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NO AL DECRETO "ZECCHINO-DILIBERTO" N.537/99!

NO ALLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE A NUMERO PROGRAMMATO, OBBLIGATORIE E A PAGAMENTO!

 

Senza neanche prendere in considerazione l'opinione degli studenti di Giurisprudenza, né più né meno di un Diktat, i ministri Zecchino e Diliberto hanno approvato il famigerato schema di regolamento per le scuole di specializzazione per le professioni legali, entrato in vigore come decreto n.537/99. In sostanza le scuole di specializzazione a numero programmato, a pagamento e obbligatorie per tutti i laureati in Giurisprudenza, che dopo vogliano svolgere le professioni legali, partiranno dall'anno 2000-2001. L'ammissione alla scuola è subordinata alla soluzione di 50 quesiti a risposta multipla su argomenti di diritto civile, penale, amministrativo, processuale civile e procedura penale. Non è ammessa nelle prove del concorso la consultazione di testi e di codici commentati o annotati con la giurisprudenza. La commissione giudicatrice, nominata con decreto rettorale, avrà, come dice il regolamento nell'art.4, "a disposizione 60 punti, dei quali 50 per la valutazione della prova di esame, 5 per il curriculum degli studi universitari e 5 per il voto di laurea. In caso di parità di punteggio è ammesso il candidato più giovane d'età (!)". L'art.6, poi, instaura il tutorato con appositi contratti di diritto privato con magistrati ordinari, amministrativi e contabili, con notai e avvocati: "le scuole programmano lo svolgimento di attività didattiche presso studi professionali e scuole del notariato". L'art.7 aggiunge un altro paletto: nel caso di giudizio sfavorevole del consiglio direttivo per il passaggio dal primo al secondo anno di corso e l'ammissione all'esame di diploma, "lo studente potrà ripetere l'anno di corso una sola volta". Insomma il regolamento propugnato dal ministro Zecchino fa da apripista ai nuovi baroni (ossia avvocati, magistrati e notai "esterni" all'università ) che si annideranno nel consiglio direttivo, e dovranno essere pagati (con le tasse d'iscrizione degli studenti?) per le loro prestazioni stabilite con contratti di diritto privato, secondo quanto vuole la scellerata legge n.341/90, conosciuta come la "Ruberti". In quest'ottica va respinto il decreto ministeriale n.509/99 che istituisce la famigerata "autonomia didattica" ed elimina in sostanza la centralità della laurea, facilitando il percorso di abolizione del valore legale del titolo di studio. Questo regolamento interministeriale va respinto con forza, costruendo quanto prima un gruppo o un comitato di studenti e studentesse il più allargato possibile che faccia perno sulle assemblee generali e sul principio della democrazia diretta. Le scuole di specializzazione devono o essere inglobate nel titolo di laurea o essere gratuite, facoltative e con accesso libero e gestite dall'università pubblica!

Napoli, 29 febbraio 2000

 

COLLETTIVO “STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA”

 

Per partecipare, o chiedere informazioni:

tel. 328.3863982

e-mail: collettivo@collettivo.cjb.net

 

 

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