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Notizie dalle lotte per il Diritto allo Studio In seguito, ci siamo spostati sotto gli uffici della Regione, dove abbiamo montato un presidio, con tanto di striscioni e megafono, per pretendere di essere sentiti dall'assessore al Diritto allo Studio, Nicolais. I capi delle guardie hanno risposto chiudendo le porte in faccia ai manifestanti. Dopo 2 ore di sit-in, durante il quale diversi studenti si sono succeduti al megafono, in seguito al blocco dell'ingresso, l'assessore ha accettato di incontrare una delegazione di 5 persone: 1 delegato per residenza ("De Amicis" e "Paolella") e 1 per collettivo (Lettere, Giurisprudenza in Lotta e Dipartimento di Lotte Sociali dell'IUO). L'assessore si è dichiarato contrario allo sfratto degli studenti dalle residenze, e ha promesso che farà pressione sull'EDiSU perché la delibera di chiusura venga ritirata, purché, però, non vi sia una perizia che impone lo sgombero. Ha inoltre promesso che farà pressione sul Governo per avere nuovi stanziamenti. Per quanto riguarda la costruzione degli studentati, già 1 anno fa, in seguito a un presidio organizzato dal Collettivo Studenti di Giurisprudenza in Lotta, insieme con le altre associazioni di facoltà e ai lavoratori dell'EDiSU, l'assessore Nicolais aveva promesso la costruzione di 1.500 posti-letto per gli studenti a Napoli (mentre in città ci sono almeno 120.000 universitari...). Ebbene, Nicolais ci ha assicurato che il progetto di costruzione di uno studentato a Monte Sant'Angelo, nuova sede delle facoltà scientifiche, è stato approvato, e che i lavori inizieranno a marzo: il problema è che questa nuova residenza conterrà solo 250 posti, e sarà gestita per conto dell'EDiSU, ma da enti privati.
Il dibattito è iniziato con gli interventi di Nancy, Michelangelo e Francesco, delegati degli ospiti delle residenze. Gli studenti sfrattati hanno ribadito le loro posizioni e contestato nuovamente la chiusura: gli studentati "De Amicis" e "Paolella" (proprio quello in cui si è svolto il dibattito), non è certamente pericolante, e a dicembre non sarà possibile trovare nuovi alloggi; né sono sufficienti le 350.000 lire offerte dall'EDiSU agli sfrattati, visto che a Napoli in questo periodo non si trova nulla di decente da affittare a meno di £500.000 al mese. Hanno inoltre accusato il CdA dell'EDiSU e il suo direttore Pasquino di averli ingannati, dato che avevano promesso che i lavori di adeguamento alla legge n°626 del 1994 (motivazione addotta per la chiusura) si sarebbero svolti senza sfrattare gli studenti. Gli studenti delle residenze ribadiscono di volere la corresponsione dei servizi (posti-letto, pasti, borse di studio, prestito libri, ecc.) previsti dal bando di assegnazione dell'EDiSU, e la loro estensione a tutti gli altri studenti fuori-sede, e non la loro monetizzazione. Questi interventi hanno suscitato molti applausi. E' poi intervenuto Antonio Simeone, consigliere regionale del Gruppo SDI. Simeone ha riferito di aver presentato un'interrogazione alla giunta Bassolino per chiedere chiarimenti; si è dichiarato contrario alla monetizzazione dei servizi e alla chiusura degli alloggi; si è inoltre dichiarato favorevole all'apertura di nuove residenze e al miglioramento di quelle esistenti. Simeone ha esortato gli studenti delle residenze ad andare a presidiare il Consiglio Regionale per chiedere che i capi-gruppo e la commissione cultura incontrino una loro delegazione. Iannotti ha quindi invitato a parlare Francesco Borrelli, leader di Confederazione degli Studenti, eletto al CdA dell'EDiSU, principale artefice della delibera di chiusura. Borrelli ha rivendicato la chiusura di mense e residenze e le convenzioni coi ristoranti privati, sostenendo che una perizia dei Vigili del Fuoco chiedeva la chiusura degli studentati, che la mensa pubblica è inefficiente, che è un diritto per gli studenti poter scegliere tra mensa e ristorante. Ha inoltre affermato che il personale della mensa è in esubero rispetto al numero di utenti, per cui l'EDiSU spende £70.000 per ogni pasto fornito agli studenti. Ha sostenuto la monetizzazione dei servizi, affermando che gli studenti evidentemente la preferiscono, visto che la domanda di borse di studio è molto aumentata negli ultimi anni. Ha inoltre confermato che queste chiusure fanno parte di una strategia complessiva: in sostanza, Borrelli sostiene la sussidiarietà del servizio pubblico: l'ente pubblico interviene solo là dove non ci sono aziende private. Borrelli ha persino sostenuto che la maggior parte degli studenti preferisce andare ai ristoranti (senza peraltro specificare in base a quali dati può affermare una cosa del genere...). Duramente contestato dagli studenti in sala, Borrelli si è visto costretto a chiedere scusa per non averli consultati riguardo alla chiusura, e ad affermare che farà "mea culpa" qualora altre perizie dimostrassero che le residenze sono agibili. Ha quindi lasciato precipitosamente l'aula. Umberto Cerchi, rappresentante sindacale per la CGIL nelle RSU dell'EDiSU, ha invece sostenuto che la monetizzazione svilisce il mondo universitario, in quanto strutture come una mensa e una residenza universitaria sono anche luoghi di socializzazione, a differenza dei ristoranti e degli appartamenti privati. Ha affermato che le strutture sono chiuse per motivi economici (e non per la messa in sicurezza, come affermato dal CdA), e ha, giustamente, dichiarato che i privati non potranno coprire i servizi per tutti gli studenti. Ha poi avvertito che, in ultima analisi, la decisione, al di là delle scelte amministrative dell'Ente, è politica, ed è agli organi politici che bisogna chiedere risposte, "nero su bianco". Gli studenti in platea hanno applaudito Cerchi, che ha, però, lasciato in anticipo l'assemblea per raggiungere la mensa, dove si è poi svolto un incontro dei sindacati con Pasquino, riguardo un contenzioso contrattuale. E' quindi intervenuto Fabio Santoro, rappresentante della Sinistra Universitaria al CdA dell'EDiSU, che ha votato contro la delibera. Fabio ha duramente attaccato i rappresentanti di Confederazione degli Studenti, contestando le affermazioni di Francesco Borrelli. Ha citato dati che dimostrano che la maggior parte degli studenti frequenta le mense, e non i ristoranti privati, e che se si finanzia, in convenzione, un ristorante vicino alla mensa, in concorrenza con essa, non si vuole realmente il rilancio della mensa stessa. La richiesta di borse di studio, ha detto, è aumentata proprio per l'arresto nell'erogazione dei servizi, ed ha denunciato il fatto che le borse di studio vengono erogate dall'Ente con 1 anno e mezzo di ritardo. Ha poi chiesto se il "Paolella" fosse meno sicuro delle case abusive date ai fuori-sede a dagli affittuari "strozzini". Ha chiesto conto del fatto che le residenze chiudano 30 mesi prima dell'inizio dei lavori di ristrutturazione. Ha ricordato una precedente delibera dell'EDiSU che escludeva sia la monetizzazione, perché considerata incompatibile col servizio, sia l'affitto di case private, perché impossibili da trovare a Napoli in questo periodo. Lunghi applausi hanno salutato l'intervento di Fabio. Sergio Carta, consigliere del CdA per la Regione, che ha votato contro la delibera, ha invitato gli studenti ad andare in presidio sotto il consiglio regionale lunedì. Ha ricordato il fatto che molte scuole di Napoli sono in condizioni ben peggiori, ma che, malgrado le perizie dei Vigili del Fuoco, non chiudono durante lo svolgimento di un pubblico servizio. Ha criticato anche lui la concorrenza fatta alla mensa dai ristoranti convenzionati. Fasbender, esponente di Azione Giovani al Consiglio degli Studenti della Federico II, ha chiesto scusa per il voto del rappresentante di AG nel CdA, che aveva votato a favore della chiusura. In seguito alle mobilitazioni dei giorni scorsi, Azione Giovani ha quindi fatto marcia indietro. Ha poi parlato Carla Napolitano del SUNIA, il sindacato degli inquilini, che ha ricordato che esistono molti edifici inutilizzati a Napoli che potrebbero essere riadattati a case dello studente, e ha annunciato una diffida legale contro l'EDiSU insieme agli studenti delle residenze. Impegno, consigliere comunale nelle file dei DS, ha definito "blitz" la delibera del CdA e ha dichiarato che occorre invece migliorare la qualità del servizio. Malgrado questo ha definito "estremista" l'ipotesi di gratuità del pasto, equiparandola a quella della chiusura. Finalmente ha potuto intervenire il compagno Vittorio, del Collettivo di Lettere, che ha ribadito le posizioni del Collettivo: l'apertura della mensa a tutti i proletari, contro il rincaro dei buoni-pasto e l'apertura di nuove residenze oltre a quelle esistenti. Vittorio ha riaffermato la necessità che gli studenti lottino uniti perché vengano loro riconosciuti questi diritti. Il compagno ha ricordato le lotte intraprese in passato dal Collettivo di Lettere contro la chiusura della mensa e per l'apertura serale delle biblioteche universitarie. Vittorio, riferendosi alle dichiarazioni alla stampa di Borrelli, secondo il quale il Collettivo di Lettere lo ha minacciato, ha rivendicato il contenuto del volantino in questione, che non affermava altro che la responsabilità di Borrelli nell'approvazione della delibera di chiusura: "Si, certo l'abbiamo minacciato. Infatti abbiamo scritto che il responsabile della chiusura è lui!" ha detto ironicamente il compagno. Quindi ha lanciato l'appello a partecipare all'assemblea generale indetta alla mensa dell'Istituto Universitario Orientale la mattina di martedì 11, e alla manifestazione che partirà giovedì 13, alle 10,30, da piazza del Gesù. L'intervento di Vittorio ha ricevuto molti applausi. Dopodiché, Antonio Maria Rinaldi, esponente di Confederazione degli Studenti (il gruppo di Francesco Borrelli) e presidente del Consiglio degli Studenti d'Ateneo, pur confermando il documento del CdS che chiede la sospensione della delibera EDiSU, ha rivendicato l'esternalizzazione dei servizi, affermando che i soldi ci sono ma sono gestiti male. Inoltre ha sostenuto che se l'erogazione dei pasti da parte dei ristoranti è insufficiente, evidentemente ci sono poche convenzioni. Gli studenti in sala hanno contestato il suo intervento. Emanuele Lastaria, eletto al CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari), ha contestato a Lastaria la sua scarsa chiarezza e le sue contraddizioni. Chiudeva il lungo dibattito un intervento di Pierluigi, del Collettivo Studenti di Giurisprudenza in Lotta. Il nostro delegato ha esordito dicendo: "Anche se sono un fuori-sede non sono né un rappresentante istituzionale né uno studente delle residenze. Anzi, sono un privilegiato: perché il mio padrone di casa ha registrato il contratto, anche se per un terzo di quello che gli pago ogni mese; perché ho un bagno e una cucina, anche se non hanno finestre; perché il mio appartamento è caldo, anche se c'è pochissima luce. Soprattutto sono un privilegiato perché i miei due genitori, che sono insegnanti e non sono certo ricchi, dopo una vita di sudati risparmi possono permettersi di pagarmi un affitto di mezzo milione al mese, anche se il mono-locale in cui sto è in realtà la contro-soffittatura dell'appartamento del piano di sotto! Ma non tutti possono permettersi tanto!". Dopo essersi dichiarato d'accordo con l'intervento di Fabio Santoro, Pierluigi ha esposto l'inadeguatezza della somma di £350.000 e l'impossibilità di trovare un alloggio decente a dicembre. A questo punto gli studenti dalla platea hanno aggiunto che, come accennato dal compagno, di solito i proprietari a Napoli non mettono per iscritto, né registrano, i contratti d'affitto, per cui è impossibile presentare un contratto all'EDiSU per ottenere il rimborso. Sulla necessità di soluzioni dignitose il delegato si è soffermato, sostenendo che il Diritto allo Studio, e quindi al posto-letto, al buono-pasto, ecc., non è una concessione fatta con spirito caritatevole, bensì un diritto, che come tale presuppone che i nuovi studentati abbiano accesso ai servizi, e non siano invece dei ghetti isolati dal resto della città, tipo le "vele" di Secondigliano; che i pasti della mensa siano di buona qualità; e che i libri prestati dall'EDiSU (servizio che nelle residenze è stato sospeso) siano aggiornati: "Il mio Collettivo ha stilato una 'top ten' degli esami più costosi: per un esame come Procedura Civile si arriva a spendere £250.000 per i manuali, per cui molti studenti sono costretti a fotocopiare illegalmente i libri per poter studiare". Riguardo l'inefficienza della mensa e gli elevati costi degli studentati, il compagno ha fatto notare che "nella più che ventennale gestione del signor Pasquino, ci hanno riferito i lavoratori dell'EDiSU, non ci sono stati investimenti nella mensa con conseguente usura dei macchinari, né ci sono state nuove assunzioni, per cui molti lavoratori sono prossimi all'età pensionabile. Inoltre la stessa distribuzione degli incarichi ai lavoratori è inefficiente, come denunciato sempre dagli stessi dipendenti". Il delegato ha ricordato che l'EDiSU è stato commissariato per mala-gestione, e ha elencato, tra i cenni di assenso degli studenti e di Fabio Santoro, alcune delle disfunzioni dell'EDiSU, come i finanziamenti alle associazioni studentesche (molte sono presiedute dai consiglieri che hanno votato per la chiusura), che hanno superato di oltre il 50% le previsioni di bilancio, o il prezzo esagerato pagato per i viveri; ha fatto notare che le poche centinaia di pasti che offrono i ristoranti non saranno mai sufficienti a sostituire la mensa. Ha poi protestato per il fatto che gli studenti non sono stati informati, ad esempio, su quali sono i criteri con cui sono state stipulate le convenzioni coi ristoranti privati. Pierluigi ha poi ricordato il presidio di un anno fa, insieme a Umberto Cerchi e ai lavoratori dell'EDiSU, e ha riferito gli esiti dei presidii dei giorni scorsi; inoltre ha definito "sospetta" la chiusura improvvisa della mensa, che è avvenuta senza alcun preavviso dopo due giorni di auto-gestione, per pretesi motivi di igiene, senza che uno studente, che paga ogni anno una tassa per finanziare il Diritto allo Studio, possa essere informato di nulla al riguardo. Invitato da Iannotti a conludere, il compagno ha ribadito il sostegno del Collettivo Studenti di Giurisprudenza in Lotta agli studenti delle residenze, riconfermando che il Collettivo si atterrà alle loro decisioni. Gli studenti hanno risposto all'intervento con scroscianti applausi. Iannotti ha chiuso l'assemblea invitando gli studenti a farsi sentire e a lottare, anche sul piano legale.
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