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APPELLO
ALLE RETI EUROPEE
"Da studenti a precari in formazione"
All'Europa dei mercati in cui tutte le scelte sono guidate
dallo strapotere del capitale finanziario, all'Europa sempre più
militarizzata, con coste blindate e roccaforti militari pronte a sedare
qualsiasi espressione del dissenso sociale, all'Europa in cui è
garantita solo la libera circolazione delle merci e dei capitali, noi,
reti del movimento studentesco italiano ci opponiamo.
In occasione del Forum sociale Europeo, come collettivi, associazioni,
strutture di base che agiamo nei luoghi della formazione in Italia, vogliamo
rimettere al centro del dibattito del movimento europeo la questione della
formazione e dell'accesso ai saperi, che negli ultimi anni ha subito una
pesante ristrutturazione in tutto il vecchio continente.
In tutta Europa, le scuole e le università diventano sempre più
"fabbriche sociali" in cui non solo si vuole riprodurre il consenso
ideologico a questo sistema di sviluppo, ma anche si mettono in atto le
nuove strategie occupazionali basate sulla flessibilità, la mobilità,
la precarietà, in un quadro di generale negazione dei diritti per
i vecchi e i nuovi lavoratori. In un quadro in cui gli studenti vengono
utilizzati, attraverso gli stage, come lavoratori temporanei e a costo
zero, in cui i nuovi corsi di laurea propongono sbocchi lavorativi inevitabilmente
precari e in cui le condizioni materiali di vita degli studenti, attaccati
dai continui tagli al diritto allo studio delle finanziarie di guerra,
costringono a saltuari lavoretti precari, ci proponiamo dunque discutere
della trasformazione dello studente in un "precario in formazione".
Noi vogliamo rilanciare un'idea pubblica della formazione, contro i processi
di privatizzazione delle Università e dei servizi per il diritto
allo studio, che in tutta Europa stanno legando quello che dovrebbe essere
un diritto fondamentale alle mere esigenze di profitto. Pubblica nel senso
che sia gestita dai soggetti che vivono e lavorano nelle scuole e nelle
università, da soggetti autonomi e capaci di autodeterminare percorsi
culturali e di formazione critica, contro quella falsa autonomia, oggi
propagandata, che riduce sempre più la libertà dei saperi
nei confronti della struttura produttiva e che si configura come sistema
autoritario che rafforza chi è già forte.
Non accettiamo le logiche autoritarie e liberiste di trasmissione e
diffusione del sapere oggi dominanti, non sopportiamo, in quanto contrario
al nostro essere uomini e donne, un sapere assoggettato al profitto e
all'interesse delle multinazionali. Vogliamo rompere il recinto con cui
si sta cercando di recintare il sapere, di rinchiudere i nostri cervelli
e le nostre passioni: brevetti, copyright, proprietà intellettuale,
non sono altro che strumenti con cui asservire la produzione culturale,
la ricerca, ogni sapere sociale ai padroni del mondo.
Noi pensiamo ad un'altra scuola, ad un'altra università, ad un'altra
formazione in Europa, intese non come un servizio al mercato e ad esclusivo
beneficio dei processi di valorizzazione del capitale, ma
dell'intera società. La cultura, i saperi, il diritto inviolabile
alla propria formazione critica non possono essere assoggettati ai criteri
di efficienza che valgono per la produzione di merci. Per questo rigettiamo
una prospettiva aziendalistico-tecnocratica della formazione tutta interna
al processo produttivo, un sistema competitivo misurato da standard di
efficienza e produttività (crediti), in cui la scelta del percorso
formativo individuale deve maturare in ordine alle richieste di specifiche
competenze formulate dal mercato.
Per queste ragioni vogliamo iniziare, partendo dall'occasione rappresentata
dal Forum sociale Europeo, un percorso europeo di discussione, di messa
in rete delle diverse esperienze, di confronto sulle pratiche, di generalizzazione
del conflitto. Siamo convinti che la battaglia per una formazione pubblica,
per l'accesso ai saperi non possa non avere una dimensione europea. Vogliamo
che quello di Firenze sia un punto di partenza: rivolgiamo questo appello
a tutti i movimenti, le reti, le associazioni studentesche europee a venire
a Firenze e ad attraversare insieme quelle giornate nelle forme più
diverse. Vi invitiamo a costruire un grande momento di discussione il
7 mattina nell'ambito di un seminario del forum sociale sulla formazione
da noi promosso. Vorremmo che quella fosse un'occasione non solo di incontro,
ma anche di definizione e costruzione a livello europeo di pratiche di
conflitto da sperimentare sin dai giorni di Firenze: per un libero sapere,
condizione per la libertà di tutti.
Libertà che vogliamo sia garantita, che vogliamo difendere dagli
attacchi del Governo Italiano che vuole da un lato ostacolare l'ingresso
alle
frontiere a tutti i cittadini e le cittadine, ad ogni forma di espressione
di un sapere critico, dall'altro negare il diritto al dissenso e il diritto
a manifestare.
CAEF ( Coordinadora de Asambleas
de Escuela y Facultad) DE MADRID
COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI,
PISA
COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI,
ROMA
SAPIENZA PIRATA, ROMA
MINERVA ROSSA, ROMA
COLLETTIVO POLITICO DI SCIENZE
POLITICHE, FIRENZE
LABORATORIO CONRICERCA FUTURO
ANTERIORE
LAB CONRICERCA, PESCARA
SPAZIO SOCIALE STUDENTESCO,
BOLOGNA
STUDENTI IN MOVIMENTO, PADOVA
- COLLETTIVO DI SCIENZE POLITICHE
RETE STUDENTESCA DEL NORD
EST - LABORATORIO ATIPICI, PADOVA - COORDINAMENTO MEDIATTIVI, PADOVA
COLLETTIVO UNIVERSITARIO AUTONOMO,
TORINO
STUDENTI DISOBBEDIENTI, TRIESTE
COLLETTIVI STUDENTESCHI, ROVIGO
COORDINAMENTO STUDENTESCO,
VENEZIA
COLLETTIVI UNIVERSITARI, VENEZIA
STUDENTI DI SINISTRA IN MOVIMENTO,
MODENA
STUDENTI IN MOVIMENTO, GENOVA
CANTIERE - COORDINAMENTO DEI
COLLETTIVI STUDENTESCHI, MILANO
LABORATORIO DEI SAPERI SOCIALI,
NAPOLI
RETE CAMPANA STUDENTI IN MOVIMENTO
COLLETTIVO STUDENTI DI GIURISPRUDENZA
IN LOTTA, NAPOLI
4
Novembre 2002
COLLETTIVO “STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA”
Per partecipare,
o chiedere informazioni:
tel. 328.3863982
e-mail: collettivo@collettivo.cjb.net
Indice
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