studentesse,

sono Mauro Buono, portavoce del Collettivo "Studenti di Giurisprudenza in Lotta". Il Collettivo ringrazia l’Associazione "1° Maggio" per l’invito a questa giornata sul diritto allo studio, un tema che sta vedendo, anche nella nostra facoltà, l’attenzione degli universitari crescere di giorno in giorno. La controriforma del sistema universitario che il governo D’Alema e quelli che l’hanno preceduto stanno portando avanti da 10 anni ha un obiettivo ormai ben chiaro: colpire tutto ciò che favorisce l’accesso di massa all’università.

Il numero chiuso con i test d’ingresso per l’iscrizione nella maggior parte delle facoltà; il numero programmato per l’accesso alle scuole di specializzazione obbligatorie e a pagamento; la divisione in tre livelli del percorso formativo (la cui durata viene così allungata); l’introduzione dei crediti formativi basati sulla presenza fisica ai corsi; l’abolizione di fatto del valore legale del titolo di studio. Ecco la ricetta reazionaria sul diritto allo studio del governo antistudentesco D'Alema!

Tutto ciò non serve a migliorare la qualità della didattica della università italiana ma a impedire, a chi non può permettersi un reale diritto allo studio, di pagarsi anni di studi sempre più costosi, di raggiungere i massimi livelli d’istruzione e di acquisire un titolo professionalizzante. Questo spiega perché le strutture pubbliche, che dovrebbero garantire il diritto allo studio, vengono sempre più colpite e ridimensionate soprattutto dalle disposizioni legislative dell’ultimo decennio in poi (ossia dalla "Ruberti" in poi) introducono criteri sempre più improntati alla selezione restrittiva per merito e per reddito nella distribuzione dei servizi e delle borse di studio (vedi il Decreto presidente consiglio dei ministri del 30/4/97, nonché il nuovo dpcm 2000). Eppure l’attuale Costituzione impone allo Stato di rimuovere gli ostacoli economici che limitano il pieno sviluppo della persona e impediscono a chi è privo di mezzi di raggiungere i livelli più alti degli studi. La situazione napoletana è particolarmente grave. Lo Stato dell’E.DI.SU è scandaloso: anni di commisariamento (nel totale disinteresse della regione guidata prima da Rastrelli e poi da Losco) hanno provocato innumerevoli ritardi e disagi per gli studenti, nonostante la buona volontà e la disponibilità espressa dalle lavoratrici e dai lavoratori. E’ necessario agire subito per non lasciare la più grande università del Sud in questa situazione. Non possiamo più tollerare che la gestione dell’Edisu stia ancora in mano al padre-padrone Pasquino che va rimosso dal suo incarico ultraventennale visto che agli occhi di tutti in che stato si trova il diritto allo studio a Napoli. Gli studenti e le studentesse fuorisede qui presenti e non meno gli studenti-lavoratori possono testimoniare l’inefficienza dell’Ente Diritto allo Studio Universitario su quasi tutti i fronti di sua competenza. Lo scorso 16 marzo il Collettivo "Studenti di Giurisprudenza in Lotta" ha lanciato ufficialmente la piattaforma per il diritto allo studio universitario. Nel sit-in, che ha visto una buona partecipazione degli universitari di Giurisprudenza e l’appoggio dei lavoratori dell’università, del "Comitato degli studenti sordi" e di alcuni aderenti della "Sinistra Universitaria", abbiamo chiesto il potenziamento e l’ammodernamento delle biblioteche Edisu. A nostro avviso va ampliato il materiale bibliografico che vede nella biblioteca universitaria attualmente la presenza di soli 3.300 testi su 300mila universitari iscritti alla "Federico II; va migliorato il servizio prestito libri, con l’acquisto di varie copie dei libri di testo per la preparazione agli esami universitari; va aggiornato il patrimonio librario per l’anno accademico in corso, al fine di garantire agli studenti gli strumenti bibliografici per lo studio, la didattica e la ricerca. Chiediamo una immediata modifica del servizio editoriale con dispense elaborate direttamente dai docenti che siano distribuite gratuitamente dall’Edisu. E’ quanto mai necessario, e questo è un punto che tengo a sottolineare particolarmente, istituire immediatamente un ufficio per disabili (ciechi, sordi, handicappati, etc.), assumendo da subito e stabilmente interpreti nell’università. Su questo argomento è forte la nostra riprovazione per il rettore Fulvio Tessitore che, nonostante l’invito del "Comitato degli studenti sordi" a prendere in considerazione le rivendicazioni su accennate, ha risposto con un inquietante silenzio; bene ha fatto poi il Comitato a denunciare il rettore stesso per inadempienza e morosità ai sensi della legge n.104/92 che disciplina gli argomenti da me finora elencati. Tornando alla nostra piattaforma sul diritto allo studio, chiediamo la creazione di nuovi spazi per gli studenti con l’apertura di aule studio conformi alle esigenze degli studenti e proporzionali agli iscritti della nostra università. In merito alla delicata questione delle borse di studio va eliminata la situazione del cosiddetto "idoneo non assegnatario": va aumentato tanto l’importo quanto il numero delle borse di studio (oggi concesse solo ad 8mila studenti su 100mila universitari iscritti). Mensa, trasporti e alloggi devono essere gratuiti; vanno costruiti nuovi studentati posti a distanza ragionevole dalla facoltà e non nello stile e nel modello di quello militare di Portici (ossia con un bagno solo per piano).

La lotta contro la selezione di classe non può essere portata avanti solo dal nostro Collettivo, ma va fatta unitamente agli altri Collettivi universitari. Proprio per questo va ripreso quanto prima e rilanciato con convinzione quell’importante organismo di massa che è il "Coordinamento dei Collettivi Universitari Napoletani" ("CCUN"). Anche perché alla questione attuale del diritto allo studio si è aggiunta proprio ieri l’importante questione delle scuole di specializzazione. Il neocostituito "Comitato contro le Scuole di Specializzazione" è sceso ieri in piazza per contrastare il nero progetto di scuole che siano a numero chiuso, a pagamento e obbligatorie per l’accesso alla professioni legali. Nell’incontro avuto con il rettore Tessitore, questi affermava che sono prossime a partire le scuole di specializzazione per l’insegnamento, che riguarderanno le facoltà di Lettere e Filosofia, Matematica e Fisica in particolare, ma potenzialmente tutti i corsi di laurea presenti attualmente nell’università. Le Scuole di Specializzazione saranno un filtro obbligatorio, a numero chiuso e a pagamento per tutti coloro che, conseguita la laurea, si affacceranno al mondo del lavoro; le cosiddetta SIS (appunto le "Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento"), respinte grazie al movimento del ’98, si fonderanno su criteri selettivi e meritocratici e fungeranno da vere e proprie tagliagambe per i neolaureati che vorranno, con solo titolo di laurea (di fatto abolito), poter insegnare a qualsiasi livello. Un fatto gravissimo e senza precedenti che va respinto con forza, allargando il Comitato attuale di Giurisprudenza anche alle altre realtà o Collettivi universitari, per fare un fronte unito contro le famigerate scuole di specializzazione entrate in vigore con la legge 127/97, comma 95 in poi.

NO ALLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE A NUMERO CHIUSO, OBBLIGATORIE E A PAGAMENTO! LE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DEVONO ESSERE GRATUITE, CON ACCESSO LIBERO, FACOLTATIVE E GESTITE DALL’UNIVERSITA’ PUBBLICA!

PER UN REALE DIRITTO ALLO STUDIO UNIVERSITARIO!

AVANTI VERSO UN’UNIVERSITA’ PUBBLICA, GRATUITA E GOVERNATA DAGLI STUDENTI E DALLE STUDENTESSE!

COLLETTIVO "STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA"