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Tutto quello che
avreste voluto sapere sull'
università e non vi hanno mai detto
Ovvero la
Controguida
Hai capito cos'è il sistema dei C.F.U.? Beh, non esattamente...
E il 3+2? Per niente...
Sai in cosa consiste l'obbligo di frequenza "di fatto"? Eh?!
Ti dice niente l'espressione "Diritto allo Studio"? Niente
di niente..
In breve, sei riuscito a trarre dai discorsi dei professori e del preside
un quadro sufficientemente chiaro dell'Università e della Riforma?
NO!
Dal momento che la Guida ufficiale 2002/2003 uscirà tra un bel
po', e poiché per esperienza personale sappiamo bene quanto poco
riesca a dissolvere i dubbi (e quanto invece ne crei di nuovi), in questo
opuscolo ci proponiamo di rispondere a queste domande. In pratica cercheremo
di mostrarti l'Università e la Riforma attraverso gli occhi degli
studenti (cioè di coloro che la Riforma l'hanno subita, non di
quelli che l'hanno imposta!).
Ma andiamo con ordine.
PARLIAMO DEL
SISTEMA DEI CREDITI...
Una delle più incisive novità apportate dalla Riforma consiste
nell'introduzione del sistema dei crediti. Nel corso dell'insostenibile
presentazione dei corsi che hai eroicamente seguito i professori te ne
hanno parlato in maniera molto superficiale e confusa. Ti hanno detto
che rappresenta un'utile e necessaria innovazione, finalizzata a ridurre
il dilagante (soprattutto a Giurisprudenza) fenomeno della "mortalità
accademica" (ovvero il problema di chi dopo 5 anni ha fatto solo
3-4 esami ed abbandona l'Università).
Siamo davvero grati agli ideatori della Riforma, ma, a dire il vero, tale
sistema produce l'effetto opposto.
Prima di tutto, cosa sono i C.F.U.?
Sono il compenso che l'Università ti dà per aver studiato
per un certo numero di ore (25) o un certo numero di pagine.
Questo può sembrarti un po' assurdo.
Ma è proprio così.
Ad ogni esame, infatti, è associato (sia che tu abbia avuto
18 che 30 e lode) un certo numero di crediti.
Non ha alcuna importanza quanto tu abbia effettivamente capito della materia
studiata.
E'importante che tu superi l'esame. E ti prenda la tua retribuzione in
C.F.U.
Ma a cosa servono 'sti C.F.U.?
Se non riesci a raggiungere la soglia dei 48 crediti (ovvero 5 esami
su 6) non puoi iscriverti all'anno successivo.
In pratica perdi l'anno, dovrai iscriverti nuovamente allo stesso anno
di corsi e non potrai sostenere gli esami dell'anno successivo.
NOVITÀ:
pare che con una delibera del 13 gennaio 2003 il Consiglio di Facoltà
abbia "momentaneamente
cancellato" lo sbarramento dei 48 crediti,
a 2 mesi dal termine dell'anno accademico. I nostri prof.
si sono accorti (alcuni lo hanno pubblicamente dichiarato durante le ore
di lezione) che, dato che la maggior parte dei programmi di studio sono
rimasti invariati malgrado la "riforma", praticamente nessuno
sarebbe riuscito a passare al 2° anno, e hanno fatto marcia indietro.
La "riforma" rivela, così, le
prime falle che da tempo denunciamo: invece di migliorare la
qualità della didattica e abbreviare i tempi di laurea (come i
suoi "creatori" avevano promesso), sta gettando nella confusione
più totale gli studenti. Come previsto, gli
studenti fanno da cavie negli "esperimenti" dei prof,
dato che i docenti non hanno la più pallida idea di come applicare
la "riforma"!
Se non riesci a raggiungere 25 crediti (ovvero 3 esami su 6) entro
agosto devi restituire la prima rata della borsa di studio (non solo
sei povero, sei pure scemo! Ti sei giocato il Diritto allo Studio).
Con conseguenze piuttosto gravi se versi in condizioni economiche non
ottimali o se sei un fuorisede ed hai già tanti altri problemi
a cui pensare.
E così via.
Questo sistema dei crediti
si rivela quindi una vera gabbia. Infatti:
1. ci costringe ad accumulare meccanicamente esami su esami
2. opera una spietata selezione di classe nei confronti di chi non può
essere "mantenuto" a tempo illimitato all'Università
da "mammà e papà"
3. impedisce lo svolgimento sereno di una qualsiasi altra attività
che non sia sgobbare sui libroni (di almeno 600-1000 pagine, ma quali
programmi ridotti!) che il prof ti ha "consigliato" di studiare.
Non puoi fare teatro, non puoi fare politica, etc...
...E DEL 3+2...
Vorremmo potervi scrivere tante cose. Vorremmo poter approfondire il
problema del biennio di corsi introdotto dal nuovo ordinamento...
Ma in realtà nessuno ha la più
pallida idea circa la natura di questo biennio!
Provate a visitare il sito Internet della Federico II. Provate a chiedere
informazioni più precise ai prof. Non vi sapranno dire niente!
Noi possiamo solo dirvi che:
1. Solo attraverso questo biennio è possibile accedere all'avvocatura,
alla magistratura, al notariato (con la chiara conseguenza che se
fai solo il triennio la tua laurea non è che un comodo pezzo di
carta igienica)
2. L'ingresso a tali corsi probabilmente non sarà aperto a tutti.
Si terrà sicuramente conto della tua media, di quanto tempo hai
impiegato per laurearti, etc. con tutti i problemi sopra descritti circa
la possibilità di far convivere medie alte con i nuovi ritmi della
Riforma.
Per dirla in breve con questo 3+2, oltre ad eliminare ogni residua differenza
tra l'Università ed un supermarket, ci hanno teso un trappola:
prima ci attirano con il miraggio delle professioni legali (avvocatura
etc...); poi scopriamo che per esercitarle occorre fare un ulteriore biennio
di specializzazione; scopriremo ancora più tardi che non tutti
potranno entrarvi (solo i più bravi e i più veloci potranno
farlo); intanto, però, ci saremo presi il nostro buon (inutile)
pezzo di carta che potremo utilizzare nei modi più vari, ma non
certo per quel che volevamo.
... E DELLA FREQUENZA OBBLIGATORIA...
All'università uno studente va per apprendere, segue i corsi,
si appassiona alla materia , magari approfondisce ai seminari (in alcuni
casi può anche frequentare il dipartimento) e poi all'esame verranno
verificate le sue conoscenze sul programma studiato...
Ma se non puoi seguire i corsi? Se lavori? Se abiti lontano e la mattina
non puoi venire a lezione? Se il tuo metodo di studio ti porta a non seguire
i corsi (tanto non siamo più a scuola)? Se segui altri corsi che
ti interessano di più?
Nessun problema, tanto poi all'esame il programma è uguale per
tutti, cioè quello indicato nella guida dello studente.
Ma è tutto vero? Beh, ci sono due strade:
1. Di diritto: per legge non ci sono differenze tra frequentanti e
non, non bisogna prendere le frequenze, tanto quello che conta è
aver studiato la materia.
2. Di fatto: le differenze ci sono (eccome!).
Solo se segui puoi svolgere le prove intercorso (i pre-esami) con cui
poi elimini una parte del programma; se segui i seminari e non fai più
di tre assenze (non temere: le faranno i professori e gli assistenti
al posto tuo!) puoi scegliere l'assistente con cui fare la prima parte
dell'esame; se segui all'esame vieni visto con un occhio di riguardo o
meglio, se non hai seguito hai già dei punti a tuo sfavore: non
hai degnato della tua presenza il corso dell'illustrissimo prof? Avrai
ciò che ti meriti!
Poi c'è sempre chi ha quella strana passione di raccogliere autografi
degli studenti, ricordandosi il giorno dell'esame di rivedere tutte le
firme...
Due strade, due vie, quindi. Secondo voi qual'è quella praticata
a giurisprudenza?
...E DEGLI SPAZI...
Per fortuna, però, l'Università è un luogo di incontri
tra gli studenti, di scambi culturali, di idee che si confrontano...
Per facilitare tutto ciò le alte sfere della cultura hanno deciso
che gli studenti di giurisprudenza devono stare vicini vicini.
Così vicini che ai corsi non c'è spazio per tutti, e, se
arrivi tardi perché abiti lontano o hai avuto problemi, o vedi
la lezione in videoconferenza o risolvi il problema e non la segui proprio...
Così vicini che nelle pochissime aule studio (3 o 4 per migliaia
di studenti) si sta come sardine, uno addosso all'altro. Sicuramente in
questo marasma (meglio non parlare degli odori!) potrai studiare serenamente!
Beh, bisogna dire che una soluzione c'è: andare alle 8 del mattino
e prenotare il posto con un libro.
Se poi arriva qualcun altro e vuole studiare, vi mettete uno in braccio
all'altro.
Va detto, però, che l'Università promuove la cultura e se
vuoi prender parte a qualche iniziativa (come il cineforum o un giornale)
hai tutto lo spazio che vuoi...in una piccola stanzetta dove sono costretti
alla convivenza ragazzi interessati alle cose più disparate: tanto,
più vicini si è, meglio avviene la comunicazione...
Insomma a giurisprudenza se respiri stai già alitando in faccia
a qualcuno!
...E DEL DIRITTO ALLO STUDIO...
Sei un fuorisede? O un pendolare? Non hai grandi mezzi economici ma vuoi
continuare a studiare?
Niente
paura. Sei COSTITUZIONALMENTE PROTETTO.
Che significa?
Leggi un po' l'articolo 34 della costituzione:
"3° COMMA I capaci e meritevoli anche se privi di mezzi,
hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
4° COMMA La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse
di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere
attribuite per concorso."
"Ma che Repubblica premurosa!", stai pensando, "Avrò
la possibilità di studiare come tutti gli altri, anche se
vengo da fuori e la mia famiglia non è molto ricca..."
Se poi ti capita di leggere la Carta Servizi
E.Di.S.U. (l'Ente regionale per il Diritto allo Studio Universitario)
ti sembrerà d'essere nato nel Paese dei Balocchi...
Residenze per i fuori-sede, aule studio e sale polifunzionali, servizio
ristorazione, prestito libri, borse di studio e chi più ne ha più
ne metta...
Ma...sarà tutto
vero?
La realtà che incontrerai una volta entrato/a nella giungla universitaria
sarà, purtroppo ben diversa.
PRIMA BUGIA DELLA
CARTA DEI SERVIZI E.Di.S.U. : LE RESIDENZE PER I FUORI-SEDE
Iniziamo dalle Residenze per i fuori-sede. I bandi di concorso sono stati
aperti quest'anno (Finalmente! Sono 3 anni che ci battiamo per questo...),
ma non si assegnano i posti-letto perché non sono iniziati i lavori
urgenti di messa a norma, malgrado ripetute promesse: in pratica, è
come se il bando di concorso non fosse stato aperto nemmeno quest'anno...Sarai
costretto a setacciare la città alla ricerca di posti letto. La
Carta dei Servizi ti dirà, allora, che se presenti il contratto
d'affitto avrai diritto al pagamento di una borsa di studio un po' più
generosa...
Tutto a posto, allora.
C'è solo un piccolo, piccolo problema:
IL TUO PADRONE DI CASA NON FIRMERA' MAI UN REGOLARE
CONTRATTO!
Non potrai dimostrare, quindi, d'aver affittato una casa a Napoli.
Quindi...non sarai mai rimborsato!
Il posto letto che riuscirai a trovare, fondamentale se sei costretto
a seguire i corsi (vedi Obbligo di frequenza), sarà tutto a
tue spese!
La premurosa Repubblica si è già liberata della prima spesa...
SECONDA BUGIA DELLA CARTA DEI SERVIZI
E.Di.S.U. : IL SERVIZIO RISTORAZIONE
Anche gli studenti devono mangiare per vivere.
Nessun problema, la Carta dei Servizi ti dirà che avrai diritto
ogni giorno ad un pasto alla mensa universitaria o nei ristoranti convenzionati.
La mensa universitaria, però, è
chiusa dall'anno scorso per lavori di ristrutturazione e non si sa quando
riaprirà.
Restano, allora, i ristoranti convenzionati.
In realtà la scelta di affidare ai privati la nostra alimentazione
rientra nella "politica-dieta" adottata dall'E.Di.S.U. negli
ultimi anni.
L'E.Di.S.U., infatti, (da sempre sensibile alle problematiche giovanili)
ha stabilito che studenti e studentesse devono perdere i grassi in eccesso.
Per ottenere questo risultato ha ritenuto opportuno:
1. Ridurre drasticamente i buoni-pasto erogati: dai mille della mensa
universitaria ai poco più di 300 dei ristoranti convenzionati
2. Organizzare quotidianamente gare di "corsa al buono-pasto".
Si tratta di una disciplina podistica introdotta dall'E.Di.S.U. nella
quale lo scopo è arrivare prima degli altri al ristorante per accaparrarsi
i pochi buoni-pasto rimasti.
In sostanza per poter mangiare in uno dei suddetti ristoranti devi raggiungere
il ristorante prima di mezzogiorno per prendere il buono-pasto.
E i corsi!? A quell'ora io dovrei
seguire diritto privato (o commerciale, o costituzionale...)!
Nella sua indiscutibile lungimiranza l'E.Di.S.U. non vi ha posto attenzione.
Si vede che non la riteneva una cosa importante.
L'unica cosa importante per l'E.Di.S.U. è liberarsi al più
presto anche del servizio ristorazione, come di quello delle Residenze...
Ma non è finita.
TERZA BUGIA DELLA CARTA DEI SERVIZI
E.Di.S.U. : IL SERVIZIO DI PRESTITO LIBRI
Il tuo portafogli piange?
Significa che non sei ancora entrato in libreria per comprare i testi
"consigliati" dai professori...
Altrimenti si strapperebbe i capelli!
Bisogna dire, però, che per far fronte agli altissimi prezzi dei
libri, per dare anche ai meno facoltosi la possibilità di sostenere
un esame, l'E.Di.S.U. ha istituito il servizio di prestito libri.
Peccato che i libri sono pochi e vecchi
(ovvero inutili, specie in una materia in continua evoluzione quale è
il diritto).
Unici garanti del tuo diritto allo studio saranno quindi l'amico che ti
presterà il libro e il tipografo che, in barba alle leggi (INGIUSTE)
sul copyright, te lo fotocopierà.
Ed infine...
QUARTA BUGIA DELLA CARTA DEI
SERVIZI E.Di.S.U. : LA BORSA DI STUDIO
La borsa di studio è l'unico sussidio sociale che, di fatto (e
chi sa per quanto ancora), potrai concretamente avere...
Anche qui, però, le cose stanno cambiando.
Tra un po' verranno pubblicate le graduatorie e...avrete una splendida
sorpresa!
Da un po' di tempo si aggira per gli uffici dell'E.Di.S.U. questo strano
individuo: "lo studente idoneo non assegnatario".
Chi è costui?
E' uno studente che rientra nei criteri di merito e di reddito, ma che
non riceverà comunque la borsa di studio per carenza di fondi.
Carenza di fondi?! Dopo aver risparmiato sulle
residenze, sulle mense e sul prestito libri l'E.Di.S.U. non ha nemmeno
i soldi per le borse di studio?
Evidentemente no, caro studente "COSTITUZIONALMENTE PROTETTO".
L'università, quindi, è una cosa
per ricchi: se non te la puoi permettere e cerchi sussidi dallo
Stato vieni sempre e comunque ostacolato e discriminato.
Imparerai ben presto quanto ti costerà caro quel "diritto
allo studio" che la Costituzione dice di garantire!
...E NON FINISCE QUI...
Dopo tante pene penserai finalmente di essere giunto alla fine del calvario?
E invece no!
Hai mai sentito parlare della Scuola di specializzazione
nelle professioni legali?
No ?!?!?!?! Strano...
Eppure dal 2004 la Scuola di specializzazione sarà un titolo
obbligatorio per l'accesso al concorso in magistratura!
E per chi vuole fare il notaio o l'avvocato?
Per il momento non si sa ancora nulla: attualmente la Scuola di specializzazione
dovrebbe valere come titolo sostitutivo di un anno di praticantato; forse,
un domani, sarà titolo esclusivo.
Quindi, ricapitolando, dopo tre anni di laurea breve, due anni di laurea
specialistica, ti toccheranno anche due anni di scuola di specializzazione:
3+2+2=7! Un bel modo per accelerare il percorso degli studenti, considerando
che prima ci volevano 4 anni!
Beh, penserete, allora diamoci da fare e affrontiamo anche quest'impresa,
tanto prima o poi tutti finiscono...
NO!
La scuola di specializzazione è a numero
chiuso: se non entri sei fregato!
Di fronte alla cronica esigenza di magistrati lo Stato risponde con il
numero chiuso!
E dopo? Pensi di essere arrivato? Ti sbagli. Dopo dovrai fare il concorso
(se vuoi fare il magistrato o il notaio, o lavorare nella Pubblica Amministrazione)
o l'esame (se vuoi fare l'avvocato).
Vabbè ma dopo 2 anni di specializzazione dovresti avere una preparazione
completa...o no?
NO!
La Scuola di specializzazione, a dispetto del nome, non
ha un contenuto realmente specializzante.
Si studiano le stesse materie che si studiano all'Università, con
lo stesso metodo e (spesso) con gli stessi professori:
E., come se non bastasse, tutti gli "specializzandi" studiano
le stesse materie. Ma come può essere davvero specializzante una
scuola in cui un praticante civilista deve studiare anche il diritto penale?
O in cui un notaio deve studiare il diritto amministrativo (che non gli
servirà nella
pratica)?
Va bene, ma la situazione in fondo è uguale per tutti: mal comune
mezzo gaudio...o no?
Certo: Basta avere la possibilità di pagare le tasse d'iscrizione
alla scuola di specializzazione.
Vuoi sapere a quanto ammontano? Più di 1500 euro l'anno.
Moltiplicato per i due anni di scuola sono più
di 3000 euro!
Ma gli studenti meno abbienti possono ricorrere alle borse di studio...o
no?
NO!
Il
decreto istitutivo non prevede alcuna borsa di studio!
Se non puoi permetterti di comprare il "diritto allo studio"
come speri di entrare nel mondo del lavoro?
...MA...ESATTAMENTE...COSA CI INSEGNANO?
Bella domanda.
A sentire i bei discorsi dei prof, è probabile che per un attimo
t'abbia sfiorato il pensiero d'esser capitato nella Repubblica dei Sapienti,
in un'oasi felice dove si effettuano studi interessanti, si acquista una
conoscenza critica, si brinda quotidianamente alla libertà d'apprendimento
e d'insegnamento...
Beh (è quasi superfluo dirlo) le cose non stanno esattamente così.
I nostri percorsi formativi vengono ormai determinati da soggetti che
con la cultura (soprattutto se critica) hanno ben poco a che vedere!
Perché? Chi sono questi soggetti?
Il problema è che da un po' di tempo lo Stato italiano (desideroso
di uniformarsi agli "standard" europei) non vuole più
spendere una lira (pardon, un euro) per finanziare l'istruzione pubblica.
Come si fa, allora? Chi pagherà i "modesti" stipendi
dei prof? Chi finanzierà le attività dell'università?
Chi garantirà il diritto allo studio?
Non aver paura! Le
università saranno finanziate dalle aziende!
Il mecenatismo della classe imprenditoriale europea è ben noto,
ma a noi viene comunque il dubbio che se la FIAT o la Galbani investiranno
milioni di euro nell'Università qualcosa pure la vorranno ottenere...
Ti chiederai: che cosa possono volere il signor Agnelli e il signor Galbani
dall'università?
VOGLIONO PROPRIO TE!
Ai suddetti signori servono cervelli da sfruttare nelle loro fabbriche,
da spremere per il loro profitto, da immettere nelle loro catene di montaggio!
A mr. Findus interessa ben poco che tu comprenda il ruolo dell'ONU e dell'Unione
Europea in un quadro di conflitti su larga scala com'è quello attuale,
ma ti farà bocciare se non saprai parlare della pesca nelle acque
internazionali!
...E ALLORA?
E' probabile che tu stia maturando l'idea di cambiare città o
facoltà (ma le cose non cambierebbero) o di iniziare a lavorare
come garzone dal fruttivendolo.
Se pensi questo, lo fai perché credi che certe cose non potranno
mai cambiare.
In verità certe cose possono
e devono cambiare!
Ciò può avvenire solo organizzandosi e lottando quotidianamente
per la tutela dei propri diritti, senza delegare a nessuno tale compito
(senza, quindi, farsi tante illusioni sul potere dei rappresentanti degli
studenti...).
Attraverso questa via il Collettivo di giurisprudenza e gli altri collettivi
universitari hanno ottenuto nel corso dell'anno passato significative
vittorie (riapertura delle residenze, della mensa dell'Orientale, etc...).
E' per questo che vi invitiamo a partecipare alle riunioni del Collettivo
(che si tengono ogni martedì alle ore 15, nell'auletta al piano
terra, in via Porta di Massa 32), per discutere dei problemi che questa
Università (in particolar modo quella "riformata") ci
crea e per trovare insieme i mezzi per ottenerne la soluzione.
Napoli, 6
dicembre 2002
COLLETTIVO “STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA”
Per partecipare,
o chiedere informazioni:
tel. 328.3863982
e-mail: collettivo@collettivo.cjb.net
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