Strana, alternativa, cara. Oggi, anche a due ruote, si stupisce così. Ma la CS non vuole fare la "modaiola" e basta: ha dei concetti precisi, nuovi, e da guidare è davvero piacevole.
Che sia questo il futuro?

Bella o brutta decidetelo voi. Quello che trova tutti d'accordo, però, è che BMW ha osato. E non poco. Tutto sommato non ha fatto nulla di rivoluzionario, perché non siamo di fronte a una moto con motore diesel common-rail o a un controllo di trazione, però la Casa tedesca è arrivata prima. Dove? Nel fare una moto semplice semplice, per chiunque perché monocilindrica, strana dal punto di vista estetico, ma intrigante e dotata di tanti concetti innovativi e interessanti. E soprattutto, bella da guidare. Di quelle che, arrivati in curva, svela il lato piacevole dei suo carattere invece che far storcere il naso. Oggi come oggi non è poco, perché se è vero che non esiste più la moto che va male, e anche vero che si assomigliano un po' tutte. Questa CS, invece, va proprio a modo suo. Vediamo come. E' strana: nel senso che ci si siede e il manubrio appare subito molto ruotato in avanti. Questo porta ad allungare le braccia più del dovuto. Inoltre, le pedane sono vicine, ma anche abbastanza arretrate e così si assume una postura più sportiva di quanto potrebbe far pensare una moto di questo tipo. Nulla di male, però il busto rimane abbastanza proteso in avanti, le braccia tese quasi del tutto e le ginocchia piuttosto piegate. Se arrivate da una Enduro, tutto questo vi può sembrare anomalo, ma bastano poche curve per capire che una posizione simile porta solo vantaggi: si ha una migliore percezione dell'avantreno (ovvero il trasmettitore della linea, dei piacere di curvare), non si oppongono busto e braccia alla resistenza dell'aria (poiché questo non rimane eretto) e si riesce a spingere meglio coi piedi sulle pedane quando si cambia direzione, quando è il momento di far "attaccare" il ruotone posteriore a terra dando gas in uscita di curva. Insomma, bisogna avere pazienza con la CS: nei primi metri e a bassissima velocità lo sterzo sembra quasi pesante, poco progressivo, poi con l'aumentare del passo questa sensazione scompare e affiora un piacevolissimo senso di contatto col suolo. La moto è agile ed entra benissimo in curva, percorre impeccabile la linea e invita a fare la traiettoria tutta d'un fiato e sempre più forte. Niente male. Ed essendo seduti anche molto in basso (e in una sella rigida ben scavata), la CS non intimidisce affatto. L'asfalto scorre vicino quando si è in piega e il misto stretto a bordo di questa moto diventa, terra di conquista (attenzione però alle pedane, che toccano presto). Su un percorso montano la CS può rivelarsi un'insospettata passista. E in città? Vale la stessa cosa, perché è bassissima da terra, ha tanto sterzo e non strappa minimamente. Si va che è un piacere ' zig-zagando' fra le macchine molto disinvolti. Disturba solo il cavalletto, solo laterale, perchè non è immediato da estrarre. La CS non pesa poco per essere una monocilindrica (182,4 kg), eppure è dimagrita 10 kg rispetto alla sorella GS. Però il suo peso si sente solo nelle manovre da fermi. Se bisogna indietreggiare da un parcheggio a pettine fra le auto, la CS non è una piuma, ma in movimento nessun problema. E il serbatoio sotto la sella è una soluzione intelligente, perché vuol dire avere meno peso che grava sull'asse anteriore: difatti, nei cambi direzione a velocità media/alta (quelli fatti inclinando la moto e non usando lo sterzo), la CS è molto svelta a passare di qui e di là. Pur mantenendo, come abbiamo detto, un bel contatto coi suolo. Questa, è una caratteristica delle Supermotard, che la CS non nasconde di possedere. Infatti si può proprio definirla tale, pur se ingentilita e al servizio di un utente più tranquillo. Discorso protezione? Il cupolino è piuttosto basso, ma come vi abbiamo detto la sella è molto scavata e così ci si ritrova seduti dentro la moto, non sopra, e alla fine il busto e gran parte dei casco risultano riparati. In più, i bordi ripiegati dei plexiglas aiutano a deviare il flusso oltre le spalle. Le sospensioni sono più che oneste: la taratura è abbastanza sostenuta e questo evita eccessivi cambi di carico. In staccata e in accelerazione, per intenderci, non ci si sente, su un cavallo a dondolo in stile enduro anni '80. La moto si mantiene abbastanza neutra, in assetto costante, trasmettendo quel piacere di guida di cui vi parlavamo. Ovvio, se si esagera la forcella affonda parecchio e non c'è modo di intervenire perché non è regolabile, ma in senso assoluto la CS rende bene. Non è una rigida tavola come le Supermotard vere, ma nemmeno una poltrona come le Enduro è una via di mezzo azzeccata. Buche e tombini si sentono, ma un curvone affrontato decisi non diventa un problema perché non s'innesca alcun tipo di beccheggio, e d'imbardata. E sul veloce corre dritta come un fuso. I freni sono onesti: funzionano bene però sembrano arrivare un filo: tardi e l'anteriore va premuto parecchio. Una curiosità: pinzando forte davanti si avvisa un effetto torcente della forcella, come se il grosso disco singolo fosse troppo aggressivo per questo tipo di avantreno. L'ABS -optional a circa 500 euro funziona bene (molto meglio che i primi impianti BMW)- anche se rimaniamo del parere che è soggettivo apprezzarlo su di una moto. Chiudiamo il discorso dinamico con degli aspetti pratici: la strumentazione ha una grafica troppo vivace, poco immediata sulle prime. I comandi elettrici hanno scatti un pochino ruvidi e i pulsanti di clacson e lampeggio non sono immediati. Gli specchi retrovisori non sono di pari qualità alla moto e, a velocità sostenuta, si piegano (come sulla GS). Il vano porta,oggetti è molto comodo. E' vero che senza zaino non è proprio bellissimo, è vero che questo lo possono rubare facilmente, ma è anche vero che ci stà un sacco di roba spiccia. Il passeggero è seduto abbastanza comodo anche se si ritrova decisamente a ridosso di chi guida, eppure l'avantreno si scarica parecchio coi peso aggiunto. Una donna può lamentare le leve al manubrio un po' lontane, in più quella del freno non ha l'intervento regolabile. Così è e così bisogna tenersela. Da una moto di questo costo, ci si aspetterebbero dei comandi più pregiati. Del motore, infine, va detto che ha guadagnato potenza rispetto alla versione da cui deriva (GS): per l'esattezza 5 CV, e quindi va decisamente più forte, ma soprattutto gira più in alto. Eppure non ha perso un grammo di fluidità, anzi... Questo mono è dolcissimo da richiamare nell'apri-chiudi, riprende senza un sussulto anche sotto i 2.000 giri. Sale piatto, lineare, senza un battito di pistone e uno strappo di trasmissione. Andare a spasso spensierati è quanto di più naturale esista. Aiuta anche il minimo piuttosto alto (1.500/1.700 giri), che sembra far scorrere la CS, da sola. Se dovessimo consigliare una moto a un neofita puro questa tedesca sarebbe sicuramente in prima fila. E' di una facilità disarmante, per merito soprattutto dell'iniezione, dell'elettronica e della trasmissione a cinghia. Questa elimina dei tutto i giochi, il rumore e... la sporcizia. Sinceramente, non vale proprio la pena di tornare "all'arcaica" catena (per lo meno su una moto di questo tipo). In pratica con la cinghia sembra di sentire direttamente la ruota posteriore nel polso destro: chiudi e decelera, apri e stai già andando. Davvero niente male per precisione. Ma la CS non delude neanche chi ha già km sulle spalle, perché comunque è brillante se si tirano le marce: lo spunto è buono l'accelerazione è vivace. Vibra abbastanza, però, se si sfruttano gli alti regimi: lo si avverte a manubrio e pedane. Ma la cosa più curiosa è il rumore d'aspirazione che proviene dalla bocca della cassa filtro, proprio sotto al naso e all'interno dei fianco sinistro. Fra quel risucchio e il fruscio della distribuzione, il silenziosissimo scarico non si sente o quasi. Peccato, perché un timbro più personale darebbe sicuramente più carattere. Il cambio va bene ed è preciso, ma gli innesti hanno una corsa più lunga della media e passaggi sono leggermente ruvidi. Avvertibile lo stacco fra quarta e quinta, per agevolare i trasferimenti a velocità sostenute. La frizione va bene, ma il comando non è tra i più morbidi in circolazione. Da qualsiasi angolo la si guardi, la CS ha qualcosa di particolare. Si è già detto molto su questa moto (vi invitiamo pertanto a leggere l'ultracompleto test di dicembre 2001). Ma poco si è detto sul fatto che la CS rappresenta un nuovo modo d'intendere la moto: ha colori inediti, e si può ordinare in 18 abbinamenti diversi (sella/serbatolo codone e fianchetti), un po' come il concetto che ha introdotto la Smart. C'è una linea d'abbigliamento che ne replica fedelmente i colori. La CS ha forme strane e materiali che rieccheggiano l'ultimo grido dell'arredamento o dell'HI-FI per attrarre i non motociclisti, ma anche per come è fatta questa mono vuole avvicinare un pubblico despecializzato: è bassa (sella a 780 o 750 mm grazie anche a una gomma posteriore diversa), è facile, poco imbarazzante e soprattutto pratica. Oggi sono molti gli scooteristi che vogliono fare il grande passo e diventare motociclisti: la CS rappresenta un piatto goloso, perché non spaventa e non obbliga a rinunce importanti (vedi il vano portaoggetti). Costa cara, ma sa di esserlo. Dei resto è diversa, e in più è una BMW ha il valore aggiunto di un Marchio molto forte (vedi tenuta dei prezzo sull'usato). La Casa tedesca ha giocato abilmente su tutto questo e ha esplorato per prima nuovi terreni, realizzando una Supermotard "ingentilita" dedicata al giovani. Dalle prime percezioni, però, ci risulta che questa moto piaccia soprattutto a un pubblico adulto. Dei resto non è la prima volta che un.prodotto forzatamente dedicato al giovani non funziona (vedi MBK Stunt, incapace di sostituire il caro e vecchio Booster). Gli "sbarbati", insomma, fanno propria qualcosa che inizialmente non sembra dedicata a loro. Se così fosse, il successo della CS potrebbe avere uno scoppio ritardato. Del resto non fu così anche per la Smart? Vedremo. Quello che possiamo dirvi è che la CS invita alla riflessione. E osservata a lungo appare diversa da come la si vede la prima volta, ovvero la si accetta di più. Rimane il vuoto venutosi a formare per via.della ruota anteriore da 17", con quel muso proteso in avanti che sbilancia un po' la armonia totale. Il corpo nero dei fari accentua ancora di più questa sproporzione provate a immaginarvela senza... il codone tronco invece le dà molto slancio: la moto pare più aggressiva (vedi Buell, Monster... ). Bellissimo il forcellone, ma guardate il lato sinistro: quello scarico che sembra arrivare dritto dritto da un maxiscooter non è proprio il massimo. E lo sbilanciamento ottico prosegue anche nella parte anteriore, perché il maxidisco singolo lascia un vuoto spiazzante dalla parte opposta. Le travi dei telaio così lavorate sono tutto tranne che da moto. E la stessa cosa si può dire per il motore, mascherato da gusci in plastica da sembrare l'anima di un elettrodomestico. I fianchetti removibili dal finto serbatoio mediante incastro (a proposito, come la mettiamo coi furti?) sono vezzi da modernissima city car. Insomma, questa moto è ultratecnologica, è avanti, ma la percezione che si ha al suo cospetto è un po' quella di un giocattolo "plasticoso". Piacerà tutto questo? Sta a voi dirlo. Nostro dovere, invece, è dire che abbina soluzioni intelligenti e pregiate a elementi più poveri: l'interno dei fianchi rivela rifiniture approssimative, piastre bruttine e plastiche non prive di bave. La leva dei freno posteriore non è proprio quella che ci si immagina su una BMW. Insomma, al primo sguardo è stupore, ma sotto sotto... Sarà così il futuro che verrà?

PREGI
. praticità d'uso
. personalità estetica
. facilità di guida
. prestazioni
. rendimento sul misto
. sella bassa da terra
. concetti innovativi

DIFETTI
. vibrazioni agli alti regimi
. alcune finiture migliorabili

Tratto dal sito " BMW web cafe' "