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Vincenzo De Waure

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IL DIRITTO ALLO STUDIO NON SI TOCCA!!!

 

 

INTRODUZIONE

Questo documento vuole rappresentare la naturale continuazione delle lotte, avviate un anno fa, dai collettivi universitari sulla questione del diritto allo studio.
Nel dicembre 2001 la mobilitazione fu incentrata specificamente sulla problematica situazione delle residenze universitarie napoletane (di cui si era paventata la chiusura con conseguente espulsione dei residenti a causa di fantomatici "lavori di adeguamento" alla normativa sulla sicurezza della legge 626) e del servizio mensa (per gli stessi motivi sopra riportati, la mensa di via Mezzocannone venne chiusa - si disse temporaneamente - e da allora non ha più riaperto). Anche allora fu presentato un documento alle istituzioni regionali competenti(con tanto di incontro con l'assessore Nicolais) che è stato puntualmente disatteso. Le mense sono chiuse, le residenze si avviano all'esaurimento delle utenze senza che vengano assegnati nuovi posti letto.
Questa seconda piattaforma d'analisi e, al tempo stesso, di rivendicazione e di proposta riguarda perciò tutti i settori che segnerebbero una giusta erogazione dei servizi indispensabili a garantire il diritto allo studio.
Il problema però si inserisce in un discorso più generale, che riguarda i tagli al diritto allo studio, resi possibili dalle riforme perpetrate non solo dal governo attuale di centro-destra (Moratti), ma già avviate dai precedenti governi del centro-sinistra (Berlinguer e Zecchino). A nostro avviso, questi tagli sono una delle conseguenze del nuovo modo di concepire l'università, la quale è diventata, attraverso un processo di aziendalizzazione, un luogo di formazione precaria.
Le condizioni di accesso all'università sono diventate più restrittive per gli studenti meno abbienti, non solo perché la riforma, attraverso il sistema dei crediti formativi, attua una spietata selezione classista (che perciò lascia più indietro proprio chi non ha i mezzi per pagarsi gli studi), ma anche perché, parallelamente, sono stati tagliati tutti i servizi (residenze universitarie, mense, prestito libri, borse di studio, trasporti gratuiti, ecc....).
La privatizzazione dell'università, quindi, si innesta in un insieme di riforme e di decurtamento dei servizi sociali; anche lo stato sociale è colpito duramente dalle varie privatizzazioni e dagli enormi tagli alle spese.
In particolare, per quanto riguarda il diritto allo studio, bisogna ricordare che ogni regione italiana ha provveduto ad approvare una legge, in ottemperanza ad un provvedimento nazionale, che contemplasse la trasformazione degli enti pubblici per il diritto allo studio in aziende. Il processo è diverso da regione a regione e, per quanto riguarda la Campania, alla nuova legge si è arrivati nell'Agosto 2002, prevedendosi un processo di aziendalizzazione, ossia la trasformazione dell'E.Di.S.U. in azienda pubblica (con la possibilità quindi di convenzionare i vari servizi a privati). Ma così facendo, a noi studenti, non viene data nessuna garanzia sul ripristino e sul potenziamento dei servizi inerenti al diritto allo studio già elusi dall'ente. Oggi il soggetto studentesco,che questi servizi paga attraverso tasse salatissime,vuole che gli venga restituito ciò che gli è stato tolto.
Una ulteriore osservazione (dettata dagli ultimi accadimenti): le politiche di aziendalizzazione riguardanti l'università (e la ricerca scientifica in generale) e la riduzione della spesa sociale hanno prodotto crepe profonde all'interno di quegli stessi ambiti che le avevano sostenute. Il modello che prevedeva la sostituzione dei fondi pubblici con la sponsorizzazione da parte delle aziende private, per il finanziamento dell'università e della ricerca, ha fallito clamorosamente. A dimostrazione di ciò, ecco le recenti dimissioni dei rettori italiani, che hanno voluto così dimostrare il loro malcontento, proprio riguardo ai tagli previsti dall'ultima finanziaria del governo Berlusconi. Rettori che però (ed è bene ricordarlo) non avevano speso neanche una parola sulle riforme che ci hanno portato ad una così disastrosa situazione.
Logicamente, per noi, da tutto ciò si deduce che sia la riforma universitaria sia la nuova legge regionale sul diritto allo studio portano avanti due obiettivi comuni: i processi di aziendalizzazione e privatizzazione, e il processo di selezione classista.
Noi, come collettivi universitari, portiamo avanti una critica radicale alla legge regionale che dà ai privati la possibilità di trarre profitti dai servizi che vengono concessi agli studenti e auspichiamo un rilancio dell'attività dell'ente.
Rivendichiamo
-mense, residenze, prestito libri, borse di studio, trasporti gratuiti, e tutto quanto occorre alla nostra libera formazione;
-la riapertura dei servizi dell'ente con l'utilizzo di tutti i lavoratori in pianta organica e a tempo indeterminato, nonché l'assunzione di nuovi lavoratori alle stesse condizioni (nel rispetto, tra l'altro, dei criteri di economicità che potrebbero salvare l'ente dalla grave crisi che sta attraversando)
-RIVENDICHIAMO LO STUDIO COME UN DIRITTO PER TUTTI E NON COME UN PRIVILEGIO PER POCHI!

 

 

PIATTAFORMA

Gli studenti in lotta al fianco dei lavoratori dell'EDiSU rivendicano:


· MENSE
· RESIDENZE
· BORSE DI STUDIO
· SERVIZIO PRESTITO LIBRI E CENTRO STAMPA
· TRASPORTI GRATUITI
· AULE POLIFUNZIONALI E POSTAZIONI TELEMATICHE
· TRASPARENZA NELLA GESTIONE FONDI E NEGLI APPALTI


MENSE UNIVERSITARIE:
Tutte le mense dell'EDISU NA1 sono attualmente chiuse per lavori di ristrutturazione che non sono mai cominciati. In realtà, la questione dei lavori ci sembra un pretesto dal momento che neanche le gare d'appalto sono state avviate; al contrario, l'EDISU è stato fin troppo sollecito ad attivare convenzioni con ristoranti privati invece di destinare risorse al miglioramento del servizio, come da anni ci sta promettendo. I ristoranti convenzionati non sono in grado di garantire un pasto a tutti gli studenti: da anni ci ripetono che il servizio privato risponde meglio ai criteri di economicità; in realtà, i costi aumentano perché, oltre al costo del pasto, bisogna pagare anche il profitto del ristorante convenzionato (che non lavora certo per beneficenza). L'Ente ha sia le strutture che la manodopera qualificata per fornire a tutti un servizio pubblico ed efficiente. Invece, si smantellano le strutture e, in conseguenza, si dichiarano i lavoratori in "soprannumero".
Nel frattempo, la situazione della mensa dell'Orientale (gestita dall'EDISU NA2), l'unica rimasta aperta in tutta la città, è critica: da ottobre, garantisce solo il turno pomeridiano, rimane invece chiusa la sera e il sabato. La motivazione è la cronica mancanza di personale che l'anno scorso fu coperta con l'assunzione di lavoratori interinali; misura che ha solo spostato il problema causando un grave esborso per l'ente e un maggiore sfruttamento di questi lavoratori precari, che oggi sono di nuovo in mezzo alla strada. Eppure la mensa dell'Orientale è una struttura ammodernata da poco, efficiente e molto frequentata dagli studenti che potrebbe essere chiusa in breve tempo proprio perché non sono assunti nuovi lavoratori a tempo indeterminato.
Noi rivendichiamo: mense pubbliche, gratuite ed efficienti; nello specifico, la riapertura a breve e il potenziamento di tutte le mense dell'E.Di.S.U. NA1 con pieno reintegro a tempo indeterminato di tutti i lavoratori in organico e la costruzione di nuove là dove mancano.
Inoltre chiediamo, anche per l'E.Di.S.U. NA2, la riattivazione del servizio la sera e nel fine settimana, tramite l'assunzione di personale in organico a tempo indeterminato.


RESIDENZE:
L'E.Di.S.U. NA1 gestisce le uniche residenze universitarie esistenti in Campania: 230 posti letto, di cui effettivamente occupati più o meno 50, su un totale di circa 150.000 studenti solo a Napoli. Dopo tre anni è stato riaperto il bando di concorso che teoricamente permetterebbe l'accesso alle residenze anche ad altri studenti, ma nella realtà dei fatti questo non è possibile ,in quanto per l'assegnazione del posto letto,ci si avvale di una postilla (contenuta nel modulo ISEE) che rimanda tale assegnazione" a dove e quando possibile". Riteniamo che ciò non sarà MAI POSSIBILE fin quando non si effettueranno i lavori di adeguamento alle norme vigenti (pretesto tra l'altro col quale l'ingresso di nuovi studenti fu sospeso). Come per le mense, i lavori non sono mai cominciati ed adesso paradossalmente si rischia la chiusura per carenza di utenti. L'impressione è che si stia aspettando che tutti gli attuali ospiti delle strutture si laureino per chiuderle definitivamente, evitando così che si levino voci di protesta. Un servizio come quello del posto letto diventa ancora più importante ed indispensabile se si pensa che in una città come Napoli c'è già penuria di abitazioni per gli stessi abitanti della città (basti pensare alle migliaia di famiglie sfrattate solo nell'ultimo anno e mezzo!), nonché affitti elevatissimi e al nero. Per quegli studenti a cui non viene assegnato il posto letto è previsto il pagamento, per intero, della borsa di studio; per ottenerla è necessario dimostrare di aver stipulato e registrato un regolare contratto d'affitto. Davvero un'utopia se si pensa che in questa città il 99% degli affittuari affitta in nero seguendo pratiche di strozzinaggio. Gli studenti si trovano così ad essere solidali con gli sfrattati in quanto ad entrambi viene negato un diritto: agli sfrattati il diritto ad avere una casa e agli studenti il diritto allo studio.
C'è un dato interessante emerso da uno studio condotto sull'EDISU NA2, secondo il quale gli studenti fuori sede, che nell'anno accademico '97/'98 rappresentavano ¼ degli "idonei", nel 2001 risultavano essere, invece, 1/6. La percentuale degli idonei in sede è anch'essa diminuita (da 1/3 nel '97, a 1/4 nel 2001): ciò significa che sono aumentati i pendolari. Questi studenti hanno forse nostalgia della mamma? No, noi pensiamo che una fetta consistente di chi risultava fuori sede, oggi risulti pendolare, pur rimanendo di fatto fuori sede, da quando nel '99 si è iniziato a richiedere il regolare contratto d'affitto. Specifichiamo che il pendolare percepisce una borsa di studio dimezzata.
Si consideri che la Regione ha stanziato circa 1 miliardo di euro per la costruzione di nuove residenze e, dopo l'approvazione dei progetti, come costume i lavori non sono iniziati. Inoltre L'E.Di.S.U. NA1 dispone di strutture, come l'ex-residenza Miranda in via Foria, che giace da anni in stato di totale abbandono.
Chiediamo, nell'immediato, che siano effettuati i lavori di messa a norma nelle strutture già esistenti in modo da poter assegnare tutti i posti a disposizione; chiediamo la ristrutturazione delle strutture esistenti ed abbandonate nonché l'avvio dei lavori previsti per la costruzione di nuovi studentati e lo stanziamento di nuovi fondi per la costruzione di residenze anche per l'E.Di.S.U. NA2 e per gli altri atenei campani.
E' chiaro che le nuove e le vecchie strutture non dovranno essere ghetti-dormitorio bensì spazi pienamente vivibili e ben collegati con gli atenei ed il centro della città.


BORSE DI STUDIO:
Da anni si aggira per le università la fantozziana figura dello "studente idoneo non assegnatario". Chi è costui? E' il malcapitato studente che rientra nei criteri di reddito e merito per l'assegnazione della B.S. ma non la riceve comunque per mancanza di fondi. Ma come? Carenza di fondi?! Non solo non vengono finanziati i servizi come le mense, le residenze, il prestito libri,ecc...ma si tira la cinghia anche sulle borse di studio i cui fondi, tra l'altro, sono vincolati. Inoltre, quando sono assegnate, le borse vengono pagate minimo con un anno di ritardo, ritardo che quest'anno rischia di essere ancora maggiore perché i fondi stanziati dalla Regione non sono stati ancora trasferiti agli E.Di.S.U. E qui la vincolatività prevista dalla legge del bilancio regionale spiega un altro dei suoi effetti: non permette di attingere fondi da altri capitoli di spesa dell'E.Di.S.U per pagare le borse di studio.
Nonostante la disinformazione sui bandi di concorso delle borse di studio dell'E.Di.S.U. e la loro breve scadenza, la percentuale degli studenti che ne ha fatto domanda è andata ad ogni modo crescendo: nello stesso studio, condotto sull'E.Di.S.U. NA2, nel '97/'98 su 724 idonei, gli assegnatari erano 331. Nel 2001, su 1762 idonei, gli assegnatari erano 443. In altre parole, a fronte di un aumento di più di 1000 idonei, abbiamo avuto un aumento di soli 100 beneficiari, passando da una percentuale del 50% circa a una del 25%. Invece, segnalando una controtendenza, a partire dall'anno accademico in corso i criteri di accesso sono diventati più restrittivi: sono state abolite le agevolazioni per quelle famiglie che avevano all'interno del nucleo più di un figlio all'università, c'è stata una restrizione dei parametri rispetto alla condizione patrimoniale e sono state fatte delle distinzioni tra chi è iscritto al vecchio ordinamento e chi è iscritto al nuovo ordinamento, per questi ultimi i criteri di merito sono diventati più selettivi, visto che per entrare in graduatoria non conta più il numero degli esami e la media ma anche il numero di crediti (al primo anno ne servono 25, che sono la maggior parte di quelli richiesti per superare l'anno!) A tutto questo bisogna aggiungere che la maggior parte degli studenti ha rinunciato a presentare la domanda per avere la B.S. visto che i tempi per avere il modello ISEE non sono brevi. Di conseguenza gli idonei sono diminuiti; anche se, in termini percentuali, gli assegnatari sembrano essere aumentati, il loro numero è però rimasto invariato!
Pretendiamo, da subito, il pagamento puntuale delle borse a tutti gli idonei; questo deve avvenire a prescindere dall'erogazione diretta dei servizi essenziali: con ciò intendiamo dire che siamo assolutamente contrari alla monetarizzazione dei servizi stessi, anche perché si creerebbe una concorrenza spietata sui prezzi dei fitti, tutta a scapito degli studenti.
Assolutamente ingiusto e classista risulta essere il criterio meritocratico sulla base del quale si assegnano le B.S., che proponiamo, non come "premio di produzione", ma come efficace e reale strumento per attutire le disuguaglianze economiche tra gli studenti universitari. Rivendichiamo perciò l'applicazione del solo criterio del reddito con un monitoraggio costante ed efficiente sulla veridicità delle dichiarazioni di reddito.


PRESTITO LIBRI E CENTRO STAMPA
:
Questo servizio, di fatto, non esiste più: la gestione del patrimonio librario da parte dell'ente è a dir poco disastrosa. E' previsto che la competenza di questo servizio passi alle varie biblioteche di facoltà (anche se sembra che molti testi non siano stati ancora trasferiti), provocando tutta una serie di disagi: non è possibile prendere in prestito i testi d'esame o comunque il prestito non può superare i quindici giorni. A causa dell'esiguità dei mezzi messi a disposizione degli studenti, a volte diventa difficile o addirittura impossibile la consultazione dei testi. Un esempio illuminante a tal proposito è dato dalla chiusura di una delle biblioteche gestite dall'EDiSU all'interno della facoltà di lettere e filosofia, motivata con la carenza di personale. Anche in questo caso ci chiediamo come mai i lavoratori vengano dichiarati in "soprannumero" togliendo così un servizio indispensabile per gli studenti.
Il centro stampa, che un tempo forniva dispense a prezzi popolari per tutti i corsi di laurea, non esiste più.
Chiediamo il ripristino dei due servizi, potenziando nello specifico il prestito libri attraverso l'aggiornamento del patrimonio librario stesso con l'acquisto di tutti i testi d'esame in un numero di copie adeguato all'utenza.


TRASPORTI GRATUITI:
Fino a tre anni fa, esisteva un bando di concorso dell'Ente che permetteva agli studenti di usufruire di un abbonamento annuale a costo agevolato. Il bando è stato inspiegabilmente sospeso dopo solo due anni. Non ci sembrano poi agevolazioni i bandi usciti in questi anni: lo sconto sui trasporti offerto dal comune di Napoli è possibile solo per quegli studenti che sono residenti a Napoli.
Richiediamo l'immediato ripristino del servizio totalmente gratuito per tutti gli studenti.


AULE POLIFUNZIONALI E CENTRI TELEMATICI:
L'Università non deve essere un esamificio, ma un luogo di aggregazione e crescita culturale e politica: crediamo che in base a questi elementari concetti gli atenei dovrebbero fornire aule studio, centri polifunzionali dotati di postazioni telematiche, spazi per iniziative studentesche, emeroteche e quant'altro.
E' inutile sottolineare come i nostri atenei siano assolutamente insoddisfacenti da questo punto di vista: pochissime aule studio (di cui alcune autogestite), sale informatiche insufficienti, con poche postazioni funzionanti e aperte solo durante le ore di lezione; la chiusura delle università la sera e nel fine settimana impedisce inoltre l'utilizzo delle strutture per qualsivoglia iniziativa studentesca.
Rivendichiamo quindi un'università modellata, per quanto riguarda l'organizzazione di tempi e spazi, sulle esigenze degli studenti.

 

TRASPARENZA NELLA GESTIONE DEI FONDI E NEGLI APPALTI:
La gestione dei fondi per il diritto allo studio non è mai stata un modello di trasparenza ed efficienza: dall'acquisto delle derrate alimentari a prezzi quantomeno non concorrenziali, al finanziamento delle iniziative di associazioni facenti capo a rappresentanti degli studenti in seno al Cd'A, finanziamento spropositato rispetto al tenore delle iniziative e regolarmente eccedente i fondi stanziati in bilancio. Tra l'altro nell'ultima Carta dei Servizi, che viene pubblicata solo per l'EDiSU NA1, non sono più riportate le previsioni di bilancio.
L'ultimo e più eclatante esempio è quello delle convenzioni con i ristoranti privati: i termini degli accordi tra ente ed esercenti non sono stati resi pubblici, fatto questo che potrebbe creare delle zone d'ombra su cui speculare. Esigiamo pertanto che i bilanci siano maggiormente pubblicizzati, che non solo gli appalti, ma anche accordi e convenzioni stipulate dall'Ente siano resi pubblici e pretendiamo trasparenza e pubblicità per tutto ciò che riguarda il diritto allo studio nel suo complesso (costruzione di nuove mense e residenze, ristrutturazione di quelle esistenti etc.).

 

 

FIRMATARI:


COLLETTIVO STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA

COLLETTIVO LETTERE collettivolettere@hotmail.com

COLLETTIVO DELL'ORIENTALE www.inventati.org/mailman/listinfo/collettivorientale

C.S.U. (Collettivo Studentesco Universitario) csu_napoli@libero.it

COLLETTIVO DI INGEGNERIA collettivoingegneria@virgilio.it

CIRCOLO UNIVERSITA' del PRC circolouniversita@hotmail.com

 

 

Napoli, 17 dicembre 2002

COLLETTIVO “STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA”

 

Per partecipare, o chiedere informazioni:

tel. 328.3863982

e-mail: collettivo@collettivo.cjb.net

 

 

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