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Vincenzo De Waure

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Tutto quello che avreste voluto sapere sull'
università e non vi hanno mai detto

Ovvero la

Controguida

 

 

Hai capito cos'è il sistema dei C.F.U.? Beh, non esattamente...

E il 3+2? Per niente...

Sai in cosa consiste l'obbligo di frequenza "di fatto"? Eh?!

Ti dice niente l'espressione "Diritto allo Studio"? Niente di niente..

In breve, sei riuscito a trarre dai discorsi dei professori e del preside un quadro sufficientemente chiaro dell'Università e della Riforma? NO!

Dal momento che la Guida ufficiale 2002/2003 uscirà tra un bel po', e poiché per esperienza personale sappiamo bene quanto poco riesca a dissolvere i dubbi (e quanto invece ne crei di nuovi), in questo opuscolo ci proponiamo di rispondere a queste domande. In pratica cercheremo di mostrarti l'Università e la Riforma attraverso gli occhi degli studenti (cioè di coloro che la Riforma l'hanno subita, non di quelli che l'hanno imposta!).

Ma andiamo con ordine.

 

 

PARLIAMO DEL SISTEMA DEI CREDITI...

Una delle più incisive novità apportate dalla Riforma consiste nell'introduzione del sistema dei crediti. Nel corso dell'insostenibile presentazione dei corsi che hai eroicamente seguito i professori te ne hanno parlato in maniera molto superficiale e confusa. Ti hanno detto che rappresenta un'utile e necessaria innovazione, finalizzata a ridurre il dilagante (soprattutto a Giurisprudenza) fenomeno della "mortalità accademica" (ovvero il problema di chi dopo 5 anni ha fatto solo 3-4 esami ed abbandona l'Università).
Siamo davvero grati agli ideatori della Riforma, ma, a dire il vero, tale sistema produce l'effetto opposto.

Prima di tutto, cosa sono i C.F.U.?
Sono il compenso che l'Università ti dà per aver studiato per un certo numero di ore (25) o un certo numero di pagine.
Questo può sembrarti un po' assurdo.
Ma è proprio così.
Ad ogni esame, infatti, è associato (sia che tu abbia avuto 18 che 30 e lode) un certo numero di crediti.
Non ha alcuna importanza quanto tu abbia effettivamente capito della materia studiata.
E'importante che tu superi l'esame. E ti prenda la tua retribuzione in C.F.U.

Ma a cosa servono 'sti C.F.U.?
Se non riesci a raggiungere la soglia dei 48 crediti (ovvero 5 esami su 6) non puoi iscriverti all'anno successivo.
In pratica perdi l'anno, dovrai iscriverti nuovamente allo stesso anno di corsi e non potrai sostenere gli esami dell'anno successivo.

NOVITÀ: pare che con una delibera del 13 gennaio 2003 il Consiglio di Facoltà abbia "momentaneamente cancellato" lo sbarramento dei 48 crediti, a 2 mesi dal termine dell'anno accademico. I nostri prof. si sono accorti (alcuni lo hanno pubblicamente dichiarato durante le ore di lezione) che, dato che la maggior parte dei programmi di studio sono rimasti invariati malgrado la "riforma", praticamente nessuno sarebbe riuscito a passare al 2° anno, e hanno fatto marcia indietro.
La "riforma" rivela, così, le prime falle che da tempo denunciamo: invece di migliorare la qualità della didattica e abbreviare i tempi di laurea (come i suoi "creatori" avevano promesso), sta gettando nella confusione più totale gli studenti. Come previsto, gli studenti fanno da cavie negli "esperimenti" dei prof, dato che i docenti non hanno la più pallida idea di come applicare la "riforma"!

Se non riesci a raggiungere 25 crediti (ovvero 3 esami su 6) entro agosto devi restituire la prima rata della borsa di studio (non solo sei povero, sei pure scemo! Ti sei giocato il Diritto allo Studio).
Con conseguenze piuttosto gravi se versi in condizioni economiche non ottimali o se sei un fuorisede ed hai già tanti altri problemi a cui pensare.
E così via.

Questo sistema dei crediti si rivela quindi una vera gabbia. Infatti:
1. ci costringe ad accumulare meccanicamente esami su esami
2. opera una spietata selezione di classe nei confronti di chi non può essere "mantenuto" a tempo illimitato all'Università da "mammà e papà"
3. impedisce lo svolgimento sereno di una qualsiasi altra attività che non sia sgobbare sui libroni (di almeno 600-1000 pagine, ma quali programmi ridotti!) che il prof ti ha "consigliato" di studiare. Non puoi fare teatro, non puoi fare politica, etc...

 

 

...E DEL 3+2...

Vorremmo potervi scrivere tante cose. Vorremmo poter approfondire il problema del biennio di corsi introdotto dal nuovo ordinamento...
Ma in realtà nessuno ha la più pallida idea circa la natura di questo biennio!
Provate a visitare il sito Internet della Federico II. Provate a chiedere informazioni più precise ai prof. Non vi sapranno dire niente!

Noi possiamo solo dirvi che:
1. Solo attraverso questo biennio è possibile accedere all'avvocatura, alla magistratura, al notariato (con la chiara conseguenza che se fai solo il triennio la tua laurea non è che un comodo pezzo di carta igienica)
2. L'ingresso a tali corsi probabilmente non sarà aperto a tutti. Si terrà sicuramente conto della tua media, di quanto tempo hai impiegato per laurearti, etc. con tutti i problemi sopra descritti circa la possibilità di far convivere medie alte con i nuovi ritmi della Riforma.

Per dirla in breve con questo 3+2, oltre ad eliminare ogni residua differenza tra l'Università ed un supermarket, ci hanno teso un trappola: prima ci attirano con il miraggio delle professioni legali (avvocatura etc...); poi scopriamo che per esercitarle occorre fare un ulteriore biennio di specializzazione; scopriremo ancora più tardi che non tutti potranno entrarvi (solo i più bravi e i più veloci potranno farlo); intanto, però, ci saremo presi il nostro buon (inutile) pezzo di carta che potremo utilizzare nei modi più vari, ma non certo per quel che volevamo.

 

 

... E DELLA FREQUENZA OBBLIGATORIA...

All'università uno studente va per apprendere, segue i corsi, si appassiona alla materia , magari approfondisce ai seminari (in alcuni casi può anche frequentare il dipartimento) e poi all'esame verranno verificate le sue conoscenze sul programma studiato...
Ma se non puoi seguire i corsi? Se lavori? Se abiti lontano e la mattina non puoi venire a lezione? Se il tuo metodo di studio ti porta a non seguire i corsi (tanto non siamo più a scuola)? Se segui altri corsi che ti interessano di più?
Nessun problema, tanto poi all'esame il programma è uguale per tutti, cioè quello indicato nella guida dello studente.
Ma è tutto vero? Beh, ci sono due strade:
1. Di diritto: per legge non ci sono differenze tra frequentanti e non, non bisogna prendere le frequenze, tanto quello che conta è aver studiato la materia.
2. Di fatto: le differenze ci sono (eccome!). Solo se segui puoi svolgere le prove intercorso (i pre-esami) con cui poi elimini una parte del programma; se segui i seminari e non fai più di tre assenze (non temere: le faranno i professori e gli assistenti al posto tuo!) puoi scegliere l'assistente con cui fare la prima parte dell'esame; se segui all'esame vieni visto con un occhio di riguardo o meglio, se non hai seguito hai già dei punti a tuo sfavore: non hai degnato della tua presenza il corso dell'illustrissimo prof? Avrai ciò che ti meriti!
Poi c'è sempre chi ha quella strana passione di raccogliere autografi degli studenti, ricordandosi il giorno dell'esame di rivedere tutte le firme...
Due strade, due vie, quindi. Secondo voi qual'è quella praticata a giurisprudenza?

 

 

...E DEGLI SPAZI...

Per fortuna, però, l'Università è un luogo di incontri tra gli studenti, di scambi culturali, di idee che si confrontano...
Per facilitare tutto ciò le alte sfere della cultura hanno deciso che gli studenti di giurisprudenza devono stare vicini vicini.
Così vicini che ai corsi non c'è spazio per tutti, e, se arrivi tardi perché abiti lontano o hai avuto problemi, o vedi la lezione in videoconferenza o risolvi il problema e non la segui proprio...
Così vicini che nelle pochissime aule studio (3 o 4 per migliaia di studenti) si sta come sardine, uno addosso all'altro. Sicuramente in questo marasma (meglio non parlare degli odori!) potrai studiare serenamente! Beh, bisogna dire che una soluzione c'è: andare alle 8 del mattino e prenotare il posto con un libro.
Se poi arriva qualcun altro e vuole studiare, vi mettete uno in braccio all'altro.
Va detto, però, che l'Università promuove la cultura e se vuoi prender parte a qualche iniziativa (come il cineforum o un giornale) hai tutto lo spazio che vuoi...in una piccola stanzetta dove sono costretti alla convivenza ragazzi interessati alle cose più disparate: tanto, più vicini si è, meglio avviene la comunicazione...
Insomma a giurisprudenza se respiri stai già alitando in faccia a qualcuno!

 

 

...E DEL DIRITTO ALLO STUDIO...

Sei un fuorisede? O un pendolare? Non hai grandi mezzi economici ma vuoi continuare a studiare?
Niente paura. Sei COSTITUZIONALMENTE PROTETTO.
Che significa?
Leggi un po' l'articolo 34 della costituzione:
"3° COMMA I capaci e meritevoli anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
4° COMMA La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso."
"Ma che Repubblica premurosa!", stai pensando, "Avrò la possibilità di studiare come tutti gli altri, anche se vengo da fuori e la mia famiglia non è molto ricca..."
Se poi ti capita di leggere la Carta Servizi E.Di.S.U. (l'Ente regionale per il Diritto allo Studio Universitario) ti sembrerà d'essere nato nel Paese dei Balocchi...
Residenze per i fuori-sede, aule studio e sale polifunzionali, servizio ristorazione, prestito libri, borse di studio e chi più ne ha più ne metta...

Ma...sarà tutto vero?

La realtà che incontrerai una volta entrato/a nella giungla universitaria sarà, purtroppo ben diversa.

 

PRIMA BUGIA DELLA CARTA DEI SERVIZI E.Di.S.U. : LE RESIDENZE PER I FUORI-SEDE

Iniziamo dalle Residenze per i fuori-sede. I bandi di concorso sono stati aperti quest'anno (Finalmente! Sono 3 anni che ci battiamo per questo...), ma non si assegnano i posti-letto perché non sono iniziati i lavori urgenti di messa a norma, malgrado ripetute promesse: in pratica, è come se il bando di concorso non fosse stato aperto nemmeno quest'anno...Sarai costretto a setacciare la città alla ricerca di posti letto. La Carta dei Servizi ti dirà, allora, che se presenti il contratto d'affitto avrai diritto al pagamento di una borsa di studio un po' più generosa...
Tutto a posto, allora.
C'è solo un piccolo, piccolo problema:
IL TUO PADRONE DI CASA NON FIRMERA' MAI UN REGOLARE CONTRATTO!
Non potrai dimostrare, quindi, d'aver affittato una casa a Napoli.
Quindi...non sarai mai rimborsato!
Il posto letto che riuscirai a trovare, fondamentale se sei costretto a seguire i corsi (vedi Obbligo di frequenza), sarà tutto a tue spese!
La premurosa Repubblica si è già liberata della prima spesa...

 

SECONDA BUGIA DELLA CARTA DEI SERVIZI E.Di.S.U. : IL SERVIZIO RISTORAZIONE

Anche gli studenti devono mangiare per vivere.
Nessun problema, la Carta dei Servizi ti dirà che avrai diritto ogni giorno ad un pasto alla mensa universitaria o nei ristoranti convenzionati.
La mensa universitaria, però, è chiusa dall'anno scorso per lavori di ristrutturazione e non si sa quando riaprirà.
Restano, allora, i ristoranti convenzionati.
In realtà la scelta di affidare ai privati la nostra alimentazione rientra nella "politica-dieta" adottata dall'E.Di.S.U. negli ultimi anni.
L'E.Di.S.U., infatti, (da sempre sensibile alle problematiche giovanili) ha stabilito che studenti e studentesse devono perdere i grassi in eccesso.
Per ottenere questo risultato ha ritenuto opportuno:
1. Ridurre drasticamente i buoni-pasto erogati: dai mille della mensa universitaria ai poco più di 300 dei ristoranti convenzionati
2. Organizzare quotidianamente gare di "corsa al buono-pasto". Si tratta di una disciplina podistica introdotta dall'E.Di.S.U. nella quale lo scopo è arrivare prima degli altri al ristorante per accaparrarsi i pochi buoni-pasto rimasti.
In sostanza per poter mangiare in uno dei suddetti ristoranti devi raggiungere il ristorante prima di mezzogiorno per prendere il buono-pasto.
E i corsi!? A quell'ora io dovrei seguire diritto privato (o commerciale, o costituzionale...)!
Nella sua indiscutibile lungimiranza l'E.Di.S.U. non vi ha posto attenzione.

Si vede che non la riteneva una cosa importante.
L'unica cosa importante per l'E.Di.S.U. è liberarsi al più presto anche del servizio ristorazione, come di quello delle Residenze...
Ma non è finita.

 

TERZA BUGIA DELLA CARTA DEI SERVIZI E.Di.S.U. : IL SERVIZIO DI PRESTITO LIBRI

Il tuo portafogli piange?
Significa che non sei ancora entrato in libreria per comprare i testi "consigliati" dai professori...
Altrimenti si strapperebbe i capelli!
Bisogna dire, però, che per far fronte agli altissimi prezzi dei libri, per dare anche ai meno facoltosi la possibilità di sostenere un esame, l'E.Di.S.U. ha istituito il servizio di prestito libri.
Peccato che i libri sono pochi e vecchi (ovvero inutili, specie in una materia in continua evoluzione quale è il diritto).
Unici garanti del tuo diritto allo studio saranno quindi l'amico che ti presterà il libro e il tipografo che, in barba alle leggi (INGIUSTE) sul copyright, te lo fotocopierà.

Ed infine...

 

QUARTA BUGIA DELLA CARTA DEI SERVIZI E.Di.S.U. : LA BORSA DI STUDIO

La borsa di studio è l'unico sussidio sociale che, di fatto (e chi sa per quanto ancora), potrai concretamente avere...
Anche qui, però, le cose stanno cambiando.
Tra un po' verranno pubblicate le graduatorie e...avrete una splendida sorpresa!
Da un po' di tempo si aggira per gli uffici dell'E.Di.S.U. questo strano individuo: "lo studente idoneo non assegnatario".
Chi è costui?
E' uno studente che rientra nei criteri di merito e di reddito, ma che non riceverà comunque la borsa di studio per carenza di fondi.
Carenza di fondi?! Dopo aver risparmiato sulle residenze, sulle mense e sul prestito libri l'E.Di.S.U. non ha nemmeno i soldi per le borse di studio?
Evidentemente no, caro studente "COSTITUZIONALMENTE PROTETTO".
L'università, quindi, è una cosa per ricchi: se non te la puoi permettere e cerchi sussidi dallo Stato vieni sempre e comunque ostacolato e discriminato.

Imparerai ben presto quanto ti costerà caro quel "diritto allo studio" che la Costituzione dice di garantire!

 

 

...E NON FINISCE QUI...

Dopo tante pene penserai finalmente di essere giunto alla fine del calvario?
E invece no!
Hai mai sentito parlare della Scuola di specializzazione nelle professioni legali?
No ?!?!?!?! Strano...
Eppure dal 2004 la Scuola di specializzazione sarà un titolo obbligatorio per l'accesso al concorso in magistratura!
E per chi vuole fare il notaio o l'avvocato?
Per il momento non si sa ancora nulla: attualmente la Scuola di specializzazione dovrebbe valere come titolo sostitutivo di un anno di praticantato; forse, un domani, sarà titolo esclusivo.
Quindi, ricapitolando, dopo tre anni di laurea breve, due anni di laurea specialistica, ti toccheranno anche due anni di scuola di specializzazione:
3+2+2=7! Un bel modo per accelerare il percorso degli studenti, considerando che prima ci volevano 4 anni!
Beh, penserete, allora diamoci da fare e affrontiamo anche quest'impresa, tanto prima o poi tutti finiscono...
NO!
La scuola di specializzazione è a numero chiuso: se non entri sei fregato!
Di fronte alla cronica esigenza di magistrati lo Stato risponde con il numero chiuso!
E dopo? Pensi di essere arrivato? Ti sbagli. Dopo dovrai fare il concorso (se vuoi fare il magistrato o il notaio, o lavorare nella Pubblica Amministrazione) o l'esame (se vuoi fare l'avvocato).
Vabbè ma dopo 2 anni di specializzazione dovresti avere una preparazione completa...o no?
NO!
La Scuola di specializzazione, a dispetto del nome, non ha un contenuto realmente specializzante.
Si studiano le stesse materie che si studiano all'Università, con lo stesso metodo e (spesso) con gli stessi professori:
E., come se non bastasse, tutti gli "specializzandi" studiano le stesse materie. Ma come può essere davvero specializzante una scuola in cui un praticante civilista deve studiare anche il diritto penale? O in cui un notaio deve studiare il diritto amministrativo (che non gli servirà nella
pratica)?
Va bene, ma la situazione in fondo è uguale per tutti: mal comune mezzo gaudio...o no?
Certo: Basta avere la possibilità di pagare le tasse d'iscrizione alla scuola di specializzazione.
Vuoi sapere a quanto ammontano? Più di 1500 euro l'anno.
Moltiplicato per i due anni di scuola sono più di 3000 euro!
Ma gli studenti meno abbienti possono ricorrere alle borse di studio...o no?
NO!
Il decreto istitutivo non prevede alcuna borsa di studio!
Se non puoi permetterti di comprare il "diritto allo studio" come speri di entrare nel mondo del lavoro?

 

 

...MA...ESATTAMENTE...COSA CI INSEGNANO?

Bella domanda.
A sentire i bei discorsi dei prof, è probabile che per un attimo t'abbia sfiorato il pensiero d'esser capitato nella Repubblica dei Sapienti, in un'oasi felice dove si effettuano studi interessanti, si acquista una conoscenza critica, si brinda quotidianamente alla libertà d'apprendimento e d'insegnamento...
Beh (è quasi superfluo dirlo) le cose non stanno esattamente così.
I nostri percorsi formativi vengono ormai determinati da soggetti che con la cultura (soprattutto se critica) hanno ben poco a che vedere!
Perché? Chi sono questi soggetti?
Il problema è che da un po' di tempo lo Stato italiano (desideroso di uniformarsi agli "standard" europei) non vuole più spendere una lira (pardon, un euro) per finanziare l'istruzione pubblica.
Come si fa, allora? Chi pagherà i "modesti" stipendi dei prof? Chi finanzierà le attività dell'università? Chi garantirà il diritto allo studio?
Non aver paura! Le università saranno finanziate dalle aziende!
Il mecenatismo della classe imprenditoriale europea è ben noto, ma a noi viene comunque il dubbio che se la FIAT o la Galbani investiranno milioni di euro nell'Università qualcosa pure la vorranno ottenere...
Ti chiederai: che cosa possono volere il signor Agnelli e il signor Galbani dall'università?
VOGLIONO PROPRIO TE!
Ai suddetti signori servono cervelli da sfruttare nelle loro fabbriche, da spremere per il loro profitto, da immettere nelle loro catene di montaggio!
A mr. Findus interessa ben poco che tu comprenda il ruolo dell'ONU e dell'Unione Europea in un quadro di conflitti su larga scala com'è quello attuale, ma ti farà bocciare se non saprai parlare della pesca nelle acque internazionali!

 

 

...E ALLORA?

E' probabile che tu stia maturando l'idea di cambiare città o facoltà (ma le cose non cambierebbero) o di iniziare a lavorare come garzone dal fruttivendolo.
Se pensi questo, lo fai perché credi che certe cose non potranno mai cambiare.
In verità certe cose possono e devono cambiare!
Ciò può avvenire solo organizzandosi e lottando quotidianamente per la tutela dei propri diritti, senza delegare a nessuno tale compito (senza, quindi, farsi tante illusioni sul potere dei rappresentanti degli studenti...).
Attraverso questa via il Collettivo di giurisprudenza e gli altri collettivi universitari hanno ottenuto nel corso dell'anno passato significative vittorie (riapertura delle residenze, della mensa dell'Orientale, etc...).
E' per questo che vi invitiamo a partecipare alle riunioni del Collettivo (che si tengono ogni martedì alle ore 15, nell'auletta al piano terra, in via Porta di Massa 32), per discutere dei problemi che questa Università (in particolar modo quella "riformata") ci crea e per trovare insieme i mezzi per ottenerne la soluzione.

Napoli, 6 dicembre 2002

 

COLLETTIVO “STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA”

 

Per partecipare, o chiedere informazioni:

tel. 328.3863982

e-mail: collettivo@collettivo.cjb.net

 

 

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