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GRUPPO OPERATIVO per la CAMPAGNA
REFERENDARIA
COMUNICATO STAMPA (23 maggio 2002)
Si è costituito
ufficialmente a Napoli il GRUPPO OPERATIVO per la CAMPAGNA REFERENDARIA,
che elegge sede provvisoria alla Galleria "Principe di Napoli"
n. 9 (Tel. 081/5440262 - 347/6784380 - 347/8769464).
All'incontro hanno partecipato numerose realtà: Attac, PRC, Cantieri
Sociali, Socialismo 2000, Federazione dei Verdi, Mamme antismog, Collettivo
di giurisprudenza, Cobas-scuola, componente Lavoro e Società (CGIL),
RdB-Cub, Sulta, SinCobas, Unione degli Studenti, Associazione culturale
"Città del sole", associazione "Intramoenia",
Arci
Il Gruppo Operativo intende contribuire anzitutto alla raccolta delle
firme, promuovendo, a tal fine, un'informazione ampia, riferita all'intera
provincia di Napoli, in collegamento con i Comitati nazionali e le altre
province della Regione Campania.
Il Gruppo Operativo sottolinea
come le tematiche dei quesiti proposti rivendichino effettivamente alcuni
fondamentali diritti di cittadinanza e di garanzia per tutte e per tutti.
Del resto, esse hanno percorso largamente le mobilitazioni e il conflitto
sociale degli ultimi anni.
Al tempo stesso, il Gruppo Operativo riconosce la legittimità di
un sostegno selettivo alla stessa campagna referendaria. Alcune delle
forze presenti hanno, infatti, delineato un ambito di impegno solo per
alcuni, e non per tutti i quesiti. Di qui la scelta di dare vita, come
Gruppo Operativo, a più Coordinamenti Referendari, "a geometria
variabile", che sostengano distintamente, per quanto concerne i contenuti,
i tre ambiti di intervento generale sul Lavoro, sulla Scuola, sull'Ambiente.
Resta accanto ad essi un organismo comune, il Gruppo Operativo appunto,
nel quale tutti si riconoscono.
Il Gruppo operativo assume, dunque, una funzione tecnica per tutti
i quesiti e valorizza la campagna referendaria in generale, senza
entrare nel merito dei singoli punti. Il suo, sarà un lavoro specifico
di coordinamento e promozione, che lascia ai coordinamenti specifici l'articolazione
di merito della proposta referendaria. E' questa l'impostazione che suggeriamo
anche ai Comitati Referendari che si costituiranno sul territorio: di
porsi, cioè, come punto sinergico per l'iniziativa di tutti le
soggettività interessate, prevedendo, senza problemi, anche ampiezze
diverse di coinvolgimento al proprio interno
Il Gruppo operativo per la
campagna referendaria sollecita, dunque, per prima cosa, la
costituzione ovunque di COMITATI REFERENDARI, formati liberamente
da forze organizzate, associazioni, singoli cittadini. I Comitati referendari,
oltre a raccogliere le firme e a promuovere l'informazione, renderanno
possibile, con la loro stessa costituzione nei quartieri, nei comuni e
nei luoghi di lavoro, l'avvio effettivo della battaglia per i diritti
sociali.
Come Gruppo operativo noi
ci proponiamo di coordinare l'azione dei Coordinamenti e dei Comitati,
fungendo in particolare da centro di raccolta e d'interscambio dei materiali
referendari. Ci proponiamo inoltre di dar vita ad alcuni progetti centrali
a sostegno dei referendum. Pensiamo, tra l'altro, alle seguenti iniziative:
- Assemblee pubbliche a
giugno, con personalità rappresentative dei Comitati nazionali;
- Appelli a sostegno dei
referendum, firmati da intellettuali ed artisti napoletani;
- Spot referendari per le
TV, le sale cinematografiche e le radio locali;
- Manifesto specifico e
Depliant informativi per ciascun referendum;
- Attivazione di un numero
verde telefonico e di uno specifico sito web;
- Gestione diretta di banchetti
centrali di raccolta delle firme, anche in concomitanza con particolari
eventi culturali e artistici;
- Organizzazione di luoghi
particolari di propaganda visiva (ferrovie, grandi assi viari, ecc.);
- Campagna di sottoscrizione
per finanziare le iniziative.
Scheda Informativa sui Quesiti
Referendari
I
quesiti sono complessivamente sei:
I primi due riguardano
rispettivamente gli articoli 18 e 35 dello Statuto dei lavoratori.
I presentatori propongono
di estendere all'intero universo del lavoro dipendente sia il diritto
al reintegro nel posto di lavoro, in caso di licenziamento senza giusta
causa (art. 18), sia l'insieme dei diritti democratici e sindacali (art.
35).
Più di nove milioni di salariati sono oggi privi di queste tutele,
messe peraltro in discussione, dal governo e dal padronato, anche per
le aziende con oltre 15 dipendenti.
Mantenere ed estendere tali norme significa sottrarre milioni di famiglie
al ricatto di un possibile licenziamento arbitrario o di rappresaglia
sindacale e sociale; significa dare sicurezza e fiducia a milioni di donne
e uomini, consegnando loro una norma di garanzia elementare proprio per
i progetti di vita e di futuro di ciascuna persona; significa rendere
più democratici e trasparenti l'insieme dei rapporti di lavoro.
Un terzo quesito
riguarda la scuola.
Esso interviene sulla
legge n. 62 del marzo 2000. Nelle intenzioni dei proponenti esso ristabilisce
il rispetto pieno dell'art. 33 della Costituzione, quello che sancisce
il diritto ad esistere delle scuole private, e però senza onere
alcuno per lo Stato. Il quesito esalta, perciò, il ruolo di garanzia
e di pluralismo della scuola pubblica: garanzia del diritto allo studio
per tutti; pluralismo nella proposta educativa e culturale.
Per i proponenti, non è solo questione di soldi e di bilancio dello
stato, che pure resta un tema rilevante. Il nodo centrale consiste, invece,
nel fatto che la libertà di crescere postula proprio il contrario
delle parzialità culturali tipiche di qualsivoglia scuola privata.
Nella scuola pubblica, infatti, hanno accoglienza paritaria tutte le scelte
culturali, e la pratica del confronto libero e aperto diventa, perciò
stesso, inevitabile e continua. In questo senso, la scuola pubblica è
scuola di tutti per definizione, l'unica che uno stato democratico, questa
la logica del quesito, possa e debba sostenere.
Gli ultimi tre
quesiti riguardano l'ambiente e la salute:
contro i residui
dei pesticidi negli alimenti (L. n. 283 dell'aprile '62);
contro la costruzione e l'uso massiccio degli inceneritori (D. leg.vo
n. 22 del 1997);
contro le facilitazioni per gli elettrodotti (Regio Decreto n. 1775 del
1933).
Si tratta d'interventi sull'ambiente, ma che puntano a salvaguardare,
così sostengono i proponenti, esattamente il nostro diritto alla
salute. L'inquinamento alimentare, atmosferico ed elettromagnetico si
traduce, infatti, in un'assunzione continua di veleni per l'organismo.
La limitazione dei residui tossici, della diossina e delle frequenze magnetiche,
costituisce perciò una strada obbligata per tenere assieme lo sviluppo
ecosostenibile del pianeta e una prospettiva di futuro per le nuove generazioni.
CONSULTATE IL SITO NAZIONALE DELLA CAMPAGNA
REFERENDARIA:
www.articolo18pertutti.org
COLLETTIVO “STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA”
Per partecipare,
o chiedere informazioni:
tel. 328.3863982
e-mail: collettivo@collettivo.cjb.net
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