<<Ho ricevuto la testimonianza di una persona che ha vissuto di prima persona la valanga del 5 gennaio in Valle d'Aosta dove morì una donna. La riporto qui di seguito, perché ritengo sia più coerente ed istruttiva di molte delle cose che ho letto in giro:

<<Domenica 5 gennaio ero anch'io in gita nel vallone della Testa d'Eifra, dove si è verificato un grave incidente da valanga: una persona deceduta e diversi feriti, senza contare il fatto che i travolti sono stati almeno 10.

Vorrei portarvi la mia testimonianza. Ritengo sia utile a tutti avere un paio di immagini della valanga, considerato che ero a notevole distanza (per mia fortuna) e che si può vedere bene come l'itinerario consueto, lungo la dorsale che scende dal Colle Fetita, non sia stato seguito in questo caso. Chi tracciava, ha preferito salire direttamente il pendio di sinistra... Fino al giorno prima, in Valle era nevicato abbondantemente con forti raffiche di vento. La neve era profonda, uno strato di fresca di almeno 40 cm. e tracciare era abbastanza faticoso, nonostante la neve fosse soffice e asciutta. Lo strato di questa neve soffice non aveva avuto possibilità di legarsi a quello sottostante. I gruppetti che mi precedevano (di circa 45 minuti), ho saputo poi dopo che erano formati da 3-4 persone, e fra loro non si conoscevano. Tutti hanno seguito il primo, che ha scelto di raggiungere prima le baite Tramail Des Ors, all'estrema sinistra del pendio, e poi ha iniziato a traversare lungamente verso destra, proprio al piede di quel pendio.. Alla fine non ha neppure raggiunto la parte terminale della dorsale del colle, ma è salito direttamente in cresta. Solo in 5 ce l' hanno fatta. Gli altri, almeno una quindicina, erano ancora in pieno pendio. Il primo lastrone si è staccato in corrispondenza di un'inversione, mi pare la quartultima, forse una ventina di metri a monte, sotto cresta. Pochi secondi dopo è partito l'intero pendio, con un fronte di almeno 300 metri. Gli sciatori sparivano, uno dopo l'altro, dentro la massa di neve impazzita, velocissima, spazzati via come fili d'erba e inghiottiti, inglobati nei lastroni di neve, nella loro corsa verso il basso. Vi risparmio il dettaglio del resto. In sintesi: telefonata in Protezione Civile, corsa a perdifiato per tentare un primo soccorso, caos, urla, gente inebetita e ricoperta di neve che non sapeva neppure più il suo nome, alcuni senz'ARVA miracolosamente avevano "galleggiato" per decine di metri ed erano sotto shock ma illesi. Un signore, coperto da una crosta bianca e con il ginocchio lesionato, cercava sua moglie. E' stata trovata nella zona d'accumulo principale, 200 metri a valle del distacco, con l'ARVA. Non c'era più nulla da fare. I soccorsi da Aosta e da Courmayeur sono arrivati in circa 35 minuti. Quindi velocemente tutto sommato, con cani, 3 elicotteri, almeno una dozzina di guide. Considerata la massa della valanga e il numero di travolti, il bilancio finale ha del miracoloso. Sapendo poi che alcuni erano senz'ARVA e che molti erano soli, abbiamo tutti pensato che non poteva essere finita lì, e abbiamo continuato con cani e ricerca nei punti più probabili di accumulo fino al tardo pomeriggio.

La prima foto è di 18 minuti dopo l'incidente. Si vedono un paio di persone, alcuni di quelli che erano già arrivati in cresta, che hanno iniziato una ricerca superficiale. Non si vede la zona di accumulo principale, alla base del canale centrale dove è stata trovata la vittima. In basso a sinistra, alcuni fortunati che si sono trovati a galleggiare ai margini esterni del flusso principale. Nella seconda foto si ha una visione d'insieme del pendio che è partito in tutta la sua estensione. Scattata in discesa, nel tardo pomeriggio.

Concludo.

La "lettura" della struttura del fondo di quel vallone con i suoi pendii è abbastanza chiara. Lo si vede già sulle carte, se si ha la volontà di preparare la gita a tavolino, ma  anche molto bene quando si esce dal bosco e si dovrebbe valutare dove sia meglio passare. Non serve recriminare ed è perfettamente inutile fare i "professori" o quelli dell' "io l'avevo detto. Avrei saputo cosa fare!". Sappiamo tutti cosa vuol dire andare in gita con amici e che le precauzioni adottate in queste circostanze, stranamente si attenuano. Riflettiamo insieme e poniamoci piuttosto tutti un paio di domande: essendo là, alla base del pendio, saremmo stati in grado di decidere autonomamente o ci saremmo abbandonati alla pigrizia anche noi? Giunti alla fine del pianoro, con il pendio ancora "su" , ce la saremmo sentita di abbandonare il comodo e profondo "binario" che si snodava davanti a noi, con almeno 20 persone che stanno salendo e che ci fanno sentire stupidi e esageratamente prudenti mentre loro sbucano in cresta ben a monte del colle e che già si pregustano una discesa orgasmica dal medesimo pendio di soffice "farina"? Noi, in gita privata, saremmo davvero andati a destra, per tracciare faticosamente sulla dorsale...? L'incidente è stato terribile, impressionante, mi ha colpito moltissimo e ho avuto una notte intera, trascorsa insonne, per pensare. Vi prego di farlo anche voi, magari senza perdere il sonno, però! Spero che le risposte che vi darete interiormente in seguito a questo mio spunto di riflessione, siano una conferma delle proprie sicurezze, delle proprie capacità di valutazione, della propria preparazione. Un caro saluto ed un abbraccio a tutti.

segue firma>>

Le foto sono in rete, qui:
http://digilander.libero.it/westalps/foto1.jpg
http://digilander.libero.it/westalps/foto2.jpg