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Vincenzo De Waure

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APPELLO ALLE RETI EUROPEE
"Da studenti a precari in formazione"

 

All'Europa dei mercati in cui tutte le scelte sono guidate dallo strapotere del capitale finanziario, all'Europa sempre più militarizzata, con coste blindate e roccaforti militari pronte a sedare qualsiasi espressione del dissenso sociale, all'Europa in cui è garantita solo la libera circolazione delle merci e dei capitali, noi, reti del movimento studentesco italiano ci opponiamo.
In occasione del Forum sociale Europeo, come collettivi, associazioni,
strutture di base che agiamo nei luoghi della formazione in Italia, vogliamo rimettere al centro del dibattito del movimento europeo la questione della formazione e dell'accesso ai saperi, che negli ultimi anni ha subito una pesante ristrutturazione in tutto il vecchio continente.
In tutta Europa, le scuole e le università diventano sempre più "fabbriche sociali" in cui non solo si vuole riprodurre il consenso ideologico a questo sistema di sviluppo, ma anche si mettono in atto le nuove strategie occupazionali basate sulla flessibilità, la mobilità, la precarietà, in un quadro di generale negazione dei diritti per i vecchi e i nuovi lavoratori. In un quadro in cui gli studenti vengono utilizzati, attraverso gli stage, come lavoratori temporanei e a costo zero, in cui i nuovi corsi di laurea propongono sbocchi lavorativi inevitabilmente precari e in cui le condizioni materiali di vita degli studenti, attaccati dai continui tagli al diritto allo studio delle finanziarie di guerra, costringono a saltuari lavoretti precari, ci proponiamo dunque discutere della trasformazione dello studente in un "precario in formazione".
Noi vogliamo rilanciare un'idea pubblica della formazione, contro i processi di privatizzazione delle Università e dei servizi per il diritto allo studio, che in tutta Europa stanno legando quello che dovrebbe essere un diritto fondamentale alle mere esigenze di profitto. Pubblica nel senso che sia gestita dai soggetti che vivono e lavorano nelle scuole e nelle università, da soggetti autonomi e capaci di autodeterminare percorsi culturali e di formazione critica, contro quella falsa autonomia, oggi propagandata, che riduce sempre più la libertà dei saperi nei confronti della struttura produttiva e che si configura come sistema autoritario che rafforza chi è già forte.
Non accettiamo le logiche autoritarie e liberiste di trasmissione e
diffusione del sapere oggi dominanti, non sopportiamo, in quanto contrario al nostro essere uomini e donne, un sapere assoggettato al profitto e all'interesse delle multinazionali. Vogliamo rompere il recinto con cui si sta cercando di recintare il sapere, di rinchiudere i nostri cervelli e le nostre passioni: brevetti, copyright, proprietà intellettuale, non sono altro che strumenti con cui asservire la produzione culturale, la ricerca, ogni sapere sociale ai padroni del mondo.
Noi pensiamo ad un'altra scuola, ad un'altra università, ad un'altra formazione in Europa, intese non come un servizio al mercato e ad esclusivo beneficio dei processi di valorizzazione del capitale, ma
dell'intera società. La cultura, i saperi, il diritto inviolabile alla propria formazione critica non possono essere assoggettati ai criteri di efficienza che valgono per la produzione di merci. Per questo rigettiamo una prospettiva aziendalistico-tecnocratica della formazione tutta interna al processo produttivo, un sistema competitivo misurato da standard di efficienza e produttività (crediti), in cui la scelta del percorso formativo individuale deve maturare in ordine alle richieste di specifiche competenze formulate dal mercato.
Per queste ragioni vogliamo iniziare, partendo dall'occasione rappresentata dal Forum sociale Europeo, un percorso europeo di discussione, di messa in rete delle diverse esperienze, di confronto sulle pratiche, di generalizzazione del conflitto. Siamo convinti che la battaglia per una formazione pubblica, per l'accesso ai saperi non possa non avere una dimensione europea. Vogliamo che quello di Firenze sia un punto di partenza: rivolgiamo questo appello a tutti i movimenti, le reti, le associazioni studentesche europee a venire a Firenze e ad attraversare insieme quelle giornate nelle forme più diverse. Vi invitiamo a costruire un grande momento di discussione il 7 mattina nell'ambito di un seminario del forum sociale sulla formazione da noi promosso. Vorremmo che quella fosse un'occasione non solo di incontro, ma anche di definizione e costruzione a livello europeo di pratiche di conflitto da sperimentare sin dai giorni di Firenze: per un libero sapere, condizione per la libertà di tutti.
Libertà che vogliamo sia garantita, che vogliamo difendere dagli attacchi del Governo Italiano che vuole da un lato ostacolare l'ingresso alle
frontiere a tutti i cittadini e le cittadine, ad ogni forma di espressione di un sapere critico, dall'altro negare il diritto al dissenso e il diritto a manifestare.

 

CAEF ( Coordinadora de Asambleas de Escuela y Facultad) DE MADRID

COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI, PISA

COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI, ROMA

SAPIENZA PIRATA, ROMA

MINERVA ROSSA, ROMA

COLLETTIVO POLITICO DI SCIENZE POLITICHE, FIRENZE

LABORATORIO CONRICERCA FUTURO ANTERIORE

LAB CONRICERCA, PESCARA

SPAZIO SOCIALE STUDENTESCO, BOLOGNA

STUDENTI IN MOVIMENTO, PADOVA - COLLETTIVO DI SCIENZE POLITICHE

RETE STUDENTESCA DEL NORD EST - LABORATORIO ATIPICI, PADOVA - COORDINAMENTO MEDIATTIVI, PADOVA

COLLETTIVO UNIVERSITARIO AUTONOMO, TORINO

STUDENTI DISOBBEDIENTI, TRIESTE

COLLETTIVI STUDENTESCHI, ROVIGO

COORDINAMENTO STUDENTESCO, VENEZIA

COLLETTIVI UNIVERSITARI, VENEZIA

STUDENTI DI SINISTRA IN MOVIMENTO, MODENA

STUDENTI IN MOVIMENTO, GENOVA

CANTIERE - COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI, MILANO

LABORATORIO DEI SAPERI SOCIALI, NAPOLI

RETE CAMPANA STUDENTI IN MOVIMENTO

COLLETTIVO STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA, NAPOLI

 

 

4 Novembre 2002 

COLLETTIVO “STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA”

 

Per partecipare, o chiedere informazioni:

tel. 328.3863982

e-mail: collettivo@collettivo.cjb.net

 

 

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